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di belgarath
Ven 24 Set, 2010 12:30 pm
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belgarath
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Iscritto: 21 Feb 2007
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MessaggioInviato: Ven 24 Set, 2010 12:30 pm    Oggetto: s.t. Rispondi con citazione

Suggerimenti e critiche sempre ben accetti
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backlighteye
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MessaggioInviato: Ven 24 Set, 2010 1:31 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

1° cosa che m'è venuta in mente: IKEA (quel blu è molto evocativo)

2° cosa che m'è venuta in mente: un uomo "PACMAN"....un pac"MAN"!

3° cosa che m'è venuta in mente: un ranocchio....le mani che spuntano ai lati del contenitore sembrano gli occhi dell'animale.

Semplice ed efficace anche se, purtroppo, la mano che spunta sulla destra sporca la composizione e non mi fornisce alcuno spunto/supporto alle suddette (e molto personali) interpretazione di quest'immagine...la trovo semplicemente di troppo.

Tutto qua.

Ciao.
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belgarath
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Iscritto: 21 Feb 2007
Messaggi: 12965

MessaggioInviato: Ven 24 Set, 2010 4:48 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ti ringrazio, in effetti è proprio l'Ikea.
La terza mano per me è importante.. ma presentarla in critica mi serve proprio a ricevere feedback in tal senso Smile

Ciao

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Liliana R.
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Iscritto: 06 Dic 2006
Messaggi: 22446
Località: Roma

MessaggioInviato: Ven 24 Set, 2010 7:58 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Criptico ma per me molto chiaro. Mi piace. Ciao
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mosson
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MessaggioInviato: Ven 24 Set, 2010 8:12 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

bellissimo questo scatto.....quelli che piacciono a me ..ma che non riesco mai a beccare. ottimo colpo d'occhio. Ciao Giovanni Wink
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belgarath
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Iscritto: 21 Feb 2007
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MessaggioInviato: Sab 25 Set, 2010 10:28 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Molte grazie Liliana e Giovanni Smile
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Ueda
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Iscritto: 13 Dic 2007
Messaggi: 6444

MessaggioInviato: Sab 25 Set, 2010 11:36 am    Oggetto: Rispondi con citazione

La composizione è decisamente buona, un connubio di linee verticali e diagonali, che creano un'ottimo equilibrio visivo.
Quella mano anch'io faccio fatica a leggerla, mi riporta solo a una dimensione più reale, una scala mobile e la direzione di marcia destra/sinistra
il contenuto si mostra un pò in sordina, bisogna ragionarci un pò su
il protagonista, più l'osservo e più prende le forme di un cartone animato,
un tipo eccentrico, buffo e nello stesso tempo pauroso
funziona, perché lascia nell'osservatore quella sensazione di curiosità,
voto anch'io per il pac-man (anche se inizialmente, d'impulso mi ha fatto pensare a sponge ball)

Wink
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alxcoghe
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MessaggioInviato: Sab 25 Set, 2010 1:06 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

A me lo scatto piace e pure tanto. Trovo la composizione davvero rigorosa e molto efficace e la scena abbastanza surreale. Non riesco a dare una lettura che giustifichi l'importanza della mano belgarath, se non quella che tagliandola ti ritroveresti un compo eccessivamente sbilanciata e troppo stretta a destra. Ma la manina c'era ed è giusto che rimanga.
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caracol
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MessaggioInviato: Dom 26 Set, 2010 9:54 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

A me non arriva, nè pacman nè ranocchio, e i bianchi bucano. Crying or Very sad
Leggo però la mano a dx in relazione alle etichette sul coperchio, che sembrano una stilizzata.
Smile
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belgarath
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MessaggioInviato: Lun 27 Set, 2010 9:31 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Grazie Ueda, Alex e caracol Smile

Vi racconto in breve come è nato questo scatto. In prima battuta la mia attenzione è stata attirata dall'enorme contenitore, che spiccava sullo sfondo blu e che apriva le consuete possibilità di creazione di una entità antropomorfa aliena. Poi mi sono concentrato sulle mani, anch'esse ben illuminate.. e quindi, probabilmente suggestionato dal posto dove mi trovavo (Ikea), mi è venuto in mente uno dei monologhi di Fight club, relativi al possesso delle cose materiali. Quindi possesso-prendere-mani che prendono qualcosa. In seconda battuta, uomini che si manifestano (e quindi interagiscono col mondo) solo tramite le loro mani.
Queste le intenzioni.. a voi grazie per avermi dato un riscontro su come il tutto possa funzionare.

