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cartoline da cuba l'havana2002 di alvarosan commento di Sisto Perina |
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Pur essendoci un'iconografia importante ed esclusiva che può suscitare nel visitatore diversi tipi di lettura lo scatto non presenta quelle caratteristiche peculiari della foto "street" ...
Sposto in sezione "varie"
ciaoo |
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cartoline da cuba l'havana2002 di alvarosan commento di Nash |
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poteva essere interessante..ma qui era necessariio trovare un punto di ripresa che valorizzasse le foto del "che" in modo più forte. Così ci sono troppi elementi di distubo sia a destra (portone e riflessi) sia a sinistra (trespolo e chincaglierie e ninnoli vari). |
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cartoline da cuba l'havana2002 di alvarosan commento di gianniquaresima |
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"" Il y a l'embarras de choix "" a Cuba, eccellente metafora visiva per una dittatura, sarcasticamente in francese dicevo, c'è l'imbarazzo della scelta se vuoi mandare una cartolina all'estero o Che Guevara o Guevara Che, anche se viene ritratto in varie pose quello c'è.
Quando uno scatto parla di tante cose........molto bravo  |
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cartoline da cuba l'havana2002 di alvarosan commento di frank66 |
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Questa la trovo deboluccia in quanto non va al di lá rispetto a uno scatto ricordo che qualsiasi turista si porta a casa. Anche a livello formale, punto di ripresa e inquadratura non lasciano intravedere una particolare ricerca compositiva. |
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giochi in cortile,Pilar del rio cuba 2002 di alvarosan commento di alvarosan |
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ragazzi, grazie a tutti per il contributo mi fa veramente piacere vedere che una mia istantanea sollecita cosi tante riflessioni. io penso che il risultato finale della fotografia sia una stampa su carta, meglio se stampata con procedimento chimico e dall'autore stesso specialmente se in bianco e nero, da uno schermo non è sicuramente il modo migliore per apprezzare appieno una immagine. vi ringrazio comunque per il tempo che dedicate a queste mie foto,e spero un giorno di incontrarvi per gustare a pieno le nostre rispettive immagini stampate su supporto di carta ,magari baritata. ciao |
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giochi in cortile,Pilar del rio cuba 2002 di alvarosan commento di gianniquaresima |
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frank66 ha scritto: | Che ci siano foto corrette sotto gli aspetti tecnici che raccontano poco e foto poco curate nella forma ma molto coinvolgenti è un dato di fatto. Tuttavia spesso si parte da questa evidenza per sostenere (non dico che sia la tesi di gianniquaresima) l'esistenza di una relazione causa-effetto tra i due aspetti, per cui uno scatto rigoroso dal punto di vista formale si indebolirebbe dal punto di vista del contenuto emozionale e viceversa. Tale tesi, per me totalmente forviante, trova terreno fertile fino a che "tecnica" e "contenuto" vengano visti come fattori contrapposti. In realtà sono convinto che tale contrapposizione, o dualismo, sia puramente illusoria. Infatti le scelte tecniche modificano la maniera con cui un soggetto viene rappresentato, quindi diventano parte integrante del contenuto, cioè del messaggio finale della foto. Ha poco senso in fotografia, come del resto nelle forme di comunicazione umana in generale, separare il "cosa" dal "come". Pensiamo ad esempio, nel linguaggio parlato, a quanti significati diversi possa assumere una stessa frase a seconda dell'intonazione con cui è pronunciata.
In fotografia ci possono essere soggetti che per essere rappresentati al meglio necessitano un perfezionismo formale ed altri per i quali tale perfezionismo non è necessario, o addirittura non raccomandabile, in quanto una forma più "sporca" può essere più funzionale alla rappresentazione efficace del contenuto. Parlerei quindi di scelte tecniche più o meno funzionali al messaggio che si vuole trasmettere piuttosto che affermare che una foto funzioni proprio in virtù di errori nell'esposizione o altre debolezze tecniche.
Per uscire dalla solita diatriba tecnica-contenuto, basterebbe non limitare il concetto di tecnica fotografica alla tecnica in senso stretto (ossia la conoscenza del funzionamento degli strumenti che si utilizzano e dei meccanismi percettivi alla base delle regole della composizione), ma includere altri aspetti, quali il bagaglio culturale e la sensibilità del fotografo, senza i quali questi non potrebbe sviluppare, in fase di scelta del soggetto e del successivo scatto, la consapevolezza di "come" sia meglio fotografare quel dato soggetto.
