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photo4u.it - Articoli
Quattro chiacchiere con Paolo Cardone
Paolo Cardone
A cura di Fabio Ferramola e notchosen

Due righe per spiegare il perché la nostra scelta è caduta su Paolo: prima di tutto perché, come penso tutti abbiate potuto notare, ha sempre proposto immagini di altissimo livello che spaziano tra generi molto diversi fra loro; se andrete a visitare la sua galleria potrete infatti perdervi fra paesaggi, ritratti e scatti 'di strada' che rappresentano al meglio ogni genere.
Secondo: la sua grande esperienza fotografica. Come si addice a un buon professionista, la sua tecnica fotografica è molto affinata e collaudata da anni di esperienza sul campo, sia con l'analogico che col digitale, cosa che ha permesso anche un interessante confronto tra i due metodi di lavoro.
Terzo: la grande disponibilità e gentilezza che ha sempre dimostrato. Paolo non ha mai lesinato spiegazioni sui suoi scatti, risultando così di estremo aiuto soprattutto ai meno esperti, ed ha sempre accettato di buon grado critiche e suggerimenti: insomma un utente modello!
Buona lettura!

Paolo, una breve presentazione per chi non ti conosce.

Classe '63, un passato da musicista ed insegnante di musica, nel 1992 ho lasciato il posto statale per avventurami professionalmente nella fotografia, passione che coltivo da sempre.

Ecco, già spulciando la tua biografia avevamo letto che sei diplomato al conservatorio ed hai insegnato musica. L'incontro con la fotografia quando è avvenuto? E quando essa è divenuta la tua professione?
"L'illuminazione" l'ho avuta quando ho preso tra le mani la fotocamera di mio padre, uno dei pochi ricordi che ho di lui vista la sua morte prematura. Era una vecchia Brownie in bachelite con la quale ho fatto i miei primi scatti, foto che ancora conservo. Ero un bambino, ancora non frequentavo le elementari. Poi nel 1972 ho avuto la mia prima fotocamera e mi si e' aperto un mondo nuovo a me sconosciuto.
Nel 1988 ho aperto il mio primo studio fotografico in societa' con un amico e dopo 4 anni ho deciso di lasciare l'insegnamento e la musica.

La scelta di trasferirti a New York è legata al tuo lavoro?
Un mio vecchio sogno che ho potuto realizzare quando mio figlio è diventato piu' autonomo, sono divorziato da sempre e lui ha vissuto quasi sempre con me, infatti mi chiama Mammo!

Parliamo della tua galleria: è praticamente tutta in bianco e nero. Lo preferisci al colore? Come mai?
Ho iniziato come credo tanti con le diapositive, colori saturi ecc., il mio referente era allora Franco Fontana. Ho poi capito che potevo fare tranquillamente a meno del colore, un elemento aggiunto.
Preferisco che siano i segni a parlare.

Bianconero digitale: come lo giudichi in confronto al chimico?
All'inizio non bene, avevo perso l'emozione dello scatto e della camera oscura. Ora tratto il digitale come la pellicola, uno scatto, due al massimo e la visione del risultato solamente la sera quando scarico le foto sul computer. Devo dire che alla fine il digitale, così come lo tratto io, non lo trovo diverso dallo scatto su pellicola.

Hai scattato molte fotografie che si potrebbero definire "ritratti rubati", nel senso di colti al volo: come ti comporti in questi casi? C'è un dialogo, prima o dopo la foto, con la persona fotografata?
Nella foto di strada generalmente non parlo, cerco di non interferire con il soggetto. Chiaramente ci sono situazioni dove invece è importante stabilire un rapporto prima della foto, parlo delle persone che vedo particolari. Non fotografo barboni o persone indigenti, non è questo il mio lavoro e non voglio fare una 'bella' foto con persone che magari soffrono.
Mi è capitato di dover chiedere quando la situazione davanti era per me assolutamente da fotografare, ma ho rispettato magari il loro diniego.

Molti scatti richiamano la fotografia di grandi autori: ti senti influenzato dal lavoro di qualche fotografo? Quali sono i tuoi libri/autori preferiti?
Come ho detto prima, Fontana, poi Gardin ed infine Koudelka e Giacomelli. Ora francamente non riesco più a sfogliare giornali o libri di immagini, sono lavori di altri, non miei.

