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Per un soffio...
SAMPO di lolle

La visione di questa immagine istintivamente ci restituisce, senza compromessi, una tangibile sensazione di maestosità ma al contempo di pacatezza, frutto della felice intuizione che ha indotto l'autore a porsi frontalmente al soggetto enfatizzandone la centralità, naturale preambolo allo scenario, caratterizzato da tonalità pastello e luci morbide, che per quanto appena accennate rappresentano un ulteriore richiamo al tenore del soggetto della ripresa oltre che rappresentare degli ideali percorsi di lettura.
Pertanto l'autore dà prova di una spiccata capacità di manipolare a suo favore il gioco dei toni cromatici e dei volumi, attraverso la scelta del un punto di ripresa e della focale che, rapportati all'efficace luce laterale, restituiscono al meglio oltre che la tridimensionalità anche l'imponenza del soggetto.
Ma al di là della mera lettura tecnica della scena è necessario soffermarsi sulla gradevolezza dell'insieme dal punto di vista emozionale, nella misura in cui, qualora ce ne fosse bisogno, il giusto equilibrio tra forma e contenuto, consente sempre di trasfigurare la realtà rendendola evocativa di contesti ed emozioni.
(Webmin)


... di Giemme

Una bellissima realizzazione che si può facilmente sintetizzare in una parola sola: dinamismo.
Ogni diagonale sembra poggiare sulla cornice con una precisione maniacale, come se ognuna sapesse esattamente dove finire.
Bello anche l'equilibrio dato dal filo della colonna esattamente nell'angolo in basso a destra, in netta contrapposizione con il concio in alto a sinistra che lascia integro l'angolo.
Indovinata la posizione di quel tirante con la sua ombra, che sembra voler tenere ben saldo tutto quell'angolo. Senza, quel lato dell'immagine sarebbe libero di muoversi.
Un'immagine forte e decisa, chiusa da una patina granulosa che sporca il fotogramma, impreziosendolo.
(Eruyomë)


... di andreaboni

Trovo in questa foto l'approccio compositivo un vero cult. Ccome direbbe Bresson in questo caso? ''Istanti fuggevoli in cui i rapporti sono in movimento''
Mi piace, perché concepisci l'inquadratura come un mondo visivo, un organismo vivente e in movimento, la composizione è una coalizione simultanea, un coordinamento di elementi visivi tutti funzionali all'interno della scena. Non si tratta qui di esprimere fatti visivi scegliendo le forme più appropriate in base a regole espressive frutto di una retorica degli effetti (e di conseguenza artificiali) ma bensì di vedere insieme forme e significati della stessa sostanza. Mi ricorda personalmente, una scena ballata del film di Alan Parker, the Wall: non so se lo conosci, è la storia di un ragazzo, Pink, con una mamma troppo presente e stressante (che l'ha fatto diventare "mammone" - riferimento alla canzone mother), alla mancanza del padre morto in guerra (e quindi odio per la guerra e paura per tutto ciò che c'entra con essa - riferimento a Goodbye blue sky), al problema della scuola "enorme tritacarne umano" (another brick in the wall 2), Questi macro problemi, mamma/padre morto/scuola, portano Pink ad alienarsi dal mondo e ritrovarsi dietro un muro, The wall. Il film, come l'album, finisce con un processo, durante il quale mamma, ragazza e insegnante di scuola compaiono davanti a Pink e il giudice ordina di abbattere il muro, una liberazione per Pink ma anche un problema visto che il muro gli offriva comunque protezione. Ecco, io vedo quella persona seduta per terra come Pink durante il processo: solo contro tutti.
(Ueda)
Oggetto: Per un soffio...
Autore: ZioMauri29 - Inviato: Sab 04 Apr, 2009 10:08 pm
pesca Reportage di andy-capp

La perfezione formale non è una condizione imprescindibile per un bel reportage: ciò che conta è restituire a chi guarda la narrazione di un evento, di un'azione, di un'avventura a cui il fotografo ha partecipato in presa diretta. In questo lavoro le imperfezioni danno come valore aggiunto la rara percezione dell'aria gonfia di salsedine e sembra quasi di sentire l'odore del mare e persino il beccheggio dell'imbarcazione; imperfezioni non significa mancanza di coerenza, qui raggiunta grazie all'uniformità del b/n e al montaggio lineare dei momenti e degli attrezzi tipici. Nulla manca all'esperienza della pesca, in una riuscita variazione dei punti di vista. E soprattutto non manca l'uomo, il vero attore di un reportage come si deve.
(malinamelina)


