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I fratelli del cielo - una chicca di esposizione

 
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Frangì
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MessaggioInviato: Gio 19 Mgg, 2011 7:12 pm    Oggetto: I fratelli del cielo - una chicca di esposizione Rispondi con citazione

I fratelli del cielo - una chicca di esposizione
Stufi di esposizioni scialbe e grigiastre? Stanchi di neve grigia o asfalto bianco? Seccati di dover ripetere più volte uno scatto in cerca dell’esposizione corretta? Allora “I fratelli del cielo”(*) fanno al caso vostro.
(*) “I fratelli del cielo” di B. Peterson - Nuovo corso avanzato di fotografia, ed. Reflex

Di cosa si tratta?
Sarà certamente capitato anche a voi di riprendere con la vostra affidabilissima reflex un ambiente molto contrastato, un paesaggio innevato, un controluce artistico o cercare di realizzare una silhouette; ebbene vi sarete accorti che per realizzare l’idea che avevate in mente, siete dovuti ricorrere a numerosi, per non dire troppi, scatti di prova. Oltre ad essere poco raffinato, questo modus operandi non può essere applicato se usate una reflex a pellicola. La soluzione che ci propone Bryan Peterson è semplice: affidarsi a quegli elementi che lui chiama amichevolmente “I fratelli del cielo”.
Si tratta in buona sostanza di cercare l’esposizione corretta, anziché direttamente sul soggetto, su alcuni elementi circostanti presenti sulla scena; i vantaggi di usare questa tecnica sono molteplici: anzitutto otterrete la giusta esposizione a primo colpo, le tonalità saranno contrastate senza bisogno di interventi di fotoritocco ed avrete un’esposizione valida per tutte le angolazioni della scena ripresa.

L’esposimetro
Per affrontare correttamente l’argomento bisogna prima rinfrescarsi la memoria circa il funzionamento dell’esposimetro integrato della macchina fotografica: sappiamo tutti che è un sensore posto all’interno delle fotocamere che misura la luce riflessa da un corpo, guardandola attraverso la lente dell’obiettivo e la paragona ad un valore di riferimento tarato in fase costruttiva; questo valore è il c.d. “grigio medio 18%”, ovvero una tonalità di grigio che riflette il 18% della luce che lo investe. L’esposimetro quindi somma le tonalità di grigio presenti nella scena ripresa, le paragona al grigio ed in relazione segnala all’utente le correzioni da apportare ai valori di tempo-diaframma-sensibilità prescelti. E’ bene precisare che l’esposimetro non riconosce la differenza da un colore ad un altro, perché legge il quadro come una moltitudine di tonalità grigie, come fosse una scena in bianco-nero.
Capita spesso che l’esposimetro venga ‘ingannato’ da condizioni di illuminazione particolari; pensiamo ad esempio ad un controluce: inquadrando la scena di un’alba o di un tramonto lo strumento rileverà la presenza di una forte sorgente di luce e segnalerà all’utente che per ottenere un’esposizione corretta bisognerà regolare i parametri di esposizione affinché questa venga attenuata… In parole povere vi chiederà di sottoesporre di 2-3 stop, e voi vi ritroverete con una foto di un sole perfetto ma con tutto ciò che lo circonda completamente nero. Questa tecnica si propone, invece, di evitare queste problematiche, insegnando a reperire nella maggior parte dei casi i valori di riferimento (grigio 18%) per la corretta esposizione, naturalmente presenti in natura.

