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Il nostro "discorso" con la fotografia
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Autore Messaggio
claudiom
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MessaggioInviato: Lun 28 Ago, 2006 10:53 am    Oggetto: Il nostro "discorso" con la fotografia Rispondi con citazione

Qualcuno nella fotografia trova un momento ludico, altri il trattenere e raccontare ricordi ed emozioni, altri un lavoro, altri ancora un modo di fissare la propria idea del mondo e del proprio rapporto con esso.

Possiamo avere qualunque approccio a questa disciplina, ma alla lunga, piaccia o non piaccia, la nostra idea di come sia lo stare al mondo uscirà fuori dai nostri scatti, anche se ci limiteremo ad una vita di cartoline turistiche e di tramonti: il "discorso" con la fotografia lo faremo comunque, anche se tutto questo ci sembra solo un vuoto intellettualismo.

In questo forum ci sono state diverse sollecitazioni a raccontare del proprio "discorso" fotografico, questo il mio:

Quel che faccio con le pochissime foto che mi soddisfano (in parte) è raccontare dell'indifferenza e alterità della natura (nel mio caso la montagna) nei nostri confronti e della nostra scellerata presunzione e ignoranza nei suoi confronti.
Ci riesco poco e male.
Smile Ciao, Claudio.
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AleZan
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MessaggioInviato: Lun 28 Ago, 2006 12:12 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Buona idea iniziare questo argomento.

Io in genere fotografo "porzioni di mondo reale" che incontro sulla mia strada. Mi imbatto per caso nel mio soggetto, è rarissimo che studi delle immagini "a tavolino".
Questo incontro è di solito una specie di intuizione improvvisa. Vedo qualcosa e ho subito presente precisamente l'inquadratura che voglio e il risultato finale che voglio (naturalmente non è detto che ci riesca Smile ). Insomma vedo la foto. Se sono convinto di quel che vedo scatto da un solo punto di vista una sola inquadratura.
Spesso l'insieme di un bel taglio di luce e di una bella possibilità di inquadratura sono la molla che mi fa decidere. Forse per questo diversi miei soggetti sono tagli parziali, geometrie, e forse per questo ci sono poche persone nelle mie foto.
A soggetti diversi applico approcci molto diversi.

Questo atteggiamento verso la fotografia un po' "idealista" (in senso filosofico), mi sorprende perchè è in contrasto con il resto di me che invece è molto "materialista" (sempre in senso filosofico). Ma come si sa sono due parti diverse del cervello... Smile

Con la fotografia ho avuto un rapporto un po' "turbolento". Prima reflex a 10 anni, prima camera oscura a 13.
Per un periodo è stata un mezzo mestiere. Poi è stato un mestiere il video. Poi ho piantato tutto per anni...
E poi ho ripreso, perchè fotografare è in fondo per me rispondere a una specie di urgenza che sale e che alla fine non posso ignorare.

Sul periodo attuale due cose. Lo studio di Photoshop mi ha aperto un mondo di possibilità di intervento per "piegare" la realtà alle mie esigenze, e questo mi affascina. D'altra parte la possibilità di trasformare qualsiasi immagine in qualsiasi cosa (per capirci), mi crea un po' di difficoltà perchè è come se rischiassi di non vedere più il limite...
Altra cosa di questo periodo è la necessità di mettermi in progetti personali più consistenti e duraturi. Anche più ragionati. Per questo sto incominciando questo lavoro che chiamo provvisoriamente "BruttaBologna" (v. la foto del dinosauro nella mia gallery) ed è un po' una storia di odio/amore verso la mia città che vedo cambiare.

