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Commenti da civ833
Commenti alle foto che gli utenti sottomettono alla critica
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Luna Rossa
Luna Rossa di giopan commento di civ833

Idea simpatica e colori piacevoli. Un po' antiestetica la scia di schiuma sopra il remo sulla destra, che sembra provenire proprio dal remo in maniera quasi irreale, ma è un problema minore; uno maggiore lo trovo nel taglio, che comprime a destra privandoci di tutta la linea del bagnasciuga, che invece avrei trovato molto gradevole. Una focale minore forse avrebbe caricato di piacevole ironia la scena, già pervasa da quella barca con quel nome così altisonante e dal sorriso dell'uomo con gli occhi coperti da sole, che richiama una spensieratezza senza tempo, come se quella barca e quei colori fossero lì, per gioco, nell'acqua dove si tocca. Con una focale poco più piccola si sarebbe incluso un po' di mare sulla sinistra, ad aumentare la sensazione che il soggetto sia racchiuso in un mare in miniatura, in una piscina che sa di semplicità e vita di mare più di un blasonato panorama su acque e onde tempestose. Bello scatto, sorridente.
Il Bianco e il Nero, il bene e il male, l'indifferenza e la
Il Bianco e il Nero, il bene e il male, l'indifferenza e la di brunomar commento di civ833

Bianco e nero e composizione molto personali: il mio commento si limiterà dunque a come hai realizzato queste scelte, e non alla loro sostanza.
La sovraesposizione del cielo è corretta da un punto di vista rappresentativo, ma male si intona con la scelta di due angoli bianchi: la foto sembra non essere rettangolare ma quasi confluisce nella "cornice", effetto che di per sé non sarebbe negativo - ma a sinistra c'è la concretezza del nero ad evidenziare l'esistenza di un angolo, di una definitezza dei bordi, che fa sembrare il cielo anarmonicamente bianco (e costringe l'occhio ad un percorso circolare che termina sulla firma, con una resa piuttosto dubbia per quanto concerne il soggetto della foto).
La sovraesposizione del parapetto di destra, e ancor più quella del monumento sullo sfondo e più ancora quella tra le due figure umane sulla sinistra, sono invece fonte di distrazione, attirano l'attenzione su aree tra loro differenziate e di per sé non funzionali al messaggio della fotografia. Se la sovraesposizione sulla destra può andare verso una rimarcazione della linea di passaggio (con una resa discutibile, visto che crea un riquadro intorno a un grigio casuale in primissimo piano, e una slavatura più in fondo), la sovraesposizione dello sfondo va in direzione opposta, bloccando spiacevolmente la resa prospettica e decontestualizzando le due figure. Decontestualizzazione che non avviene di concerto con altri espedienti usati nell'immagine, perché in primo piano ed oltre il ragazzo la spazialità è resa così com'è, "reale", e quindi l'effetto che fa quella bruciatura è quello di una cancellatura, di un colpo di gomma pane su un punto nevralgico di un disegno a matita.
La stessa resa dello sfondo ne risente: le figure umane hanno i bordi frastagliati, gli edifici assumono una sorta di posterizzazione (in alto a sinistra l'edificio è praticamente ricondotto a tre colori, bianco nero e grigio) che li rende eterei ed irreali come su un negativo, ma con stacchi di colore (monumento centrale) e bruciature (secondo edificio da destra, con la facciata così bianca eppure sopra improvvisamente grigia per qualche millimetro, e poi subito il nero del tetto) che danno l'impressione di uno sfondo squadrato, costruito malamente in un videogioco 3D (penso al palazzo tutto a destra).
L'unico soggetto equilibrato (se di equilibrio si può parlare, nel caso di una quasi totale sottoesposizione che elimina i dettagli) è la mendicante, ben resa in maniera minimalisticamente essenziale e con un'ombra che le dona profondità e concretezza. Avversata, però, da quella bruciatura sulla destra e dai contorni frastagliati dei due uomini, che risaltano quanto basta per portare l'occhio a perdersi nell'accecante e imperfetta sovraesposizione del cielo, e qui tutti i problemi di cui poco sopra.
L'effetto che si ha è quello di una foto rovinata dai bianchi e dalla gestione della luminosità reale (fotogramma) e apparente (cornice), dove il soggetto passa in secondo piano di fronte a quelli che l'occhio interpreta come errori inconsueti, ma che forse l'autore vede come obiettivi raggiunti di una certa poetica per immagini.
Se questo fosse il caso, e questo fa presagire parte del titolo ("Il Bianco e il Nero"), indubbiamente si potrebbe voler interpretare quella bruciatura come colpo dell'indifferenza, quel bianco come il bagliore del mondo circostante così distante dal nero della povertà e dal piano, più grigio e vicino, dove si consumerebbe un'eventuale carità, dove la pietà unirebbe forse questi due mondi, sovrapponendoli nel tempo di quattro passi.
Tuttavia, visivamente la resa del contrasto tra il forte nero della cornice a sinistra, ed il forte bianco della foto (non già della cornice a destra, ma proprio della zona di sfondo) attira talmente tanto l'attenzione da trasformare la foto quasi in due foto, da obbligare l'occhio a una lettura non facile che inevitabilmente pone su due piani la donna, e lo scuro che la circonda, ed il resto della scena, mancando qualche accorgimento che armonizzi i due mondi o almeno non ne esasperi le differenze a tal punto da farli sembrare slegati anche nell'intenzione della foto. Slegatura che trova riscontro anche nell'angolo a sinistra, così marcato e preciso da far percepire quel nero come una cornice, un'intelaiatura da dove si guarda, oblò troppo squadrato e uniforme per svanire il giusto di fronte alla scena sulla destra, per cederle il passo e la centralità di cui ha bisogno.