Il cielo
L’immagine (Fig. 1) l’ho scattata alle ore 18.00 di un pomeriggio soleggiato: se avessi calcolato l’esposizione sulla totalità della scena avremmo avuto un grigiore dominante su tutta la scena, dovuto al tentativo dell’esposimetro di portare la somma delle zone di luce e di ombra entrambe corrispondenti al grigio, per renderle entrambe ben leggibili, qualcosa del tutto simile all’immagine (Fig. 2). Vediamo nel dettaglio perché questo non si è verificato: in fase di scatto ho selezionato la modalità manuale e come metodo di misurazione della luce l’esposizione spot; con un diaframma relativamente chiuso, per ottenere una maggiore profondità di campo (f/11) e con una sensibilità ISO ridotta (ISO 100), ho orientato la fotocamera al cielo andando ad inquadrare con il cerchio dello spot precisamente la porzione di cielo in alto, quella più scura: ho regolato di conseguenza la velocità dell’otturatore affinché l’esposimetro segnalasse un’esposizione corretta (1/200 sec) e successivamente ho ricomposto l’inquadratura scattando questa immagine.
Alcuni si staranno chiedendo perché il colore azzurro del cielo non ha influenzato negativamente l’esposizione… la risposta è semplice: non è azzurro!
Come ho detto prima, infatti, l’esposimetro guarda l’immagine in scala di grigi, di conseguenza ha ‘letto’ il colore azzurro del cielo come se fosse un grigio naturale 18% procurando un’esposizione del tutto corrispondente al reale (Fig. 3).
Il bello di questa tecnica è quello di essere gratuita, perché non dovrete comprare nessun accessorio, dovrete solo impararla: può essere adottata con qualsiasi tipo di fotocamera, che abbia la misurazione spot o meno, in modalità manuale o a priorità (bloccando l’esposizione), basta ricordare di non correggere l’esposizione una volta reinquadrato il soggetto.
Naturalmente per usare il filtro polarizzatore si dovrà prima esporre correttamente e poi montarlo. La tecnica funziona anche con cieli più chiari o più scuri, come testimoniano le immagini "Esempio 1-2-3-4"

Il verde
Ma cosa succede se ci si trova a scattare in una giornata grigia o nuvolosa? Niente paura, ricordate che ciò che dovete cercare è un grigio 18% naturale, ovvero qualsiasi tonalità che si avvicini a questo: ecco qui che ad esempio un prato verde può fare al caso nostro, oppure il maglione rosso del tipo seduto sulla panchina, addirittura l’asfalto può essere utile (basta che non è appena stato steso!).

L’ultima regola invece è per il controluce: per ottenere un’esposizione corretta in questi casi bisogna avvicinare il cerchietto dello spot al fianco del sole (v. Fig. 4) ed esporre come descritto precedentemente.

Il grigio 18%
Dal momento in cui deciderete di adottare questa tecnica inizierete a guardare il mondo non più a colori, ma in scala di grigi, alla ricerca costante del grigio medio a cui riferirsi; in commercio sono in vendita anche degli appositi cartoncini o pannelli con la doppia funzione per bilanciare l’esposizione ed anche il bianco: sono i c.d. 'Cartoncini grigi'; la loro utilità è indubbia, perché vi permettono di trovare immediatamente il grigio medio anche laddove non c’è, ma imparare questo metodo lo è molto di più perché l’uso del cartoncino, vi assicuro, è davvero limitato (esperienza personale).

Spero che questa guida vi sia stata utile.
Buon cielo a tutti! Wink



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Figura 1
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Figura 2
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Figura 3
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Figura 4
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Esempio 1
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neldot
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MessaggioInviato: Gio 19 Mgg, 2011 10:26 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Grazie Frangì, un articolo interessante. Smile

Non ho letto il libro che citi, ma per la mia esperienza, trovare nel cielo la zona giusta per avere una corretta esposizione è ben più difficile di quanto possa sembrare leggendo il tuo articolo.

Secondo me è decisamente un metodo per esperti, che possiedano un occhio molto allenato a distinguere il famoso "grigio 18%". Impresa, sempre a mio parere, non facile neanche per i fotografi di lungo corso.

Tra l'altro, a complicare ulteriormente le cose, citerei questo articolo di Thom Hogan di qualche anno fà: http://www.bythom.com/graycards.htm , che spiega come gli attuali esposimetri sembrerebbe siano calibrati sul grigio al 12%, anzichè sul 18% come ancora comunemente si ritiene.

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Frangì
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MessaggioInviato: Gio 19 Mgg, 2011 10:44 pm    Oggetto: è più facile di ciò che pensi Rispondi con citazione

neldot ha scritto:
Grazie Frangì, un articolo interessante. Smile

Non ho letto il libro che citi, ma per la mia esperienza, trovare nel cielo la zona giusta per avere una corretta esposizione è ben più difficile di quanto possa sembrare leggendo il tuo articolo.

Secondo me è decisamente un metodo per esperti, che possiedano un occhio molto allenato a distinguere il famoso "grigio 18%". Impresa, sempre a mio parere, non facile neanche per i fotografi di lungo corso.

