IlluminazioneCon i ritratti in esterni si tratta, ovviamente, sapere gestire e controllare la luce naturale ed il suo carattere di imprevedibilità. Il piacere nei ritratti in esterni è sopratutto quello di liberarsi dell’uso flash (tranne che in certi casi come il controluce) e sfruttare le potenzialità della luce del sole per ottenere immagini spontanee, immediate ed incredibilmente naturali.
Avere a che fare con la luce del sole significa avere però consapevolezza del suo carattere principale ossia (al di là delle imprevedibili condizioni climatiche) la sua mutevolezza nel corso della giornata sia in termini di intensità che di valori cromatici.
Cosa questa che si traduce chiaramente in problemi da risolvere da un lato ma anche di enorme possibilità in termini creativi per il fotografo, dall’altro. Le migliori ore del giorno per fare delle sessioni in esterni sono quelle del
primo mattino e del
tardo pomeriggio: diciamo approssimativamente tra le 5,30 e le 11:00 quando la luce è più bianca e le 16:30 ed il tramonto, quando la luce è più rossiccia. E’ in queste ore del giorno che il sole è basso e la luce dei suoi raggi è più dolce e morbida, garantendo rese in termini chiaroscurali senza contrasti eccessivi. Condizioni
difficili da gestire sono invece quelle in cui
il sole è alto e la luce risulta dura e particolarmente aspra e soprattutto ingenerosa nel disegnare antiestetiche ombre portate sulla pelle dei nostri modelli.
Detto in altri termini: fotografare con il sole a picco è la peggiore delle condizioni a causa delle forti ombre portate che si creano sotto gli occhi ed il mento. Al contrario, risultati decisamente migliori si ottengono quando le nuvole ci danno una mano nel regalarci una luce morbida e diffusa:
un cielo coperto è il migliore diffusore che esista.
Quando la luce è troppo forte basterebbe spostare il nostro modello all’ombra di un albero, di un muro bianco, o intervenire con l’uso di pannelli diffusori che consentano di addolcire i raggi del sole smorzando l’impatto della luce sul soggetti e rendendo più morbido l’impaginato chiaroscurale.
Posizioniamo il soggetto angolato rispetto ai raggi del sole così da mantenere una buona illuminazione ma anche
evitare che tenda istintivamente a strizzare gli occhi. E’ necessario però, soprattutto quando la luce del sole è più intensa e più forte è la resa del chiaroscuro, riverberare una certa quantità di luce sul soggetto con l’uso dei pannelli riflettenti.
Il riflettore, posizionato chiaramente dalla parte opposta alla zona illuminata,
è indispensabile per schiarire le ombre e rendere l’illuminazione più omogenea. Ricordiamoci di valutare l’esposizione sulla parte più illuminata del viso come le guance o la fronte. Ma non dimentichiamo che un bel riflettore dorato è l’ideale a “scaldare” la luce quando questa è scarsa.
Anche all’esterno e sotto il sole il flash può rivelarsi di grande utilità nel ampliare la latidutine di esposizione e cogliere in altri termini i maggiori dettagli sia nelle zone più in ombra che in quelle più illuminate.
Ci riferiamo all’uso del così detto flash di riempimento, che ci consente di ottenere un buon bilanciamento in termini di esposizione tra il soggetto in primo piano e lo sfondo, quando il nostro modello è colto in controluce.
Sostanzialmente il trucco sta nel calcolare l’esposizione con una lettura spot sulla zona più scura dello sfondo luminoso, lasciando che il lampo del flash illumini il soggetto in primo piano. Attenzione però che il lampo non risulti troppo violento. Uno degli errori principali è quello di creare una discrepanza eccessiva tra il soggetto fin troppo illuminato e lo sfondo, che porta a risultati artificiosi. Si deve imparare a compensare il flash manualmente, riducendo cioè l’impatto del lampo, in modo da pervenire a risultati più naturali e quindi anche più credibili.
Un cenno meritano poi quei filtri che aiutano in un maggiore controllo della luce: i filtri grigi neutri ad esempio che bloccano la luce troppo forte; i filtri graduati che aiutano nel riequilibrare l’esposizione tra il primo piano ed il cielo; il filtro polarizzatore i cui benefici non potranno essere eguagliati da nessun tipo di fotoritocco e che si rivela indispensabile nel minimizzare i riflessi (ma non quelli delle superfici metalliche).