Per quanto riguarda la descrizione, trovo il terzo periodo ("Ogni scelta [...] necessità!!") troppo carico di un messaggio esplicito, di un insegnamento morale, di un indirizzo così fuori dal linguaggio fotografico, per descrivere gradevolmente lo scatto, senza ingombrare, senza dare l'impressione di volerlo sostituire o di voler rendere integralmente il messaggio che da solo non riesce a dare.
una scelta difficile
una scelta difficile di freeadam commento di civ833

Dimenticavo: molto poco riuscita la scelta della cornice, con quel bordino rosso che sembra un superfluo esercizio di stile con la pretesa di richiamare il rosso delle bevande, ma che in realtà attira inutilmente l'attenzione dell'osservatore distogliendolo dal momento impresso nella foto. Foto su cui una cornice così è troppo ingombrante, e che forse meriterebbe di esser lasciata com'è, senza artifici vari per presentarla. Titolo incluso, che fa andare la lettura in un'unica direzione, non ingombrante come tanti altri ("vino o birra?" sarebbe stato peggio) ma comunque tale da togliere qualcosa, se non molto, a una fotografia che gioca su due soggetti (l'uomo e le donne) e che così viene forzatamente ricondotta ad uno solo di essi.
una scelta difficile
una scelta difficile di freeadam commento di civ833

Istante ben reso, con un taglio e una composizione interessanti, penalizzate però dalla scelta di una focale abbastanza lunga da appiattire la prospettiva. Le tre donne sono rese un po' sullo stesso piano, piano da cui si stacca solo la sedia sulla sinistra (e l'antiestetico dettaglio di una sedia che non vediamo, forse ineliminabile senza introdurre altri elementi di disturbo). Istante ben colto, dicevo, con una resa della luminosità non banale e piatta, che dà tridimensionalità all'uomo coi due bicchieri, tanto che forse è solo l'illuminazione della sua mano sinistra che stona leggermente, risaltando all'occhio anche a causa di un taglio che non può includere ulteriori informazioni sulla collocazione della sorgente luminosa (che sta genericamente "a destra").
La scelta della profondità di campo è buona, e forse poteva accompagnarsi ad una messa a fuoco più selettiva (qua sembrano a fuoco una parte di sedia e la donna bionda, piuttosto che l'uomo sulla destra). Il tempo di scatto restituisce piacevolmente quell'uomo nel suo incedere forte e disinvolto, lento e gravoso, con quella gamba destra leggermente in avanti ed i gomiti poco retratti dietro la linea della schiena, come un cowboy che invece di due bicchieri regge due pistole (atteggiamento ben evidenziato dallo sguardo, enigmatico e di attesa, illuminato da una luce radente molto caratteristica che ben si accoppia alla leggera spettinatura forse dovuta al vento). Il momento è ben colto, dcevo, perché a quell'incedere fanno da contraltare gli sguardi delle donne, rivolti all'unisono ad un altrove su cui irrompe quella figura maschile, incurante di tutto ciò che al momento non tiene in mano. Piacevoli le due linee di sguardi, in definitiva, quella dell'uomo e quella delle donne sedute, appiattite e "rovinate" però da una focale troppo lunga e da un'inquadratura che elimina la necessaria profondità delle tre donne (tra cui, complice il forte contrasto nero-bianco, risalta solo la bionda e neanche del tutto, mentre la terza donna è praticamente tagliata), facendo risaltare piuttosto elementi secondari come la sedia e il tavolo che si intravede sulla sinistra.
...
... di OrsoBubu commento di civ833

