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La femme pour l'homme
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di professione_reporter
Mer 17 Ago, 2011 4:49 am
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professione_reporter
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MessaggioInviato: Mer 17 Ago, 2011 5:14 am    Oggetto: La femme pour l'homme Rispondi con citazione

Suggerimenti e critiche sempre ben accetti
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Claudio R.
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MessaggioInviato: Sab 20 Ago, 2011 7:03 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Se si pensa alla fotografia di strada, l'accoppiata manifesto/uomo è una di quelle situazioni più fotografate in assoluto, per motivi abbastanza ovi e spesso i risultati sono triti e ritriti, raramente ci sono delle situazioni come questa che è meritevole di attenzione, graficamente un po' ruffiana, bella, bella nei colori, nel contrasto della silhouette con le forme piacevoli del viso e per il momento ripreso.
Io ci vedo la casualità dell'attimo, l'istinto nel scattare e il ragionamento che ne hai tirato fuori, ho parlato principalmente della casualità, perché la scritta Kaleidos che campeggia nel cartellone mi ricorda un gioco da tavola che si usava un bel pò di anni fa, basandosi nel trovare in una scena più oggetti possibili ( http://it.wikipedia.org/wiki/Kaleidos ). Nelle figure scure dei due ragazzi, ci vedo questa ricerca di oggetti all'interno della figura femminile, come un bel gioco

Nell'insieme posso solo farti i miei complimenti, suggerimenti e critiche non ne vedo.

Bravo!
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professione_reporter
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MessaggioInviato: Dom 21 Ago, 2011 7:32 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Dersu ha scritto:
Se si pensa alla fotografia di strada, l'accoppiata manifesto/uomo è una di quelle situazioni più fotografate in assoluto, per motivi abbastanza ovi e spesso i risultati sono triti e ritriti, raramente ci sono delle situazioni come questa che è meritevole di attenzione, graficamente un po' ruffiana, bella, bella nei colori, nel contrasto della silhouette con le forme piacevoli del viso e per il momento ripreso.
Io ci vedo la casualità dell'attimo, l'istinto nel scattare e il ragionamento che ne hai tirato fuori, ho parlato principalmente della casualità, perché la scritta Kaleidos che campeggia nel cartellone mi ricorda un gioco da tavola che si usava un bel pò di anni fa, basandosi nel trovare in una scena più oggetti possibili ( http://it.wikipedia.org/wiki/Kaleidos ). Nelle figure scure dei due ragazzi, ci vedo questa ricerca di oggetti all'interno della figura femminile, come un bel gioco

Nell'insieme posso solo farti i miei complimenti, suggerimenti e critiche non ne vedo.

Bravo!


Ciao, grazie del commento innanzitutto. Non può fare che piacere quando qualcuno coglie il senso di quello che fai. Ti aiuta ad uscire un pò dalla solitudine (fotografica). Mandrillo L'associazione uomo/manifesto è un sentiero battutissimo e si rischia l'ovvio. E tuttavia è un sentiero che non va abbandonato, perché propone sempre nuovi temi (non è questo il caso), perché spesso il manifesto comunica qualcosa di interessante. Mi piace l'espressione 'immagine ruffiana': ma l'intenzione ruffiana non è mia, è il manifesto che è stato pensato così, come una rete per i pesci.
grazie.paolo

p.s. anche il tuo nik è un manifesto, quantomeno per quelli della mia generazione Smile

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Liliana R.
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MessaggioInviato: Dom 21 Ago, 2011 8:46 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Mi piacciono quei profili che si stagliano in prossimità delle labbra.
Non aggiungo altro all'analisi interessante di Dersu. Ciao

