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massimiliano ingrosso utente attivo

Iscritto: 05 Feb 2004 Messaggi: 15267 Località: da Brindisi a Torino
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Inviato: Dom 23 Set, 2007 12:19 pm Oggetto: Qualche riflessione, forse banale |
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Qualche riflessione originata da una discussione su una foto, ma che poi è andata oltre e più in generale (e non mi sembrava corretto legarla alla foto che l'ha sì originata, ma che non è totalmente coinvolta)
(il tutto sempre da leggere a mio avviso, anche quando sembra che voglia dispensare verità assolute: non l'ho mai pensato )
1) Regole: ci sono regole, ci sono "rotture" di regole e ci sono errori. I Grandi (in tutti i campi artistici) sono diventati tali perché in buona parte non seguivano bovinamente la massa ma si sono creati uno stile e un genere personale magari andando contro le Regole del momento. Ma prima di farlo le Regole le conoscevano bene, perfettamente, e sapevano sicuramente metterle in pratica (Beethoven, Mozart, De Chirico, Dalì, Picasso, Michelangelo, Sonic Youth... per citarne alcuni). Ma un conto è rompere le regole, sapendo perfettamente cosa si sta facendo, un altro conto è perdersi un dettaglio, fare una svista e farla passare per "a me non piacciono le regole, per cui le infrango". Per quante foto abbia visto di Grandi, in nessuna c'è un errore: molte infrazioni magari, ma nessun errore.
2) Titolo: il mio può essere in parte condivisibile, in parte magari no. Ma se metto una etichetta è perché ha una relazione con il significato che voglio dare alla foto. Se è criptico (perché ha un significato ben preciso ma che è relativo a qualcosa che so solo io) il bacino di utenza della foto si riduce notevolmente e, di conseguenza, se una foto per qualche motivo colpisce non può non scatenare domande del tipo "ma che avrà voluto dire con il titolo? e (di conseguenza) che significa la foto? perché è stata fatta così?". Nell'introduzione di "Così parlò Zarathustra" Nietzsche scriveva che quel libro era così "alto" che solo chi riusciva a "respirare l'aria rarefatta dell'atmosfera delle altissime quote" poteva leggere e capire: è morto in un manicomio. Ma era un Grande (condivisibile o meno il suo pensiero) ed è rimasto, sebbene postumo; milioni di altri Geni incompresi (o solo incomprensibili? o meglio presunti?) sono rimasti nell'oblio e tanti altri ne rimarranno (quanti se ne sentono che non sono famosi solo perché "sfortunati" o perché il gallerista/editore/produttore non capisce niente?)
3) Fotografia in studio: prima penso poi scatto, sempre, comunque. Io sono tendenzialmente "istintivo": quando vedo un potenziale soggetto (prediligo architetture e grasfismi) giro intorno, penso, guardo (ma non dal mirino), ripenso, riguardo e solo quando "scatta l'ispirazione" ( ) allora inizio a fotografare, scegliendo le inquadrature d'istinto e lasciandomi andare, ma sempre con in mente quello che voglio ottenere da quello che vedo nel mirino. Spesso cestino: fuoco sbagliato, profondità di campo inadeguata, che diamine ci fà quella sigaretta li, sovraesposizioni, sottoesposizioni, non era quello che volevo... e simili. Ma sempre con in mente una idea da sviluppare. In studio è ancora più importante questo aspetto: l'idea. E in studio deve essere curata in tutti gli aspetti, anche i più piccoli, anche i più insignificanti: presenze estranee, elementi di disturbo o incongruenti, cura non maniacale della foto e della resa sono tutti elementi che sminuiscono l'impatto e la riuscita della foto stessa. Anche foto dal voluto aspetto amatoriale, sono sempre curatissime e mai veramente scialbe (come lo sarebbe una vera foto amatoriale): stupidi i fotografi che fanno così? che ricercano l'imperfezione perfetta? Non lo so, ma sono quelli che fanno foto che rimangono. Non credo di aver mai visto foto in studio con modelle non truccate perfettamente (anche quando sembrano acqua e sapone) e con tutti i particolari curati. La foto di studio è finzione, mai realtà (beh veramente tutta la fotografia non è realtà, perché è sempre una interpretazione della realtà e comunque solo uno scorcio limitato e come tale parziale, fazioso) per cui tutto deve essere curato per sembrare reale, ma non deve esserlo. [Uno spunto di riflessione: cercate informazioni su come sono fatte le fotografie di cibo, quelle che con i soliti imperanti inglesismi si chiama di food: confrontate le foto delle confezioni dei vari surgelati e quelle nei vari listini di gelaterie o pizzerie con i veri alimenti.]
La domanda "Perché?" è dunque sacrosanta e deve sempre essere presente nella nostra testa prima durante e dopo ogni singolo scatto, fino alla nausea, fino al rincretinimento: "Perché? Perché? Perché?". Nulla mai è lasciato al caso: si deve mettere qualcosa dentro, perché qualcuno la tiri fuori (a meno che non faccia il critico di professione... ma in quel caso quello che ci trovano dentro sono i soldi della parcella )
4) Presentazione delle foto: continuando con un esempio mangereccio (si capisce che non mi spiace mettere le gambe sotto un tavolo? ): tornereste in un ristorante/pizzeria/birreria dove vi trattano da cani? Se non siete particolarmente masochisti, credo che non ci tornereste. E allora perché comportarsi come cattivi osti e presentare le foto da cani? Ogni foto ha il diritto di essere presentata al meglio ed è nostro dovere farlo: curarle, evitare chiassosi e pacchiani abbellimenti. Amatele!
E voi? Cosa ne pensate?
Ciao
Max _________________
Le foto del raduno
e i commenti alle giornate
Ultima modifica effettuata da massimiliano ingrosso il Dom 23 Set, 2007 9:35 pm, modificato 1 volta in totale |
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pepo55 utente attivo