Scatto semplice, forse migliorabile con una vignettatura meno ingombrante sulla destra, e con un taglio che non mozzi così la panchina di destra, chiudendo un po' la linea di profondità che si era creata sulla traiettoria percorsa dalla donna. Si ha come una sensazione di scarsa nitidezza, specie osservando le fronde dell'albero in primo piano, che altrove risponde a una generale espressione di malinconia, silenzio e solitudine, ma che lì un po' ingombra e attira l'attenzione risaltando in maniera quasi prepotente.
Tempo di esposizione e istante di scatto non colgono perfettamente il movimento della donna, la gamba sinistra appare immobile eppure leggermente mossa, e insieme alla posizione così estesa porta ad una (leggera) sensazione di disarmonia.
Foto piacevole con un taglio orizzontale non facile, che inevitabilmente amplia lo spazio verticale comprimendo la scena a destra e a sinistra, tanto che forse si potrebbe pensare la parte di cielo, in alto, come superflua. Si tratta invece di una interessante caratterizzazione di una scena comune, la cui insolita spazialità decentra il soggetto spostandolo un po' verso il basso, garantendole una collocazione quasi dominata e sovrastata dalle fronde degli alberi, sotto le quali sembra camminare spensierata, senza una fretta apparente, coprendosi con l'ombrello come per proteggersi dalla caduta del cielo sovrastante.
0037
0037 di Maurizio Rugiero commento di civ833

Trovo tre punti deboli in questo scatto. La resa del cielo, innanzitutto, così artificialmente digradante da partire in alto a destra con una leggera (involontaria?) vignettatura, per finire sulla sinistra con un'area esposta in maniera così circolare da sembrare artificiale, non contornando di contro niente di interessante ma anzi banalizzando un orizzonte altrimenti "accademico".
Secondo punto è lo sfondo: illuminazione e distanza slavano in maniera eccessiva i rilievi sullo sfondo, e l'isolotto così centrale nella sovraesposizione del cielo, ed insieme rendono scura e priva di dettagli la zona abitata più a destra, che va a contrastare di colpo col buon bianco e nero delle costruzioni sulla destra.
Terzo punto è la resa del natante in primo piano. L'ombra ne mozza la parte posteriore, e la stessa ombra è compressa dall'inquadratura, che la taglia e impedisce una spazialità ed un respiro per me necessari, in una foto con un abbraccio circolare del genere. Il bianco e nero della sabbia, molto contrastato, poi stona con la barca del salvataggio, il cui grigio intermedio (molto, troppo vicino a quello del suolo) passa gradualmente dal molto illuminato al molto in ombra, creando insieme un senso di realtà e di irrealtà, di concretezza e di sospensione che però si sposano disarmonicamente anche a causa della prematura chiusura dell'ombra.
Il punto su cui lavorerei di più è senza dubbio il cielo, che così com'è rovina le potenzialità di una foto del genere, anche se vista e rivista in innumerevoli versioni. Una focale più corta mi pare poi quasi necessaria, per ridare respiro al lato destro e per estendere un mare (mare per intendere specchio d'acqua, a quanto ne so può anche essere un lago) che dovrebbe sembrare maestoso e sterminato, ma invece risulta quasi timido e compresso, complice anche l'alone di sovraesposizione che non si chiude completamente, ma rimane aperto a cavallo del lato sinistro della foto.
Urban Vanishing Point
Urban Vanishing Point di moebius64 commento di civ833

