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Quello scalino per passare categoria (pe chiaccchiera'...)

 
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Autore Messaggio
flavietto
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Iscritto: 15 Giu 2006
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Località: Roma

MessaggioInviato: Mer 16 Lug, 2008 4:23 pm    Oggetto: Quello scalino per passare categoria (pe chiaccchiera'...) Rispondi con citazione

A volte ho pensato di lasciare il mio lavoro e tentare la via della fotografia come professione (e stile di vita). Al di la della poesia della cosa, ancora non ci sono riuscito e mi sa che mi manca davvero parecchio (se mai ci riusciro'). Mi affascina da morire.

Su una cosa pero' ho meditato parecchio e mi va di condividerla con voi per vedere cosa ne pensate: molte volte, tra le foto che vengono pubblicate nei vari forum tematici, si trovano degli scatti veramente belli. A volte ritratti, a volte glamour a volte paesaggi etc. Eppure non riesco mai, mentalmente, a dire "certo che questo e' proprio uno del "mestiere fotografico"!! E credo che il problema sia che una singola foto (per quanto ben fatta) non fa mai parte di una storia piu' ampia. Non dimostra cioe' l'evoluzione del percorso che il fotografo ha mentalmente creato.

Quando parli di un professionista, quando guardi le sue raccolte, vedi delle immagini che fanno parte di un progetto, che raccontano una storia o che comunque parlano di un'evoluzione in maniera "discorsiva". Ok ci sono anche foto famose, uniche, ma se ben ci penso ci rimangono in mente perche' ci vengono sempre presentate all'interno di un contesto piu' ampio sviluppato dal fotografo (un reportage, una raccolta di anni, un'idea realizzata in studio).

Sono quindi giunto alla conclusione che per poter superare lo scalino del "ok, sei bravo ma non sei mica un fotografo" bisognerebbe smettere di cercare di scattare una bella foto singola e invece concentrarsi su un progetto piu' organico; raccontare una storia (non importa quale). La foto piu' "normale" (quella del gatto, nessuno me ne voglia) la fanno milioni di persone, ma mai nessuno raccoglie 5 scatti che raccontano il carattere del gatto o che raccontino 2 ore della sua esistenza. Si fa una foto ad una ragazza in un nudo artistico, ma difficilmente si realizzano 5 scatti alla stessa modella per raccontare un arco temporale piu' lungo e una cosa piu' articolata.

Mi pare invece che i fotografi che vengono considerati tali, facciano proprio il contrario. Magari realizzano foto anche meno "buone" delle singole che compaiono qui, ma realizzano sempre "un discorso", "un dialogo", "un'evoluzione completa". Se fanno paesaggi, raccontano una zona. Se fanno ritratto raccontano una persona o uno stato d'animo. Se fanno reportage o street, raccontano storie, magari brevi e semplici, ma pur sempre storie.

Sto' pensando di dotarmi di un registratorino e di un bel quaderno e cominciare a scattare in base ad un progetto che prima metto su carta. E magari di raccogliere le foto insieme a domande, pensieri, risposte e appunti. E poi presentarle come progetto, non come foto singola.

Secondo voi dico cavolate? E' solo confusione o ci vedete anche voi un senso in quel che ho detto?

Ciao,
Flavio

PS. premetto per tutti che il mio discorso non vuole essere offensivo per nessuno e che con quello che ho detto, magari in maniera confusa, non voglio assolutamente denigrare il lavoro che molti di voi producono con considerevole sforzo. Cerco solamente di esprimere una mia sensazione che sto' maturando da tempo e che faccio fatica a fissare. Smile
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palmerino
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Iscritto: 01 Ott 2004
Messaggi: 5943
Località: Formia (LT)