Ciao

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surgeon
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Iscritto: 20 Lug 2008
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MessaggioInviato: Lun 27 Set, 2010 10:55 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Salto completamente l'identificazione concettuale di ciò che è rappresentato, ed arrivo al "come". E' stata usata una ripresa tele con una decisa inclinazione dal basso verso l'alto e lievemente da destra. Questa ha permesso di sovrapporre completamente la grande scatola bianca con l'estremità superiore dell'uomo. L'inquadratura verticale presenta altre due peculiarità: una mano che affaccia decisa dal margine destro del frame ed un'occlusione visiva dei piedi dell'uomo data dalla struttura della scale. Il contesto elegante intorno a questi elementi risulta funzionale con l’idea di partenza. Iniziamo dal primo tipo di occlusione, quella fra scatola bianca e uomo cercata volontariamente al fine di ottenere la trasformazione metamorfica: si realizza il collegamento dei contorni ma non la continuità delle forme in maniera perfetta. La saldatura visiva soffre della presenza di uno spessore percepibile della grande scatola bianca, ben visibile nella sua proiezione assonometrica (di cui l'inclinazione e il punto di vista scelto ne sono responsabili) e che si riconosce anteriore al corpo dell'uomo. La sfalzatura dei due corrimano della scala, e l'utilizzo come appoggio per la grande scatola, del più anteriore di questi, rafforza ulteriormente il concetto. La diversa cromia delle singole unità, che tende ad avvicinare l'unità più chiara e allontanare quella scura contribuisce anch'essa a restituire il sapore di verità, allontanando l' ideale parola-macedonia. Come se la temperatura o la pressione di questa saldatura visiva non permettessero l'esatto punto di fusione della nuova ed originalissima realtà intuita. La seconda occlusione, quella della mano a destra è responsabile di un fuori campo piuttosto marcato. Come non immaginare l'uomo che gli appartiene? La forza mentale dell'articio è notevole, sbilanciando la composizione senza un significato fruibile, diluendo la potenziale intuizione. Non è una singola mano in gioco nell'inquadratura e una possibile relazione con le altre due ben visibili ma uno spazio-off a cui la ginnastica neuronale deve dare una risposta. La relazione fra le mani seppur possibile presenta il minor grado di congruità interpretativa: poiche non sono solo queste porzioni umane in gioco ci sono anche altri tre "pezzi" della stessa pasta iconica rappresentati dagli arti inferiori amputati dell'uomo ed un avambraccio sinistro. No reframing no party Very Happy
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belgarath
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Iscritto: 21 Feb 2007
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MessaggioInviato: Mar 28 Set, 2010 1:48 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Grazie surgeon Smile
fine modo utente della sezione critica