Tra l'altro, a complicare ulteriormente le cose, citerei questo articolo di Thom Hogan di qualche anno fà: http://www.bythom.com/graycards.htm , che spiega come gli attuali esposimetri sembrerebbe siano calibrati sul grigio al 12%, anzichè sul 18% come ancora comunemente si ritiene.

guarda è più facile di ciò che sembra... provare per credere! Io ormai scatto praticamente solo in manuale con questa tecnica e non sbaglio mai; solo allenandosi si ottiene l'occhio al grigio, come quello per la composizione... bisogna essere sempre attivi nella ricerca dell'inquadratura giusta e del grigio... tu prova ad usarla per qualche giorno, male che vada hai imparato una cosa nuova... Inizia dal cielo di una giornata serena.
Per quanto riguarda l'articolo... beh io non so se sia 12 o 18%, quello che conta è che questa tecnica funziona anche meglio di quando usi il cartoncino grigio.

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Yaggdrasill
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MessaggioInviato: Ven 20 Mgg, 2011 12:47 am    Oggetto: Rispondi con citazione

mi ha ricordato uno dei primi testi di fotografia da me letti, e che ancora oggi seguo quando lavoro in manuale (quasi sempre) e che è simile, molto simile, da un testo di john shaw, e sostanzialmente suggeriva di rintracciare un colore medio nella scena, in modalità spot, e poi compensare di consuguenza per il soggetto che interessa a noi nella foto.
Faccio un esempio, scena innevata, e vogliamo rendere la neve bianca?
misuro la neve in spot, la macchina mi darà l'esposizione per renderla tono medio (il c.d. grigio medio), io so questo, e correggo aprendo di due stop o poco più riportandola al bianco che vede il mio cervello.

Naturalmente sto sistema non impedisce ne impediva di ottenere zone sovraesposte o sottoesposte, ma si focalizzava nel valorizzare il soggetto che a noi interessava nello scatto, dal punto di vista dell'esposizione.

Certo è un testo scritto ai tempi della pellicola, quando istogrammi, o la possibilità di rivedere subito uno scatto erano inimmaginabili, però è una tecnica "a braccio" veloce e che permette di calcolare rapidamente l'esposione a partire da un elmento qualsiasi, che si avvicini almeno un po al grigio medio, ma senza spingerci a pensare come un esposimetro a luce riflessa.
Smile
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Frangì
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MessaggioInviato: Ven 20 Mgg, 2011 12:59 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Yaggdrasill ha scritto:
mi ha ricordato uno dei primi testi di fotografia da me letti, e che ancora oggi seguo quando lavoro in manuale (quasi sempre) e che è simile, molto simile, da un testo di john shaw, e sostanzialmente suggeriva di rintracciare un colore medio nella scena, in modalità spot, e poi compensare di consuguenza per il soggetto che interessa a noi nella foto.
Faccio un esempio, scena innevata, e vogliamo rendere la neve bianca?
misuro la neve in spot, la macchina mi darà l'esposizione per renderla tono medio (il c.d. grigio medio), io so questo, e correggo aprendo di due stop o poco più riportandola al bianco che vede il mio cervello.

Naturalmente sto sistema non impedisce ne impediva di ottenere zone sovraesposte o sottoesposte, ma si focalizzava nel valorizzare il soggetto che a noi interessava nello scatto, dal punto di vista dell'esposizione.

Certo è un testo scritto ai tempi della pellicola, quando istogrammi, o la possibilità di rivedere subito uno scatto erano inimmaginabili, però è una tecnica "a braccio" veloce e che permette di calcolare rapidamente l'esposione a partire da un elmento qualsiasi, che si avvicini almeno un po al grigio medio, ma senza spingerci a pensare come un esposimetro a luce riflessa.
Smile

Un'esposizione... "pret à porter"!! Mandrillo
si compensare la neve con due stop è corretto (parliamo di 2/3 di stop in realtà, giusto?), ma più precisa è la misurazione di un oggetto riconducibile al grigio. Come tecnica è un pò la cugina della regola del 16, però è utile perché si avvicina moltissimo all'esposizione corretta, evitando di dover recuperare totalmente in PP, perché hai un'immagine molto vicino alla realtà. Io mi ci trovo bene perché scatto in manuale.

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neldot
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MessaggioInviato: Ven 20 Mgg, 2011 12:29 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Se è per questo, ai tempi della pellicola vi erano tabelle esposimetriche con le sovra e sottoesposizioni consigliate per una serie di soggetti più comuni, e vi era, (ma c'è ancora) la famosa regola dell'F/16. Però l'esposizione migliore era sempre quella che il fotografo navigato previsualizzava nella sua mente. E come dice Yaggdrasill, pur non esistendo istogrammi e monitor, i risultati erano spesso buoni.

