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ChriD utente attivo

Iscritto: 17 Dic 2003 Messaggi: 1430 Località: Ischia
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Inviato: Ven 19 Dic, 2003 4:26 pm Oggetto: Obiettivi... |
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Stavo discutendo anche precedentemente di questi obiettivi di cui non riesco a metterne a fuoco alcune cose (notate il gioco di parole: mettere a fuoco ),
osservate se il ragionamento fila:
Riassumendo,
gli obiettivi che montano le macchine fotografiche standard sono caratterizzati da una lunghezza focale generalmente intorno ai 50mm (che corrisponde alla diagonale di una pellicola standard), la lunghezza focale (che corrisponde alla distanza tra il piano focale e cioè il piano della realtà e l'obiettivo), potrebbe essere considerata anche come l'angolo di campo, ossia l'ampiezza dell'angolo che l'obiettivo può inquadrare!!!! Ora generalmente gli obiettivi si differenziano in standard (cioè quelli da una lunghezza focale pari a 50mm e che non sono ne carne ne pesce), in grandangolari (inferiori ai 40mm e che quindi hanno dei campi di visuale molto più ampi) adatti a paesaggi, panorami ecc., e infine vi sono i teleobiettivi (che hanno delle lunghezze focali infinite) e servono per riprendere la luna
Adesso altra caratteristica degli obiettivi sono i diaframmi che vanno da f/1 ad f/64. Questi valori c'indicano il tempo di apertura del diaframma e quindi la luce che ne perviene attraverso di esso.
In pratica f/1 corrisponde alla massima apertura e quindi ne perverrà alla pellicola una grande quantità di luce che viene subito impressionata. Quindi la pellicola (sensore CCD) viene impressionato in modo fulmineo, i colori risultano vivi e nitidi.
Utilizzando dei diaframmi più piccoli (se così si può definirli), ci vorrà maggiore tempo per impressionare la pellicola ma al tempo stessa, essa riuscirà (in quel maggior tempo che ha a disposizione) a ricevere più particolari. Questo tipo di diaframma è più indicato per panorami, foto con scarsità di luce ecc.
Il tutto va abbinato ad un saggio uso dell'otturatore che deve essere rapportato in relazione al tipo di diaframma utilizzato!!!
A diaframmi più aperti corrisponderanno tempi di scatto più brevi perchè la pellicola viene impresionata prima, invece a diaframmi più chiusi, dovendo concedere più tempo alla pellicola per impressionarsi, dovremmo utilizzare dei tempi di scatto molto più lunghi 8foto notturne ecc.)
Questo è in pratica un sunto di quello che sono riuscito a capire da decine di giorni che mastico fotografie, se ho detto cavolate vi prego di aiutarmi a capire :help:
Ciao |
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edgar amministratore

Iscritto: 15 Dic 2003 Messaggi: 6378 Località: Milano
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Inviato: Ven 19 Dic, 2003 5:37 pm Oggetto: |
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ChriD,
per quanto riguarda la prima parte, cioè la lunghezza focale, ti consiglio di leggere la mia risposta sul thread "Aumento focale degli obiettivi nelle Reflex Digitali". Dovresti trovare tutte le risposte e le conferme.
Tieni comunque presente che la lunghezza focale NON corrisponde alla distanza tra il piano focale e l'obiettivo, ma tra il piano focale e il CENTRO GEOMETRICO dell'obiettivo (non esattamente ma quasi). Inoltre il piano focale NON è il piano della realtà, ma è il piano su cui giace la pellicola o il sensore e che viene chiamato così, perchè l'obiettivo mette a fuoco l'immagine su tale piano.
Per quanto riguarda invece il tema dell'apertura di diaframma, il discorso è abbastanza complesso e ti chiedo di pazientare un po' di più. Sto preparando un documento apposito.
NON hai detto cavolate! Solo essendo entrato da poco nell'argomento, hai un po' di normale confusione da....ingorgo di informazioni.
Ciao e riscrivi se non sono stato chiaro.
Cerco di mandare al più presto il documento sull'apertura di diaframma.
Edgar |
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ChriD utente attivo