In ultima analisi, la "tecnica" intesa nel suo senso più ampio sarebbe la capacità del fotografo di tradurre in una certa forma quello che vuole rappresentare; quindi non più un "optional" o qualcosa in certi casi addirittura limitante, ma, al contrario, uno strumento imprescindibile. |
Un fotografo che fa non tanto x mestiere ma x comunicare agli altri delle cose che gli interessano ovviamente con il tempo capisce sia il cosa far vedere ed il come farlo vedere. Per me è più importante non perdere di vista il COSA come "cosa" scusate gioco di parole più importante che viene subito, all'inizio. Poi si capisce come il farlo vedere al meglio possibile, e ciò non significa affatto andare sempre più in avanti con le proprie conoscenze tecniche, anzi, a volte si torna indietro o addirittura le si stravolge perché questo serve a noi. Penso per esempio alle immagini di Dituri che utilizza il mosso o lo sfocato per creare delle immagini simbolo. Ed il mio esempio delle immagini fatte con Polaroid ( i primi di Galimberti x esempio ) era, credo, calzante. Per alcuni scopi occorre avere delle grandi ed articolate conoscenze tecniche e metterle in pratica, per ottenere altro tipo di immagini invece basta a volte molto poco. Ci sono oggi tanti bravi tecnici, e ai festival di fotografia si possono vedere tanti bravissimi fotoreporter che sanno usare al meglio le loro camere in situazioni estreme. La stessa cosa vale per la fotografia di moda, di sport, ect,ect. Ma in tantissimi casi questi molti dotati di grandi conoscenze tecniche hanno ben poca anima, tendono ad assomigliarsi tra loro perchè producono un tipo di immagini molto simili tra loro. Perché magari studiano più o meno le medesime tecniche, perché si sono sempre preoccupati di approfondire più la tecnica espositiva che il contenuto vero della fotografia. Ci sono immagini che fanno gridare alla sensazione immediata o quasi ma passano. Altre che invece occorre digerire in più tempo per apprezzarle e durano. Io preferisco questo secondo tipo di approccio alla fotografia perché la tecnica usata da chi le produce sarà anche semplice ma sufficiente per un tipo di messaggio emotivo riconoscibile come personale dell'autore. Riconoscibile in quanto l'autore sa cosa far vedere, non si preoccupa troppo dei gusti presunti del pubblico ed usa sempre la sua stessa impronta espositiva. Avere ed utilizzare un buon mix di tecnica, intuito, cultura personale è ovvio dirlo ed è vero. Ma alla fine nel giudicare delle opere di un artista non ci si chiede mai il come lo ha fatto, ma SURTOUT il PERCHE' lo ha fatto  |
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giochi in cortile,Pilar del rio cuba 2002 di alvarosan commento di frank66 |
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gianniquaresima ha scritto: | Ci sono fotografie che possiedono una certa anima proprio perchè lasciano in secondo piano certi "perfezionismi" tecnici, e sanno raccontare e trasmettere delle sensazioni con una naturalezza ammirevole, perchè la cura è sul COSA far vedere più che sul come Ho visto certe volte delle foto Polaroid da paura per contenuti estetici ed emotivi, anche se avevano enormi errori di esposizioni tecniche, ed era proprio il loro punto di forza. Mentre ci sono immagini che hanno tutte le accortezze in fatto di tecnica ma che non ti dicono nulla e più le guardi e più ti annoiano. Non superano cioè la prova del tempo che è FONDAMENTALE per chi usa la fotografia x comunicare  |
Che ci siano foto corrette sotto gli aspetti tecnici che raccontano poco e foto poco curate nella forma ma molto coinvolgenti è un dato di fatto. Tuttavia spesso si parte da questa evidenza per sostenere (non dico che sia la tesi di gianniquaresima) l'esistenza di una relazione causa-effetto tra i due aspetti, per cui uno scatto rigoroso dal punto di vista formale si indebolirebbe dal punto di vista del contenuto emozionale e viceversa. Tale tesi, per me totalmente forviante, trova terreno fertile fino a che "tecnica" e "contenuto" vengano visti come fattori contrapposti. In realtà sono convinto che tale contrapposizione, o dualismo, sia puramente illusoria. Infatti le scelte tecniche modificano la maniera con cui un soggetto viene rappresentato, quindi diventano parte integrante del contenuto, cioè del messaggio finale della foto. Ha poco senso in fotografia, come del resto nelle forme di comunicazione umana in generale, separare il "cosa" dal "come". Pensiamo ad esempio, nel linguaggio parlato, a quanti significati diversi possa assumere una stessa frase a seconda dell'intonazione con cui è pronunciata.