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surgeon
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MessaggioInviato: Lun 22 Ago, 2011 1:36 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Se l'autore vuol continuare a sperimentare questa tipologia di immagini lo faccia ma cerchi di andare al di là del semplice esperimento.
Si perchè la lettura dell'immagine che propone a critica lascia il lettore attento di fronte ad un incongruenza di percezione. Incominciamo la lettura della fotografia con che cosa è stato fotografato: un cartellone pubblicitario raffigurante un primo piano di una giovane ragazza dagli occhi celesti, fortemente truccata nel viso (occhi, zigomi, guance, labbra) ripresa di tre quarti con lo sguardo rivolto fuori quadro a destra, in un punto non ben definito. Nella parte in basso a sinistra è presente la traccia incompleta della headline pubblicitaria “kaleidos” e sotto ancora due lettere “OP”. Nella restante parte del cartellone, variamente diffusi, appaiono degli effetti grafici di retinatura. Poi abbiamo le sagome piccole e nere di due ragazzi ripresi di profilo che entrano nell’inquadratura a destra e si dirigono verso sinistra. Le loro posture, la loro relazione di vicinanza ed i loro gesti sono alquanto significativi di determinate azioni e stati d’animo. Il primo in particolare ha la testa di profilo abbassata e la mano al volto (si tocca contemporaneamente bocca e naso). La sagoma del secondo è anch’essa di profilo, porta gli occhiali e appare vicinissima alla prima in corrispondenza del volto, leggermente più alta, e fusa con i contorni dell’altra per la restante parte del corpo. Per finire la descrizione del contenuto dobbiamo rilevare la presenza di una cornice importante che delimita l’immagine, di colore nero e di una firma bianca in basso a destra che legittima l’autore. Procediamo con le modalità (il come) con cui l’autore mette in scena questi elementi oggettivi, le relazioni che assumono fra di loro. L’autore scatta la fotografia cercando di creare una sovrapposizione fra le piccole sagome umane ed il cartellone pubblicitario, eliminando eventuali elementi secondari che avrebbero disturbato, con l’intento di creare una relazione ed un contrasto fra i due elementi. Le piccole sagome dei due ragazzi, ripresi con un taglio ad altezza gambe, si vengono a giustapporre all' altezza della lucente bocca della modella che appare, per via delle generose dimensioni della rappresentazione pubblicitaria, decisamente più grande delle teste stesse; le sagome appaiono schiacciate bidimensionalmente senza prospettiva. L’esposizione ma soprattutto la postproduzione crea delle silhouette completamente nere che contrastano nettamente con la colorazione sgargiante della giovane ragazza, private ancor di più di qualsiasi tridimensionalità; da evidenziare come questa silhouette si fonda con la cornice artificiale creata in post produzione dall’autore, nera anch’essa. Le silhouette dei ragazzi sono completamente nere, impedendo qualsiasi ricerca di dettagli e informazioni circa i due personaggi,annullando le loro identità. Per finire arriviamo al perché è stata fatta questa fotografia. L’intenzione dell’autore è quella esplicitata dal francesismo del titolo, ossia di mettere in relazione in maniera significativa i pochi elementi rappresentati per dargli un senso: quello di rappresentare uno specifico ideale di bellezza femminile per l’uomo, non uno in particolare ma per l’uomo inteso come concetto universalizzante, emblematico. Sicuramente l’ intento è lodevole ma ingenua è la rappresentazione. Ingenua perché sono tante le incongruenze visive con i dati oggettivi (il cosa e il come) che partecipano ad un tale tipo di rappresentazione. Iniziamo con la posizione e la postura delle sagome nere dei due personaggi: queste sono riprese di profilo con una posizione e direzione di sguardo completamente sfalzata a quella della modella. Non c’è nel lettore la percezione di una interazione fra ragazzi che camminano e cartello; questi due anonimi ragazzi hanno dei comportamenti estranei al cartellone pubblicitario hanno un altro programma, altri desideri. Non guardano la ragazza sgargiante o le sue labbra iperlucide, ma sono già avanti. I loro gesti rafforzano ancor di più l’incongruità di messaggio: il primo ragazzo che non guarda il cartellone ha la testa abbassata e si porta la mano al viso mettendo in scena una comunicazione non verbale peculiare, di tipo riflessivo. Non desidera quella labbra lucide, non incrocia gli occhi celesti della modella super truccata ma se ne sta chiuso in stati d’animo ben lontani e personalissimi. Vorrei che ciascun lettore della fotografia provasse ad immedesimarsi in quegli atteggiamenti posturali rappresentati dal primo ragazzo che cammina accano al cartellone colorato: