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Leoconte utente attivo
Iscritto: 10 Lug 2016 Messaggi: 514 Località: Veneto
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Inviato: Mar 08 Nov, 2016 10:38 am Oggetto: Gabbie per fotografi? |
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(Credo si possa parlare di critica della fotografia in questa sezione, se ho sbagliato luogo spostatemi pure)
Gabbie per fotografi?
Qualcuno ha pensato che ci sia la necessità di una "scala di valori" nell'ambito dell'espressione fotografica, in altri campi è necessario come la moralità o l'etica. In effetti, in questi due campi, morale, etica, c'è una grande esigenza che è quella del rispetto e della libertà di tutti, ma non è questo quello che intendono i fautori delle gabbie mentali.
La scala di valori la vogliono mettere all'espressione delle infinite vie della fantasia e della creatività, che a loro avviso deve essere guidata e "cultura-lizzata". Vuole essere un'opera missionaria per la cultura della fotografia, una maniera di risvegliare la consapevolezza di cosa è bello o è brutto; volersi migliorare per essere più bravi, ma senza essere omologati, oppure omologanti (poveri, se lo sapessero).
Vedono l'espressione dell'arte come una linea continua, che deve portare per forza in solchi già segnati dalle esperienze dei grandi maestri (poveri anche i grandi maestri, se sapessero di una cosa del genere).
Non comprendono che l'arte non è una linea continua, ma un Big Ben dell'uomo, dove c'è un centro da cui partono una infinità di linee concentriche destinate all'espansione in tutte le direzioni.
L'arte è libera come il vento, è qui, è là, non ha punti di vista privilegiati, se non è l'uomo.....Viene prodotta dalla sensibilità, dall'amore, dalla necessità interiore e intima. Tutti valori che non si possono ingabbiare.
Quelli che hanno provato ad delimitare l'espressione, l'arte e la creatività sono stati i regimi di molti generi, ma non ci sono mai riusciti, anche se hanno trovato collaboratori compiacenti, poi hanno dovuto assistere a grandi rivoluzioni e rivolte. L'arte è come il vento, se non può essere libera e sincera, non è più arte, per questo l'arte ha sempre fatto paura, perché intrinsecamente ha una grande forza, la verità. Oggi, il sistema omologante è subdolo, si avvale di ragioni e di forze che identificano la globalizzazione del pensiero come una risorsa oggettiva, un canone, da cui sarebbe ridicolo non esserne parte, per essere riconosciuti, considerati.
Ma come si potrebbe pensare di fare una scala sul valore estetico? Sulla bruttezza? Sul senso di tridimensionalità, misurare l'armonia, sulle proporzioni, sulla prospettiva? Sui colori? Sull'equilibrio? Forse una scala di valori sugli stili? Una scala, sulle tecniche usate? Una scala di valori sulle composizioni? Una scala di valori sulla poesia, sulla mistica? Oppure sull'intimità... sulla psicologia. Una scala di valori sul troppo scuro o sul troppo chiaro, sui controluce, o sulla piattezza delle luci e dei contrasti? Sulle lunghe o corte esposizioni? Sulle espressioni di un volto? Sulla fantasia di un movimento anatomico del muscolo?
Ma perché?
Per fortuna questa storia: del canone nell'arte, è stato dibattuto per secoli ed è stato completamente risolto e frantumato dalle recenti rivoluzioni dell'arte che durano da due secoli, immaginate un passato dove l'oscurantismo era cresciuto a tal punto da voler cancellare tutti i ricordi dell'arte precedente, compresi libri, immagini e architetture. Oppure l'arte che relega l'artista a tematiche strettamente legate ai valori della committenza.
Non c'è ragione per non amare la creatività che induce l'uomo alla speranza e al progresso. Sono per un'arte che abbatte i muri, non per costituire di nuovi.
In fine se cominciamo veramente ad analizzare, resta il tema del Web che è tutto da scoprire nelle sue infinite varianti, ma non si può dire tutto in una sola volta....
Bisognerebbe analizzare i mondi della fotografia: le gabbie dei circoli, le gabbie del Web, le gabbie dei concorsi, quelle delle gallerie e perchè no, anche quelle dei musei. In tutte queste gabbie mentali, nessuno di questi luoghi sono esenti da meccanismi social, o preferenze di scelta legate al puro affetto o convenienze varie. Allora che dobbiamo pensare? La vita dei cercatori di immagini si basa sulla costante liberazione di tutti i paletti che sono stati ingeriti durante l'apprendimento. La ricerca del senso dell'immagine non è altro che la ricerca del senso della propria vita, una questione aperta in tutte le arti e creatività, è questa la personale relazione che abbiamo con il mondo vivo e la realtà.