Bè direi che ho tirato fuori un bel po' di "budella" personali. Spero di non essere stato pesantissimo. Si si

ciao

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Alessandro - www.alessandrozanini.it
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cius
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MessaggioInviato: Lun 28 Ago, 2006 2:15 pm    Oggetto: Re: Il nostro "discorso" con la fotografia Rispondi con citazione

claudiom ha scritto:
...alla lunga, piaccia o non piaccia, la nostra idea di come sia lo stare al mondo uscirà fuori dai nostri scatti


è quello che mi auguro!
premetto che scatto e studio solo da un paio di anni e non ho la pretesa che quanto sopra mi si presenti da un momento all'altro...anche perchè per ora sono molto affascinato dalla teoria, e credo che ciò mi allontani un pò dal poter recepire questa specie di "illuminazione"...prima voglio capire per bene come fa la luce a disegnare "porzioni di reale"!

Dev'essere un bel traguardo seguire una proprioa linea, avere un proprio stile (spontaneo e non forzato ovviamente)...è come avere un obiettivo o un progetto costante ed innato...
Quello secondo me è un fotografo, perchè è fuori discussione che esca fuori il suo mondo..

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Morgan
"perché le pupille abituate a copiare, inventino i mondi sui quali guardare" [De Andrè]
...lavoro...famiglia...lavoro...famiglia...lavoro...CLICK!!!...famiglia...lavoro...
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Moreno B
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MessaggioInviato: Lun 28 Ago, 2006 4:12 pm    Oggetto: Re: Il nostro "discorso" con la fotografia Rispondi con citazione

claudiom ha scritto:
Qualcuno nella fotografia trova un momento ludico, altri il trattenere e raccontare ricordi ed emozioni, altri un lavoro, altri ancora un modo di fissare la propria idea del mondo e del proprio rapporto con esso.

Possiamo avere qualunque approccio a questa disciplina, ma alla lunga, piaccia o non piaccia, la nostra idea di come sia lo stare al mondo uscirà fuori dai nostri scatti, anche se ci limiteremo ad una vita di cartoline turistiche e di tramonti: il "discorso" con la fotografia lo faremo comunque, anche se tutto questo ci sembra solo un vuoto intellettualismo.

In questo forum ci sono state diverse sollecitazioni a raccontare del proprio "discorso" fotografico, questo il mio:

Quel che faccio con le pochissime foto che mi soddisfano (in parte) è raccontare dell'indifferenza e alterità della natura (nel mio caso la montagna) nei nostri confronti e della nostra scellerata presunzione e ignoranza nei suoi confronti.
Ci riesco poco e male.
Smile Ciao, Claudio.


Io appartengo alla categoria di quelli che scatta per ri-trovare certe emozioni e certi ricordi. Scatto per me stesso.
Ho cominciato a fare foto una sera alle Croci di Calenzano.
Ero lì durante una delle mie uscite solitarie, in auto ad ascoltare canzoni che mi ricordavano certe cose.
Volevo fotografare Firenze con le luci della sera (con una compattina a pellicola).
Quella foto, come la vorrei, non lo mai fatta.
Quando appenderò la macchina al chiodo, voglio chiudere il cerchio con quello scatto.
Mi farò 250 km per quella foto.
Allora sarà finita una stagione della mia vita.
Si sarà chiusa una porta e sarò uscito dal tunnel.
Imbarazzato
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Marco Scotto
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MessaggioInviato: Mar 29 Ago, 2006 10:52 am    Oggetto: Rispondi con citazione

La mia passione per la fotografia è nata per caso con una compatta digitale Canon. Alcuni scatti durante un viaggio a Londra. Poi il ritorno a Cagliari è coinciso con l'acquisto di una reflex a pellicola. Scattavo un pò a tutto quasi senza un senso logico, e con scarsissime conoscenze teoriche. Ma mi appassionava, anche se spendevo patrimoni interi in sviluppo e stampa. La svolta arriva l'anno scorso quando, iscrittomi a un corso, mi viene chiesto di lavorare su un determinato tema. Da quel momento per me è necessario avere un tema, un progetto da portare avanti. Proprio per questo motivo mi stò avvicinando alla cronaca e al reportage. Avere un filo logico da seguire e (provare) a comunicare il senso dell'evento è uno stimolo in più a essere concentrato e immerso nell'evento.
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Derby
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Località: Roma