Vorremmo che scegliessi tre delle tue fotografie che reputi particolarmente interessanti o riuscite e ce le raccontassi.
Ho difficoltà a sceglierle, la foto che faccio oggi magari mi piace ma domani già la vedo diversa e dopodomani inizio a cercarne di meglio...
Vivo per la foto che verrà, ben consapevole che non raggiungerò mai quella finale, ma che per me è motivo di andare avanti.
Giusto per raccontare un aneddoto, anni fa andai a Milano alla redazione di Zoom dove portai una serie fatta in Sud America, loro si fotocopiarono una ventina di scatti e mi dissero che mi avrebbero fatto sapere.
La risposta l'ho avuta dopo circa sei mesi, mi richiedevano otto di quelle immagini che avrebbero utilizzate sulla loro rivista. Risposi dicendo che le foto non le avrei mandate, le vedevo vecchie, non mi piacevano più. Ero passato nel frattempo dal formato rettangolare a quello quadrato.
Ho ancora conservato la loro risposta, rispettavano la mia "originale" decisione.

E comunque, questa (vedi sopra) è una delle poche che ancora mi emoziona, dove riesco a percepire il dolore della gente.

A queste due foto (vedi sotto) sono legato perché le ho utilizzate in due anni consecutivi per una raccolta fondi a favore di 85 bambini di case famiglia o comunque indigenti. Soldi per giocattoli, vestiti e libri donati in occasione della Befana.
Alla seconda, quella fatta a Montecassino, sono particolarmente affezionato. Mi trovavo lì ed avevo appena sentito alla radio che gli americani avevano iniziato i bombardamenti in Iraq.
Trovarmi lì, posto martoriato dalle bombe e vedere una colomba...



Per concludere, un suggerimento ai tanti utenti di photo4u che, come hai fatto tu, vorrebbero trasformare la loro passione in una professione.
Forse non fa piacere leggere quanto sto scrivendo, ma quando la fotografia era 'solamente' un hobby mi dava più soddisfazione. Quando ho iniziato a fare il fotografo di professione ho avuto molto meno tempo per le 'mie' fotografie, dovevo camparci e quindi fare foto su commissione. La cosa mi ha rattristato tanto.
Devo però dire che ora qui a NY, dove ho già fatto qualche esposizione, c'è gente disposta a comprare immagini per appenderle a parete. A parte che questa è una bella soddisfazione, mi lascia del tempo per fare di nuovo le mie fotografie e sperare appunto di poterle vendere.
Il consiglio che mi sento di dare è innanzitutto umiltà, mai sentirsi arrivati e curiosità, curiosità della vita e del bel mondo in cui ci ritroviamo a vivere.
Poi le cose vengono da sé.

Vorremmo ringraziare Paolo per il tempo concessoci, e inoltre segnalarvi che a partire da fine marzo se per caso vi trovate a New York per motivi personali o di lavoro non potrete assolutamente perdervi le due mostre che Paolo ha in cantiere per quel periodo. Vi terremo informati!

Per chi volesse saperne di più, eccovi il link alla galleria di Paolo Cardone su p4u, ed ecco il link al suo sito personale.
Oggetto: Re: Quattro chiacchiere con Paolo Cardone
Autore: Paolo Cardone - Inviato: Ven 13 Mar, 2009 2:50 pm
Redazione4U ha scritto:


Grazie a voi per lo spazio concessomi e a chi perdera' del tempo a leggere!
Smile
Oggetto: Re: Quattro chiacchiere con Paolo Cardone
Autore: zanve - Inviato: Mar 17 Mar, 2009 2:21 pm
Paolo è davvero un grande, uno dei pochi che veramente ammiro qui su 4U, senza mancare di rispetto a nessuno, leggevo che ha rifiutato delle foto a ZOOM ...fantastico io pagherei oro per vedere un mio scatto su quella rivista (non sono ironico la sua è una scelta di grande carattere e coraggio, tanto di cappello).
Complimenti vivissimi oltre che per la bravura anche per l'umiltà e la disponibilità Ave
Oggetto: Re: Quattro chiacchiere con Paolo Cardone
Autore: Zefram - Inviato: Ven 22 Mgg, 2009 1:08 am
Un plauso per Paolo anche da parte mia.
Ho letto l'articolo con grande interesse e non posso che lasciare un segno della mia stima.

Prima o poi ci si incontrerà.

Zef.

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