Iscritto: 17 Dic 2003 Messaggi: 1430 Località: Ischia
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Inviato: Ven 19 Dic, 2003 6:28 pm Oggetto: |
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Ok. Leggerò il tuo articolo, anzi me lo stampo così lo potrò consultare sempre
Aspetto con ansia inoltre il tuo prossimo articolo sul diaframma ecc.
P.S.
Lo sai che potresti scrivere una guida!!!!!
Ciao |
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fabio contin amministratore

Iscritto: 15 Dic 2003 Messaggi: 5347 Località: Noale (VE)
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Inviato: Ven 19 Dic, 2003 6:33 pm Oggetto: |
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Edgar potrebbe scrivere un libro completo! |
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ChriD utente attivo

Iscritto: 17 Dic 2003 Messaggi: 1430 Località: Ischia
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Inviato: Ven 19 Dic, 2003 6:38 pm Oggetto: |
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Sat ha scritto: | Edgar potrebbe scrivere un libro completo! |
E magari, inviarci una copia con tanto di dedica  |
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edgar amministratore

Iscritto: 15 Dic 2003 Messaggi: 6378 Località: Milano
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Inviato: Ven 19 Dic, 2003 7:00 pm Oggetto: Ecco la parte sul Diaframma |
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Diaframmi e Coppie Tempo-Diaframma
Il diaframma è una paratia regolabile, che serve a regolare la quantità di luce che passa attraverso l’obiettivo della fotocamera (sia digitale che a pellicola) e che quindi è in grado di raggiungere la pellicola o il sensore.
Ha normalmente la forma di un’iride, costituito da una serie di lamelle in numero variabile, il cui foro pupillare può essere regolato secondo le esigenze di ripresa. E’ collocato all’interno dell’obiettivo, tra una lente e l’altra.
L’apertura del diaframma (simbolo: f) è indicata da una scala logaritmica, in cui a numero minore corrisponde apertura maggiore.
Tale scala è la seguente:
1 - 1,4 – 2 – 2,8 – 4 – 5,6 – 8 – 11- 16 – 22 – 32 ecc.
Direi che però aperture più piccole di 32 si trovano solo nelle macchine a Banco Ottico (= f 64 e oltre).
E’ importante ricordare che tra un diaframma e il successivo più aperto, passa esattamente il doppio di quantità luminosa. Es.: f2,8 fa passare il doppio di luce di f4; f11 fa passare il doppio di luce di f16 ecc.
Ci sono poi, tra un diaframma e l’altro anche le frazioni (1/2 diaframma e 1/3 di diaframma). Es.: tra f2 e f2,8 c’è il mezzo diaframma 2,4. In alcuno obiettivi, sulla ghiera dei diaframmi esistono anche gli scatti relativi al mezzo diaframma.
Esiste una legge detta “Legge di reciprocità” che vale per le normali pellicole e per tempi di esposizione tra circa 1/1000 di sec e 1 secondo, che dice che: AL FINE DI IMPRESSIONARE CORRETTAMENTE LA PELLICOLA, È UGUALE DARE LUCE DI QUANTITÀ 1 PER UN CERTO TEMPO, PIUTTOSTO CHE DI QUANTITÀ 2 (CIOÈ DOPPIA RISPETTO AL CASO PRECEDENTE) PER UN TEMPO DIMEZZATO.
Riportato all’apertura di diaframma, la cosa suona così: invece di impostare per una certa pellicola e per una certa luminosità letta dall’esposimetro i seguenti valori: f 8 e 1/250 sec., posso impostare f5,6 (quantità di luce DOPPIA) e 1/500sec (tempo DIMEZZATO). Posso poi continuare: f4 e 1/1000 oppure in senso opposto f16 e 1/125 oppure f22 e 1/60 oppure ancora f32 e 1/30.
Tutte queste combinazioni hanno lo stesso valore ai fini della corretta esposizione della pellicola. Esse si chiamano: Coppie Tempo-Diaframma.