MessaggioInviato: Mer 16 Lug, 2008 5:52 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Sarebbe complicato risponderti univocamente.
Intanto un professionista non è detto che sia bravo, anche tecnicamente.
Significa solo che "campa" con le foto e ci sono molti fotoamatori ben più preparati.
Dove il professionista ha una marcia in più è nel riuscire a portare avanti un servizio, magari non ad alto livello, ma senza problemi mentre un fotoamatore, soprattutto con poca esperienza, potrebbe scattare più belle fotografie, ma senza riuscire ad avere una continuità.
Il professionista di solito è bravo nel dare comunque uno standard (alto o basso, diventa opinabile), ma comunque una sicurezza.
Ti faccio un esempio banale: stavo fotografando per divertimento una rappresentazione teatrale e sfruttavo la luce di scena (era all' aperto) usando il flash (non sempre) con per una mirata schiarita (-2 stop) ed ottiche luminose per sfruttare al meglio la luce ambiente senza salire troppo con la sensibilità.
Un mio collega del posto (ero in un paese vicino al mio), stava fotografando per lavoro ed mi aveva fatto vedere qualche suo scatto e la fotocamera, una bella Nikon D200 (bel mirino refelx).
Però usava il versatile ma poco luminoso 18-200mm vr ed il flash montato sulla slitta a potenza elevata, tanto che nella foto si vedeva solo la sua "luce".
Ovviamente c' era il soggetto ben illuminato, ma con una poco fotogenica luce frontale (anche proveniente leggermente dal basso verso l' alto...visto che il palcoscenico era alquanto alto) ed una ombra netta dietro il fondale.
Ho fatto notare la cosa e del perché non pensasse di sfruttare al meglio la luce della scena, ma mi ha risposto che tanto i genitori (era un rappresentazione teatrale di giovani...talenti Smile ) desideravano solo vedere ben in evidenza il loro figliolo.
Probabilmente aveva ragione, ma io amo rischiare il mosso del soggetto (tempi lenti) per raccontare anche l' atmosfera della scena.
In pratica conta più, soprattutto nelle città non molto grandi, sapersi "vendere" e "posizionarsi" in posti molto strategici.
Forse ho tolto un pò di poesia, ma così va il mondo e la stragranza delle persone non comprende una foto fotogenica rispetto ad una meno bella, se non con il confronto.
Non vi è una grande cultura fotografica in generale e molti professionisti si adeguano.
Spesso mi imbatto in inutili diatribe sul perché non utilizzi una full-frame rispetto all' attuale sistema fotografico che uso, mentre in realtà non sono le dimensioni del sensore od il maggiore o meno rumore alle alte sensibilità (se è bella la foto, diventa godibile un pò di rumore), ma su "come" si scatta una fotografia.
Sembra complicato comprendere questo passaggio, ma pazienza...
Intanto in bocca al lupo per l' eventuale passaggio al professionismo: ma difficile trovare poesia e spesso si eseguono fotografie che non ci piacciono, ma che il cliente ci richiede.
Sii pratico, ma non perdere di vista sia il bagaglio tecnico (importante) che quello creativo. Wink

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d23
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Iscritto: 07 Gen 2006
Messaggi: 1768

MessaggioInviato: Mer 16 Lug, 2008 7:28 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

l'equazione professionista=bravo è molto, molto, virulenta.
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Cosimo M.
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Iscritto: 03 Gen 2007
Messaggi: 4330
Località: Molfetta (Ba)

MessaggioInviato: Mer 16 Lug, 2008 8:36 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ottima la risposta di palmerino.
Talvolta la vera dote di un pro è essere bravo nel convincere un cliente che una foto mossa (perchè non ha controllato il tempo di scatto) sia una nuova moda artistica.

Uno dei più noti "pro" del mio comune, non si prende neanche il disturbo di raddrizzare l'orizzonte in alcuni scatti di "paesaggio".

Però, probabilmente, conosce a memoria per esperienza i punti delle chiese dove si deve collocare nei vari momenti dei matrimoni, le idiosincrasie dei singoli preti.

Magari un più bravo fotamatore con maggior estro artistico, nell'ansia di cogliere lo scatto, magari dimentica di diaframmare per la pdc o inciampa in una prolunga al momento dello scatto.