inizio modo vecchia cariatide nonchè buon padre di sezione Very Happy
Dopo la doverosa premessa che accetto di buon grado il risultato della tua analisi critica, devo dire che mi lascia un po' perplesso la scomposizione rigida che hai usato per arrivarci.
Questa immagine non vuole mostrare nè una (sola) trasformazione metamorfica nè una (sola) smaterializzazione-reframing con le mani come protagoniste. Ci sono quelle caratteristiche, vero, ma nessuna dichiaratamente privilegiata: già il fatto che siano due, presenti contemporaneamente ed in aperta violazione all'essenzialità che sappiamo essere opportuna per questo tipo di operazioni (ciascuna singolarmente), dovrebbe far scattare un campanello. Lo dico più in generale che per questa immagine: attenzione. Non dimenticare mai che ci sono scene che vanno valutate approcciandole come rappresentazione globale della realtà che ha al suo interno elementi diversi, non come manifestazione univoca di questi elementi.
Poi può essere più o meno riuscita, ma dev'essere l'immagine nel complesso a stabilirlo, mai il modo in cui la approcciamo e sezioniamo. Perchè l'immagine (sempre, non solo questa mia) è un frammento di realtà che va al di là della somma dei suoi elementi, ha un prima, un durante e un dopo che vanno sempre considerati... e i suoi pregi (ed anche i suoi difetti) si possono trovare in uno qualunque dei tre momenti.
Fotograficamente e criticamente ti direi di chiudere il diaframma: troppo poca pdc rende benissimo il focus ma sfoca il contorno... e a volte il cuore e l'anima dello scatto non stanno in un punto preciso.

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_NN_
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MessaggioInviato: Mar 28 Set, 2010 11:08 am    Oggetto: Rispondi con citazione

io ho letto i vostri due ultimi commenti e mi è venuto il mal di testa .. Very Happy

sarà che sto fuori dal giro da un po', ma mi sembra na roba troooooppo complicata e lo dico nonostante io ami, in genere, la complessità delle cose.

il vero è, secondo me, che qui a Belga gli si sono accese le antennine quando ha visto la scena insolita (è l'insolito a stimolare) ed ha cercato di comporla al meglio sfruttando la geometria dello sfondo. La mano per me ci è finita per caso in fase di scatto ed è stata correttamente lasciata lì dove si trovava. Se non è così, l'amico Belga è molto più lucido di me quando scatto perchè stava seguendo un preciso filo conduttore narrativo. La mano io avrei avuto la tentazione istintivamente di non includerla.

scatto simpatico per me Wink
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belgarath
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Iscritto: 21 Feb 2007
Messaggi: 12965

MessaggioInviato: Mar 28 Set, 2010 11:51 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Grazie Salvatore per la lettura. Per la mano se fosse stato un "cogli l'attimo" sicuramente non avrei avuto la lucidità di costruire la storiella, ma trattandosi di due persone ferme su una scala mobile piuttosto lunga, ho avuto il tempo di considerare per bene la faccenda. Più che altro il percorso è stato:
- toh, "alieno" che si materializza
- porca zozza, sono lontano e c'è l'altra persona che mi impalla l'inquadratura
- uhm.. però quella mano... e pure dell'altro si vedono le mani...idea...
- dai, scatto e vediamo come esce il tutto
Very Happy

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surgeon
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Iscritto: 20 Lug 2008
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MessaggioInviato: Mar 28 Set, 2010 10:57 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Citazione:
Non dimenticare mai che ci sono scene che vanno valutate approcciandole come rappresentazione globale della realtà che ha al suo interno elementi diversi, non come manifestazione univoca di questi elementi. Poi può essere più o meno riuscita, ma dev'essere l'immagine nel complesso a stabilirlo, mai il modo in cui la approcciamo e sezioniamo. Perchè l'immagine (sempre, non solo questa mia) è un frammento di realtà che va al di là della somma dei suoi elementi


Di questo non vi è dubbio.

L’approccio metodico, rigido, da vivisezione, che ho adottato non è in contrasto con l’analisi dell’immagine in generale e non snatura la rappresentazione globale dell’immagine in esame. E il vecchio metodo del cosa-come e perché sempre utilizzato.