che cosa vi racconta il vostro corpo? State desiderando la donna o siete a rimuginare sui fatti vostri? La testa abbassata e gli occhi al suolo vi aiutano a desiderare meglio questa “femme”? E la mano appoggiata al mento e al naso incrementano questi pensieri? Il fatto che non viene “mirata” da nessuno dei due soggetti non è palese? Nemmeno le traccie di scritta pubblicitaria sembrano interessare gli astanti: o perlomeno non è presente uno sguardo identificabile in quella direzione. Tutto appare su due piani separati. Forse è utile ricordate che ciascun atteggiamento mostrato dal personaggio di una rappresentazione corrisponde uno stato d’animo che è di per sé un elemento fondamentale del messaggio trasmesso dalla fotografia. La situazione emotiva dei due emblematici personaggi espressa attraverso la loro comunicazione non verbale (leggasi linguaggio del corpo..) determina in maniera precisa il significato che il lettore di turno (attento..) dà alla rappresentazione fotografica. Questi due ragazzi (perché poi devono essere due? Non era meglio uno solo?) vengono percepiti come distaccati dal cartellone pubblicitario con il suo bel referente. Sarebbe sufficiente porre attenzione al solo fatto che sono di profilo rispetto al cartellone colorato per percepire che non c’è univocità di programma. L’immagine non riesce a trasmettere quello che l’autore aveva in mente. L’idea potenziale intuita dall’autore non veste bene gli elementi visivi che vengono strutturati nell’inquadratura. Non c’è congruenza visiva fra quello mostrato ed il significato suggerito dal titolo: non funziona. Certo è che se osserviamo l’immagine con una certa superficialità si può percepire una blanda illusione di “femme pour l’homme” proiettando sui vari personaggi intenzioni, stati d’animo, emozioni e quant’altro ci venga alla fantasia. Ma sono delle false piste come del resto quelle che possono comparire se ci lasciamo andare a delle integrazioni psicologiche-filosofiche. La forte post produzione che va a creare l’abbondante cornice all’immagine, la sua improbabile fusione con le sagome degli anonimi astanti, unitamente alla firma autoriale, creano una scenografia troppo artificiale che soverchia quasi l’idea genuina street preoccupandosi di mettere in scena più il “suo autore” che la rappresentazione stessa. La strada dell’interazione street con i cartelloni è molto difficile, per l’estrema precisione con cui devono essere rappresentati gli elementi della street -scene e per la difficoltà di proporre qualcosa di veramente originale. Non vi è dubbio che sia molto stimolante ed è per questo che invito l’autore a proporre qualcosa di più convincente.
Concludo le miei personali opinioni sullo scatto con la risposta all'affermazione ironica e molto stimolante dell'autore che non esiste la “solitudine fotografica” ma “l’intenzione consapevole” di un fotografo che vuol “comunicare” in maniera efficace tramite un linguaggio fatto di segni visivi invece che di parole. Il che comporta fare un’attenta analisi dei segni da strutturare nei nostri quadrucci per esprimere agli altri determinati messaggi. I significati di queste comunicazioni dipendono esclusivamente dal fotografo. Lasciamo stare il fatto che qualsiasi fotografia è soggetta all’attribuzione di un significato da parte di un lettore/ interprete (non ha caso molti sono i significati che vengono messi a posteriori..). Non è questo specifico il caso. Una “buona fotografia” lo è e viene valutata come tale, quando l’idea di partenza viene strutturata bene ed intenzionalmente,quando tutti gli elementi oggettivi sono congruenti al messaggio, quando il titolo (anche se non viene scritto con la fotografia) è presente nella mente del fotografo e non messo a “posteriori “ per giustificare un’immagine del sensore. Senza intenzione non c’è fotografia, c’è solitudine come la chiama l'autore; non si inquadra a caso per fermare scene e poi sperare che gli altri identifichino un messaggio fortuito e che molte volte non è consapevole nemmeno all’autore se non per la risposta emotiva che ha provato nell’istante del click e le cui origini misconosce. La ricetta per uscire dalla solitudine è questa. Prima ci si chiede: che cosa voglio dire? Poi: come posso comunicarlo in una fotografia? Quali elementi devo scegliere e strutturare per comunicare quel messaggio? Questi meccanismi sono lenti all’inizio per poi diventare quasi automatici.
Viva la consapevolezza..
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professione_reporter
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MessaggioInviato: Mar 23 Ago, 2011 11:23 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Liliana R. ha scritto:
Mi piacciono quei profili che si stagliano in prossimità delle labbra.
Non aggiungo altro all'analisi interessante di Dersu. Ciao