Interessante scelta prospettica, che rompe la simmetria del "tutto centrato" e mantiene allo stesso tempo una linea di fuga unica e inesorabile, in cui transitano due figure umane dirette verso una fine che non si intravede. La resa della passerella, con la giusta nitidezza ed i forti contrasti, stona un po' con il banale paesaggio urbano sullo sfondo, ma può essere una contrapposizione voluta o anche inevitabile, vista la scelta del punto di inquadratura che non mi sento di consigliare diversa. La resa del cielo è molto pastosa, quasi disegnata, e forse quella maggiore esposizione della nuvola in alto a sinistra sposta il baricentro della foto verso sinistra, quando invece la scelta prospettica e la presenza delle case sullo sfondo farebbe preferire un più equilibrato tendere verso il centro della foto. Ma non si può avere tutto: lo scatto è comunque piacevole, dai toni astratti e surreali, in cui il piano "umano" ed il cielo sono ben separati e distinti, quasi immersi l'uno nell'altro ed uniti da quelle case di sfondo che paiono lontane, e non nel solo senso delle distanze.
Oggi come allora n°1
Oggi come allora n°1 di Dinamic commento di civ833

Paesaggio piacevole e malinconico, con una vignettatura almeno in alto a sinistra un po' ingombrante, che invece di inquadrare sembra prendere possesso di parte dell'edificio, quasi per caratterizzarlo. La resa della neve in caduta, specie sul cielo vignettato in alto a destra, non è delle più felici, ma può essere scelta di chi ha scattato oppure limite dell'attrezzatura. Contrasti tenui (a parte la parte all'estrema sinistra della foto), che forse avrei valorizzato completando il gioco di linee con un'inquadratura presa da un po' più a destra, o con una focale minore (che meno avrebbe appiattito l'immagine, peraltro). L'oggetto in basso a sinistra, e il dettaglio nell'angolo in basso a destra, danno una sensazione di sporco, di imperfezione, forse leggermente eccessiva per uno scatto armonico e placido come questo. Lo stacco tra i tetti innevati al centro della foto ed il cielo è un po' troppo lieve per risultare armonico: si nota molto la differenza cromatica tra il bianco della neve e il grigio giallastro della foschia, perché l'occhio sente i due "grigi" come apparentemente vicini e per questo va a incuriosirsi, ad investigare, e il contrasto emerge come un'assenza di linea, come un'incompiutezza dei tetti che poco si concilia con la - seppur tenue - concretezza delle altre linee degli edifici. Quella striscia verticale bianca (di neve? di cielo?), poco a sinistra del monumento, crea uno stacco poco armonico tra i due edifici, che rischia di attirare l'attenzione di chi guarda la foto, già potenzialmente catalizzata dal bianco della neve dei tetti, distogliendo così dal resto del paesaggio, e in particolare dalle tre linee tracciate per terra che ne descrivono in parte la spazialità.
Trame di gelo...
Trame di gelo... di principessa commento di civ833

Foto piacevole, che forse sembra un po' poco nitida. Poco fotogenico il garde-rail lì in mezzo, ma non puoi farci molto. L'albero sullo sfondo, a sinistra, quasi impercettibile, sembra immerso in una foschia che appare per caso, che forse un taglio diverso avrebbe potuto contestualizzare rendendola più evidente - ma può non essere questo l'obiettivo della foto, solo attenzione a quel dettaglio che, rischiando di scomparire, può portare l'osservatore attento a concentrarcisi sopra, fuorviandolo e allontanandolo dal vero soggetto della fotografia (rischia di ingombrare, per quanto è etereo, questo intendo). Il resto della foto è gradevole, trasmette un senso di tranquillità ovattata da una foschia che non minaccia ma culla, avvolge, morbidamente e senza danni (penso agli evidenti segni di civiltà nella strada in mezzo, che richiamano alla realtà e segnalano che comunque l'uomo e la rassicurante quotidianità sono presenti).
Sopportabile la cornice interna, altrettanto non mi viene da dire di quella esterna, che avrei preferito più scura, se non nera. Quella interna è quasi gradevole perché inquadra la scena con delicatezza, ma attenzione nell'eventuale stampa alla resa dei colori del cielo e della cornice, che preferirei leggermente diversi per non dare l'impressione di una contornatura artificiale che intacca la foto invece di presentarla.
giochi di sempre
giochi di sempre di mimmo salierno commento di civ833