Iscritto: 11 Mgg 2007 Messaggi: 1386 Località: reggio calabria
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Inviato: Dom 23 Set, 2007 3:20 pm Oggetto: |
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Ti do ragione e mi complimento per la celerità del tuo intervento.
Forse pensandoci sai quale può essere il problema?! che la sezione "fotografia da studio" è di alti livelli, quindi non si riesce a postare qualche timido iniziale tentativo, o si viene massacrati dalla critica, che a volte per come è fatta non è tanto costruttiva secondo me.
Chissà forse con una sezione "fotografia da studio..i primi timidi tentativi" si risolverebbe un pò il problema! ..chissà che non possa essere una idea carina.... _________________ Il mio Sito Web : GiuseppePitasi.it
I miei ultimi scatti : 8° Granfondo dell'Aspromonte - Acrobatic Frisbee Freestyler - Game Over
I miei Reportage più belli: Reggio Calabria 2007...e 100 anni fa - Magic Colored Drops  |
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malinamelina utente attivo

Iscritto: 08 Nov 2005 Messaggi: 2647 Località: Bergamo
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Inviato: Dom 23 Set, 2007 5:55 pm Oggetto: Re: Qualche riflessione, forse banale |
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massimiliano ingrosso ha scritto: | Per quante foto abbia visto di Grandi, in nessuna c'è un errore: molte infrazioni magari, ma nessun errore.
Max |
Istintivamente metterei questa affermazione in firma (soprattutto perché insieme a Beethoven citi i Sonic Youth), perché la serietà mi piace.
Ma bisogna definire cosa è un errore in fotografia e cosa un'infrazione.
Siccome si suole ripartire le immagini fotografiche per GENERI, e così fa anche 4U proponendo una lista di generi tra cui scegliere per postare le proprie immagini (Varie in fondo non è che una segnalazione di "senza genere"), immagino che gli errori siano trasgressioni alle rigidità di genere, qualcuna delle quali citi a proposito della Fotografia da Studio.
A pensarci bene la fotografia è una delle poche, forse l'unica arte, rimasta ancora agganciata a questioni di genere.
Seconda ipotesi: un errore si ha quando alle intenzioni del fotografo non si adegua il risultato atteso. Ma in questo caso non sappiamo dove ancorarci per distinguere errori da infrazioni.
Per quanto io ami le rigidità e i divieti e i perfezionismi e le maniacalità, trovo la questione apertissima...  _________________
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andy_g utente attivo