il viaggio di Topo Ridens

Un bell'approdo, ad un'isola che c'è, di cui ci regali i lineamenti sfumati nella foschia, con il gioioso annuncio di quei voli che preannunciano la riva che si avvicina.
Ad occupare però, con leggerezza, la parte più importante del fotogramma, piccola e appena delineata, la vela gonfiata dal vento della barca in navigazione, che tanto efficacemente allude all'uomo e alla sua presenza in questo scenario naturale. Tanta luce, però resa morbidissima da viraggio e incanalata secondo i tuoi più classici canoni espressivi, che spesso sfiorano il romanticismo più tradizionale, ma fanno della compostezza formale un grumo emotivo che tutto raccoglie e condensa in termini di intimità e discrezione espressiva.
(Clara Ravaglia)


Prime foto 2009 di pigi47

Bella immagine. L'elemento qualificante di questo scatto è la luce che avvolge dolcemente tutto il fiore e sembra quasi provenire dall'interno della corolla. Molto gradevole la resa cromatica dei petali e dello stimma che, con il suo arancio, fa capolino aggiungendo una nota di colore ben visibile. Bene ha fatto l'autore a riprendere il fiore dal basso mostrandolo nel suo habitat con tutte le foglie che geometricamente arricchiscono la composizione. Pur avendo posto il soggetto al centro l'effetto risulta dinamico ed armonioso per gli elementi che riempiono la scena. L'immagine è realizzata con la sua consueta perizia. Fanno degnamente compendio anche gli allegati.
(lilian)
Oggetto: Per un soffio...
Autore: ZioMauri29 - Inviato: Sab 04 Apr, 2009 10:10 pm
R.A.S.D. 33 anni di esilio di zioberto

C'è qualche sbavatura tecnica? Sì. La pressione dell'ambiente circostante, la sua forza, gravitano su queste immagini dalle composizioni dinamiche, dai tagli spesso sghembi, dalla non perfetta messa a fuoco in ogni circostanza. Ma la scelta dei punti di vista da cui riprendere, l'uso opportuno del grandangolo, la varietà dei momenti e dei soggetti fissati costruiscono una narrazione mai descrittiva e fredda, che è la sintesi di un pensiero e di un sentimento vivi, assai più che la documentazione di un ambiente. Il fotografo mette le sue capacità in gioco, non allo scopo di costruire la bella immagine, ma allo scopo di far parlare la realtà drammatica, e pulsante di vita, che si srotolava intorno alla sua persona: nessun vezzo, nessun esperimento, nessun giochino, nessun autocompiacimento, piuttosto un servizio a quella specifica umanità, insieme povera e fiera. Sono molti scatti, ma non ce n'è uno da levare.
(malinamelina)


Un Miracolo Di Piazza di claudiobiondi

Davvero molto interessante e particolare questa tecnica di ripresa e di fusione dei vari scatti alla famosissima Piazza dei Miracoli. Si intuiscono alcune sbavature date da qualche alone un po' intenso intorno alla torre, ma nulla che non si possa sistemare in pochi minuti con un qualunque programma di grafica, attraverso calibrazioni attente e precise. Immagine che è realizzata con una certa perizia e una certa tecnica, partendo da una visione di un panorama equirettangolare, per arrivare alla rappresentazione piana di una fotografia panoramica sferica (ripresa a 360° sia sull'asse orizzontale che quello verticale).
Poggiare tutta la realtà su di una sfera, per trasformarla in una piccola 'Terra' in miniatura mi pare davvero un'ottima, validissima, incredibile modalità per sbanalizzare una scena e una piazza altrimenti sì famosissima, ma ripresa oramai in tutte le salse e le variazioni possibili.
I complimenti e le note di merito per questa immagine sono, senza dubbio, più che meritati.
(ZioMauri29)


Wednesdays Training di mene

Una foto che mostra un utilizzo sapiente della luce, naturale ed artificiale, mescolate ed a supporto l'una dell'altra.
I flash aiutano a dare tridimensionalità allo scatto, saturando i colori e dando loro vita, mostrando meglio anche lo sgardo intenso del rider. Il mosso della ruota e gli schizzi di fango dietro alla moto lasciano alla foto quel dinamismo che solitamente viene sottratto quando si fotografa con i lampeggiatori e tempi rapidi.
Il sole crea quelle differenze di illuminazione del terreno che creano una serie di piani e danno profondità portando, fra luce ed ombra, allo sfondo il quale purtroppo presenta alcuni elementi che vanno ad intaccare, seppur lievemente, la precisione della realizzazione.
(Bark)
Oggetto: Per un soffio...
Autore: ZioMauri29 - Inviato: Sab 04 Apr, 2009 10:11 pm
manifesto movimento di le_pupille