Lo scatto, inteso come il momento dello scatto, di per se è classico ma perfetto, e ben rende un istante senza tempo come quello del gioco dei bambini. Anche la composizione è gradevole, azzeccata nella sua semplicità per come sfrutta la profondità naturale della scena, per come pensa la collocazione delle luci e per come include le ombre.
Ma, anzitutto il taglio della foto la fa sembrare storta, complice il muro sulla sinistra forse non perfettamente perpendicolare al suolo. Poi, la gestione dell'esposizione crea due zone genericamente sovraesposte: il cielo, che attrae inutilmente l'attenzione dell'osservatore quasi fosse il vero soggetto, e la pavimentazione, che così sembra lucida talmente tanto da risultare spiacevolmente accecante. Pavimentazione che, accecando, distrae dal gioco dei bambini, che non ha una collocazione spazialmente "di nicchia", anzi è soggetto centrale della lettura della foto, lettura però ostacolata da questa luminosità giallastra ed invadente, da una scarsa nitidezza che li fa sembrare quasi fuori fuoco (a fuoco sembrano le due insegne più avanti), un po' come il lampione sovrastante che sembra diffondere frettolosamente la luce del tramonto.
A parte questo la foto è perfetta, l'ombra segue perfettamente l'unica linea della composizione, ma è l'esposizione (di sicuro difficile), che include così tanti dettagli del vicolo slavandoli con quell'irrompente luminosità che viene dal sole, a non convincermi del tutto.
geometrie mobili
geometrie mobili di gian1804 commento di civ833

Bella scelta geometrica, con un'unica imperfezione sulla destra, dovrei avrei preferito che il muro di mattoni non terminasse. Un po' fastidioso l'alone luminoso in primissimo piano, e forse non azzeccatissimo il tempo di ripresa, che rende sì bene l'idea di un movimento presente ma sublimato nell'attimo (e guardo la parte superiore dell'uomo), ma rovina un po' tutto con quella gamba sinistra in movimento troppo veloce, che rende la figura un po' troppo esile per risultare naturalmente ben collocata del gioco di linee della composizione.
Scatto interessante, dovre avrei quindi rivisto il tempo di scatto ma più che altro avrei spostato l'inquadratura sulla sinistra, per includere meglio la simmetria del muro sullo sfondo (specie quella della mostrina interna, tagliata a sinistra) in modo da valorizzare l'intersezione così particolare delle scale mobili, che de-banalizza la fotografia rendendola una piacevole istantanea ben colta e poco banale.
Shopping Center
Shopping Center di Chet commento di civ833

Le righe verticali sulla sinistra c'erano già sul negativo? Per il resto un po' spiacevole la sovraesposizione sulla destra, che taglia di netto la facciata e sembra un po' eccessiva, accecando chi guarda specie grazie a quella luminosità diffusa poco sotto, nella zona scura. C'è una riga diagonale in alto a sinistra, che parte più meno da metà foto, leggermente più scura. Ma sono dettagli non completamente controllabili, in una foto del genere; che è piacevole per composizione e semplicità, che rende meno banale e più astratto un luogo assolutamente concreto (se vogliamo "brutto"), tanto da rendere quelle quattro figure umane quasi delle comparse di un gioco geometrico più grande di loro, immobili come statuette piazzate là da una mano sapiente. Hai tirato fuori molto da quella macchina, bel lavoro.
Florenc
Florenc di Granato commento di civ833

Mosso ben riuscito. Disturba un po' l'almeno apparente "stortezza" del suolo, è molto piacevole la linea prospettica descritta dalla parete destra e dalle colonne, peraltro arrangiate in maniera gradevole da chi ha progettato quella stazione (cosa non comune). Tre fonti di disturbo le trovo nei tre aloni (in basso, sul pavimento; in alto, sul soffitto; in corrispondenza delle luci al neon) che forse si potevano evitare con un'esposizione differente. Il bordo interno della cornice è spiacevole; quello esterno, nero, ha l'inevitabile effetto di rendere più luminose e bianche le parti luminose e bianche, perciò non lo condivido completamente. Per il resto è una foto classica, dove un po' distrae il nome della stazione in giallo in alto a sinistra, che avrei troncato di meno o avrei troncato del tutto.
Remains....
Remains.... di Clara Ravaglia commento di civ833