MessaggioInviato: Mar 29 Ago, 2006 11:11 pm    Oggetto: Re: Il nostro "discorso" con la fotografia Rispondi con citazione

claudiom ha scritto:
Possiamo avere qualunque approccio a questa disciplina, ma alla lunga, piaccia o non piaccia, la nostra idea di come sia lo stare al mondo uscirà fuori dai nostri scatti, anche se ci limiteremo ad una vita di cartoline turistiche e di tramonti: il "discorso" con la fotografia lo faremo comunque, anche se tutto questo ci sembra solo un vuoto intellettualismo.


Uno spunto molto interessante, per riflettere sulla esistenza di una propria poetica.
Ebbene si, il severissimo Claudiom ritiene che ognuno di noi possegga ed espirma una personale poetica, e che questa venga sempre fuori (perfino suo malgrado) dai propri scatti... Very Happy
Un concetto estremamente positivo e incoraggiante per tutti Ok! rifletterci non può che far bene: in fondo scrivere la risposta a questa domanda è come scrivere la risposta alla domanda "cosa stai fotografando?".

Io amo il... cinema: una scena, una storia e i suoi personaggi, e così cerco di ritrarre questo anche nelle fotografie. Azioni ed emozioni. Spesso cerco di metterci del mio usando una scena reale per dargli un senso ulteriore, qualcosa che faccia sentire la mia presenza. Questo qualcosa lo posso aggiungere componendo una inquadratura, sfruttando una caratteristica di tecnica fotografica, non ha importanza in realtà come, ma cerco sempre di mettercelo. Quasi sempre è un qualcosa che vorrebbe suscitare un sorriso, una vena leggera.
Naturalmente non so quanto io riesca in questo Smile Qualche volta ci sono riuscito sicuramente, lo so perchè ho avuto tanti apprezzamenti; altre volte sono stato giustamente criticato perchè nessuno vedeva nella foto quello che volevo vederci io...
Bene, spero che le mie foto evolveranno, ma credo che questo tema di fondo non cambierà mai Wink Non ci avevo mai pensato prima...

Ciao
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AleZan
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Iscritto: 16 Giu 2006
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MessaggioInviato: Mer 30 Ago, 2006 7:32 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Caro Fabio,
ho visto il tuo sito. Molto bello il B/N e un sacco di belle inquadrature.
"Coppie" è un lavoro molto coerente e interessante.

Complimenti!

ciao

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Alessandro - www.alessandrozanini.it
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markondor
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Località: bologna

MessaggioInviato: Gio 31 Ago, 2006 12:07 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Cosa cerco di ottenere dalla fotografia?

Domanda difficile ma che è "utile" porsi.
Fondamentalmente il mio obiettivo è di ricordare. Ebbene si, adoro le bistrattate fotoricordo. Magari senza soggetti in posa Very Happy , ma che mi permettano di far venire alla luce ricordi sbiaditi... una sorta di diario personale.

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"Vivere consiste nel costruire ricordi futuri" Ernesto Sabato- Il Tunnel
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WillCoyote1976
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Messaggi: 857
Località: Torino

MessaggioInviato: Gio 31 Ago, 2006 3:26 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Beh...fotografare significa, etimologiacamente, scrivere con la luce...

Cosa tento di scrivere?

Dipende...
* Ricordi
* Schifo
* Sensazioni

Ci riesco? Mah...fore la prima un pochino...la seconda ci sto provando...la terza è il mio sogno...