Ripartiamo dalla lettura dell’informazione materiale relativa all’immagine di Belgarath. Per quanto riguarda l’identificazione concettuale di ciò che è rappresentato nell’immagine e che avevo saltato per sintesi, vede la presenza di: un uomo, in pantaloni corti che trasporta una grande scatola con rotelle (apparentemente vuota con il coperchio dritto al suo interno, dove rimane attaccata un’etichetta); una porzione di scala con andamento ascendente da sinistra verso destra (potrei azzardare che si tratti di una scala mobile senza però avere dei riscontri oggettivi) delimitata da due pareti trasparenti sui quali sono presenti dei riflessi; una mano di uomo, appoggiata ad un corrimano della scala stessa. Ripetiamo velocemente il “come” viene rappresentata: l’autore scatta da lontano mediante una focale tele, con un tempo breve per congelare le posture, con una decisa angolazione dal basso verso l'alto e lievemente da destra. Questa ha permesso di riprendere l’uomo non frontalmente, e di sovrapporre completamente la grande scatola bianca con l'estremità superiore dell'uomo. L'inquadratura verticale presenta altre due peculiarità: una mano che affaccia decisa dal margine destro del frame ed un'occlusione visiva dei piedi dell'uomo, data dalla struttura inferiore della scale. Il contesto di ciò che è rappresentato consiste di uno sfondo architettonico con un ritmo regolare di linee verticali che vanno a dialogare con le diagonali della scala. Si viene a creare una geometria evidente enfatizzata anche dai colori all’interno della quale vengono presentati i precedenti elementi. Il colore riveste un ruolo determinante ponendo enfasi sulla scatola bianca vuota e sullo sfondo blù architettonico. Qual è il significato di quanto ho identificato concettualmente? Il “perché” di questo “cosa” detto in un certo “come”? Il motore dello scatto potrebbe essere stato quello della ricerca dell’insolito, dello scarto dall’ordinario: la creazione di un essere antropomorfo che ben si contestualizzerebbe sullo sfondo geometrico, mediante la fusione di due entità segniche (la grande scatola e l’uomo con i pantaloni corti). Se l’incipit era quello non si vede il perché l’autore volesse includere volontariamente (il campanello d'allarme aveva già suonato dopo qualche decimo di secondo..era sottointeso e scontato questo..) una mano al bordo estremo del fotogramma. Non vi è dubbio che questa rappresenta quindi un altro elemento essenziale che l’autore ha incluso coscientemente per poter comunicare un messaggio specifico. Che relazione assume, se l’assume, con gli altri elementi della composizione? Innanzitutto questa non rimane un’entità a se stante ma produce un fuori-campo che stimola mentalmente l’osservatore a dare un corpo umano, quindi assume una valenza metonimica, di richiamo, evidente. Un uomo di cui conosciamo solo la mano e che sappiamo “appoggiata” sul corrimano della scala. Potrebbe essere un uomo qualunque, è l’emblema di un uomo. Questa mano appoggiata alla scala, molto probabilmente per cercare un equilibrio posturale di quest’uomo immaginato, durante la salita o la discesa (non lo sappiamo, anche se la lettura occidentale opterebbe per una salita), costituisce un elemento segnico che si ripete nella composizione: ne abbiamo altre due che tengono saldamente la grande scatola, una delle quali ha anche un avambraccio visibile. Anche queste due mani appartengono ad un uomo sconosciuto che potrebbe essere chiunque. Quindi abbiamo una mano appoggiata ad un corrimano per aiutare un corpo immaginario nel suo equilibrio e altre due per “afferrare” e trattenere un oggetto di grandi dimensioni, evitare che cada durante il percorso della scala. C'è un minimo denominatore comune? Forse si: sono alcune delle numerose funzioni che permettono le mani dell'uomo. Ci sono altre possibili relazioni con altri elementi della composizione? Si potrebbe mettere in relazione la mano a bordo fotogramma con tutti gli altri pezzi umani presenti: due porzioni di gambe senza piedi e le precedenti mani con annesso avambraccio. Ne risulta qualcosa di significativo? A me non riesce. Il contesto geometrico in questo caso può aggiungere informazioni a questa ipotesi di relazione? Non mi sembra. La visibilità di queste mani o di queste porzioni umane, in termini di luce, proporzioni ,assetto, è tale da prevalere a quella creata dalla grande scatola bianca ( che appare ai limiti della sovraesposizione)? Non mi risulta. In conclusione si rimane in stallo: abbiamo un “tentativo” (ho spiegato nel mio precedente commento il motivo visivo della sua non perfetta riuscita) di produzione di una figura antropomorfa, certamente interessante, in antagonismo con il potenziale metonimico e le labili relazioni visive di una mano tagliata, entrambi frutto di una sottile retorica visiva, ma non autosufficienti. Tu affermi che “nessuna di queste due ipotesi è privilegiata”: dici proprio bene. Come quando al ristorante ti portano il piatto “mare e monti”: ti attira l’occhio ma poi dopo che lo hai finito non rimani pienamente soddisfatto, e avresti preferito quello solo di mare.. Ho