Spero si possa proseguire con un dibattito sulle idee, su esperienze personali di creatività, senza prendere sempre in esempio i grandi maestri del passato (che ammiro molto, che hanno fatto storia).
Aperto al confronto....grazie a voi della pazienza. _________________ Leoconte |
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opisso utente attivo

Iscritto: 11 Set 2014 Messaggi: 5478 Località: Genova
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Inviato: Mar 08 Nov, 2016 11:48 am Oggetto: |
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Tendenzialmente sarei anche d'accordo. Però...
Che la fotografia sia arte e non un contenitore, che possa appunto contenere anche l'arte, è un assunto "tuo" che andrebbe sviscerato.
Una mostra di "vernacular photography" ad esempio è arte? Forse, ma il curatore può diventare più importante dei fotografi...
Dal tuo discorso sembrerebbe emergere una visione "romantica" tutti sono artisti e i metri di giudizio sono gabbie.
Mentre in realtà la faccenda è un po' più complessa. Quelli che citi come elementi possibili di valutazione assolutista (contrasti, colori ecc.) in realtà sono secondo me elementi di un linguaggio che va comunque analizzato dalla critica. Si prenderanno dei pali, ci sarà revisionismo a posteriori ma deve comunque esistere un metro di giudizio per valutare, se non il contenuto, almeno nella capacità di "articolarlo/veicolarlo".
Detto questo sono d'accordo sul fatto che spesso il sentire comune che cerca di conformare l'estetica con qualche formuletta crea un'omologazione non necessaria (ma bisognerebbe anche capire in che ambito si estenda questa omologazione. Forum amatoriali? O anche "mostre" dei nuovi "guru"?)
Vero anche che il linguaggio si trasforma anche nell'utilizzo e anche chi ha un animo libero deve riflettere sulla consistenza delle "frasi fatte" "scardinandole" o ignorandole senza cadere in facili provocazioni ("d'artista")... _________________ opisso su instagram = angolo.b |
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Leoconte utente attivo
Iscritto: 10 Lug 2016 Messaggi: 514 Località: Veneto
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Inviato: Mar 08 Nov, 2016 2:57 pm Oggetto: |
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Grazie Opisso,
Si, infatti, penso che l'uomo che comincia ad esprimere se stesso, si accinga nel campo dell'arte, anche se non lo sa. Anche, in una dichiarazione d'amore c'è l'arte, se in quel momento stiamo esprimendo sinceramente quello che sentiamo.
Nonostante ci sia la volontà di progredire nella cultura fotografica, credo da parte di molti e giustamente, ci sia anche fra tutti i fotografi di questo social: la scintilla di portare qualcosa di unico della loro vita, alla visione di molti. Ogni persona porta la sua irripetibile personalità, nel bello e nel brutto, è questo che va colto prima di tutto. Prima ancora della cultura fotografica siamo uomini e poi fotografi. Prima l'esperienza umana poi il resto, credo sia la base di qualsiasi arte, altrimenti si fa accademia.
Secondo me la fotografia è un arte, un'arte difficile, ma alla portata di tutti coloro che vogliono esprimersi. Sarebbe strano, sottovalutare la sensibilità o le tendenze culturali del nostro tempo, non perchè sono quelle che sono, ma perchè portano sicuramente alla prossima mutazione: sociale e culturale, ma anche spirituale.
Esorto a fare attenzione ai mutamenti, che nella fotografia sociale di noi tutti: sicuramente evolvono.
Sono molto attento a questo e mi piace guardare qualsiasi foto e qualsiasi genere, in ogni foto c'è qualcosa che testimonia: questo non possiamo sottovalutarlo.
Trovo, questo formidabile mezzo un grande strumento che prima non esisteva. Anche se ci sono delle pecche e critiche, da qua in poi le cose non saranno più come prima in campo fotografico. La fotografia naturalistica e popolare, fatta dai dilettanti, è una miniera di idee per i professionisti. Molto probabilmente, la fotografia dilettantistica, è una ricchezza se viene indagata.
Possiamo aver timore e orrore solo di una cosa, che incombe: la banalità. Avere tutti la stessa mentalità, le stesse nozioni, le stesse aspirazioni, gli stessi metodi, lo dico anche per me, naturalmente.
Il brutto è il contrario del bello, ma è già sostanza, mentre l'indifferenza della banalità, è il vero nemico da combattere.
Ecco, che la banalità, non la vedo tanto nella fotografia di un ragazzo o di una che prende la macchina per la prima volta, ma negli insegnamenti omologanti....Diventare tutti bravi con le regole imparate, come milioni di altri bravi tutti uguali.