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massimo729
non più registrato


Iscritto: 21 Lug 2004
Messaggi: 1683

MessaggioInviato: Mer 16 Lug, 2008 10:01 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Scusa flavietto ma tu in quale ramo del professionismo fotografico saresti indirizzato?
E soprattutto a quale livello?
Ovvero come secondo lavoro o come fonte del tuo reddito?
ciao!
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AleZan
coordinatore


Iscritto: 16 Giu 2006
Messaggi: 11698
Località: Bologna

MessaggioInviato: Gio 17 Lug, 2008 8:09 am    Oggetto: Re: Quello scalino per passare categoria (pe chiaccchiera'.. Rispondi con citazione

Come già altri ti dicono, diamo atto della definizione di "professionista" come di colui che ha fatto della fotografia un lavoro, cioè la principale fonte di reddito.

Dentro questa definizione ci stanno persone che fanno cose completamente differenti, ad esempio: il reportage in zone di guerra, scatti di modelle famose con abiti firmati, foto in interni di case signorili, foto di scena su set cinematografici, foto di calci di rigore, matrimoni e cerimonie, foto di barattoli di pomodori pelati, riproduzioni d'archivio di opere d'arte, foto con il leone di peluche sulla spiaggia, fototessere.....

Come vedi non tutti i professionisti per essere definiti tali devono raccontare storie, anzi.... In alcuni casi non è proprio richiesto.

flavietto ha scritto:
Quando parli di un professionista, quando guardi le sue raccolte, vedi delle immagini che fanno parte di un progetto, che raccontano una storia o che comunque parlano di un'evoluzione in maniera "discorsiva".
(...)
Sto' pensando di dotarmi di un registratorino e di un bel quaderno e cominciare a scattare in base ad un progetto che prima metto su carta. E magari di raccogliere le foto insieme a domande, pensieri, risposte e appunti. E poi presentarle come progetto, non come foto singola.


Da questo tuo discorso invece mi sembra emerga una tua particolare "vocazione" rispetto alla fotografia: quella del racconto. Vogliamo chiamarla fotografia di reportage o fotogiornalismo? Non ha importanza. L'importante è che tu abbia un'idea precisa.
Ti assicuro che non sono tantissimi quelli che fotografano con la consapevolezza di un "progetto" alle spalle che li guida.

Su questa base puoi certamente iniziare un lavoro di "formazione", perché (in parte) si può imparare a "raccontare storie".

Difficile dire se di questo potrai fare un'attività che ti mantiene economicamente. Cioè se diventerai un professionista....
Ma la soddisfazione di imparare a fare bene questa cosa e il gusto di praticarla non te lo toglierà nessuno.

ciao Smile

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Alessandro - www.alessandrozanini.it
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flavietto
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Messaggi: 271
Località: Roma

MessaggioInviato: Gio 17 Lug, 2008 8:45 am    Oggetto: Rispondi con citazione

palmerino ha scritto:

[cut]

Sii pratico, ma non perdere di vista sia il bagaglio tecnico (importante) che quello creativo. Wink


Ciao Palmerino,
condiido pienamente molte delle considerazioni che hai espresso.
Credo che siano punti molto saldi da tenere sempre a mente (in generale anche se non lavori con la fotografia).

Grazie mille della collaborazione Smile
Flavio
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flavietto
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MessaggioInviato: Gio 17 Lug, 2008 8:47 am    Oggetto: Rispondi con citazione

massimo729 ha scritto:
Scusa flavietto ma tu in quale ramo del professionismo fotografico saresti indirizzato?
E soprattutto a quale livello?
Ovvero come secondo lavoro o come fonte del tuo reddito?
ciao!


Ciao Massimo729,
sono molto affascinato dal reportage e dal ritratto (sia isolato che in un contesto). Mi piace molto anche la foto in studio (possibilmente ritrattistica) e il paesaggio anche se non sono molto ferrato.

Mi piacerebbe farne un lavoro, conosco comunque le difficolta' del caso Smile
Magari un secondo lavoro.

Ciao,
Flavio
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flavietto
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MessaggioInviato: Gio 17 Lug, 2008 8:57 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Ciao a tutti,
forse il tema della mia discussione non sono riuscito a chiarirlo o l'ho espresso in maniera confusa.