Grazie Liliana Smile Smile

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MessaggioInviato: Mar 23 Ago, 2011 11:39 am    Oggetto: Rispondi con citazione

surgeon ha scritto:
Sicuramente l’ intento è lodevole ma ingenua è la rappresentazione. Ingenua perché sono tante le incongruenze visive con i dati oggettivi (il cosa e il come) che partecipano ad un tale tipo di rappresentazione..


Ti ringrazio per il dettagliato commento: l’ho letto con attenzione e con vero piacere nonostante i rilievi fortemente critici. Meglio un giudizio severo che il silenzio, perché il silenzio non aiuta a crescere. Questa è la ‘solitudine del fotografo’ a cui accennavo: noi fotoamatori abbiamo questa aspettativa nei forum, quella di poter avere uno scambio. Con tutti, ma in particolare con i commentatori-moderatori a cui riconosciamo la competenza.
Venendo alla foto: io non faccio street se non occasionalmente e sicuramente mi pongo in modo naif nei confronti del genere. Non ho – non ancora quantomeno e chissà se l’avrò mai – quel rigore mentale che viene richiesto al fotografo street. Ho un interesse per la vita sociale e una tendenza a rappresentarla in una forma grafica. Così me la sono giocata questa foto, in semplicità, mescolando questi due ingredienti: un’immagine graficamente esuberante per rappresentare lo stereotipo femminile e due silhouettes anonime, volutamente senza identità. Non condivido invece la tua osservazione sulla mancanza di consapevolezza. L’intenzione mi era chiara da subito e il risultato non è stato frutto di un aggiustamento a posteriori.
Concordo invece con la critica di fondo che riguarda il come si è rappresentata l'idea: questo non funziona, non abbastanza almeno, manca una vera interazione tra i soggetti e l’immagine, paradossalmente, rischia di trasmettere un’idea di estraneità tra di essi.
Ultima cosa per completezza di informazione: la cornice. La foto è stata scattata di notte e ho esposto per le luci, il cartellone era retroilluminato. La cornice quindi non è artificiale, è l’effetto della sottoesposizione del muro in ripresa.
ciao & grazie
paolo

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surgeon
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MessaggioInviato: Gio 25 Ago, 2011 12:18 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Citazione:
Non condivido invece la tua osservazione sulla mancanza di consapevolezza. L’intenzione mi era chiara da subito e il risultato non è stato frutto di un aggiustamento a posteriori.


Forse non hai letto bene il commento Paolo: ho chiaramente scritto che non é questo il caso specifico.. Decima riga iniziando dalla fine del post..
Wink

Continua su questa strada e soprattutto divertiti..
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caracol
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MessaggioInviato: Sab 27 Ago, 2011 3:27 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Mi aggancio a quanto scritto da surgeon a proposito dell'incongruenza di percezione, per vedere se è possibile una lettura da un diverso punto di vista che accolga il contrasto tra gli elementi come chiave dell'immagine. Questo perché, secondo me, attribuire un significato a posteriori (anche lontano dallo spunto dell'autore) a volte può far scoprire aspetti dell'immagine interessanti e imprevisti. (Per lo meno, con le mie mi succede Ops)
Concordo che
surgeon ha scritto:
Non c’è nel lettore la percezione di una interazione fra ragazzi che camminano e cartello; questi due anonimi ragazzi hanno dei comportamenti estranei al cartellone pubblicitario hanno un altro programma, altri desideri. Non guardano la ragazza sgargiante o le sue labbra iperlucide [...] il primo ragazzo che non guarda il cartellone ha la testa abbassata e si porta la mano al viso mettendo in scena una comunicazione non verbale peculiare, di tipo riflessivo. Non desidera quella labbra lucide [...] Tutto appare su due piani separati. [...] Questi due ragazzi (cut) vengono percepiti come distaccati dal cartellone pubblicitario con il suo bel referente.

e se tengo in considerazione il titolo dato "La femme pour l'homme" concorderei anche sulla mancanza di congruenza visiva tra quanto mostrato e titolo.
Ma se faccio a meno del titolo, la mancanza di interazione tra i ragazzi e il cartello amp (e conscio di percorrere magari una falsa pista) si rivela funzionale alla descrizione di un momento di tenerezza (le labbra del secondo ragazzo accostate alla nuca del primo) o di confidenza in una coppia con altri desideri, lontani da quelli solitamente veicolati dalla pubblicità a soggetto femminile, ipertruccato ed erotizzato (le labbra socchiuse, la spallina che spunta).
Lo schiacciamento dei piani può aiutarmi in questa lettura forse molto distante dalla realtà, ma di immagini - bidimensionali e, quando non troppo ovvie, veicolo di significati atti ad essere contrattati tra autore e lettore - stiamo parlando. Smile