La crisi dell'arte ha questo problema, tutti gli artisti si assomigliano in questa epoca, sembra che nessuno abbia altre cose da dire... invece è un problema di libertà di espressione, praticamente non siamo liberi... Il sistema è omologante e vendicativo su quelli che tentano di esprimersi in maniere diverse. Anche nel Web. _________________ Leoconte |
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opisso utente attivo

Iscritto: 11 Set 2014 Messaggi: 5478 Località: Genova
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Inviato: Mar 08 Nov, 2016 3:49 pm Oggetto: |
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Diciamo che sul legame fotografia-arte non la penso "esattamente" come te.
Vero è che, generalizzando, per certi versi chi vuole emergere sta spostando i contenuti dal versante reportagistico " a quello più "artistico" di messa in scena dove conta più essere un bravo "artista" che essere un bravo "fotografo".
Sul discorso "omologazione" sono invece sulla tua lunghezza d'onda. Il che ovviamente non mi impedisce di cascare nei trabocchetti che questa crea...
Per quanto riguarda la fotografia dilettantistica è stata sempre fonte di ispirazione e risorsa per i più attenti in quanto non avere conoscenze provoca anche involontariamente (e qui ci sarebbe da fare un'altra enorme digressione) soluzioni "interessanti".
E il web è un po' un'arma a doppio taglio dove prendere ispirazione si trasforma velocemente in copiare idee trite e ritrite.
Difficile comunque avere chiaro l'andamento generale e fare delle previsioni.
Io dal mio piccolo osservo qualche tendenza dei forum amatoriali ma molto spesso queste tendenze pur formando, come dicevamo prima, una base comune più o meno condivisa, non è detto che poi trovino riscontri diretti con la direzione che sta prendendo la fotografia contemporanea... _________________ opisso su instagram = angolo.b |
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AleZan coordinatore

Iscritto: 16 Giu 2006 Messaggi: 11698 Località: Bologna
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Inviato: Mar 08 Nov, 2016 4:53 pm Oggetto: |
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Accidenti che "temone".... Sì, è la sezione giusta. Ma forse è un discorso che preso per intero è difficile da masticare, un boccone molto grosso...
Dico quel che penso in modo troppo sintetico e quindi inevitabilmente schematico.
L'espressione artisitca (ma anche la semplice "espressione") deve naturalmente essere libera. Se c'è un canone, questo può essere (o non essere) preso come metro per costruire un giudizio, ma non come filtro per consentire o meno l'espressione individuale.
Detto ciò, ė pur vero che nella categoria degli "artisti incompresi", cioè non riconosciuti, troviamo un genio ogni centomila e centomila mediocri con il complesso di persecuzione per essere stati discriminati dal "sistema".
Purtroppo oggi molto spesso il "percorso artistico" di un individuo non parte da una necessità intima di esprimersi attraverso un "prodotto" che nasce come personale e privato, e solo dopo molto tempo, a posteriori, e alla luce di tutta una "produzione" viene letto come prodotto artistico.
Oggi va molto di moda un principio narcisista che spinge l'individuo a pensarsi a priori come un essere sicuramente creativo e quindi a buttarsi in tentativi più o meno riusciti di imitazione di altri, finalizzati ad ottenere un immediato riconoscimento ed applauso.
Questo genera alcuni fenomeni molto visibili nelle arti visive (non solo in fotografia).
Ad esempio un forte effetto di omologazione all'interno di coordinate estetiche effimere che sono di moda oggi, ma un attimo dopo svaniscono per essere sostituite da altre.
Altro fenomeno tipico è la creazione di "riserve indiane" dove persone che condividono certe scelte estetiche e la loro applicazione pratica si riuniscono, convinti che il meglio di tutto l'universo sia lì. E tralasciano completamente il fatto che il resto del mondo (quello davvero importante e riconosciuto) fa cose completamente diverse.
Purtroppo occorre riconoscere come tante volte (non sempre, per fortuna) il mondo della fotografia amatoriale funzioni proprio come una "riserva indiana". Un piccolo mondo autoreferenziale, fatto di emulazione, pacche sulle spalle e piccoli eroi portati in trionfo.
Mentre il pensiero in fotografia va da tutt'altra parte...
Ripeto: per fortuna non è sempre così. _________________ Alessandro - www.alessandrozanini.it

Ultima modifica effettuata da AleZan il Dom 13 Nov, 2016 9:43 am, modificato 1 volta in totale |
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etereo utente attivo

Iscritto: 26 Mar 2012 Messaggi: 1088
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Inviato: Mar 08 Nov, 2016 8:43 pm Oggetto: |
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AleZan, complimenti! Una disamina sintetica, efficace, pragmatica e intelligente. No comment...
Personalmente sto notando una nuova (business) attenzione alla fotografia. Complice i nuovi sitemi che rendono la foto a portata di cellulare. Stanno nascendo, in realtà da un pezzo, corsi privati e proposte varie ovunque... non ultimo quell'insulso programma proposto da sky tv...