atteso a darne una lettura volutamente da “vivisezione” per non influenzare eventuali letture. Poi, sicuro che tu gradissi un esame anatomopatologico, ho fatto una dissezione veloce. Ho subito pensato che dietro allo scatto ci fossero quelle che io chiamo “conoscenze previe” al cui livello l’autore ha posto la sua “cosa” e indispensabili per poter integrare il testo visivo. Per conoscenze previe intendo: come facevo a sapere che si tratta di IKEA? Si poteva intuire da una tua precedente fotografia in galleria ma non sarebbe stata comunque probante ( il testo non lo dice oggettivamente). Inoltre: come facciamo a sapere che in quel momento ti è tornato in mente il ricordo del monologo di Fight Club, quello poi specifico relativo al possesso delle cose materiali? Ma anche se per assurdo si potesse risalire ai pensieri prima dello scatto e ipoteticamente ce ne fornivi le traccie con l’ancoraggio di un titolo o l’utilizzo di una didascalia, al fine di aiutare l'osservatore a coglierne il senso specifico originario, il tuo concetto “possesso-prendere-mani che prendono qualcosa" non è oggettivo: le mani ci sono ma non hanno funzione visiva di “possesso”_: una mano, quella a bordo fotogramma verosimilmente “si appoggia” per cercare un equilibrio e una stabilità posturale su quella scala che sembra tanto mobile, mentre le altre due hanno la funzione visiva di "sorreggere", "sostenere", una grossa scatola per evitare che cada durante il tragitto di trasporto su questa scala. Quindi niente che possa far interpretare le loro funzioni come “possesso di cose materiali”, detenzione, proprietà, etc. Quelle mani che tengono la scatola potrebbero essere non del suo proprietario (inteso nel termine proprio del possesso) ma di una persona qualunque che riporta la scatola (forse vuota, senza beni da possedere, visto che ha il coperchio alzato) nei magazzini, oppure la sta trasportando ad un’altra persona che l’aspetta ai parcheggi in basso. Solo per fare qualche esempio. Il concetto di “possesso-prendere-mani” non esce univoco come messaggio dal testo visivo ma presenta una bassa congruità interpretativa. Anche il messaggio originalissimo “di uomini che si manifestano col mondo solo tramite le loro mani” non è oggettivo nel testo: ci sono anche selezionate gambe, ginocchia, avambracci. D’accordo, si può obiettare che non sono in evidenza come le mani (torniamo ai fattori di luce e visibilità menzionati) ma allora lo sono sempre meno di quella grande scatola bianca che abbiamo visto attivare enzimaticamente un Pac Man, uno Sponge Ball, o trovare addirittura un’analogia con la scritta dell’etichetta (menzionata nella fase di identificazone concettuale) sul coperchio dritto della scatola. Ho pensato anche ad un possibile ruolo dei riflessi che avevo citato nella prima fase di identificazione concettuale della “cosa” rappresentata ma non mi ha portato a niente. Conosciamo entrambi la "forma mentis” del fotografo di strada, forse più te vecchia cariatide: quando guardiamo una fotografia street dobbiamo riflettere che quella che vediamo è soprattutto un’ immagine mentale. Questo piano mentale della fotografia può coincidere con il piano puramente descrittivo (quello cioè che la fotografia rappresenta ) ma che non sempre lo riflette (la vivisezione serve a questo). Questo piano mentale arricchisce le nostre percezioni del piano descrittivo. La genesi di questo piano mentale deriva da come il fotografo ha organizzato mentalmente la sua immagine. Abbastanza spesso quando scattiamo delle fotografie street seguiamo dei “modelli mentali” che sono il risultato degli stimoli dati dall’intuito, dai condizionamenti (tanti del Web) e soprattutto dalla nostra comprensione e interpretazione della realtà. Da una parte , il modello può essere rigido e fossilizzato, limitato dall’accumularsi dei condizionamenti: un fotografo riconosce solo i soggetti che si adattano bene a quel modello. Ma sappiamo anche che un modello può essere flessibile, e può recepire e adattarsi a nuove percezioni. Per la maggior parte dei fotografi, questi modelli operano a livello inconscio. Tuttavia il fotografo può rendere manifesto il modello e porre quest’ultimo, così come il piano mentale dell’istantanea, sotto il proprio controllo, la propria consapevolezza. Quando scattiamo una fotografia, le percezioni alimentano il nostro modello mentale. Il nostro modello si adatta per fare posto alle percezioni (il che conduce a cambiare le nostre decisioni sulla fotografia). Questo cambiamento del modello a sua volta trasforma le nostre percezioni e così via. E’ un processo dinamico auto-modificante; un feedback- loop. E’ una complessa, continua, spontanea interazione fra l’osservazione, la comprensione, l’immaginazione e l’intenzione. Se ti ricordi bene ne abbiamo parlato durante le nostre chiacchierate virtuali.
Citazione:
Più che altro il percorso è stato:
- toh, "alieno" che si materializza
- porca zozza, sono lontano e c'è l'altra persona che mi impalla l'inquadratura
- uhm.. però quella mano... e pure dell'altro si vedono le mani...idea...
- dai, scatto e vediamo come esce il tutto

