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barbarella utente

Iscritto: 05 Feb 2007 Messaggi: 325
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Inviato: Mer 04 Apr, 2007 3:15 am Oggetto: "En Attendant Godot"(aspettando godot) |
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spunto preso dall'opera teatrale del "maestro" Samuel Backett |
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barbarella utente

Iscritto: 05 Feb 2007 Messaggi: 325
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Inviato: Mer 04 Apr, 2007 3:26 am Oggetto: nota |
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Aspettando Godot (in francese "En Attendant Godot", in inglese "Waiting for Godot") è la più famosa opera teatrale di Samuel Beckett, e quella che ha inaugurato il cosiddetto "teatro dell'assurdo", dominato dalla credenza che la vita dell'uomo sia senza senso e senza scopo, e dall'incomunicabilità fra gli esseri umani.
In "Aspettando Godot" si riscontrano pienamente questi due fattori, in quanto l'opera venne scritta in lingua francese nel 1952, cioè all'inizio dell'epoca post-atomica, nel momento in cui l'uomo si stava rendendo conto che vi erano possibilità di distruzione dell'umanità intera; ed è da questa consapevolezza che nasce il teatro dell'assurdo. Solo due anni dopo, nel 1954, Beckett - autore irlandese di nascita - tradusse l'opera in inglese. |
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Cold utente

Iscritto: 28 Nov 2006 Messaggi: 88 Località: Bxl
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Inviato: Mer 04 Apr, 2007 5:23 am Oggetto: |
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ciao barbarella,
nonostante abbia guardato e riguardato questa tua foto non trovo il nesso con "Aspettando Godot". Sarà che non ho dormito per niente sta notte e che sono stanco ma prorpio non lo vedo...perdonami. Illuminami!!
Cio' non toglie che sia un bello scatto e spero poter leggere commenti tecnici da gente esperta.
P.S. complimenti per la galleria |
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Maurizio Rugiero utente attivo

Iscritto: 17 Gen 2007 Messaggi: 20927
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Inviato: Mer 04 Apr, 2007 5:56 am Oggetto: |
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_NN_ non più registrato

Iscritto: 04 Giu 2006 Messaggi: 7318
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Inviato: Mer 04 Apr, 2007 7:45 am Oggetto: |
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Premettendo che le vicende di Vladimir, Estragon e compagnia bella le gustai diversi anni fa, leggendo l'opera in lingua originale, non riesco a trovare un legame esplicito tra la foto ed il lavoro di Becket, anche perchè, se la memoria non mi inganna, lo scena principale si svolgeva nei pressi di un albero in una strada di campagna. Forse all'opera ci volevi arrivare facendo leva sull'incomunicabilità tra gli esseri umani che potrebbe essere rappresentata dai due gruppi di figure antropomorfe che popolano la scena.
Eliminando qualsiasi legame con il titolo, come poi è giusto fare, la foto e caratterizzata dalla presenza per certi versi "equivoca" delle figure coperte dal mantello bianco. Non si comprende immediatamente cosa esse sono e questo potrebbe anche essere un elemento che consente la libera interpretazione del fotogramma; a spezzare l'atmosfera di "mistero" però intervengono i due tavoli in primo piano, i pali che sbucano sotto i mantelli (che rivelano la vera natura di queste sagome, che altro non sono che degli ombrelloni piegati) e la parabola sul tetto (questa la clonerei senza remore). Per il resto esiste una discreta simmetria tra le figure collocate ai due bordi della scena ed i camini delle case, che aiuta a dare armonia alla composizione.
In conclusione lo trovo un po' troppo criptico come fotogramma, anche per chi Becket lo conosce; a meno che tu non abbia voluto catturare il nonsense dell'opera dell'autore con una scena che racconta proprio il nonsense. Altra interpretazione: si attende qualcuno (o qualcosa) che non arriverà mai (come fanno i protagonisti dell'opera di Becket), aspettando al tavolo vuoto (ma anche qui siamo nel terreno della più totale soggettività dell'interpretazione).
Mi scuso per il commento che forse risulta un po' troppo articolato, sarà stato l'influsso di Becket che ha contagiato anche me ...  |
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Cold utente

