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Oggetto: Street.. senza l'uomo. Rispondi con citazione
Autore: ZioMauri29 :: Inviato: Lun 23 Nov, 2009 5:56 pm
Presenza umana simbolica

Iniziamo la nostra passeggiata virtuale con degli esempi concreti: le fotografie proposte di seguito, presentano scenari quanto mai diversi, e il loro comune denominatore è proprio l’assenza fisica dell’uomo ma la presenza di elementi che lo simboleggiano.


Aviofobia: di Surgeon
La prima fotografia è stata realizzata dall’autore in maniera casuale. Durante una semplice uscita fotografica per eseguire un reportage su altri temi, la sua attenzione si è soffermata su di un cartello stradale che raffigura un uomo stilizzato in caduta, elemento che evoca e rimanda all’uomo e alla sua azione. Siamo infatti vicino ad un vecchio crocevia per gli scambi ferroviari, in cui vi è effettivamente il pericolo indicato. Alzando lo sguardo verso il cielo, dove, in quel preciso istante, stavano passando due aerei ad alta quota, disegnando le loro scie, l’autore modifica il sistema fotografo-soggetto, seleziona alcuni particolari stimoli visivi e li ri-struttura contestualizzandoli e mettendoli in relazione fra loro. Un tipico esempio di re- interpretazione della realtà.


Questa foto rappresenta un altro esempio di ri-contestualizzazione della realtà. Durante una normale passeggiata l’autore concentra la sua attenzione su determinati elementi. Abbassando lo sguardo, seleziona un preciso segno stradale di “carico e scarico merci” dipinto in giallo sull’asfalto, simbolo che ricorda l’uomo ed il suo agire. Parte del segno è ricoperta da scatole di cartone che si trovano casualmente sui tratti disegnati del montante stilizzato del segno. L’autore confeziona il suo fotogramma scegliendo questi pochi elementi, organizzandoli nel fotogramma con l’ausilio di una specifica inquadratura rendendoli autosufficienti e capaci di per sé a sostenere l’interpretazione gustosa dell’intera scena, senza la necessità di un titolo. Un’altra ri-strutturazione della percezione visiva.

senza titolo: di Salvatore Carrozzini



Mala tempora: di Belgarath
Anche in questo terzo esempio l’autore ha utilizzato esperienza e tecnica per scegliere determinati elementi visivi in un contesto ben preciso che, per sua stessa affermazione, era ricchissimo di altri input visivi; questi ultimi se fotografati nel loro insieme avrebbero impressionato la scena banale di una baracca, caotica e soprattutto priva di un contenuto ben preciso. Qui invece abbiamo il disegno stilizzato di un uomo che richiama in maniera lampante l’essere umano e sullo sfondo delle macchie di colore che diventano una rappresentazione della pioggia. La scelta di questi precisi elementi seguita dalla loro organizzazione mediante la composizione ha reso possibile l’espressione di un contenuto molto originale e non immediatamente visibile.


L’autore dello scatto durante una passeggiata urbana viene attratto da una parte di imballaggio di cartone ed una macchia di sporco. Dalla scelta dell’inquadratura, che forza la lettura in direzione basso-alto, possiamo dedurre la volontà del fotografo di fornire una sua chiave interpretativa degli elementi ritratti. L’ancoraggio fra titolo (testo verbale associato alla fotografia) e nuovo contesto (visivo) creato non deve essere fondamentale per comprendere la denotazione del testo visivo ma serve unicamente per controllare il livello connotativo cioè le possibili interpretazioni di quella specifica immagine, lasciando un aiuto , un indizio. In questo caso il titolo “ambientalista” è lo strumento con cui l’autore controlla l’interpretazione della propria fotografia, suggerendo quella voluta ed escludendo tutte le altre possibili. Ecco che il cartone si trasforma nel viso indignato di un uomo (con tanto di occhi e bocca) di fronte al risultato dell’inciviltà (residui di sporco). Questo meccanismo ha un nome preciso, mutuato dal contesto anglofono: reframing.

L'ambientalista: di ankelitonero
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