Iscritto: 06 Lug 2005 Messaggi: 3063 Località: Roma
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Inviato: Lun 24 Set, 2007 7:17 pm Oggetto: |
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Credo che si possa dire, un po' banalmente forse, che un'infrazione è intenzionale, un errore no, lasciando il codice stradale a parte.
Comunque entrambi presuppongono un sistema di regole comunemente conosciuto e accettato tra autore e lettore. _________________ Andrea - Le mie foto di viaggio: qui e qui
Le mie foto su PentaxPhotoGallery: qui |
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claudiom non più registrato
Iscritto: 05 Lug 2004 Messaggi: 5459
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Inviato: Mar 25 Set, 2007 12:33 pm Oggetto: |
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A parte il solito attacco di afasia che mi viene tutte le volte che insistete sulle inesistenti regole che abbiamo ampiamente discusso essere (ed eravamo tutti d'accordo!) di origine fisiologica e dunque non-regole o meglio pre-regole, ma vabbè...non capisco com'è 'sto fatto delle foto in studio che sarebbero di alto livello, ho spizzicato un po' qua e là le più gettonate, mi sembrano sotto il livello medio di 4U.
D'altra parte una spiegazione c'è ed è pure banale: la mancanza assoluta di cultura fotografica risplende più nelle foto posate che in quelle al volo.
sempre vostro claudiom |
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pierbettoni utente attivo

Iscritto: 06 Ott 2007 Messaggi: 526 Località: Bs
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Inviato: Mer 10 Ott, 2007 8:47 am Oggetto: wow |
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bello, bravo !
sto leggendo da poco in questo forum e devo dire che ci sono dei personaggi quanto meno interessanti.
ve lo dice uno che ha il nick da parrucchiere ! _________________ Pierangelo Bettoni
[www.pierangelobettoni.com] |
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Cosimo M. utente attivo

Iscritto: 03 Gen 2007 Messaggi: 4330 Località: Molfetta (Ba)
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Inviato: Mer 10 Ott, 2007 1:38 pm Oggetto: |
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Concordo al 100% con Massimiliano. _________________ Cosimo Marino - La mia galleria su Flickr
"Avere una fotocamera non significa essere un fotografo" |
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bigiagia utente attivo

Iscritto: 18 Set 2005 Messaggi: 1793 Località: milano
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Inviato: Ven 12 Ott, 2007 1:18 am Oggetto: |
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1) regole
Ciò che dici è un luogo comune. Non è necessario conoscere le regole
per infrangerle. E poi dipende da quali regole intendi.
Tecniche o culturali?
Diane Arbus conosceva poco della tecnica fotografica, anche se era stata
assistente del marito fotografo. Van gogh, Piero manzoni e altri
non sapevano dipingere.
2) titolo
Il titolo dovrebbe essere amplificativo, non descrittivo o
documentativo, A meno che non si stia parlando di fotogiornalismo
o foto pubblicitarie o che debbano descrivere delle situazioni o luoghi.
3) foto in studio
Qui il discorso si fa arduo, ma non cambia dalle altre tipologie di foto.
Bisogna sempre distinguere la fotografia artistica e creativa dalla
fotografia commerciale e documentativa.
4) Presentazione delle foto
Quello che dici sembra piuttosto ovvio.
Poi bisogna capire che cosa vuole dire "al meglio" |
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paolone utente attivo

Iscritto: 30 Dic 2006 Messaggi: 663 Località: Nebbie dell'alto pavese
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Inviato: Ven 12 Ott, 2007 8:28 pm Oggetto: |
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La mia opinione.
regole
E' bene conoscerle... per infrangerle consapevolmente, ma probabilmente non è necessario. Le regole possono essere un aiuto, non devono essere viste come un ostacolo.
Errori? No, non mi sento di prenderli in considerazione, se faccio una foto "sbagliata" posso deciderlo solo io, non "un'istituzionalizzazione" della fotografia. Posso decidere che ho sbagliato xché guardo la mia foto e non vedo quello e come vorrei, o perché la mia foto non ha suscitato il sentimento che mi aspettavo almeno in qualcuno...
Al massimo qualcuno può intuire dove volessi arrivare... ed esprimere come avrebbe tentato di arrivarci lui o cosa avrebbe fatto di diverso...
titolo
il titolo è parte dell'opera, è assolutamente personale, io una foto la posso scattare anche solo per me e decidere di mostrarla a qualcun altro come parte di me, non è necessario che la capisca al volo, può anche piacergli senza che la capisca fino in fondo o magari per niente.
foto in studio
Solo una riflessione su "dev'esserci un perché": è vero, ma il perché può anche essere una sensazione intima, una percezione sottile, non serve inquadrare ogni cosa in uno schema
Presentazione delle foto
Citazione: | Quello che dici sembra piuttosto ovvio.
Poi bisogna capire che cosa vuole dire "al meglio" |
Pienamente d'accordo. _________________ Paolo |
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