La metà di sotto della foto è quasi perfetta, forse quel piccolo elemento tagliato in basso a sinistra l'avrei evitato, come pure avrei preferito un po' di nitidezza in più. Ma sono dettagli. Il gioco di linee sull'acqua sembra proiettato, così etereo che sembra galleggiare sospeso nell'aria, complice il forte contrasto tra l'oscurità in alto e il chiarore della zona illuminata, che subito si risolve in un secondo contrasto tra la seconda parte scura (meno "ingombrante") e il più vellutato pallore dell'acqua sottostante, che via via si fa trasparente e leggera. Il dettaglio in alto però disturba molto (ramoscello?).
La parte superiore, quella scura, sarebbe da vedere stampata, ché col monitor si percepiscono dettagli più o meno chiari a seconda dell'angolazione (sopra c'è un argine, qualcosa, che fa ombra sull'acqua di sotto?). La luminosità di quelle "parti chiare", quasi impercettibile se non si guarda a lungo, rischia di diventare un po' fastidiosa per l'occhio: in quest'ottica la scelta di una cornice, che per la parte inferiore trovo abbastanza azzeccata, forse può contribuire in stampa ad accentuare questo lieve e allo stesso tempo forte contrasto (lieve perché quasi non si nota, forte perché lì ci si aspetta un nero assoluto che invece non c'è). Nero assoluto che personalmente preferirei, perché bilancerebbe con la sua intensità la vivacità del verde di quei "resti", e inquadrerebbe la parte superiore, non facendo mancare niente che potrebbe essere sopra e suggerendo una linea di luce, diagonale, da in alto a sinistra a in basso a destra, che rende il gioco di linee sull'acqua armonioso e piacevole, come se fosse un'introduzione alla palpabile consistenza di quei "remains", che trovo resi benissimo.
Composizione interessante per un soggetto non banale, piacevole.
milano
milano di Oringe commento di civ833

Disturbano un po' il cartello di divieto di sosta, e il leggero dettaglio tagliato che si intravede sulla sinistra. In più i riflessi sul vetro, difficilmente eliminabili, magari un polarizzatore avrebbe aiutato ma solo in minima parte. Il bianco e nero è poco contrastato, ma allo stesso tempo rende piacevole la resa delle luci e quasi senza tempo quella scritta "SERVIZIO SPECIALE".
Trovo azzeccato il contrasto tra la scena in primo piano e lo sfondo, così semplicemente nero o azzurro, ovviamente senza i due dettagli di cui ti dicevo poco sopra. Forse una focale minore ti avrebbe permesso di dare più spazio a questa contrapposizione, mentre qui una centralità quasi esasperata del tram (?) toglie respiro alla foto, e fa sembrare il cielo capitato là per caso. Includere tutte le fronde degli alberi, magari bilanciando con una profondità di campo ridotta, avrebbe ampliato la vista e avrebbe fatto risaltare la luminosità del veicolo rispetto alla statica oscurità del resto, e in questo avrebbe guadagnato, perché nella foto così com'è lo si identifica come soggetto non in base ad un contrasto particolare ("contrasto" in senso lato), ma solo perché è l'unica cosa illuminata ed è "presa da vicino", perché occupa spazio.
Capisco i problemi della "vegetazione urbana" (pali, automobili, case e altri elementi di disturbo), ma magari un taglio più alto (spostando il lato inferiore della foto poco sotto la scritta, eliminando così la parte superiore del cartello) avrebbe incluso più cielo, facendo risaltare meglio il soggetto e restituendo una spazialità migliore, più estesa, meno appiattita e costretta di quanto adesso non sia.
dust
dust di marcopavani commento di civ833