Se "l'occhio fotografico" spesso differisce dallo sguardo comune del genere umano, in questo precipuo scatto mi pare di poter asserire che per una volta i due "sguardi" coincidono nella lettura di una immagine percepita più dalla mente quasi subconscia che non da una visione attenta e analitica.
Sì, perché il modo di vedere che l'immagine ci propone è quello frettoloso e distaccato che si ha quando magari stiamo viaggiando a bordo di un mezzo come un treno o un tram e ci sfrecciano davanti agli occhi molte immagini, che non facciamo quasi in tempo a focalizzare completamente nel susseguirsi continuo dato dalla nostra contingente condizione di movimento.
Ecco che allora, scattare una fotografia significa ritagliare un rettangolo, un campo visivo che aderisce perfettamente alla visione provvisoria e fugace percepita dall'occhio di chi può non essere un fotografo.
Oltre alla valenza sopra descritta e alla sua particolarità l'immagine resta apprezzabile anche per il senso del movimento dinamico scandito dalle sfrecciate di luce nella parte più alta e più bassa del fotogramma e per i suoi colori brillanti ma contrapposti che passano dal freddo grado tonale del blu a quello invece caldo dell'arancione. La parte centrale con il dettaglio del manifesto citato anche nel titolo rappresenta appunto il soggetto principale su cui inavvertitamente l'occhio fa ricadere l'attenzione in quanto riferito ad un archetipo visivo facilmente individuabile nel corso del nostro tragitto a bordo di un mezzo di trasporto.
Tutte queste argomentazioni rendono pertanto l'immagine meritevole di attenzione.
(onaizit8)


... di StephanieSays

Eccola di nuovo, la famosa gattina bianca!
Un bel ritratto, che la avvolge come una carezza in un attimo peculiare, di gioco e di confidenza con il suo interlocutore.
C'è la nitidezza perfetta che si chiede ad un ritratto senza andare a scapito della giusta morbidezza, c'è senso di spontaneità, pur apprezzandosi una bella ricerca di accostamenti di toni, c'è una composizione ben curata che lascia gli spazi giusti attorno alla protagonista, e il plus del gioco cromatico dello sguardo, regalo sì della natura, ma anche fruttato a pieno dalla autrice per accostare colori di iridi e tessuti e acquisire il massimo del fascino.
(Clara Ravaglia)


Mystic Lighting di BLueBeat

Realizzare un progetto grafico accattivante non è quasi mai un lavoro veloce e sbrigativo, a volte richiede molto tempo e tanto gusto, insieme alla pazienza di saper dosare ogni singola regolazione, o anche il semplice utilizzo di un plug-in, che per quanto già preconfezionato o semplificato nella sua gestione, deve essere gestito con parsimonia e oculatezza, insieme alle gestioni di tutte le varie regolazioni più classiche. In questo caso, è molto particolare e molto bello questo effetto grafico sull'architettura inquadrata: ne ha valorizzato al massimo i volumi e la resa spaziale e volumetrica stessa, di tutta la composizione. Bellissimo il fascio di luce che cade dalla sinistra, e come una lama attraversa con forza parte del fotogramma.
Quelle linee bianche quasi a contornare ogni cosa sembrano gesti decisi e sicuri di un pittore che ha usato con perizia e tecnica la sua mano.
Ottima anche la ripresa e l'angolo scelto per applicare questa tecnica grafica. Unico difettuccio, forse, quell'alone un po' grigio, in basso a destra, dove la luce cade sul bancone, inevitabile per la direzione del fascio luminoso, ma un po' troppo scuro.
Ma per il resto, un plauso per il lavoro e per il tempo dedicato, davvero particolare e ben fatta.
(ZioMauri29)
Oggetto: Per un soffio...
Autore: ZioMauri29 - Inviato: Sab 04 Apr, 2009 10:13 pm
In this river#2 di Mesco