Non lo avrei mai pensato ma... fotografi con le palle... "andiamo a comandare"...  _________________ Ettore |
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Leoconte utente attivo
Iscritto: 10 Lug 2016 Messaggi: 514 Località: Veneto
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Inviato: Mar 08 Nov, 2016 8:59 pm Oggetto: |
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Grazie a voi, AleZan, Opisso, Etereo.
Sembra anche a me che ci sia qualcosa di anomalo, proprio sulle idee e sui metodi. Il bisogno di critica vera e seria, alla fine si traduce in pacche sulla spalla, taralucci e vinsanto, ma non sempre per fortuna. Sembra che si premi l'emulazione, non l'innovazione.
Se la critica non fa il suo mestiere, oppure non c'è la consapevolezza di dove o come si svolga il dibattito reale del tema, come ne veniamo fuori?
Anche a me, sembra di vedere molti pennuti che si accontentano delle riserve, sezioni di pensiero ritagliate per molteplici scopi, che spesso esulano da quello che dovrebbe essere il libero pensiero della fotografia.
Oggi quali sono i rigagnoli di innovazione da poter studiare per espandere le idee?
Io penso, che uno di questi possa essere il Web se gli amministratori non mettono troppi paletti.
Nel web, gli autori pubblicano la loro vita, non hanno committenti, da queste idee nuove, spesso anche ingenue, possono risultare dei nuovi filoni di cultura, brutta o bella che sia. Progetti nuovi, che spesso vengono ignorati a causa di una critica, abbastanza, priva di consapevolezza.
Potremmo imparare tutti e meglio se gli autori spiegassero il senso delle loro opere, invece non si fa, non abbiamo il coraggio di ricevere la critica, anche se banale. I pochi che lo facessero, sarebbero considerati presuntuosi.
Che arroganza, parlare degli uomini, delle loro vite. Allora, parliamo timidamente dell'intimo, parliamo un pò in generale dell'inconscio, delle emozioni, dell'estetica. Basta guardare le nostre immagini, l'argomento più in voga sono le questioni tecniche, ma allora, è come parlare di macchinette e obbiettivi.
Eppure, nelle nostre immagini ci sono i sentimenti.
Forse viviamo in un mondo che è retorico parlare di noi stessi, i nostri desideri e le nostre paure?
«Forse siamo davvero di fronte a un nuovo modo di comunicare, non strutturato, né organizzato e né soggetto alle regole alle quali ci siamo abituati nei secoli. Quello che ha fatto la fotografia fino a vent'anni fa non è altro che la continuazione di quello che faceva l'arte precedente, salvo episodi. Adesso, invece, c'è una reale spaccatura, c'è la possibilità di parlare attraverso l'immagine continuamente, in ogni luogo, condividendo ogni tipo di comunicazione, utilizzando l'immagine in ogni modo, rilanciandola in tutte le vesti. È un fenomeno tutto nuovo, sconcertante. Non so se riusciremo a costruire un nuovo alfabeto, sicuramente il rischio di annegare in questo mare c'è. Non penso nemmeno che si possano utilizzare le regole che abbiamo studiato per capire le immagini, c'è davvero la necessità di un'altra dimensione per analizzare il fenomeno». Roberta Valtorta, direttrice del Museo di Fotografia Contemporanea _________________ Leoconte |
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opisso utente attivo

Iscritto: 11 Set 2014 Messaggi: 5478 Località: Genova
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Inviato: Mer 09 Nov, 2016 9:19 am Oggetto: |
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Anche se l'argomento principale del topic è un altro volevo puntualizzare che...
Leoconte ha scritto: |
Sembra anche a me che ci sia qualcosa di anomalo, proprio sulle idee e sui metodi. Il bisogno di critica vera e seria, alla fine si traduce in pacche sulla spalla, taralucci e vinsanto, ma non sempre per fortuna. Sembra che si premi l'emulazione, non l'innovazione.
Se la critica non fa il suo mestiere, oppure non c'è la consapevolezza di dove o come si svolga il dibattito reale del tema, come ne veniamo fuori?
Anche a me, sembra di vedere molti pennuti che si accontentano delle riserve, sezioni di pensiero ritagliate per molteplici scopi, che spesso esulano da quello che dovrebbe essere il libero pensiero della fotografia.
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Ma stai parlando del forum? Quella che si fa qui la considero "critica" solo in minima parte. Sono principalmente scambi di opinioni e confronti fra appassionati di diversa estrazione. Appassionati che spesso non pretendono nemmeno di "elevarsi" al ruolo di artisti.
Qui come dite siamo in una "riserva". Una riserva ricca (secondo me) e dove possono crescere e maturare alcune specie. Dove ci sono migrazioni in uscita a e in ingresso.
Ma essendo una riserva non è detto che tutta la fauna e flora vi debba essere rappresentata in maniera esaustiva...
