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se qualcuno ha letto l'ultimo numero di reflex...

 
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macgio
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Iscritto: 04 Giu 2005
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MessaggioInviato: Lun 05 Giu, 2006 12:29 pm    Oggetto: se qualcuno ha letto l'ultimo numero di reflex... Rispondi con citazione

... c'è un articolo nel quale si discute di profondità di campo in digitale e analogico.
Pur non essendo espertissimo so che a diaframma chiuso corrisponde maggiore profondità di campo e viceversa, inoltre un obiettivo a focale più corta è in grado di restituire maggior pdc di uno a focale più lunga e fin qui tutto bene. L'articolista spiega il fenomeno della diffrazione del quale avevo solo sentito parlare, successivamente dice che l'avvento del digitale non ha cambiato le regole in quanto le leggi dell'ottica sono le stesse.
Verso la fine dell'articolo dice che una compatta digitale, dotata di un sensore almeno da 8mp, con un obiettivo di focale molto corta è in grado di restituire una maggiore profondità di campo nitido rispetto ad una corrispondente reflex.
Ora io mi chiedo perchè ?
Qualcuno per caso ha fatto delle prove in merito ?
Ma quindi per scattare in digitale con una ottima pdc bisogna ricorrere alle compatte ? Grat Grat

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PietroF
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MessaggioInviato: Lun 05 Giu, 2006 12:36 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

I megapixel non c'entrano.... date le dimensioni del sensore, per inquadrare la stessa porzione di campo, una compatta necessiterà di una lunghezza focale minore rispetto ad una reflex (che sia aps o ff). Infatti con un sensore notevolmente più piccolo, l'angolo di campo si riduce parecchio, ottenendo moltiplicatori maggiori rispetto all'1,6x della tua 30D. Ciò corrisponde all'impossibilità di sfocare decentemente un soggetto.
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ander75it
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MessaggioInviato: Lun 05 Giu, 2006 12:40 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ovviamente la compatta ha una focale molto più ridotta (nel senso che le lenti sono 35-105 EQUIVALENTI, ma la focale vera spesso è qc tipo 5-15 o giù di lì) e quindi una PDC molto maggiore. E fin qui mi par di capire che ci siamo.
Quello che non mi è chiaro è cosa vuoi dire con una "ottima" PDC. La PDC ottima è quella che serve per quel tipo di foto. Voglio dire, se stai facendo una macro, forse l'avere la PDC della compatta ti può aiutare, visto che si è sempre lì a ragionare sui decimi di mm, ma è un grosso male se stai scattando un ritratto e ti serve invece sfocare lo sfondo... Provaci con una compatta!

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macgio
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Iscritto: 04 Giu 2005
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Località: Torino

MessaggioInviato: Lun 05 Giu, 2006 12:55 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

per ottima pdc intendevo una zona di nitidezza molto estesa; infatti l'articolista spiega che non è consigliabile utilizzare diaframmi molto chiusi onde evitare di incorrere nel fenomeno di diffrazione.
Quindi, se ho capito bene, siccome una compatta digitale ha una focale fisicamente molto corta avrà una pdc molto estesa; poichè il sensore è più piccolo rispetto a quello delle reflex avrà un fattore di moltiplicazione maggiore... inoltre essendo piccolo anche il rumore agli alti iso sarà maggiore rispetto ad una reflex...
ok credo di aver capito
grazie a tutti
ciao

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ander75it
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MessaggioInviato: Lun 05 Giu, 2006 1:31 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Direi che hai capito perfettamente!

Re la diffrazione, praticamente non conviene scendere sotto f/16 se no perdi nitidezza per questo fenomeno. Direi che f/16 è il massimo da usare se non forse nelle macro.

Ciao

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teod
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MessaggioInviato: Lun 05 Giu, 2006 1:40 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Aggiungo che una compatta non ti permette di arrivare a valori di diaframma tali per cui si inizia ad avere diffrazione; infatti la maggior parte delle compatte arrivano ad f8, al max f11.
Ciao

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edgar
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MessaggioInviato: Mar 06 Giu, 2006 9:36 am    Oggetto: Rispondi con citazione

teod ha scritto:
Aggiungo che una compatta non ti permette di arrivare a valori di diaframma tali per cui si inizia ad avere diffrazione; infatti la maggior parte delle compatte arrivano ad f8, al max f11.
Ciao


Il diaframma massimo utilizzabile per non avere diffrazione dipende dall'ottica che consideriamo.

