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Mario Zacchi utente attivo

Iscritto: 07 Giu 2008 Messaggi: 6655
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Inviato: Sab 15 Lug, 2017 12:27 pm Oggetto: Una foto vale più di mille parole ! |
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Sarà. Ma guardando la profusione di titoli chiaramente pensati ed applicati per spiegarle, indirizzando quindi l' osservatore, non si direbbe proprio.
O no?! _________________ Belle foto. O perlomeno belle idee -> |
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-Max- utente attivo

Iscritto: 01 Gen 2014 Messaggi: 17804
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Inviato: Dom 16 Lug, 2017 7:46 pm Oggetto: |
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Sono da tanto tempo convinto che al limite il titolo dovrebbe limitarsi ad essere una stringata didascalia possibilmente di una sola parola.
Ammetto che qualche volta alcuni titoli sono davvero azzeccati e simpatici.
Io ho difficoltà a riassumere in un titolo le foto che faccio per cui mi limito a numerarle cronologicamente.
Agli inizi davo anche io dei titoli ma poi mi sono reso conto che a volte il titolo prometteva più di quanto offriva il contenuto per cui smisi.
Prima di entrare a far parte di P4U le foto le tenevo solo per me quindi non trovavo necessario titolarle. _________________ - Fotografo della domenica |
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LorenzaF utente attivo

Iscritto: 13 Mar 2006 Messaggi: 999
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Inviato: Dom 16 Lug, 2017 10:33 pm Oggetto: |
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Una foto (sottinteso: se é buona) vale più di mille parole.
Altrimenti ha bisogno della stampella. _________________ https://www.instagram.com/lorenza_f/ |
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opisso utente attivo

Iscritto: 11 Set 2014 Messaggi: 5476 Località: Genova
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Inviato: Lun 17 Lug, 2017 9:15 am Oggetto: |
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MTJ CYMK ha scritto: | ...ma poi mi sono reso conto che a volte il titolo prometteva più di quanto offriva il contenuto per cui smisi... |
Tipo foto di gabbiano che vola al tramonto e titolo: "Il mio pensiero libero viaggia verso l'oblio della memoria"?
Diciamo che, tralasciando i concept, spesso un "st" (o un titolo "incolore" come "Roma 2005"), sono una buona soluzione. Specie nelle foto meno riuscite, lascia maggior margine di dubbio che l'autore ci abbia visto qualcosa di interessante che noi invece non recepiamo
LorenzaF ha scritto: | Altrimenti ha bisogno della stampella. |
Una foto di appoggia comunque a elementi culturali condivisi con l'osservatore.
Spesso nelle foto più "poetiche" questi elementi sono impliciti e l'osservatore non ha bisogno d'altro.
Altre volte bisogna giocoforza integrarla con una "spiegazione". Si pensi ad esempio al fotogiornalismo o a foto decontestualizzate per esigenze "editoriali". _________________ opisso su instagram = angolo.b |
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Ettore Perazzetta utente attivo

Iscritto: 24 Dic 2015 Messaggi: 1487
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Inviato: Mar 18 Lug, 2017 9:44 am Oggetto: |
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Argomento antico, mai risolto e per questo spesso riproposto. "Fusse che fusse a vorta bbbona?". Mah!  |
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AleZan coordinatore

Iscritto: 16 Giu 2006 Messaggi: 11698 Località: Bologna
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Inviato: Mar 18 Lug, 2017 1:30 pm Oggetto: |
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È vero: è un tipico argomento da conversazioni "sotto l'ombrellone"
Una fotografia vale più di mille parole perché è in sè polissemica, cioè in essa si possono leggere più significati e può essere interpretata secondo diverse chiavi di lettura.
Questa "ambiguità" può essere un vantaggio o un limite. Infatti, come si diceva, nel fotogiornalismo la didascalia è quasi sempre necessaria proprio per evitare interpretazioni errate o in malafede di un'immagine che in quel caso ha il valore di notizia.
Personalmente io sono favorevole ai titoli che "contestualizzano" la foto (luogo, evento in corso) perché trovo che aggiungano informazioni che aiutano nell'interpretazione di quell'immagine.
Non mi interessano invece i titoli che alludono a sentimenti, stati d'animo, simbolismi, metafore, ecc. perché credo che queste cose debbano essere "dette" dalla fotografia stessa. E se non lo fa allora è inefficace. _________________ Alessandro - www.alessandrozanini.it
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Ettore Perazzetta utente attivo