Leoconte ha scritto: |
Potremmo imparare tutti e meglio se gli autori spiegassero il senso delle loro opere, invece non si fa, non abbiamo il coraggio di ricevere la critica, anche se banale. I pochi che lo facessero, sarebbero considerati presuntuosi.
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Su questo non sono molto d'accordo. Qui ci si può confrontare con scambi di utili opinioni ma alla fine l'opera compiuta dell'artista te la deve spiegare il "critico" e non l'artista stesso... _________________ opisso su instagram = angolo.b |
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Leoconte utente attivo
Iscritto: 10 Lug 2016 Messaggi: 514 Località: Veneto
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Inviato: Mer 09 Nov, 2016 1:31 pm Oggetto: |
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Opisso,
rispondo sulla tua puntualizzazione, anche se non è un fuori tema assoluto: sul primo punto la penso come te, infatti, ho detto di stimare il mezzo.
Sul secondo punto:" l'opera" secondo te, la dovrebbe spiegare il critico e non l'autore. Mi sembra una dismisura.
La critica interpreta, secondo me, anche se l'immagine è di chi la guarda, ma non possiamo dimenticare l'impeto che ha prodotto l'immagine come una esperienza individuale.
L'arte (naturalmente, quando ci sono i presupposti), è un'esperienza tramandabile, ma non possiamo sapere di più di chi l'ha prodotta. Sarebbe come entrare nelle menti delle persone.
Poi la critica deve giudicare, ma lo fa sempre con il presupposto della conoscenza storica, praticamente il critico e uno storico dell'arte, ma queste sono altre storie.
In questo argomento, che ho proposto, mi proponevo di analizzare insieme a voi, la cultura che produce staticità. Quella cultura che determina l'anti innovazione. Quei muri che impediscono il superamento delle regole per trovarne di nuove. _________________ Leoconte |
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schyter utente attivo

Iscritto: 30 Mgg 2014 Messaggi: 1314 Località: Lodi
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Inviato: Ven 11 Nov, 2016 8:06 pm Oggetto: |
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AleZan ha scritto: | ... Altro fenomeno tipico è la creazione di "riserve indiane" dove persone che condividono certe scelte estetiche e la loro applicazione pratica si riuniscono, convinti che il meglio di tutto l'universo sia lì. E tralasciano completamente il fatto che il resto del mondo (quello davvero importante e riconosciuto) fa cose completamente diverse... |
è il pricipale problema di alcuni forum... ed i peggiori sono quelli analogici; ed è tutto dire, visto che fotografo al 100% a pellicola. La "tragedia" è che nn se ne accorgono.  _________________ Consultare le regole della composizione prima di scattare una fotografia è come consultare la legge di gravità prima di fare una passeggiata.
Solo i pesci morti seguono la corrente. ;/)
Cos'è la fotografia pinhole? Come dire che si sente un leggero fruscio ascoltando un vecchio 78 giri su un grammofono a manovella! ;/) |
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Leoconte utente attivo
Iscritto: 10 Lug 2016 Messaggi: 514 Località: Veneto
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Inviato: Dom 13 Nov, 2016 9:29 am Oggetto: |
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Vorrei rassicurare, "mal comune e mezzo gaudio", che il problema delle gabbie, è di tutta l'arte figurativa, non solo italiana. Però, almeno bisogna averne consapevolezza.
"In Italia il dibattito critico sull’arte contemporanea sembra essere sopito, quando non del tutto latitante. La nascita di nuovi musei, la grande trasformazione generata da internet negli ultimi due decenni, persino la relativa apertura del mondo accademico allo studio dell’arte più recente, non sembrano aver scalfito una antica diffidenza della cultura italiana nei confronti di un’attualità spesso ridotta al suo più scontato stereotipo. Sappiamo che nel generale distacco tra produzione e «consumo» culturale, sempre più influenzato quest’ultimo da accorte tecniche di marketing, la critica – come ricerca ed esame indipendente dei fatti artistici, letterari ecc. – subisce in realtà nella nostra epoca un’emarginazione per così dire strutturale, sostituita nelle sue funzioni più rilevanti dalla potenza finanziaria del mercato o da nuove forme di giudizio soggettivo, ad esempio quelle tipiche dei social networks. Ma la debolezza di un panorama italiano sempre più sulla difensiva, spesso ridotto alla pura difesa di posizioni di retroguardia, di improbabili «radici”» non può essere considerata solo alla luce dei grandi orientamenti globali; ciò che occorre è invece interrogare lo scenario sociale e politico, le condizioni materiali di formazione e di produzione intellettuale nel nostro paese: per comprendere le ragioni che impediscono la crescita di un dibattito critico che aspiri a un peso reale nello scenario internazionale e individuare nuove modalità di intervento, nuove prospettive in grado di riannodare la vitale relazione tra critica e sfera pubblica.