Teniamo presente che il fenomeno della diffrazione si verifica sul bordo della pupilla del diaframma e dipende strettamente dal suo diametro. A sua volta il diametro del foro pupillare che si misura ad esempio a f/16, dipende dallo schema ottico e dalle conseguenti dimensioni dell'obiettivo su cui il diaframma è montato.

Infatti se per un obiettivo 35mm il diaframma f/16 è di solito al limite delle diffrazione, su un'ottica per medio formato o addirittura per grande formato diaframmi come f/22 o addirittura f/64 possono essere perfettamente utilizzabili. Si tratta infatti di ottiche di dimensioni notevoli, dove il foro pupillare a f/32 è più grande di quello di un diaframma di un obiettivo 35 mm. a f/16.

Al contrario scendendo con le dimensioni dell'ottica il foro pupillare può avere dimensioni critiche già a f/8. Questo è il motivo per cui difficilmente si trovano diaframmi più chiusi sulle compattine, dove ad esempio a f/11 la pupilla del diaframma avrebbe un diametro piccolissimo con conseguente diffrazione.

Non dimentichiamo che il diaframma f/ non è altro che un logaritmo che esprime la quantità di luce che esce dalla lente posteriore dell'obiettivo rispetto a quella che entra dalla lente frontale. E' chiaro quindi che, a parità di n.° di f/ , il diametro del foro pupillare sarà diverso secondo le dimensioni dell'obiettivo stesso, dimensioni che dipendono a sua volta dal formato della fotocamera. Più piccolo è il formato, più piccolo è il foro della pupilla del diaframma a parità di f/.

A presto.

EDgar

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teod
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MessaggioInviato: Mar 06 Giu, 2006 10:03 am    Oggetto: Rispondi con citazione

edgar ha scritto:
teod ha scritto:
Aggiungo che una compatta non ti permette di arrivare a valori di diaframma tali per cui si inizia ad avere diffrazione; infatti la maggior parte delle compatte arrivano ad f8, al max f11.
Ciao


Il diaframma massimo utilizzabile per non avere diffrazione dipende dall'ottica che consideriamo.

Teniamo presente che il fenomeno della diffrazione si verifica sul bordo della pupilla del diaframma e dipende strettamente dal suo diametro. A sua volta il diametro del foro pupillare che si misura ad esempio a f/16, dipende dallo schema ottico e dalle conseguenti dimensioni dell'obiettivo su cui il diaframma è montato.

Infatti se per un obiettivo 35mm il diaframma f/16 è di solito al limite delle diffrazione, su un'ottica per medio formato o addirittura per grande formato diaframmi come f/22 o addirittura f/64 possono essere perfettamente utilizzabili. Si tratta infatti di ottiche di dimensioni notevoli, dove il foro pupillare a f/32 è più grande di quello di un diaframma di un obiettivo 35 mm. a f/16.

Al contrario scendendo con le dimensioni dell'ottica il foro pupillare può avere dimensioni critiche già a f/8. Questo è il motivo per cui difficilmente si trovano diaframmi più chiusi sulle compattine, dove ad esempio a f/11 la pupilla del diaframma avrebbe un diametro piccolissimo con conseguente diffrazione.

Non dimentichiamo che il diaframma f/ non è altro che un logaritmo che esprime la quantità di luce che esce dalla lente posteriore dell'obiettivo rispetto a quella che entra dalla lente frontale. E' chiaro quindi che, a parità di n.° di f/ , il diametro del foro pupillare sarà diverso secondo le dimensioni dell'obiettivo stesso, dimensioni che dipendono a sua volta dal formato della fotocamera. Più piccolo è il formato, più piccolo è il foro della pupilla del diaframma a parità di f/.

A presto.

EDgar


Esatto, quello che intendevo è che una compatta, oltre ai limiti tecnici già descritti, non consente elettronicamente di impostare valori di diaframma per cui si verifichi diffrazione (per ovvia logica di mercato e di utilizzo); un obiettivo reflex 35 mm generalmente invece sì.
Ciao

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macgio
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MessaggioInviato: Mar 06 Giu, 2006 11:57 am    Oggetto: Rispondi con citazione

grazie a tutti delle spiegazioni e approfondimenti che mi sono molto utili
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