L’immagine in questione presenta, ad una prima ed istintiva lettura, alcuni elementi che, ad un'interpretazione letterale delle convenzioni formali sulla composizione, porterebbero ad individuare quelli erronei.
Tuttavia, a mio personale avviso, la sua peculiarità è proprio da ricercarsi nella componente emotiva che da essa emerge: infatti per quanto un taglio quadrato potesse essere formalmente più corretto, al pari della collocazione del piano di messa a fuoco, in prossimità del vertice inferiore sinistro del fotogramma, in realtà queste piccole rotture del codice formale spingono lo spettatore ad una lettura più ampia della scena e conseguentemente a percorrere una linea visiva appena accennata, costituita dalla sequenza dei tasti, in cui la collocazione del piano di messa a fuoco non diventa finalizzata a sottolineare la ritmicità dei chiaroscuri, ma a rappresentare un indizio interpretativo, attraverso il quale disvelare il vero centro d'interesse.
Pertanto la componente grafica, per quanto collocata in seno all'area di nitidezza, non è in realtà da intendersi quale perno della composizione, ma come sponda attraverso la quale l’autrice invita lo spettatore a rivolgere il proprio sguardo verso quel dettaglio di vita, appena svelato, all'ombra di quella tenue luce sullo sfondo, carica di intimità e melanconia.
(Webmin)

Da osservare e contemplare con calma, a mio avviso una fra le migliori foto apparse nella sezione street & life photography nel mese di maggio.
smorfs tocca un punto dolente: la sovraposizione del braccio del protagonista con la barca posta nel fondale, non è il top delle composizione questo è certo, si poteva fare qualcosa per evitarlo? probabilmente no, l'attimo era quello, il punto di ripresa anche, impossibile spostarsi o poter riflettere, il carpe diem non concede quasi mai una seconda chance, o si scatta o si lascia perdere, dal mio punto di vista anch'io ti dico:buona.
Buona perché trovo interessante la tua intuizione, sarà anche vero che la maggior parte del merito va al protagonista o kamikaze come simpaticamente lo chiami, ma eri là, e la tua versione dell'attimo, la tua regia è straordinaria.
All'inizio dicevo che è una foto da contemplare con calma, credo che la miglior definizione di contemplare, per quanto riguarda un'immagine, l'abbia data Paul Klee:
''Azione umana (genesi), l'opera, che si tratti di produzione o di ricezione, è movimento (durata). Nell'ordine produttore, questo dipende dal limite manuale del creatore (non ha che due mani). Nell'ordine ricettore, dal limite dell'occhio. Il limite dell'occhio è la sua incapacità di vedere simultaneamente con eguale acutezza tutti i punti della piccola superfice. l'occhio deve brucare la superfice, assorbirla una parte dopo l'altra, e rimettere queste parti al cervello che immagazzina le impressioni e le costituisce in un tutto. l'occhio segue le strade che gli sono state approntate nell'opera.'' ...Ecco il mio occhio, da osservatore, segue la scena, vedo prepotentemente solo il tuffatore, ripreso in una posa eccezionale, tutto il contesto, il pontile, quella barca che si sovrappone, il cielo minaccioso, quella costruzione nel primo piano a destra (che con una giusta prospettiva ha anche un ruolo determinante all'interno del ''salto''), passa tutto in secondo piano, con un'importanza secondaria, il movimento di esplorazione dell'occhio, la contemplazione dell'immagine, è regolato in un percorso che determina un'ordine di lettura, con un punto di tensione e di quiete.
Bravissimo
(Ueda)

Foto scevra da ogni effetto sensazionale, ma anzi molto pacata e proprio per questo da ritenere una immagine davvero di "stoffa".
Tutto il buio sulla sinistra che appena pervaso di luce, occupa quasi metà del fotogramma gioca un ruolo fondamentale per dare, spessore, profondità e tridimensionalità percettiva trasportando l'osservatore quasi fisicamente in loco, tanto da farlo diventare partecipe.
Poi l'uomo.
Ben vestito con un atteggiamento signorile tradito però dalle scarpette in gomma e un libro sulle ginocchia di grosse dimensioni diventa il soggetto fisico dell'immagine. Rivolge lo sguardo con intereresse verso l'esterno come incuriosito da qualcosa che sta avvenendo in stazione sotto i suoi occhi durante la sosta.
Importante lo sfondo che si legge dal vetro con quei toni di grigio delicati.
Il bianco e nero è estremamente bilanciato nella sua gamma tonale con una lettura anche nelle alte luci adeguata e senza denunciare zone di sovraesposizione, sicuramente propiziata anche dalle circostanze precipue dell’illuminazione al momento dello scatto, ma anche dalla scelta del fotografo di esporre favorendo le alte luci, piuttosto che eseguire una lettura più aperta alla ricerca di informazioni e dettagli nelle zone d’ombra, arrecate dal controluce a spot della finestra del treno. Informazioni che sarebbero risultate superflue in quanto tutta la fotografia si fonda sul rapporto fra l’uomo e il suo atteggiamento, compreso e circoscritto dalla relazione fra interno ed esterno.
Uno scatto dunque da tenere in debita considerazione e che mi è davvero piaciuto molto.
(onaizit8)