_________________
Luca
KM7D + Minolta 50 F1.7 + Minolta 17-35 F2.8-4 D + Tokina ATX PRO 280 28-80 F2.8 + Sigma 70-300 F4-5.6 APO DG SuperMacroII + Sistema Cokin (Polarizzatore + IR) + Metz 50 MZ5 + Olympus C5050Z + Kiev88 + Volna 80/2.8 EX S9500
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claudiom
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Iscritto: 05 Lug 2004
Messaggi: 5459

MessaggioInviato: Gio 31 Ago, 2006 3:38 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

>in fondo scrivere la risposta a questa domanda è come scrivere la risposta alla domanda "cosa stai fotografando?".
Scrive Falvio/Derby.
Probabile che non mi sia spiegato bene: COSA si fotografa non conta nulla col "discorso", conta solo il COME.

In quale modo "piegare la realtà", Alessandro.
Come fotografare Firenze di sera, Moreno.

Ciao, Claudio.
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AleZan
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Iscritto: 16 Giu 2006
Messaggi: 11698
Località: Bologna

MessaggioInviato: Gio 31 Ago, 2006 3:47 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

claudiom ha scritto:

In quale modo "piegare la realtà", Alessandro.
Ti riferisci al mio dubbio "etico" Smile sull'abuso di Photoshop?

Anche a me piacerebbe saper di più sul tuo "come".

Bello questo "thread"...

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aragorn
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MessaggioInviato: Gio 31 Ago, 2006 11:55 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

(Scusate riscrivo qui questo post, in quanto non mi ero accorto che già vi era una discussione aperta su questo tema)


Ciao a tutti,
è la prima volta che scrivo in questo forum. Ho deciso di scrivere perchè mi pongo una domanda da parecchio tempo circa la fotografia digitale. Ho sempre fotografato con reflex nikon (FM, FM2, F801 ecc.) quindi sempre con pellicola e quando scattavo una foto cercavo di fare una foto che fosse definitiva nel senso che scattavo "una sola foto" anche quando si trattava di soggetti statici. Qualche volta in occasione di luce particolarissima facevo lo stesso scatto ma con una o due varianti sull'esposizione. Da circa due mesi ho acquistato una canon D350 con obiettivo Canon 18/85. Nulla da ridire sulla qualità della reflex...però... mi sono ritrovato a scattare una miriade di foto (ovviamente con un flashC. da 4gb..) sperimentando, ridfacendo la foto perchè magari guardandola sul display non mi piaceva..... poi mi sono ristrovato a fare delle correzioni su Photoshop Cs, bellissimo potentissimo, e perchè non provare a modificare la foto per renderla più bella ? Fantastico !

Scusate,
ma dove è finita la vera fotografia ? Quella che facevi sulla pellicola con un solo scatto, senza modificare o tagliare o cancellare con adobe falsando il tutto ? Secondo me qualcosa non va. Non è che ci siamo persi i limiti ?
Dico, siamo continuamente presi in giro dai media che ci propinano foto, filmati e servizi creati a tavolino, filmati che sembrano reali e che invece sono completamente falsi. Un fotografo è stato licenziato da una famosissima agenzia americana perchè dopo che avevano pubblicato una foto di un bombardamento in uno dei paesi arabi martoriati dalla guerra, si è scoperto che il fotografo aveva manipolato la foto con photoshop per includere un altro missile e del fumo dietro i missili. Alcuni utenti di internet si sono accorti della manipolazione e hanno scritto all'agenzia criticandola aspramente. Il fotografo ci ha rimesso il lavoro....e francamente sono contento. Quanti fotografi sono morti durante le guerre per cercare di immortalare momenti particolari come un areo che ti viene addosso sparando oppure mentre getta delle bombe.... Se questi fotografi vogliono guadagnarsi il pane, lo facciano producendo delle foto VERE e non dei fotomontaggi.

Concludo dicendo che secondo me, bisognerebbe creare qualcosa che non permetta di manipolare le foto digitali o meglio che lo permetta pure,ma che lasci una nota indelebile, affinchè si possa avere la certezza che lo scatto sia davvero autentico e non manipolato. Lo scatto è sublime quando l'istante che hai bloccato è reale, quando quell'attimo è diventato storia proprio perchè è successo davvero così come lo vediamo. Quando modifico l'immagine, quando cancello un particolare che magari in quello scatto non avrei voluto... quella non è storia è fantascienza Non ci siamo !

