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Lynch “oltre” Lynch

 
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bigiagia
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MessaggioInviato: Mer 14 Feb, 2007 2:35 am    Oggetto: Lynch “oltre” Lynch Rispondi con citazione

Sabato scorso sono stato a vedere Inland Empire l'appena uscito
nuovo film di david lynch. E' un film stratosferico.

L’umano e il suo riflesso, la luce e la sua ombra, la passione e la violenza,
il cinema e la realtà… Benvenuti nel meraviglioso mondo di Mr Lynch, l’unico regista che fa dell’ambiguità il mezzo espressivo in grado di arrivare all’assoluto, saturo di significato e, proprio per questo, ancor più inquietante, disturbante come di fronte a quella catastrofe che racchiude in sé il bello e il sublime, filosoficamente inteso.

Con Inland Empire, Lynch si spinge ben oltre le profondità già splendidamente esplorate in Mulholland Drive e, pur riproponendo i temi a lui più cari, scavalca i propri personali demoni per realizzare un’opera di eccezionale complessità, visiva e narrativa. Laura Dern, sua attrice-feticcio e colonna portante del film, si immerge completamente nell’universo lynchiano, ne assorbe le atmosfere, inalandone i vapori sulfurei e i rantoli di piacere, fino a rilasciare il respiro profondo dell’autore che, attraverso lei e le sue “gemelle” – Nikki e Susan – ci svela il suo universo creativo, la sua idea di cinema e, al tempo stesso, il suo (nostro) reale così in bilico tra quel che si mostra e quel che si è.

Il film nel film non è altro che un modo per avventurarsi nei meandri oscuri dell’arte e della mente, mai come in questo caso così contigue fino a superare i loro parallelismi e congiungersi in un unico che diventa magma esistenziale e visuale, narrativo e filmico. Lynch destruttura l’immagine e frantuma la linearità del racconto, sta addosso alle persone/personaggi come a volerli catturare nei loro momenti più autentici, come a scavare impietosamente dietro i volti, mettendo a nudo le loro anime a cui sembra arrivare quasi attraverso i pori della pelle.

Un’opera al nero che, ancora una volta, ha il sapore di una dichiarazione d’amore e di odio per il cinema stesso. La passione lynchiana è un sentimento a sé, così come i suoi film sono una costante ricerca di un significante che, come quello della vita stessa, sfugge ad ogni comprensione pur prestandosi ad infinite possibilità di spiegazione. Inland Empire diventa così qualcosa di più di quello che sembra essere – “solamente” un film – convertendo la visione, indubbiamente impegnativa, in una vera e propria esperienza.

Se uno degli interrogativi (irrisolti) è capire se sia la vita ad imitare l’arte o viceversa, non sarà certo Lynch a dare la risposta. La bellezza del suo cinema è proprio quella di porre, ancora e ancora, nuove domande che più che alle soluzioni, stimolano ad intraprendere nuovi e sempre più stupefacenti percorsi. Entrare dentro Inland Empire è, infatti, proprio questo: imboccare una strada per esplorarne i recessi più reconditi, pur sapendo che quel che troveremo potrebbe non essere ciò che ci aspettiamo. Lo sguardo, che sia del regista o dello spettatore, è sempre e comunque un vedere “umano” e come tale sorprendentemente mutevole e in grado di moltiplicarsi (e differenziarsi) per sempre. Esprimere tutto questo in un film e riuscirci è semplicemente geniale.

Eccezzionale anche la fotografia nel film. Lynch ribalta qualsiasi
stereotipo fotografico. Primi piani quasi macro risolti con grandangoli
esasperati. Esterni spiaccicati dai teleobiettivi. Fotomontaggi ingabbiati
in scatole cinesi.

Il film dura tre ore. Quando sono uscito, non mi ricordavo più in che città
ero e dove avevo parcheggiato l'auto!
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teod
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MessaggioInviato: Dom 18 Feb, 2007 12:12 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Visto ieri. Condivido in parte le tue considerazioni.
A mio avviso è ancora troppo legato al suo mondo, quello dei film, di hollywood, forse troppo presente per un'opera che vuole rompere gli schemi del cinema "di massa"... questo secondo me è il limite del film.
Un cinefilo, un regista o un "addetto ai lavori" lo interpreterebbe forse con più precisione di quello che è concesso a noi "comuni spettatori".
Più che un film lo definirei un'esperienza... comunque mi è piaciuto molto.
Ciao

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AleZan
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MessaggioInviato: Dom 18 Feb, 2007 1:06 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Visto. Condivido i giudizi.