Il programma completo del Forum dell’Arte Contemporanea Italiana è consultabile sul sito www.forumartecontemporanea.it." _________________ Leoconte |
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Leoconte utente attivo
Iscritto: 10 Lug 2016 Messaggi: 514 Località: Veneto
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Inviato: Lun 14 Nov, 2016 6:39 pm Oggetto: |
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Opisso e AleZan,
Sarò contento e mi riprometto di partecipare all'argomento a cui tenete, se ne sarò coinvolto, penso di sicuro. (anche se penso che sia difficile trovarlo se esce, bisognerebbe essere avvertiti in qualche modo)
In questo caso, però, l'argomento era diverso...
La domanda iniziale era: se oggi possono ancora esistere scale di valori; se possiamo parlare dell'omologazione galoppante, se il web rappresenta un pericolo. E come avete potuto leggere, pongo molti altre domande, che credo siano dell'odierno dibattito, cosa pensiamo di queste mutazioni.
Mi sembrano riflessioni abbastanza difficili da trovare in rete, nessuno vuole fare brutte figure e sembrare presuntuoso, ma secondo me, porsele è una necessità. _________________ Leoconte |
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Leoconte utente attivo
Iscritto: 10 Lug 2016 Messaggi: 514 Località: Veneto
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Inviato: Mar 15 Nov, 2016 7:47 pm Oggetto: |
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Va bene, in questo breve dialogo abbiamo assistito come si anestetizzano e fuorviano gli argomenti proposti.
Sarebbe stato carino intervenire per le riflessioni che erano proposte (Non tutti, grazie a quelli che l'hanno fatto), ma penso sia un problema del Web....
Comunque, se qualcuno lo desidera, l'argomento è ancora aperto e sarei lieto di incontrare qualche persona interessata in questo dialogo.
Se altri hanno desiderio di parlare di altre cose, nessuno gli vieta di aprire altri argomenti di quelli citati, che per altro sono interessanti e penso ne sarei coinvolto.
La crescita personale, è rispetto e attenzione dell'altro, specie in fotografia dove le immagini nascondono grandi argomentazioni e riflessioni.
Un esempio, è il discorso sul bello e sull'estetica, che spesso a causa del presunto incanto, nascondono le verità più banali, vere trappole della vista e dell'educazione visiva.
Un cordiale saluto _________________ Leoconte |
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AleZan coordinatore

Iscritto: 16 Giu 2006 Messaggi: 11698 Località: Bologna
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Inviato: Mer 16 Nov, 2016 4:32 pm Oggetto: |
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Leoconte, ho rimediato ricavando un nuovo topic sull'argomento "deviante".
La discussione su Forum e fotografia continua nel nuovo topic _________________ Alessandro - www.alessandrozanini.it
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quelo utente
Iscritto: 28 Mar 2016 Messaggi: 176
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Inviato: Mer 16 Nov, 2016 5:21 pm Oggetto: |
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La gabbia è un po' zemanania,ma si assimila una sorta di intolleranza al metodo all'ambiente,alle foto che si vedono, che a seconda dello spazio dove si vanno a proporre prendono quel determinato taglio.L'artista è solo incompreso.Se non si puo' definire con esattezza l'arte,in modo oggettivo,per lo stesso concetto nulla vieta all'artista di provare a rispondere alla domanda cos'è l'arte.Pero' quelle belle discussioni chilometriche con una critica velata ad un certo modo di fare fotografia..
E' fatta con maestria?'E unica?Prima di arrivare al quella ipotetica scala,si parlva di essere di piu' se stessi anche in foto.Quelle immagini che vediamo,qualcuno le ha scelte...potrebbero esserci altre foto,ma non ci sono...
Se poi ai volori tradizionali consolidati,la societa' attuale,dei quali la fotografia è uno specchio,ne fra propri altri forse piu' effimeri,scivolando sul post prodotto,stereotipi vari,passaggi vari,o le citazioni girate di un rigo,con plauso...oggi c'è ancora chi si pone delle domande,domani non si sa.
Per cui la scaletta diventa gabbbia,è l'ambiente stesso percepito come restrizione,ma prima che prenda forma,lasciamo fluire le idee...se ne tengono alcune inserendo qualche variabile,si prova.Di solito si dice va bene cosi'.Una modifica lieve impercettibile,che poi si vedra',perchè il fotografo di base era anche un po' tradizionalista.