Prima di tutto, sul discorso professionista=qualita' sono perfettamente daccordo con tutti voi: a volte chi lavora nella fotografia realizza cose raccapriccianti che un fotoamatore di questo forum cestinerebbe in 20 secondi e che loro invece tentano di vendere. Questo e' un problema presente in ogni ambito ed e' legato alla poca preparazione dei professionisti e alla scarsa qualita' (spesso) del committente. E' cosa risaputa (vedeste che software che sviluppo per grandi aziende finanziarie, vi verrebbero i capelli dritti).

Seconda cosa, io ho una particolare predilezione per il reportage, la narrazione di storie e il ritratto (sia in studio che ambientato) e comunque per la ripresa di persone, per il contatto sociale (sara' che sono estremamente timido nei rapporti interpersonali).

Detto questo. La mia domanda aveva questo senso: Un fotografo puo' raggiungere la maturita' tecnica e cognitiva tale da poter realizzare "una bella foto" in qualsiasi situazione, o comunque realizzare in genere buone foto. A mio avviso il passo immediatamente successivo e' quello di iniziare a produrre "una serie di foto" tutte buone all'interno dello stesso argomento. So bene che alcuni generi fotografici si sintetizzano in "una singola immagine" ma credo che un fotografo (amatore o professionista) per poter superare la barriera della "foto bella ma decontestualizzata" debba impegnarsi per produrre sempre una serie, una raccolta, un set di foto che individuino inequivocabilmente la sua capacita' di andare oltre la singola (fortuita?) immagine buona, all'interno dello stesso progetto.

Scusate ancora per la maniera confusa con cui cerco di spiegarmi ma e' una tema che trovo particolarmente contorto gia' in partenza (dentro di me). Spero di aver chiarito meglio cio' che volevo dire.

Ciao,
Flavio
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palmerino
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Messaggi: 5943
Località: Formia (LT)

MessaggioInviato: Ven 18 Lug, 2008 12:12 am    Oggetto: Rispondi con citazione

flavietto ha scritto:
C...............................................
Detto questo. La mia domanda aveva questo senso: Un fotografo puo' raggiungere la maturita' tecnica e cognitiva tale da poter realizzare "una bella foto" in qualsiasi situazione, o comunque realizzare in genere buone foto. A mio avviso il passo immediatamente successivo e' quello di iniziare a produrre "una serie di foto" tutte buone all'interno dello stesso argomento. So bene che alcuni generi fotografici si......................................................
....................


Certamente: immagina un fotografo di un matrimonio: deve saper scattare dei ritratti, raccontare una storia, fotografare i soggetti considerando la scenografia (casa dei soggetti, chiesa, esterni...) sempre variabile.
Saper districarsi con luci ambienti molto diverse (con il sole, nuvoloso, in ambienti con poca o molta luce, notturni...) e quindi avere un buon bagaglio tecnico ed ottimi strumenti (ottiche luminose e reflex robuste, semplici ed affidabili: uno o più flash e/o luce artificiali, pannelli riflettenti, fondali portatili...) e grande empatia con gli sposi, i parenti, gli amici e gli invitati in generale.
E deve comunque sempre garantire un lavoro con un livello valido, omogeneo ed uno suo stile riconoscibile, possibilmente.
Nella moda si avrebbe più libertà o meno, a seconda se l' art director od il committente lasciasse più o meno libertà creativa.
Nel reportage classico, occorre soprattutto stare a contatto con l' evento e saperlo raccontare con prontezza.
Un bravo fotografo comunque non avrebbe difficoltà a fotografare, non importano le condizioni ambientali ed i soggetti.
Per questo che vengono pagati i professionisti: poche sorprese.

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flavietto
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Località: Roma

MessaggioInviato: Ven 18 Lug, 2008 8:07 am    Oggetto: Rispondi con citazione

palmerino ha scritto:

[cut]

Per questo che vengono pagati i professionisti: poche sorprese.


Ed e' proprio in questa direzione che direzionero' i miei sforzi!!! Smile
Ciao e grazie a tutti per la partecipazione!!

Flavio
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