Ecco, forse l'esposizione, grazie al digitale ed alla precisione degli automatismi esposimetrici, è uno degli aspetti su cui i fotografi di oggi si impigriscono di più.

Anche io, che lavoro quasi sempre in manuale, rarissimamente mi trovo ad esporre in spot, mi fido quasi sempre dell'esposizione in matrix (che però, c'è da dire, funziona quasi sempre piuttosto bene).

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Frangì
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MessaggioInviato: Ven 20 Mgg, 2011 2:19 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

neldot ha scritto:

Anche io, che lavoro quasi sempre in manuale, rarissimamente mi trovo ad esporre in spot, mi fido quasi sempre dell'esposizione in matrix (che però, c'è da dire, funziona quasi sempre piuttosto bene).

Ebbene si... quando avevo la 450D avevo qualche problema, ma forse era dettato soprattutto dalla mia inesperienza; con la 50D funziona molto bene, immagino che con la 5DMkII avrò una precisione ancora migliore.
Grazie per i tuoi commenti.

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AleZan
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MessaggioInviato: Ven 20 Mgg, 2011 2:47 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ciò che il sistema suggerisce, in sostanza, è quello di esporre per le alte luci. Certamente non avremo aree bruciate, ma corriamo il rischio di perdere molti dettagli nelle ombre.
Nella foto n.1 questo può non darci problemi, ma gli sposi ci rifiuterebbero la foto n. 3.

Il mio cartoncino grigio portatile è il palmo della mia mano.
Paragonato al grigio medio, riflette 1 e 2/3 EV in più.
Quindi misuro la luce ambiente sul palmo della mano e in Manuale imposto una sovra esposizione di 1 e 2/3 di stop.

Naturalmente questo non funziona quando la luce che cade su di me è diversa da quella che cade sul soggetto....

ciao

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Frangì
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MessaggioInviato: Ven 20 Mgg, 2011 3:18 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

AleZan ha scritto:
Ciò che il sistema suggerisce, in sostanza, è quello di esporre per le alte luci. Certamente non avremo aree bruciate, ma corriamo il rischio di perdere molti dettagli nelle ombre.Nella foto n.1 questo può non darci problemi, ma gli sposi ci rifiuterebbero la foto n. 3.

si, il rischio c'è, perché la fotocamera non riesce a leggere tutto ciò che l'occhio umano vede: la consolazione è quella di avere un'esposizione del tutto vicino al reale (fotografico). Poi se mi metti degli sposi in ombra sullo sfondo di un palazzo chiaro a mezzogiorno il problema non è l'esposizione, sei tu!! LOL

Citazione:
Il mio cartoncino grigio portatile è il palmo della mia mano.
Paragonato al grigio medio, riflette 1 e 2/3 EV in più.
Quindi misuro la luce ambiente sul palmo della mano e in Manuale imposto una sovra esposizione di 1 e 2/3 di stop.

si questa tecnica l'avevo già letta su questo forum, forse proprio da te, ma non sono riuscito ad affinarla quindi l'ho abbandonata... chissà magari la mia carnagione è troppo chiara!
Naturalmente questo non funziona quando la luce che cade su di me è diversa da quella che cade sul soggetto....Very Happy
Ciao grazie del passaggio.

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MessaggioInviato: Ven 20 Mgg, 2011 4:26 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Frangì ha scritto:
si questa tecnica l'avevo già letta su questo forum, forse proprio da te, ma non sono riuscito ad affinarla quindi l'ho abbandonata... chissà magari la mia carnagione è troppo chiara!

Sì, infatti, ognuno deve fare al propria misurazione personale per capire quanto è lo scostamento dal cartoncino grigio.
Si misura prima la luce sul cartoncino, e poi quella sul palmo della mano (con la stessa posizione e inclinazione del cartoncino). E si vede lo scostamento.

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Frangì
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MessaggioInviato: Ven 20 Mgg, 2011 4:51 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

AleZan ha scritto:
Sì, infatti, ognuno deve fare al propria misurazione personale per capire quanto è lo scostamento dal cartoncino grigio.
Si misura prima la luce sul cartoncino, e poi quella sul palmo della mano (con la stessa posizione e inclinazione del cartoncino). E si vede lo scostamento.

proverò!

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