Questa idea del piccolo circolo,qualcuno la trova propositiva,ma anche quelli che sono piu' avversi,a quel tipo di stile e possono portare un parere decisamente diverso,con un confronto diretto e meno filtrato,dal fattore social.Una sorta di concetto di squadra che non è fatta da un numero indefinito di persone ma la foto deve essere anche funzionale..Potrebbe esserci un confronto prima e poi ...allo stesso tempo se si teme, il circolo troppo chiuso ,inserire una sorta di alternanza ,qualcosa a meta' fra la lista pubblica e privata nelle preferenze,in bilico fra pubblico e giuria.
Nel frattempo il fotografo era quello con la macchina,poi è diventato artista,adesso si ritorna all'artista con lo smart e si puo' fare a meno della macchina e del fotografo...molto sottile.
L'uomo tecnologico che assimila i nuovi oggetti e usi e costumi si modificano,per leggere che la percentuale di indicenza della macchina nel prodotto finale la foto è molto bassa,ma c'è anche la post..e c'è ancora quello col pennello.
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Leoconte utente attivo
Iscritto: 10 Lug 2016 Messaggi: 514 Località: Veneto
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Inviato: Gio 17 Nov, 2016 1:22 am Oggetto: |
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Va bene AleZan, seguo seguo...
quelo,
non so se ho capito tutto di quello che vuoi dire. Non vorrei essere causa di fraintesi. Per mia colpa, ti chiedo di chiarire quello che vuoi dire. Grazie a te. _________________ Leoconte |
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opisso utente attivo

Iscritto: 11 Set 2014 Messaggi: 5478 Località: Genova
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Inviato: Gio 17 Nov, 2016 10:41 am Oggetto: |
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Quelo...
Se prendo le tue singole frasi sono assolutamente in sintonia con te. Ma se ti leggo di seguito ammetto che capisco poco di dove vuoi andare a parare.
Di sicuro è difficile trovare la giusta via fra il socia e il circolo col paraocchi.
Ma alla fine cosa facciamo? Buttiamo via tutto visto che non si capisce chi sia quello "autorizzato" a fare la lista del salvabile; delle cose da portare sull'arca...
Nel circolo ci si "autoimpone" e si tutto rischia di diventare autoreferenziale.
Nel social "ci sei" ma un po' ci sei "caduto dentro senza sapere perché" e alla fine se vuoi "socializzare" ti appiattisci.
E in effetti un po' dissento quando Leoconte più sopra ammonisce dai "paletti messi dagli amministratori". Senza paletti hai il social...
Alla fine sono quasi più i paletti che si automettono gli utenti. Per non "litigare" o per avere comunque la risposta pronta.
Per dire...se vedo una foto che trovo insignificante ed è poco nitida... alla fine a me per primo sembra un commento "intelligente" dire "la foto è poco nitida" (oggettivamente incontrovertibile) piuttosto che "questo secondo me è uno scatto privo si contenuti interessanti". Dove, è vero, alla fine potrebbe anche scaturire una discussione interessante sulla "visione" del fotografo e delle sue motivazioni. Ma dove al 99% tutto si risolverebbe in litigi, "rappresaglie", "perdite di tempo parlando con i sordi" e bannaggi vari. _________________ opisso su instagram = angolo.b |
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Leoconte utente attivo
Iscritto: 10 Lug 2016 Messaggi: 514 Località: Veneto
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Inviato: Gio 17 Nov, 2016 2:04 pm Oggetto: |
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Opisso, tutto condivisibile e di buon senso quello che scrivi.
Però, i punti che sollevo, vanno oltre il web, i circoli, e tutti quei mondi che pensano che la bella o buona fotografia sia una loro consapevolezza, non riescono a dire sono i nostri gusti, legati alle nostre culture, praticamente opinioni fra molte.
Secondo me:
aggrapparsi alle regole, alle scale dei valori; fare semplice accademia; ripeto, può provocare una diffusione della banalità e del conformismo ufficiale.
Camminare in sicurezza, non è una soluzione per l'evoluzione della creatività, anzi, normalizza, porta all'appiattimento. Tanti milioni di fotografi accettabili e tutti uguali. Sarebbe il trionfo ridicolo dei bravi. La banalità del male, così fan tutti.
Quello che cerco e penso, è nell'andare su campi ignoti, porsi a disposizione della ricerca, anche se i risultati possono essere risibili.
L'autore inconsapevole, rischia inconsapevolmente (questa innocenza può essere utile) ; il vero autore consapevole rischia consapevolmente l'ignoto (questo è un grande merito).
Fermarsi a fare le immagini per benino ed aspettare che ti dicano è fatta bene, così, non ti sentirai un genio, ma ti sentirai riconosciuto e considerato, non vuol dire nulla.......Perché non hai portato quella originalità che è nascosta dentro di te, ma non riesci tirarla fuori!
Questo lo dico sopratutto a me stesso, naturalmente. Per questo cerco un dialogo con qualche persona che ne sappia di più, che abbia passato questi viaggi nell'ignoto della creatività.