Questo è il mio pensiero, ovviamente condivido chi la pensa diversamente ma mi piacerebbe discuterne.

Ciao

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claudiom
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Messaggi: 5459

MessaggioInviato: Ven 01 Set, 2006 7:36 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Togliamo di mezzo il discorso di Aragorn che è del tutto fuori tema, interessante magari, ma fuori tema.

Alessandro: parlare del "discorso" che si fa è parlare del"COME" si fanno le foto.
Come si inquadra, che genere di "messaggio" vuoi far passare: la differenza tra Doisneau, HCB e Brassai nelle foto degli stessi luoghi di Parigi, visioni del mondo, dei rapporti tra le persone, della fotgrafia molto diverse.
Parli di piegare la realtà, da una foto elaborata anche pesantemente, gli ignoranti la chiamano art-work, vengono fuori idee molto diverse, sensazioni molto diverse, secondo come si opera, normale vero?.
Un tramonto può essere drammatico o allegro secondo come lo si lavora, no?
Ciao, Claudio.
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Marco Scotto
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MessaggioInviato: Ven 01 Set, 2006 9:06 am    Oggetto: Rispondi con citazione

@ Aragorn: Il discorso sul fotoritocco e la legittimità nell'usarlo è già stato affrontato in tutte le sfacettature nel forum. Se cerchi troverai delle interessantissime discussioni.
Per brevità, anche perchè se no si continua sull Off-Topic, ti posso dire che photoshop consente di fare con le foto digitali quello che qualcuno fà ancora in camera oscura con le pellicole.
Riguardo al discorso del fotografo licenziato. Sono d'accordo con te che un fotoreporter non deve MAI modificare la foto, però anche la foto del Miliziano di Capa si sospetta che sia un falso.
Comunque, qui si parla del nostro discorso fotografico, di quello cioè che vuoi esprimere con la fotografia.
Buona discussione Ok!

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AleZan
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MessaggioInviato: Ven 01 Set, 2006 11:05 am    Oggetto: Rispondi con citazione

solito post doppio... scusate.
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Ultima modifica effettuata da AleZan il Ven 01 Set, 2006 11:17 am, modificato 5 volte in totale
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AleZan
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MessaggioInviato: Ven 01 Set, 2006 11:07 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Visioni del mondo. Questo è il punto (o uno dei punti).

Cerco di tenere il discorso sempre sul piano personale, perchè è un attimo scivolare su tentazioni di rifondare una teoria estetica, più o meno nostalgica di un passato "più puro", di un'età dell'oro della fotografia.
E tutto questo lo lascerei ad altri in altre sedi.
Ciò nonostante non mi sento di censurare nessun contributo presente sin qui. Anche il post di Aragorn partiva da una riflessione personale. C'era un dubbio alla base.

"Piegare la realtà".
Finché sono stato dentro il "paradigma chimico/analogico" Smile della fotografia, ho vissuto tranquillo...
Il momento dello scatto era per me il "momento decisivo". L'inquadratura era tutto. Tanto che in camera oscura stampavo sempre tutto il negativo, bordino nero incluso. Come diceva qualcuno più noto, il bordino segna il limite tra la realtà riprodotta e la realtà-realtà. E così lo rispettavo, includendolo.
Fare il "mio discorso", "piegare la realtà", stava metà fuori per strada e metà dentro la camera oscura. Due metà che si stimano e rispettano a vicenda.
Ovviamente dico quello che vale per me, nulla di più.

