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Guarda oltre..... di micheleshot commento di enzo penna |
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L'dea non è male....sotto questo punto di vista il tuo occhio si è fermato su una scena interessante.....è il taglio purtroppo la penalizza, non c'è armonia tra gli elementi compositivi. |
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Mexico City 8224090 di alxcoghe commento di enzo penna |
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alxcoghe ha scritto: | Grazie Cejes per il tuo passaggio... in realtà avrei voluto avere una persona nell'angolo a destra, un uomoche andava via, sarebbe stato l'ideale. Ma mi accontento così... |
l'dea nn è male però sembra incompleta...sono daccordo con te sulla mancanza di una figura.....senza dubbio rafforzerebbe l'immagine......è un'dea che puoi sviluppare sicuramente qualcosa di buono farai...in bocca al lupo... |
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preghiere di enzo penna commento di enzo penna |
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surgeon ha scritto: | Un altro ottimo lavoro del nostro Enzo Penna
Incominciamo il commento della fotografia con la lettura delle informazioni materiali: si identificano concettualmente sei figure umane, cinque donne ed un uomo. Abbiamo la presenza di un muro grezzo, dove sono impresse le spatolate del cemento e sullo sfondo la porta d’entrata di una unità abitativa. L’autore scatta da vicino, ad altezza occhi, frontalmente ai personaggi, che appaiono ripresi in modalità "mezzo busto": quattro donne superiori dietro il muro di cemento spatolato, e l’uomo inferiore, ripreso con un "primo piano", creato dal taglio fotografico. Sull’estremità sinistra dell’inquadratura appare un emivolto di donna, che si trova su di una linea posteriore ai quattro mezzi busti di donne. Tutte e quattro le mezze figure vengono riprese con il gesto comune delle braccia appoggiate con i gomiti al piano del muro e delle mani raccolte. Tre delle donne vengono riprese di tre quarti, mentre guardano verso il lato sinistro dell’inquadratura verso qualcosa di non visibile. La donna con il vestito a righe e l’uomo del piano inferiore guardano in camera ed attivano un fuori campo speciale che interroga lo spettatore. Ed è proprio da questa traccia evidente dell’enunciazione fotografica che parte la lettura dell’istantanea. Un’interrogazione pressante che chiama in causa l’autore e sembra domandargli un perché. I due individui riescono a magnetizzare l’attenzione dello spectator che li studia e cerca di estrapolarne i caratteri fisiognomici, le singole identità. Così come vengono passati in rassegna anche i volti delle altre figure, alla medesima ricerca di tratti specifici, fisiognomici, ancora di identità singole. Ma è proprio in questo lavorio psicologico continuo che affievolisce progressivamente l’idea delle singole identità a favore della nascita di una nuova e più pregnante “identità collettiva”. Si respira una sorta di dialettica fra i singoli volti ed un soggetto fotografico che appare invece “collettivo”. Le pose ritmiche e le attitudini corporee cercate dal nostro Penna, la comunione di gesti, amalgamate alle connotazioni di un titolo aperto, regalano i segni di questa “identità di gruppo”. Utile in questo senso, viene la definizione che gli psicologi sociali danno dei “gruppi”, coniata da Karl Polanyi, che distingue due tipi di aggregazione: il “gruppo” vero e la “comunità”. Un gruppo si costituisce quando gli individui che si congregano hanno interessi uguali, ma valori etici diversi. Una comunità si costituisce quando gli individui che si congregano hanno valori etici uguali, ma interessi differenti. Quelle mani unite in preghiera sono il segno di una comunità unita e tutto questo “soggetto collettivo” appare come un unum intorno a quel muro spatolato, all'interno di questo spazio intimo davanti alla porta di casa, esprimendo un valore per sé e per tutta la collettività cui fa parte, un valore religioso e sociale dal quale tutti gli appartenenti sembrano essere investiti. Ed è proprio quel doppio debrayage enunciazionale che domanda allo spettatore se vuole far parte di questa comunità, se vuol condividere gli stessi valori, le stesse tradizioni, di invocare le stesse “preghiere”. Il nostro Penna, sensibile all’alterità del momento, si presenta con atteggiamento umile, per porsi in ascolto. Ancora una volta il fotogramma dell’autore rivela un desiderio profondo di entrare in contatto con altre identità, consapevole che attraverso questo profonda curiosità , oltre a sviluppare maggiore coscienza della sua identità, diventerà più ricco, delle alterità riconosciute. Davvero un buon lavoro. L’unica nota tecnica è il taglio a sinistra, con la presenza di quell’emivolto di donna che lascia un senso di incompiuto.
Bravo Enzo |
ti ringrazio......molto |
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.. di enzo penna commento di enzo penna |
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TestaPazza ha scritto: | mi piace, assomiglia, con le dovute virgolette, ad uno scatto di Scianna della festa dei patroni di Tracastagni (CT)...Pare che sia la foto preferita da HCB fra quelle scattate da Scianna stesso.
Fatti i complimenti veniamo a qualche possibile miglioramento...almeno secondo me. Uno sostanzialmente, e cioè una focale un po' più larga, per dare una giusta "aria" al soggetto e catturare più "sfondo" |
........certo se era + larga avrebbe raccontato di + ma in quel parapiglia nn ho potuto/saputo fare di più.....accostarmi a Scianna è un grande complimento che sicuramente non merito...grazie |
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