In questa foto l’elemento qualificante è soprattutto la luce magistralmente dosata.
L’autore presentando l'immagine scrive: “Leggero colpo di flash (esp. manuale con flash sottoesposto) per evidenziare la bellissima cromia celeste metallizzata di questo splendido esserino. Il contrasto della luce calda con il freddo del flash ha fatto il resto”.
Infatti in una ripresa in controluce il soggetto, se non adeguatamente illuminato, risulta scuro.
Questa piccola licenide, che sembra osservare la chiocciola sottostante, ha il corpo perfettamente leggibile ed i contorni delle ali ben disegnati ed illuminati.
Anche se il soggetto è messo al centro del fotogramma, la composizione risulta dinamica e visivamente interessante per il modo in cui la farfallina è posizionata con le ali aperte pronta a spiccare il volo.
Altro risultato dell’uso corretto della luce è il magico sfondo giocato sulle tonalità calde e dorate.
A conferma della validità di questa foto aggiungo che la possiamo vedere anche nel numero di giugno 2009 di National Geographic.
Infine molto utile la spiegazione riportata dall’autore a corredo dell'immagine.
(lilian)

Bellissima di scelta di fuoco, che privilegia il nero tagliente delle ciglia, raccogliendo il loro estendersi che qui è realmente simbolico: paiono palpitare al ritmo della emozione di questo momento materno. Fra lei e la sua creatura c'è solo un eloquentissimo silenzio, che loro due riempiono delle loro stesse presenze e del loro gesto comune dolcemente privato.
La intrusione fotografica restituisce grande intimità e non intacca questa unione.
Una delle rappresentazioni di maternità che, pur nello sfumato fotografico, trovo fra le più emotivamente esplicite e intense viste di recente.
(Clara Ravaglia)

Impossibile rimanere indifferenti davanti a questa immagine frutto della perseveranza; immagino i viaggi fatti a vuoto: a volte la luce non è quella giusta, a volte i fiori non ci sono, a volte il cielo è slavato..
Perfetta la composizione, come pure la pdc e la gestione della luce.
Indovinata la scelta di un controluce su di un sole molto basso che riesce attraverso la traslucenza a rendere altamente visibili i fiori su di uno sfondo d'ombre.
I colori sono sottolineati con vigore e risplendono nel gioco di luci e ombre, tutto reso leggero da un dettaglio palpabile.
Il giusto premio alla costanza, bravissimo.
(baistro64)

Gli occhi sono interroganti e per me anche più maturi della mano che viene a malapena accennata da dietro.. complice questa ripresa leggermente dall'alto..
Per un mio vezzo la considero anche senza mano.. tanto è forte e difficile togliere lo sguardo dagli occhi..
Gran bel formato che viene giustificato dall'ampio bacino delle spalle.. densissimo il bn che a me fa ritornare in mente un po' i disegni a carboncino, relativamente solo a certi tratti del viso..
Tante volte si sono visti questi occhi infantili sullo spettatore ma credo che qui ci sia un elemento portante fondamentale: la larga base del busto che giustifica il formato.. esso non solo sorregge ma edifica lo sguardo.
(Andrea Feliziani)

Lo specchio d'acqua ha una immobilità perfetta, sospende l'attimo in una atmosfera rarefatta, e questa silenziosa desolazione ha una sua strana bellezza. Naturalmente la cura estrema nella composizione e la grande pulizia della immagine ti hanno permesso di distillare questo risultato.
(Clara Ravaglia)

Questa foto è una piccola gemma espressiva, tutta chiusa nello sguardo attento che ci aggancia e non ci abbandona, e nella posa teneramente genuflessa, rilassata, abbandonata alla gioia di una sottomissione che è puro amore canino.
Bianco e nero morbidissimo, ad accentuare ogni sensazione, e punto di ripresa sapientemente inclinato verso il basso, a costruire una deliziosa eccezione alla regola classica del ritratto dedicato a bimbi ed animali, (che generalmente preferisce una interazione fra soggetto e fotografo sullo stesso piano) che accentua dolcemente la resa abbandonata della posa.
(Clara Ravaglia)