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professione_reporter
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MessaggioInviato: Lun 29 Ago, 2011 8:50 am    Oggetto: Rispondi con citazione

caracol ha scritto:
Mi aggancio a quanto scritto da surgeon a proposito dell'incongruenza di percezione, per vedere se è possibile una lettura da un diverso punto di vista che accolga il contrasto tra gli elementi come chiave dell'immagine. Questo perché, secondo me, attribuire un significato a posteriori (anche lontano dallo spunto dell'autore) a volte può far scoprire aspetti dell'immagine interessanti e imprevisti. (Per lo meno, con le mie mi succede Ops)
Concordo che
e se tengo in considerazione il titolo dato "La femme pour l'homme" concorderei anche sulla mancanza di congruenza visiva tra quanto mostrato e titolo.
Ma se faccio a meno del titolo, la mancanza di interazione tra i ragazzi e il cartello amp (e conscio di percorrere magari una falsa pista) si rivela funzionale alla descrizione di un momento di tenerezza (le labbra del secondo ragazzo accostate alla nuca del primo) o di confidenza in una coppia con altri desideri, lontani da quelli solitamente veicolati dalla pubblicità a soggetto femminile, ipertruccato ed erotizzato (le labbra socchiuse, la spallina che spunta).
Lo schiacciamento dei piani può aiutarmi in questa lettura forse molto distante dalla realtà, ma di immagini - bidimensionali e, quando non troppo ovvie, veicolo di significati atti ad essere contrattati tra autore e lettore - stiamo parlando. Smile


Credo che per i puristi della street il titolo sia più un problema che altro: o l’immagine parla da sé e allora non c’è bisogno di parole. Oppure non parla abbastanza e allora si ricorre alle parole per darle una forza che da sola non ha. Inoltre, così facendo, l’autore predefinisce un significato e scippa il lettore della libertà di leggere nella foto quello che vuole. Diversamente, se si fa a meno del titolo, possono emergere letture come la tua che, pur diverse dalla mia, ci possono stare. Io non sono un purista della street e penso che il legame tra immagine e parole sia un’opportunità più che una strada scivolosa: in questo caso le parole del titolo, ironicamente prese a prestito dalla retorica della pubblicità dei profumi, le trovavo coerenti con l’immagine.
Grazie del commento interessante Smile

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cimared
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Iscritto: 07 Ott 2009
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MessaggioInviato: Sab 03 Set, 2011 11:06 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Bella immagina
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Un_Allegro_Ragazzo_Morto
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MessaggioInviato: Sab 03 Set, 2011 12:54 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Dersu ha scritto:
Se si pensa alla fotografia di strada, l'accoppiata manifesto/uomo è una di quelle situazioni più fotografate in assoluto, per motivi abbastanza ovi e spesso i risultati sono triti e ritriti, raramente ci sono delle situazioni come questa che è meritevole di attenzione, graficamente un po' ruffiana, bella, bella nei colori, nel contrasto della silhouette con le forme piacevoli del viso e per il momento ripreso.
Io ci vedo la casualità dell'attimo, l'istinto nel scattare e il ragionamento che ne hai tirato fuori, ho parlato principalmente della casualità, perché la scritta Kaleidos che campeggia nel cartellone mi ricorda un gioco da tavola che si usava un bel pò di anni fa, basandosi nel trovare in una scena più oggetti possibili ( http://it.wikipedia.org/wiki/Kaleidos ). Nelle figure scure dei due ragazzi, ci vedo questa ricerca di oggetti all'interno della figura femminile, come un bel gioco

Nell'insieme posso solo farti i miei complimenti, suggerimenti e critiche non ne vedo.

Bravo!


Non ho capito ..

Il succo è che si infila un dito nel naso davanti alla bocca della signorina ? Ciò sarebbe raro ?