Scatto polveroso e ben riuscito, in cui l'unica cosa che farei sarebbe provare con un'esposizione leggermente inferiore. Bella sensazione di sospensione, molto ben colto l'attimo in cui l'uomo cammina e sembra incedere inesorabile e lento contro la confusione dominante, anche se la zona un po' più esposta a destra assieme alla polvere perde in profondità, comprimendo un po' la scena al di là di quella linea orizzontale sul suolo. Il leggerissimo dettaglio in alto a sinistra, più scuro e contrastato delle parti dell'albero immediatamente inferiori, stona parecchio con la resa ovattata del resto dell'immagine (che quasi sembra disegnata a matita e cosparsa di limatura spalmata con le dita), ma è minimo e rimediabile.
Sarebbe stata perfetta decentralizzando un po' di più l'uomo, magari inquadrando più a destra (compiendo dunque le forme della strada, e includendo l'eventuale altro parapetto del ponte che si intravede tra la polvere) o con una focale inferiore (che renderebbe forse più piacevole l'area scura in basso a destra, contestualizzandola, mentre così un po' contrasta col chiarore dominante tanto da sembrare una visuale incompiuta); questo soppesando vantaggi e svantaggi adeguatamente, con un occhio di riguardo ad esempio con la vegetazione sulla sinistra, scura quel tanto che basta per perdere dettaglio all'interno lasciandone intuire i contorni, che fa da cornice sinistra ad una visuale che altrimenti rischierebbe di perdersi pericolosamente nell'indistinto di quella polverosità.
nel blu
nel blu di amedeo dtl commento di civ833

Foto piacevole e inconsueta, in cui trovo tre difetti principali: a parte quella che mi sembra una macchia, poco sopra il lampione (presumo sia un lampione, può anche essere una scopa legata al balcone, il concetto è lo stesso), i colori dei vestiti sembrano un po' troppo saturi a causa del contrasto con il blu del cielo, avrei preferito più nitidezza specie dalle parti del balcone, e il taglio esclude l'ombra, tagliando la finestra sulla destra e includendo quella mostrina in basso (che di per sé non sarebbe spiacevole, ma l'imperfezione che ha sulla destra la preferirei inquadrata lasciando sotto un po' di "spazio bianco", facendola intuire e non dando l'impressione di volerla nascondere malamente relegandola al lato inferiore della foto). In particolare è il taglio dell'ombra a non convincermi del tutto: da un lato includi la fine del tetto, facendoci presagire una parete finita, dall'altro tagli l'ombra come se la parete fosse senza fine, come se quel balcone fosse poca cosa rispetto all'immensità di un muro che fa da sfondo e contraltare al blu del titolo . Un po' antiestetico l'alone nel cielo, sulla sinistra, che sembra voler dividere in due l'immagine, ma non lo fa e anzi termina poco dopo l'inizio del balcone, in posizione poco strategica per una foto come questa, che dovrebbe fare del gioco geometrico, della spazialità e della prospettiva un suo punto forte. Un maggiore dettaglio, specie sulle imperfezioni della parete, sarebbe stato gradevole, o magari anche solo una maggiore profondità di campo. L'ombra del balcone e la parte finale del tetto, insieme a una leggera (e quindi non decisa e forte, o meglio assente) diagonalità del tetto stesso, a mio avviso rompono un po' troppo l'armonia della foto, richiamando l'attenzione di chi osserva a sfavore del soggetto (dichiarato) dello scatto.
Al mercato
Al mercato di NickZ commento di civ833