Questa volta non è l'azzuro solcato dai veli rosati a firmare i tuoi memorabili paesaggi, ma un primo piano imponente, di sferzante bellezza.
Una luce decisa e corposa lo elegge a soggetto,complice la natura stessa di questa vegetazione chinata, dolente, che riesce a dare dinamicità e vigore.
Impercettibile ma presente a metà fotogramma il corso d'acqua che disegna il sinuoso movimento verso il fondo sottolineato anche dal susseguirsi dei rilievi che lo contengono.
La luce poi si smorza per svanire su di un cielo che, divergente dal corso d'acqua, riesce a far avvertire con forza la profondità e tridimensionalità di questo scatto.
I tempi corretti segnano in cielo e terra il movimento con enfasi.
Una menzione a parte per l'importanza che l'intervento in pw ha su questi lavori; lo si avverte, ma elegante e mai forzato, perfetto nella tecnica e armonioso con quanto ritratto e sottolineato.
Verrebbe da dire di maniera, ma nella forma più alta e bella per questo tipo di paesaggio.
(baistro64)


Un Moderno Michelangelo di collega78

E' difficile non vedere la bruciatura fortissima, ma nonostante questo lo scatto è davvero buono e in questo tipo di immagine la post produzione è azzeccata e funzionale. Sembra di immergersi nella vita lavorativa di quest'uomo, circondato da milioni di corpuscoli vivi che riempiono l'aria e donano una specie di patina atemporale amplificata dal viraggio. Crearsi uno stile è importante e sinonimo di personalità.
(AlexKC)


Thinking di blueanto

Senza dubbio, vince in composizione, in nitidezza, in misura del bianco, ma soprattutto è felicissimo il mix di giovinezza e malinconia che la rende bella.
Quella nota soft che soprattutto la resa dello sguardo induce, le palpebre un po' molli, sotto quello che pare il peso di un pensiero trattenuto.
Ottimo l'incarnato che non cede al monocolore, che conserva una lievissima nota sanguigna, vita che scorre e trova un controcanto in un leggero baluginare di colore fra le iridi.
Un ritratto chiarissimo, ma che delle tue note tonali, quelle che fanno il tuo approccio alla fotografia in genere, trattiene il carattere.
(Clara Ravaglia)
Oggetto: Per un soffio...
Autore: ZioMauri29 - Inviato: Sab 04 Apr, 2009 10:14 pm
la lupa di borsch

Il volto, magnetico. Un'espressione che cattura immediatamente lo sguardo, lasciandolo però libero, dopo un attimo, di esplorare gli altri elementi di una posa che definire riuscita è riduttivo: la mano appoggiata al muro sbrecciato le cui pietre, assieme alla vegetazione, ci parlano di un ambiente rurale. Il braccio pallido che trova il naturale proseguimento della sua posa in quello scialle drappeggiato, bianco, quasi virginale, che è il perfetto contraltare della protagonista e che crea una tensione dinamica quasi palpabile.
La modella è fisicamente molto diversa dalla Lupa di Giovanni Verga, dichiarata fonte di ispirazione dell'autore, ma la magia della fotografia riesce a renderne perfettamente le caratteristiche: pallida, affamata, inquieta, mai sazia.
Ci sembra di vederla, la lupa, mentre seduce uno degli uomini che perdono la testa - e l'anima - per lei. Ci sembra di vedere le donne immuni al suo fascino fremere di rabbia di fronte ad un uso così sfacciato della seduzione, elevata - questo è il grande, vero smacco - ad unico punto focale di un'esistenza.
Potremmo parlare della parte fotografica, sottolineare come (una volta tanto) il tentativo di spostare la collocazione temporale dello scatto in un'altra epoca sia quasi perfettamente riuscito, in primis per le caratteristiche fisiche della ragazza ritratta, che non è inequivocabilmente figlia del nostro tempo. E riuscito del tutto lo sarebbe, forse, anche solo con un accessorio (le calze) leggermente diverso.
Potremmo, ancora, notare la luce morbida abilmente creata e catturata: atemporale, lattiginosa, ottimamente pennellata sul viso della modella.
Oppure potremmo riflettere, a riprova del buon lavoro del fotografo, sul fatto che alla trasparenza del vestito, solitamente punto focale degli scatti di questo genere, potremmo rinunciare senza perdere un grammo della carica sensuale dello scatto e della protagonista, al punto che l'immagine affonda pesantemente nella matrice ritrattistica, anzichè rimanere semplice raffigurazione di una scena costruita.
Potremmo, certo. Ma meglio, a mio avviso, farsi semplicemente rapire da questa scena, accettandondo un invito che non ha nulla di volgare, eppure è assolutamente esplicito, quasi sfacciato: non dovrebbe sorprenderci, osservando questa immagine, di sentire pronunciare le parole che il Verga attribuisce alla sua Lupa: "Te voglio! Te che sei bello come il sole, e dolce come il miele. Voglio te!".
Per noi, ormai, è tardi: da osservatori siamo diventati osservati, e da cacciatori, prede.
(Belgarath)

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