Questo “cambio di decisione” si rileva bene dal testo visivo in esame che però non riesce ad auto- completarsi, a prendere una decisione.

Rimane comunque un’ottimo sintomo. Wink

Ps. non essere perplesso: lo sai che mi piace essere chirurgico Very Happy
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fast2
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MessaggioInviato: Mar 28 Set, 2010 11:08 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Sinceramente non la trovo interessante. Ci fosse stato stampato un qualcosa su quella bianca bacinella...imho Wink
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belgarath
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MessaggioInviato: Mar 28 Set, 2010 11:32 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Surgeon, non fraintendermi: non volevo certo che si cogliesse l'Ikea, Fight club e altro. E mi sta bene che il piatto mari e monti non sia gradito. Però quello che intendevo è che per me non si può giudicare un mari e monti solo dall'esame dei frutti di mare e dei funghi. Ci sono cose che a mio avviso con un'analisi come la tua corrono il rischio di andare perse o sottovalutate (ripeto, non parlo di questa foto ora).. cose che stanno ai margini di quello che analizzi e che appartengono più alla sfera medica (nel senso di medicina generale) che a quella chirurgica.
Comunque un buon chirurgo non lo disprezzo certo, al giorno d'oggi Wink

fast2 ha scritto:
Sinceramente non la trovo interessante

Non avevo dubbi Very Happy

fast2 ha scritto:
Ci fosse stato stampato un qualcosa su quella bianca bacinella...imho

Sarebbe stato peggio, credo.
Perchè in quel caso il soggetto sarebbe stato inequivocabilmente l'alieno, e la mano sarebbe diventata ancora più d'intralcio, sarebbe stata ancora più una foto a un soggetto che andava ripreso diversamente. A meno di non trovare miracolosamente un richiamo alle mani stesse.. ma allora sarebbe stata veramente una grazia divina Angelo

---

Insomma, mi par di capire che i piatti elaborati non sono graditi quasi mai.. meglio du' spaghi ajo e ojo, semplici e genuini. Ok Wink

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