Il taglio uccide due cose: il girasole sulla destra, che troverei molto caratteristico in quella posizione, e la tenda sulla sinistra, e quindi in un certo senso il mercato. Ne perde un po' la prospettiva, complici quelle sovraesposizioni nel tendone sotto il quale sta la donna, che un po' distolgono lo sguardo, che potrebbe chiedersi cos'hanno in comune con quella parte di pavimento sotto la sedia, per avere e meritare la stessa resa "in stampa".
La maglia, rossa (e il rosso secondo me starebbe meglio con un bianco e nero "puro" senza viraggi, ma qua è gusto personale), sembra risaltare fuori dalla foto, specie se la si confronta con le maglie sulla destra, così nitide, troppo nitide per non essere considerate come quasi-soggetto, che in qualche modo (e qui iniziano le ricerche dell'occhio di chi osserva) sono insieme simili e distinte dalla maglia centrale.
Questa scelta toglie un po' di respiro alla foto: perché la conclusione più semplice che l'occhio può cogliere (e l'occhio coglie sempre le conclusioni più semplici), è che siano due soggetti slegati, e allora la maglia rossa così eterea stona, col paesaggio circostante. Stona talmente tanto che sembra messa lì con un copia-incolla, e forse un po' è anche colpa delle linee delle tende che non si chiudono, della foto che finisce forse un po' troppo presto.
Della donna poi non vediamo nulla: vediamo che parla con qualcuno, che si rivolge a qualcuno, ma questo qualcuno non solo è fuori dalla foto, ma sembra esistere solo per caso. Questo, a mio avviso, toglie un po' di armonia allo scatto, perché la donna e la sua espressione sembrano stare lì per caso, sembrano ingombrare, in quanto non sembri valorizzarle, non sembri suggerire nulla su di loro e su ciò che le circonda.
La cornice, con quell'ombra così plasticosa, è di troppo, rende tutto molto, molto artificiale, quasi finto.
....in spiaggia, d’inverno ....
....in spiaggia, d’inverno .... di Sergio Levorato commento di civ833

Disturba un po' la zona centrale del cielo, la cui sovraesposizione attira un po' troppo l'attenzione. La "vignettatura" un po' penalizza la resa della sabbia, che così sembra un po' indistintamente vellutata, con chiazze di esposizione diversa che forse potevi valorizzare diversamente. Taglio e inquadratura la rendono una foto di ampio respiro, con un bel senso di spazialità dovuto anche alle costruzioni (cabine?) sulla destra, che formano linee che sembrano convergere al centro della foto, là dove il paesaggio urbano si fa indistinto ed è sovrastato da quella zona illuminata. Peccato appunto per quella sovraesposizione, e per la resa della sabbia, che rendono il bianco e nero non proprio felice, e allo scopo ti indico la chiazza scura in basso a sinistra, insieme a quella figura (umana) completamente nera e subito seguita - a mio avviso poco armonicamente - dalla chiazza sovraesposta e poi ancora da una chiazza scura. Questo isola un po' la parte sinistra della foto, che invece forse avrebbe guadagnato da un minore contrasto tra le varie luminosità, in spazialità e respiro, risultando più piacevole. La vignettatura che ti dicevo, se è voluta e non un'inevitabile conseguenza, per me sarebbe da evitare, concentra di più l'attenzione verso la sovraesposizione centrale e fa risaltare troppo la zona di luce in basso al centro, rendendola quasi fastidiosa in confronto allo scurore di altre parti della sabbia.
Una focale ancora più corta avrebbe valorizzato anche la parte sulla sinistra, oltre il molo, includendo più bagnasciuga e creando un effetto diverso. Se puoi, e puoi tornarci, potresti lavorarci su.
La cornice nera fa notare di più la vignettatura, e mal si sposa con le zone in cui la luminosità degrada leggermente e non di colpo.
...... fiera dei mestieri ...
...... fiera dei mestieri ... di poldacol commento di civ833

Forse togli un po' troppo respiro alla foto, chiudi l'inquadratura privandoci del contesto (e quella striscia bianca per terra potevi sfruttarla fino all'angolo a destra, per rimarcare meglio una geometria che comunque è soddisfacente già così). Non avrei tagliato il portacatena sulla sinistra.
Del soggetto trovo un po' debole appunto la contestualizzazione, è una scena dal vivo probabilmente caratteristica, ma in foto sembrano due persone slegate tra loro, ed in questo inquadrare da sinistra (restituendo "centralità" - in senso lato - al ragazzo addormentato) forse avrebbe aiutato. Così invece ci proponi una persona distratta, ed uno che dorme, senza dirci cosa c'è di così eclatante, di così strano o di così interessante, cos'è che li rende particolari. La forte illuminazione non riesce né a portarli fuori dal tempo e a renderli più astratti e meno concreti, né a ritrarli, che sarebbe un'altra interessante scelta espressiva trovandosi di fronte a due soggetti del genere (focale più lunga, inquadratura più mirata e forse un po' più dal basso, consiglio che mi sentirei di darti anche se volessi mantenere la connotazione "street").
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