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professione_reporter
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MessaggioInviato: Sab 03 Set, 2011 4:23 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

cimared ha scritto:
Bella immagina


Grazie Cimared Smile

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Un_Allegro_Ragazzo_Morto
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MessaggioInviato: Sab 03 Set, 2011 5:16 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

X PROFESSIONE REPORTER

non so come funziona qui sul forum, forse ho sbagliato interlocutore, dovevo rivolgere la domanda all'autore.

mi spieghi lo scatto gentilmente con parole semplici ? perchè gli interventi dei commentatori son o troppo lunghi (e senza paragrafi) o son troppo criptici.

grazie in anticipo del tempo che mi vorrai dedicare. Smile

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MessaggioInviato: Dom 04 Set, 2011 9:12 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Un_Allegro_Ragazzo_Morto ha scritto:
X PROFESSIONE REPORTER

non so come funziona qui sul forum, forse ho sbagliato interlocutore, dovevo rivolgere la domanda all'autore.

mi spieghi lo scatto gentilmente con parole semplici ? perchè gli interventi dei commentatori son o troppo lunghi (e senza paragrafi) o son troppo criptici.


Che giro tortuoso…forse hai sbagliato ancora interlocutore: non puoi chiedere a me quello che non hai capito negli interventi degli altri, né posso leggere per conto tuo il commento di un altro che a te pare troppo lungo…’nzepoffà!! Very Happy

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Un_Allegro_Ragazzo_Morto
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MessaggioInviato: Lun 05 Set, 2011 4:05 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

professione_reporter ha scritto:
Che giro tortuoso…forse hai sbagliato ancora interlocutore: non puoi chiedere a me quello che non hai capito negli interventi degli altri, né posso leggere per conto tuo il commento di un altro che a te pare troppo lungo…’nzepoffà!! Very Happy


Ok, grazie lo stesso Smile

Morirò (per la seconda volta) con il mio dubbio Smile

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MessaggioInviato: Mar 06 Set, 2011 6:51 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Un_Allegro_Ragazzo_Morto ha scritto:
Ok, grazie lo stesso Smile

Morirò (per la seconda volta) con il mio dubbio Smile


Una cosa chiedo io a te. Rinuncia al nick che ti sei dato: la morte è una cosa tremendamente seria, non può essere un nick. E sicuramente qua dentro ci sono molte persone che sono state toccate dalla morte e che si sentono turbate dal tuo nick. Se rinunci, sarebbe un bel gesto nei loro confronti. Ovviamente non sei obbligato.

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Un_Allegro_Ragazzo_Morto
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MessaggioInviato: Mar 06 Set, 2011 11:24 am    Oggetto: Rispondi con citazione

professione_reporter ha scritto:
Una cosa chiedo io a te. Rinuncia al nick che ti sei dato: la morte è una cosa tremendamente seria, non può essere un nick. E sicuramente qua dentro ci sono molte persone che sono state toccate dalla morte e che si sentono turbate dal tuo nick. Se rinunci, sarebbe un bel gesto nei loro confronti. Ovviamente non sei obbligato.


Ti rispondo con un suggerimento, che credo possa esserti utile anche se deciderai di continuare a realizzare delle street.

Cerca di "aprire i tuoi orizzonti" e di dare nuovi significati agli stessi significanti. Se novantanove persone attribuiscono lo stesso senso ad uno stesso significante sai che goduria quando tu, il centesimo, arrivi e ne estrai un altro a cui nessuno aveva pensato. Il "trucco" delle street è tutto lì.

Per tornare al mio nick, sarebbe bastato, nel dubbio, googlare per rendersi conto che altro non è che un omaggio ad un apprezzato gruppo musicale italiano: http://www.treallegriragazzimorti.it/

Vediamo, che ti posso dedicare .. si, il singolo di esordio: http://www.youtube.com/watch?v=_UcxebeLkxA

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MessaggioInviato: Mar 06 Set, 2011 2:45 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Un_Allegro_Ragazzo_Morto ha scritto:
Cerca di "aprire i tuoi orizzonti" e di dare nuovi significati agli stessi significanti. Se novantanove persone attribuiscono lo stesso senso ad uno stesso significante sai che goduria quando tu, il centesimo, arrivi e ne estrai un altro a cui nessuno aveva pensato. Il "trucco" delle street è tutto lì.


Grazie del suggerimento, ne farò tesoro. Non è tanto la filosofia della street che mi sfugge quanto la pratica sul campo. E come sempre tra il dire e il fare...Però la street mi intriga, non resta che passare alle vie di fatto Smile Per quanto riguarda la musica non esagerare, che pretendi da uno che è rimasto a Paolo Conte e Vinicio Capossela?? Rolling Eyes

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Flowerz01
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MessaggioInviato: Gio 03 Nov, 2011 11:38 am    Oggetto: Rispondi con citazione

buona!
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