In fotografia ci possono essere soggetti che per essere rappresentati al meglio necessitano un perfezionismo formale ed altri per i quali tale perfezionismo non è necessario, o addirittura non raccomandabile, in quanto una forma più "sporca" può essere più funzionale alla rappresentazione efficace del contenuto. Parlerei quindi di scelte tecniche più o meno funzionali al messaggio che si vuole trasmettere piuttosto che affermare che una foto funzioni proprio in virtù di errori nell'esposizione o altre debolezze tecniche.
Per uscire dalla solita diatriba tecnica-contenuto, basterebbe non limitare il concetto di tecnica fotografica alla tecnica in senso stretto (ossia la conoscenza del funzionamento degli strumenti che si utilizzano e dei meccanismi percettivi alla base delle regole della composizione), ma includere altri aspetti, quali il bagaglio culturale e la sensibilità del fotografo, senza i quali questi non potrebbe sviluppare, in fase di scelta del soggetto e del successivo scatto, la consapevolezza di "come" sia meglio fotografare quel dato soggetto.
In ultima analisi, la "tecnica" intesa nel suo senso più ampio sarebbe la capacità del fotografo di tradurre in una certa forma quello che vuole rappresentare; quindi non più un "optional" o qualcosa in certi casi addirittura limitante, ma, al contrario, uno strumento imprescindibile. |
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giochi in cortile,Pilar del rio cuba 2002 di alvarosan commento di S R |
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gianniquaresima ha scritto: | Ci sono fotografie che possiedono una certa anima proprio perchè lasciano in secondo piano certi "perfezionismi" tecnici, e sanno raccontare e trasmettere delle sensazioni con una naturalezza ammirevole, perchè la cura è sul COSA far vedere più che sul come Ho visto certe volte delle foto Polaroid da paura per contenuti estetici ed emotivi, anche se avevano enormi errori di esposizioni tecniche, ed era proprio il loro punto di forza. Mentre ci sono immagini che hanno tutte le accortezze in fatto di tecnica ma che non ti dicono nulla e più le guardi e più ti annoiano. Non superano cioè la prova del tempo che è FONDAMENTALE per chi usa la fotografia x comunicare  | Perfettamente d'accordo con te... ma non pensi che se ci sono entrambe le cose, quando possibile, sia ancora meglio? Oppure sei dell'opinione che la tecnica "non deve esserci" a prescindere? Perchè è questo quello che mi sembra di leggere tra le righe del tuo discorso... o sbaglio? |
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giochi in cortile,Pilar del rio cuba 2002 di alvarosan commento di gianniquaresima |
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Silvano Romanelli ha scritto: | Hanno tutti ragione... tira su un pelino i bianchi e aumenta leggermente il bianco (ma proprio un pelino è, se esageri rovini tutto)... vabbè, mi sa che faccio prima se ti faccio vedere quello che intendo...
Ma è una scansione?
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Ci sono fotografie che possiedono una certa anima proprio perchè lasciano in secondo piano certi "perfezionismi" tecnici, e sanno raccontare e trasmettere delle sensazioni con una naturalezza ammirevole, perchè la cura è sul COSA far vedere più che sul come Ho visto certe volte delle foto Polaroid da paura per contenuti estetici ed emotivi, anche se avevano enormi errori di esposizioni tecniche, ed era proprio il loro punto di forza. Mentre ci sono immagini che hanno tutte le accortezze in fatto di tecnica ma che non ti dicono nulla e più le guardi e più ti annoiano. Non superano cioè la prova del tempo che è FONDAMENTALE per chi usa la fotografia x comunicare  |
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