Artwork dall'impatto grafico efficace, pur essendo sobrio e delicato. Ottimo esempio di come, per realizzare un artwork di rilievo, non sia necessario affatto esagerare o strafare. La delicatezza, e un grande occhio, hanno creato una scena di tutto rispetto.
La forte luce che si irradia dalla zona destra, a causa del sole, riesce a dare slancio a quella parte, mentre 'spegnendola', come è stato fatto in alcuni esempi di altri utenti, la scena si appesantisce troppo, verso le zone scure e cupe, forse perdendo un po' della sua luce naturale, di speranza e di fine della tempesta.. forse è da abbassare leggerissimamente quell'intensità, ma sempre lasciando quel gradiente di luce su tutta la scena..
Per il resto, è ottimo davvero il lavoro di pw che ha creato la pioggia e gestito al meglio la sovrapposizione e la fusione con la scena realmente presente in fase di scatto.. Le due entità, pur essendo separate, si fondono in maniera perfetta.
(ZioMauri29)

Persino i colori si sgretolano e paiono disperdersi condotti dal vento.
Uno scenario crudo che trasforma l'essenzialità del paesaggio in sottile malinconia.
(Clara Ravaglia)

Incredibile visione della città da un punto di vista davvero incredibile.. Il cielo così minaccioso sembra quasi uscito da uno di quei film apocalittici, in cui qualcosa sta per succedere sulla linea dell'orizzonte, o una catastrofe di dimensioni inimmaginabili sta per abbatersi su quelle opere umane.. Nuvole, luce, disegni, masse, tutto si compone nella parte alta per catalizzare l'attenzione verso gli edifici e i grattacieli, che diventano protagonisti assoluti del tutto, mentre alla parte in basso e nel primo piano, tocca alla struttura del ponte, fare da protagonista indiscusso della scena..
Splendida la resa del b/n, sia come l'ha interpretato l'autore, sia nelle diverse versioni riviste dagli amici del forum: quella che mi piace di più è però quella dell'autore, perché sembra più graffiante e incisivo il risultato della luce sul metallo.
Ottimale anche l'occupazione dell'angolo in basso a destra, con la strada sottostante che lo sfrutta e lo completa. Splendida, davvero un'incredibile compartecipazione di elementi metallici, architettonici, e naturali.
(ZioMauri29)

La tecnica al servizio della creatività. Entrando in questa immagine surreale sembra di navigare sulle note dei Pink Floyd, con l'Alan's psychedelic breakfast che dà il titolo alla foto.
Una prospettiva spiazzante, colori sgargianti, abbigliamento, suppellettili e location fuori dal comune - tutto va ad aggiungere valore a un'idea particolare molto ben supportata dalla resa fotografica.
(AlexKC)

Un artwork che senza dubbio sottolinea la crescente capacità grafica dell'autore. Quello che si potrebbe cercare di fare, per rendere questo 'ritratto' ancora più riuscito, è allontanare la testa dal taglio superiore, che con quel poco spazio, tende a far apparire quella parte troppo sacrificata e, per uno strano gioco di percezioni, far percepire la testa ancora più grande, essendo l'unico elemento illuminato e presente in quella zona.
Per quanto riguarda l'ombra netta sul viso, non appare così evidente e problematica, nello scoprire il viso di questo personaggio. Molto ben scelta, secondo me, l'idea di far nascere questa figura dal buio, come se quella rasoiata di luce dall'alto riuscisse a renderlo vivo e protagonista assoluto, con quella particolare luce negli occhi, sempre importantissimi e generosi, che è l'elemento e il tratto distintivo di questa 'specie' creata dall'autore..
Mi piace moltissimo anche la resa della luce sulla stoffa della camicia, e la sua carezza gentile su tutte le pieghe.
Studiare una serie di ritratti 'ad hoc' per elaborare queste creature, sarà sicuramente un passo importante per aprirsi a nuove visioni e aumentare gli stimoli creativi.
Anche questo, comunque, è un ottimo lavoro.
(ZioMauri29)

Un'immagine dirompente con una resa formale davvero ineccepibile. Una geometria curata dal punto di vista architettonico in maniera oltremodo vincente alla quale si aggiunge la figura umana che non ruba la scena, ma la completa diventandone un tutt'uno.
Siamo lontani dai clichè compositivi che solitamente caratterizzano i ponti: qui l'opera di Calatrava funge da ambientazione, quasi fantascientifica, a questo scatto e finisce per trasportarlo in una condizione atemporale. Sembra l'inizio di una storia - a te scriverne il resto.
(AlexKC)