Iscritto: 28 Nov 2006 Messaggi: 88 Località: Bxl
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Inviato: Mer 04 Apr, 2007 8:08 am Oggetto: |
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pocket ha scritto: | Premettendo che le vicende di Vladimir, Estragon e compagnia bella le gustai diversi anni fa, leggendo l'opera in lingua originale, non riesco a trovare un legame esplicito tra la foto ed il lavoro di Becket, anche perchè, se la memoria non mi inganna, lo scena principale si svolgeva nei pressi di un albero in una strada di campagna. Forse all'opera ci volevi arrivare facendo leva sull'incomunicabilità tra gli esseri umani che potrebbe essere rappresentata dai due gruppi di figure antropomorfe che popolano la scena.
Eliminando qualsiasi legame con il titolo, come poi è giusto fare, la foto e caratterizzata dalla presenza per certi versi "equivoca" delle figure coperte dal mantello bianco. Non si comprende immediatamente cosa esse sono e questo potrebbe anche essere un elemento che consente la libera interpretazione del fotogramma; a spezzare l'atmosfera di "mistero" però intervengono i due tavoli in primo piano, i pali che sbucano sotto i mantelli (che rivelano la vera natura di queste sagome, che altro non sono che degli ombrelloni piegati) e la parabola sul tetto (questa la clonerei senza remore). Per il resto esiste una discreta simmetria tra le figure collocate ai due bordi della scena ed i camini delle case, che aiuta a dare armonia alla composizione.
In conclusione lo trovo un po' troppo criptico come fotogramma, anche per chi Becket lo conosce; a meno che tu non abbia voluto catturare il nonsense dell'opera dell'autore con una scena che racconta proprio il nonsense. Altra interpretazione: si attende qualcuno (o qualcosa) che non arriverà mai (come fanno i protagonisti dell'opera di Becket), aspettando al tavolo vuoto (ma anche qui siamo nel terreno della più totale soggettività dell'interpretazione).
Mi scuso per il commento che forse risulta un po' troppo articolato, sarà stato l'influsso di Becket che ha contagiato anche me ...  |
sei un grande pocket |
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maMOR utente

Iscritto: 28 Feb 2007 Messaggi: 204 Località: Bordeaux
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Inviato: Mer 04 Apr, 2007 10:57 am Oggetto: |
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a me piace molto, VIVA IL B&N _________________ la critica è il miglior suggerimento |
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barbarella utente

Iscritto: 05 Feb 2007 Messaggi: 325
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Inviato: Mer 04 Apr, 2007 11:17 am Oggetto: |
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[quote="pocket"]Premettendo che le vicende di Vladimir, Estragon e compagnia bella le gustai diversi anni fa, leggendo l'opera in lingua originale, non riesco a trovare un legame esplicito tra la foto ed il lavoro di Becket, anche perchè, se la memoria non mi inganna, lo scena principale si svolgeva nei pressi di un albero in una strada di campagna. Forse all'opera ci volevi arrivare facendo leva sull'incomunicabilità tra gli esseri umani che potrebbe essere rappresentata dai due gruppi di figure antropomorfe che popolano la scena.
Eliminando qualsiasi legame con il titolo, come poi è giusto fare, la foto e caratterizzata dalla presenza per certi versi "equivoca" delle figure coperte dal mantello bianco. Non si comprende immediatamente cosa esse sono e questo potrebbe anche essere un elemento che consente la libera interpretazione del fotogramma; a spezzare l'atmosfera di "mistero" però intervengono i due tavoli in primo piano, i pali che sbucano sotto i mantelli (che rivelano la vera natura di queste sagome, che altro non sono che degli ombrelloni piegati) e la parabola sul tetto (questa la clonerei senza remore). Per il resto esiste una discreta simmetria tra le figure collocate ai due bordi della scena ed i camini delle case, che aiuta a dare armonia alla composizione.
In conclusione lo trovo un po' troppo criptico come fotogramma, anche per chi Becket lo conosce; a meno che tu non abbia voluto catturare il nonsense dell'opera dell'autore con una scena che racconta proprio il nonsense. Altra interpretazione: si attende qualcuno (o qualcosa) che non arriverà mai (come fanno i protagonisti dell'opera di Becket), aspettando al tavolo vuoto (ma anche qui siamo nel terreno della più totale soggettività dell'interpretazione).
Mi scuso per il commento che forse risulta un po' troppo articolato, sarà stato l'influsso di Becket che ha contagiato anche me ... [/qu
Backett ha già detto tutto cio che ctredeva di dire attraverso i suoi lavori io ho tentato solo(nel mio modesto) di darne un interpretazione personale...i veri "maestri" dano lo spunto a noi tocca evolvere(parere strettamente personale...pensa cio che vuoi!)
Molto aprezzabile la nota grazie. |
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_NN_ non più registrato

