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Oggetto: La tecnica del ritratto - L'inquadratura Rispondi con citazione
Autore: ZioMauri29 :: Inviato: Mer 29 Apr, 2009 11:46 am
Mezzo busto o Piano Medio e Piano Americano: Rispetto al primo piano nel “mezzo busto” e nel “piano americano” l’inquadratura si allarga a coinvolgere il corpo del soggetto: dalla vita in su nel caso del primo e dalla coscia in su nel caso del secondo.
Quel che rende profondamente diversi questi generi del ritratto è che se nei due casi precedenti tutta l’attenzione è focalizzata sul viso e la sua espressione, nel caso del ritratto a mezza figura interviene anche il corpo a determinare l’espressività del soggetto. Il volto resta la parte capitale del ritratto, ma qui entrano in gioco la movenza del corpo, il suo atteggiamento, la gestualità delle mani (attenzione a non tagliarle via dall’inquadratura), come elementi attraverso cui si veicola l’identità del soggetto e la sua interiorità.


Regola numero uno: tenere sempre la macchina pulita” di LorenzaF (fig.13): la nitida orizzontale del piano d’appoggio è sfruttata per definire il taglio di un ‘mezzo busto’, appena sopra la vita del piccolo. Il taglio è quadrato e l’inquadratura si fa ampia. La scelta vincente è quella di sbilanciare la figura di lato quasi a distribuire le masse dei chiaroscuri ai lati della diagonale. Sbilanciamento anche della tavolozza chiaroscurale quindi, che imprime una efficace tensione dinamica alla composizione. Ancora di più si allarga l’inquadratura in “Valentina III” di Valentina Cassano, nickname: Val, (fig. 14) ad assumere il carattere di un così detto ‘piano americano’. Il respiro ampio dell’inquadratura relega nell’ombra i lineamenti del viso che restano celati ed inafferrabili, e si fa complice di un gioco di “seduzione consapevole e distaccata”. Affascina cioè il gioco di questa corporeità che pare mostrarsi e negarsi insieme, indugiando nelle flessuosità concavo convesse di una spirale barocca. Non a caso la composizione s’affida a tagli violenti: in alto e in basso, i due tagli rendono il flesso del corpo simmetrico rispetto all’asse orizzontale del fotogramma e, comprimendolo, ne esaltano il movimento. Interessante il diverso “uso” nei due scatti dello sfondo. In quello di LorenzaF lo sfondo “figurativamente” muto isola e fa staccare il soggetto, nel self di Val il gioco tessiturale dello sfondo damascato, complici le cromie calde di aranci e bruno dorati, si fa partecipe del fascino seduttivo di quell’atmosfera.


Proprio perché l’inquadratura si fa più ampia, dobbiamo fare particolare attenzione al rapporto figura/sfondo. Il discorso si farà ancora più determinante nel caso della figura intera, ma già qui si può cominciare a parlare di ritratto ambientato. La figuratività dello sfondo si fa cioè “scenario” all’interno del quale si muove il soggetto e diviene parte integrante del contenuto dello scatto perché caratterizzante o comunque strettamente connesso con il soggetto stesso.
Quando questa connessione non sussiste è invece importante che lo sfondo risulti il più possibile semplice e privo di quegli elementi di disturbo tali da interagire negativamente con la figuratività del ritratto.


In “Ritratto – Autunno” di Alessandro Rotta, nickname: Ale260382, (fig. 15) la composizione stabilisce un rapporto simbiotico tra la figura e lo sfondo. E’ uno di quei casi in cui lo sfondo è cioè parte del contenuto del ritratto e quindi imprescindibile nella sua valenza figurativa. La ragazza è distesa su un tappeto variegato dal disegno dell’arabesco di foglie che se da un lato completa per cromie e figuratività il racconto “autunnale”, dall’altro crea una piacevole texture che fa staccare la figura. Diverso è il caso dell’incantevole “Shila” di Aldo Feroce (fig. 16). Qui il ritratto dall’inqudratura, ampia a cogliere la posa spontanea della piccola, si condensa tutto nell’espressione curiosa e divertita di quegli occhi attenti sopra un sorriso appena accennato. Qui nulla deve turbare l’intensità e la dolcezza di quel viso e lo sfondo “arretra”, diluisce l’esuberanza figurativa in un piacevole sfocato che vale comunque a garantire profondità alla scena. La composizione è curata all’interno del campo quadrato, con il busto di Shila sbilanciato sulla sinistra: le masse sono distribuite al di qua della diagonale, lungo la quale si disegna il flesso del braccio che guida il nostro sguardo verso il sorriso quasi beffardo e l’espressione intensa degli occhi.
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