A qusto punto si potrebbe concludere che tutte le coppie si possono scegliere indifferentemente. Invece NON è così, poichè, anche se sono ASSOLUTAMENTE EQUIVALENTI per quanto riguarda la corretta esposizione sulla pellicola o sul sensore, hanno effetti diversi sull’immagine.
Introduciamo quindi il concetto di Profondità di Campo. La profondità di campo è la parte di campo inquadrato, nel senso della profondità appunto, che viene riprodotta “a fuoco” sulla pellicola o sul sensore.
Ad esempio se con determinate regolazioni ho una profondità di campo da 2 a 7 metri, vuol dire che tutto ciò che sto inquadrando e che sta tra 2 e 7 metri sarà a fuoco. Tutto che ciò che è più vicino o più lontano sarà sfocato.
La profondità di campo è INVERSAMENTE PROPORZIONALE ALL’APERTURA DEL DIAFRAMMA.
Cioè più il diaframma è chiuso e più è grande la profondità di campo, più il diaframma è aperto, più sarà ristretta la profondità di campo.
Ad esempio se sto usando un diframma f1,4 avrò certamente una cortissima profondità di campo, che invece sarà grandissima a f16 o f22, dove praticamente avrò tutto a fuoco.
A questo punto allora è chiaro che la mia scelta della Coppia Tempo-Diaframma potrà essere influenzata ad esempio dalla mia esigenza di usare tempi più o meno rapidi (ad esempio per “congelare” oggetti o persone in rapido movimento) che comporteranno allora diaframmi molto aperti. Es.: 1/1000sec. f2,8. Così facendo congelerò il movimento, ma avrò una ristretta profondità di campo.
Al contrario potrei avere l’esigenza, a parità di condizioni di luce, di avere a fuoco sia un soggetto in primo piano che lo sfondo: userò allora un diaframma chiuso con un tempo più lungo es.: 1/60 f11: la profondità di campo sarà elevata e quindi sarà tutto a fuoco, ma il tempo di esposizione risulterà piuttosto lungo, quindi eventuali oggetti in movimento potrebbero essere mossi.
Si tratta in sostanza ad ogni scatto di scegliere il compromesso migliore, secondo le esigenze di Profondità di Campo e di necessità di tempi più o meno rapidi.
In questo senso il diaframma ci aiuta a controllare con precisione la parte della foto che vogliamo avere a fuoco e quindi ben nitida, e la parte che vogliamo sfocata.
Gli obiettivi sulla ghiera dei diaframmi riportano una scala detta “scala delle profondità di campo” che ci indica, per una certa messa a fuoco e per ogni diaframma, l’estensione in metri della profondità di campo stessa.
Le fotocamere Reflex in genere poi consentono anche un controllo visivo della Profondita di Campo, chiudendo il diframma, tramite un tasto apposito, all’apertura effettivamente selezionata.
Spero di avere risolto i dubbi che sono stati espressi.
Ciao Edgar |
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fabio contin amministratore

Iscritto: 15 Dic 2003 Messaggi: 5347 Località: Noale (VE)
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Inviato: Ven 19 Dic, 2003 7:06 pm Oggetto: |
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stanotte me lo leggo con calma!
propongo di aprire un thread in rilievo dove copiare tutte le risposte di edgar!  |
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luigi pandolfino non più registrato
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Inviato: Ven 19 Dic, 2003 7:08 pm Oggetto: |
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Verranno messi nella sezione manuali...
Così da facilitarne la lettura a tutti gli utenti.
Grazie edgar, preciso e puntuale come al solito! |
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