Iscritto: 24 Dic 2015 Messaggi: 1487
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Inviato: Mar 18 Lug, 2017 2:44 pm Oggetto: |
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AleZan ha scritto: | È vero: è un tipico argomento da conversazioni "sotto l'ombrellone"
Una fotografia vale più di mille parole perché è in sè polissemica, cioè in essa si possono leggere più significati e può essere interpretata secondo diverse chiavi di lettura.
Questa "ambiguità" può essere un vantaggio o un limite. Infatti, come si diceva, nel fotogiornalismo la didascalia è quasi sempre necessaria proprio per evitare interpretazioni errate o in malafede di un'immagine che in quel caso ha il valore di notizia.
Personalmente io sono favorevole ai titoli che "contestualizzano" la foto (luogo, evento in corso) perché trovo che aggiungano informazioni che aiutano nell'interpretazione di quell'immagine.
Non mi interessano invece i titoli che alludono a sentimenti, stati d'animo, simbolismi, metafore, ecc. perché credo che queste cose debbano essere "dette" dalla fotografia stessa. E se non lo fa allora è inefficace. |
Tutto condivisibile però........
Una domanda mi sorge spontanea, se altri leggono ciò che non ho scritto, ne volevo scrivere, lo scatto è da ritenersi inefficace, sbagliato, oppure..... dipende..... da........  |
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AleZan coordinatore

Iscritto: 16 Giu 2006 Messaggi: 11698 Località: Bologna
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Inviato: Mar 18 Lug, 2017 2:58 pm Oggetto: |
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Ettore Perazzetta ha scritto: | se altri leggono ciò che non ho scritto, ne volevo scrivere, lo scatto è da ritenersi inefficace, sbagliato, oppure..... dipende |
Diciamo che il più comune effetto della polisemia di un'immagine è proprio quello che fa sì che l'altro interpreti la nostra foto in modo diverso da noi. Credo capiti a tutti.
Dieci persone dicono "bella la tua foto" e magari ognuno l'ha letta in modo differente. E differente da me che l'ho scattata.....
Per me è un fallimento? Forse sì, se nei dieci commenti non trovo nemmeno l'ombra di ciò che mi premeva fare arrivare.
O forse è uno stimolo a "spiegarmi meglio" la prossima volta. Ma non imponendo la mia interpretazione con un titolo che risulta agli altri una forzatura. _________________ Alessandro - www.alessandrozanini.it
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Ettore Perazzetta utente attivo

Iscritto: 24 Dic 2015 Messaggi: 1487
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Inviato: Mar 18 Lug, 2017 3:22 pm Oggetto: |
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AleZan ha scritto: | Diciamo che il più comune effetto della polisemia di un'immagine è proprio quello che fa sì che l'altro interpreti la nostra foto in modo diverso da noi. Credo capiti a tutti.
Dieci persone dicono "bella la tua foto" e magari ognuno l'ha letta in modo differente. E differente da me che l'ho scattata.....
Per me è un fallimento? Forse sì, se nei dieci commenti non trovo nemmeno l'ombra di ciò che mi premeva fare arrivare.
O forse è uno stimolo a "spiegarmi meglio" la prossima volta. Ma non imponendo la mia interpretazione con un titolo che risulta agli altri una forzatura. |
Si, ma.............
Un'altro dubbio sorge spontaneo, sbaglio io a scrivere, magari facendolo tra le righe, o son gli altri a saper leggere solo ciò che vedono scritto, come da regole.
Sia chiaro, nessuna polemica è tanto per far passare il tempo sotto l'ombrellone, altrimenti mi annoio.  |
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SlowFlyer utente attivo
Iscritto: 27 Ott 2009 Messaggi: 1134
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Inviato: Mar 18 Lug, 2017 4:27 pm Oggetto: |
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La polisemia non è attributo esclusivo della fotografia, e il problema del titolo si pone per tante espressioni, la più vicina delle quali potrebbe essere la poesia. Per me la risposta non è univoca: decidere se mettere o meno il titolo (su qualsiasi oggetto) e con che criterio dovrebbe essere una scelta cosciente. Se la scelta è a caso, concordo con chi è critico, altrimenti è parte integrante dell'oggetto (più o meno riuscito, anche nel connubio). _________________ ..................................................
Canon 60D + Tamron 17-50/2.8 VC + Canon 24/2.8 STM + Sigma 50-150/2.8 + Canon 55-250IS; Sony Nex6 + 16-50; alcuni vecchi obiettivi in M42 e non solo. |
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