Guardate, io credo molto nell'arte. Penso che l'arte è qualcosa che salva l'uomo e tutti ne abbiamo da esprimere e da condividere, brutta o bella che sia, buona o cattiva, ma quando l'essere si ritiene soddisfatto quando galleggia nella sua indifferente, serena banalità, in questo momento ci troviamo proprio nel nulla o nella (m....).
Ecco, la crisi della cultura, dell'arte, dei valori.
L'espressione e la creatività, non possono avere una linea continua come il tempo, la storia che gli uomini si inventano. L'uomo è un Big Ben, una esplosione di idee che escono da tutte le parti, non ha punti di vista privilegiati. L'arte è uno strumento che l'uomo usa per comprendere lo stesso uomo. Questa l'ho detta per quelli che sono avversi all'arte, specie quella contemporanea, ma dal momento che si mettono in un luogo del genere e producono fotografie si diventa autori di arte. Questo è innegabile. _________________ Leoconte |
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quelo utente
Iscritto: 28 Mar 2016 Messaggi: 176
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Inviato: Gio 17 Nov, 2016 8:43 pm Oggetto: |
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Un giorno è comparsa l'idea della fatica scala di valori,puo' sembrare paradossale una sorta di incongruenza,con tutto quello che è un disvalore.C'è chi si oppone all'idea della scala,a parlare di linee di confini..Non si possono dare i voti alle modelle,alle foto si,ma c'è la modella.La figura è stereoripata,ma anche il paesaggio.
Eppure i giudizi ci sono, le foto parlano e non c'era certo bisogno della scala...Pero' poi la foto è empatica,nell'essere frivola...la luce "è tua" col sole che picchia...oppure bellisima,scattata da un altro uguale l'anno prima,non una ma due foto...
La sfumatura del filtro è piazzata fuori...e va bene cosi'quello è contento del filtro,il parere è favorevole.Andare a rifare le foto che sono inedite,potrebbe essere un'idea,confrontare le interpretazioni,ma forse è meglio di no.Poi c'è quella che ci ha gia' pensato e le sovrappone tutte ,quelle che trova,ci sono solo alcune minime differenze di angolo.
E la nebbia?Tanto per fare un esempio c'è differenza con la foschia e le nuvole basse....in auto si...in foto no...
Nel canale d'arte, programma televisivo,ci raccontano poi che il critico era un pittore mediocre e anche per quello demoliva l'opera divenuta manifesto,della corrente,che il quadro è stato venduto,poi rivenduto a meno,ecc.ecc. ...
Nel momento precedente,si era parlato di proposte,il web è tutto ma è anche un po' dispersivo,scatto 300 foto,non mi convince nessuna,ci sono quelle che ritengo non adatte al pubblico e quelle con eventuale elemento di richiamo che potrebbe suggerire una risposta ...teniamo dieci foto...per me non cambia tantissimo...Non fosse che la vicina di casa, ogni tanto pianta qualche chiodo, nel muro e cosi' le mostro un paio di foto in generale.. e per quella che puo' essere la sua abilita', parere è piuttosto diverso dall'opinione ,che sembra poi emergere.
Ci sarebbe un saggio di trecento e passa pagine,con una spiegazione piu' dettagliata su come e perchè vediamo in un certo modo...in alcuni passi si differenzia il movimento da destra a sinistra accostandolo ad una formazione culturale,rispetto il sinistra verso destra,e la percezione trova nell'equilibrio un rapporto con i principi della fisica,qualcuno potrebbe trovare l'approccio troppo strutturato e medotico. |
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Leoconte utente attivo
Iscritto: 10 Lug 2016 Messaggi: 514 Località: Veneto
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Inviato: Ven 18 Nov, 2016 12:50 pm Oggetto: |
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quelo,
ho capito che non bisogna leggerti, ma decifrarti, comunque questa volta ho colto il tuo senso relativistico sui fatti e le cose, almeno credo.
La differenza.........
Penso e ripenso: che mai pensa l'oca
gracidante alla riva del canale?
Pare felice! Al vespero invernale
protende il collo, giubilando roca.
Salta starnazza si rituffa gioca:
né certo sogna d'essere mortale
né certo sogna il prossimo Natale
né l'armi corruscanti della cuoca.
- O papera, mia candida sorella,
tu insegni che la Morte non esiste:
solo si muore da che s'é pensato.
Ma tu non pensi. La tua sorte è bella!
Ché l'essere cucinato non è triste,
triste è il pensare d'esser cucinato.
Guido Gozzano
(Un'oca e un uomo: che differenza c'è?
In realtà, chi ci insegna a vivere, non è l'uomo, ma è l'oca.)
Ancora di più ci potrebbe far pensare, questa poesia, se vediamo che viene insegnata nelle nostre scuole elementari. _________________ Leoconte |
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