Penso che chi ama Lynch capisca subito di trovarsi davanti ad un film che segna un punto importante nel lavoro di questo autore.

Mi pare un ritorno alle origini (non solo Mulholland, ma giù, indietro, fino a Eraserhead) e al tempo stesso una visione più complessa, molto più matura.

Mi pare un film "da vedere due volte" come minimo. Se non altro per essere sicuri di non perdere alcuni dettagli straordinari. Tipo il salto nello "stato di coscienza" dei personaggi giocato, in un classico dialogo in controcampo, sul fuoco e non-fuoco di un'inquadratura in primo piano a grandangolo.

Su Laura Dern non ho parole... spero che vinca tutti i premi del mondo.

ciao

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Alessandro - www.alessandrozanini.it
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UnoPerUno
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MessaggioInviato: Mer 02 Mgg, 2007 5:06 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Il film io l'ho trovato brutto, sconclusionato, pretenzioso e a tratti molesto. Senza nessuna offesa o velleità polemica, ma mi pare che gridare al capolavoro per Inland Empire sappia di elitarismo autoreferenziale, una volontà di distaccarsi da quello che potrebbe essere un giudizio più comune (che non sempre significa banale e superficiale). Ma, ovviamente, la mia è solo un'opinione personale. Musicalmente, ad esempio, ascolto cose che fanno accapponare la pelle ai più. Io lo capisco e per questo riservo l'ascolto a me stesso, senza ostentare capacità critiche o una sensibilità superiore. Non che tu l'abbia fatto, ma non posso fare a meno di collegarvi atteggiamenti di questo tipo ogniqualvolta vedo sopravvalutare lavori che di per se hanno scarsi o nulli meriti, forse solo qualche pallido riflesso di qualità comunque inespresse. E questo sia in cinematografia, che in fotografia, che in musica, in architettura, pittura o altro. Perdona la sincerità
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"Brillava nel suo volto quell'intelligenza così libera da pregiudizi e barriere ideologiche da sembrare molto simile a un ottundimento" da Baol - Stefano Benni
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bigiagia
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MessaggioInviato: Gio 03 Mgg, 2007 1:37 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Io non ho detto che il film è un capolavoro, ho detto che è stratosferico,
cioè esce dai parametri valutativi a cui si è abituati per viaggiare in una
dimensione tutta sua, nella stratosfera, appunto. Il film indaga
psiche e comportamenti umani complessi attraverso scatole cinesi
spazio/temporali. Tuttavia lynch è un'autore estremo, complesso e di
non immediata comprensibilità. Vedendo tutti i suoi film, compresi
i suoi corti di inizio carriera, ci si può fare un'idea e capire meglio
la sua filosofia e il suo linguaggio. Io non ostento capacità critiche
e sensibilità superiore: io ho capacità critiche e sensibilità particolare per
mia natura e per formazione culturale, per cui, quando trovo cose come questa le propongo ma non le impongo con ostentazione, cerco solo di motivarne le ragioni. Comunque non è che faccio il don chisciotte di
lynch. Lynch ha appena ricevuto il leone d'oro alla carriera alla biennale
veneziana del cinema, e Parigi gli sta tributando una mega mostra,
con proiezioni dei suoi film, con l'esposizione dei suoi quadri e delle
sue fotografie. Per cui, c'è tutta unaa comunità cinematografica che ha
riconosciuto la grandezza lynchiana, al di là di quello che pensiamo io e te.
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UnoPerUno
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MessaggioInviato: Ven 04 Mgg, 2007 9:34 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Smile
in effetti, le critiche, più che essere rivolte a te erano rivolte ad assenti con i quali le discussioni sul medesimo tema si sono sprecate. E' stato più che altro uno sfogo, scusa. Non era mia intenzione criticare i tuoi gusti o la tua formazione culturale, né tantomeno tacciare TE di ostentare qual si voglia forma di superiorità intellettuale, dico sul serio.
Il film, purtroppo, per me resta in ogni caso una forzatura, cosa non accaduta per altri suoi lavori e di quello che viene tributato a Lynch (a tal proposito sottolineo che io ho critcato Inland Empire e non il regista) non posso curarmi più di tanto, nel senso che di certo non può essere quello a condizionare il mio giudizio. Estraniandoci dal caso specifico, esistono infiniti motivi che possono generare il successo di un personaggio pubblico e non tutti hanno a che vedere con le sue doti personali. E comunque, ripeto, scusami ancora per il piccolo sfogo venuto fuori di impulso e che trae la sua ragion d'essere in discussioni fatte in altri tempi, in altri luoghi e con ben più colpevoli soggetti

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