Iscritto: 04 Giu 2006 Messaggi: 7318
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Inviato: Mer 04 Apr, 2007 1:46 pm Oggetto: |
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barbarella ha scritto: |
Backett ha già detto tutto cio che ctredeva di dire attraverso i suoi lavori io ho tentato solo(nel mio modesto) di darne un interpretazione personale...i veri "maestri" dano lo spunto a noi tocca evolvere(parere strettamente personale...pensa cio che vuoi!)
Molto aprezzabile la nota grazie. |
Anche io ho solo cercato di dare la mia interpretazione personale al tuo scatto.
Per la verità ne ho data anche più di una, e non volevo minimamente dire che per omaggiare Becket si dovesse necessariamente riprodurre la scena principale. A questo punto però, se ne hai voglia, potresti illustrare il percorso che hai seguito ... e lo dico con sincera curiosità:
- Hai sfruttato la similitudine ombrelloni-persone (perchè a prima vista, ripeto sembra trattarsi di strani personaggi coperti da un mantello) con i due gruppi divisi e rivolti di spalle per rappresentare l'incomunicabilità ?
- Hai sfruttato i tavoli vuoti e gli ombrelloni chiusi per simboleggiare l'attesa di qualcosa che non arriva ?
Se non sono stato esplicito prima, e me ne scuso, sottolineo che è uno scatto difficile in partenza, perchè è difficile illustare dei concetti di non così immediata percezione (il teatro di Becket, non è che sia proprio didascalico).
Ho apprezzato il fatto che tu lo abbia omaggiato, se mi illustri il percorso seguito, sono certo che riuscirò ad apprezzare la foto ancor di più (è un mio limite sia chiaro).
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barbarella utente

Iscritto: 05 Feb 2007 Messaggi: 325
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Inviato: Mer 04 Apr, 2007 2:27 pm Oggetto: |
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- Hai sfruttato la similitudine ombrelloni-persone (perchè a prima vista, ripeto sembra trattarsi di strani personaggi coperti da un mantello) con i due gruppi divisi e rivolti di spalle per rappresentare l'incomunicabilità ?
- Hai sfruttato i tavoli vuoti e gli ombrelloni chiusi per simboleggiare l'attesa di qualcosa che non arriva ?
Se non sono stato esplicito prima, e me ne scuso, sottolineo che è uno scatto difficile in partenza, perchè è difficile illustare dei concetti di non così immediata percezione (il teatro di Becket, non è che sia proprio didascalico).
Ho apprezzato il fatto che tu lo abbia omaggiato, se mi illustri il percorso seguito, sono certo che riuscirò ad apprezzare la foto ancor di più (è un mio limite sia chiaro).
Assolutamente d'accordo con te(ci mancherebbe che ti debba pure scusare,non sono il tipo da offendersi)
In effetti è come dicevi tu poc'anzi rispetto agli oggetti(ombrelloni)che sembrano essere affacciti lì al balcone in attesa che qualcuno(che è nessuno)arrivi.
In verità il titolo(furtivamente preso in prestito)non dà certo piu valore allo scatto ma non per questo non mi sono sentita all'altezza dello stesso(in fondo ognuno di noi è un unico capolavoro a se stesso...non credi?)
Insomma ,credo che se alla fine dei conti stiamo qui a parlare di un argomento come questo,non può che essere sinonimo di voglia di ricerca e di espressione,quindi assolutamente pro ai tuoi interventi!
Grazie ancora.
[/quote] |
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_NN_ non più registrato

Iscritto: 04 Giu 2006 Messaggi: 7318
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Inviato: Mer 04 Apr, 2007 2:43 pm Oggetto: |
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Grazie della conferma ..
Alla prossima.
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amedeo dtl utente attivo

Iscritto: 27 Dic 2006 Messaggi: 9613
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Inviato: Mer 04 Apr, 2007 4:58 pm Oggetto: |
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 _________________ Sony a9|| fuji x100V | sony 28 f.2 - sony 90 2.8 OS macro - sony 70-200 f4 IS |
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vanda utente attivo

Iscritto: 28 Feb 2006 Messaggi: 1270 Località: palermo
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Inviato: Ven 06 Apr, 2007 7:08 pm Oggetto: |
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caspita!
per qualche minuto dopo averla ingrandita sono stata convinta che fossero suore e mi chiedevo che ordine fosse, come avessi fato a coglierle in quella posa... quando mi sono accorta che erano ombrelloni!!
sono senza parole: originalissima! _________________ nikon |
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