Nell'era di Photoshop.....
Credo sia capitato a quasi tutti. PS non è un sw facile e all'inizio si finisce a smanettare con le cose più banali. Filtri orrendi, effetti pacchiani. E se non si studia, ci si ferma poco più in là. Tutto questo è deleterio non perchè ti allontana da una (presunta) "purezza fotografica", o perchè oltrepassa un (presunto) limite tra fotografia e artwork, ma perchè ti allontana dalla TUA fotografia, dalla TUA "visione del mondo". Vicolo cieco.

Poi c'è stato per me un momento di grande gratificazione nel quale Photoshop è diventato una "camera chiara", un laboratorio. Bisogna studiare un pochino, ma usare PS per correggere/migliorare/potenziare l'effetto di una buona foto (buona = con già un discorso dietro in fase di ripresa) è qualcosa di veramente molto gratificante. Tanti limiti di cui soffrivo in camera oscura sono superati. Posso lavorare con il colore meglio e di più di come facevo in camera oscura con il B/N.
E poi c'è chiaramente una continua possibilità di crescita, di miglioramento. Bello.

Terza (mia) fase. Integrare Photoshop nel "discorso".
Mentre sono in "fase due" scopro inevitabilmente che le potenzialità di PS sono enormi. Un cavallo selvaggio da tenere alla briglia. Scopro che la post-produzione (termine che non mi piace molto pur capendone l'origine) diventa o può diventare "prepotente" verso la ripresa. Mi interrogo su un possibile "limite", che vedo sempre variabile.
Il mio obiettivo ora è quello di imparare a mantenere coerenza nel discorso che faccio, quando penso ad un certo progetto fotografico, attraverso tutto il flusso di lavoro: dalla ripresa alla post-produzione.
La differenza rispetto a prima è che essendo diventata molto più grande (e più facile da sfruttare) la potenzialità della post-produzione, occorre usarla con un certo rigore. Capendo perché si fa una certa scelta di post-p piuttosto di un'altra.
Per questo (ad esempio) non ho dato molto peso a questo breve entusiasmo qui in p4u verso l'HDR usato sui soggetti più vari ed eterogenei. Mi sembrava che la fascinazione per l'effetto in sè, prevalesse sulla consapevolezza di come e quando scegliere di usarlo. Ovviamente faccio salvo il piacere di sperimentare una tecnica.

Mi fermo. Come sempre chiedo scusa per la pesantezza...

ciao

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claudiom
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MessaggioInviato: Ven 01 Set, 2006 11:17 am    Oggetto: Rispondi con citazione

E però ben ti accorgi, Alessandro che sei fuori tema anche tu, che parli di "con cosa lo faccio"e non "per esprimere cosa".
Smile ciao, Claudio.
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AleZan
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MessaggioInviato: Ven 01 Set, 2006 11:29 am    Oggetto: Rispondi con citazione

E' vero. Ma mi premeva sottolineare che di fronte a nuove potenzialità che si aprono lo "strumento" rischia di prendere il sopravvento. E bisogna ritornare al "cosa si vuol dire" e tenere la barra del timone mentre si usa lo "strumento".

Altri interventi?

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Alessandro - www.alessandrozanini.it
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ander75it
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MessaggioInviato: Ven 01 Set, 2006 12:02 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Io la penso così:

- con la fotocamera voglio trasmettere l'emozione che c'era in un momento, sia eccitazione, amore, odio, rabbia, azione esplosiva, quel che è
- la fotocamera riprende la realtà, ma non vede le cose come le vediamo noi
- quindi uso il fotoritocco per far sentire a chi guarda la foto le stesse cose che vedevo io

Poi ovviamente faccio un po' di tutto, però diciamo che aspiro a quello che ho scritto al primo punto

Ciao

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Ander | Fuji XT-20 | XF 18-55 | XF 56 f/1.2 R | Liguria@Photo4u
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claudiom
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MessaggioInviato: Ven 01 Set, 2006 4:16 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Cioè Ander il "discorso" è la riproduzione delle tue emozioni.
Ho capito giusto?
Ciao, Claudio.
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