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IMMAGINE E REALTA'

 
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Autore Messaggio
edgar
amministratore


Iscritto: 15 Dic 2003
Messaggi: 6378
Località: Milano

MessaggioInviato: Mer 31 Dic, 2003 2:31 pm    Oggetto: IMMAGINE E REALTA' Rispondi con citazione

Dear All,

In un interessante intervento di Izutsu a proposito di alcune foto notturne (nel thread Barche sottolestelle), egli propone due argomenti:

1) La fotografia è realtà.
2) E’ corretto riprenderla esattamente com’è (incluse dominanti colore)

In realtà, al di là del parere di Izutsu che naturalmente rispetto profondamente, credo utile approfondire questi due concetti, perchè dall’applicazione o meno di essi, risultano due approcci alla fotografia diversi sia come risultato tecnico che come ricerca estetica. Rappresentano in sintesi una diversa filosofia di fondo, in base alla quale ciascuno di noi può decidere di sviluppare le proprie ricerche fotografiche personali e il proprio stile.

1) La fotografia è realtà.
Sembra un concetto ovvio, ma se ci si pensa bene potrebbe non esserlo affatto. E’ indubbio che sia spontaneo pensare alla fotografia, vista la sua capacità di “riprodurre” fedelmente ciò che viene inquadrato, come una specie di “fotocopia” della realtà. Però ciò NON è così scontato. Sarebbe come concludere che, siccome la pittura può comunque riprodurre molto fedelmente la realtà (pensiamo ad esempio ai lavori con aerografo dei pittori iperealisti), allora essa E’ semplicemente riproduzione della realtà.
Invece sappiamo che NON è così. Ci sono tantissimi generi di pittura, e tra questi ne annoveriamo alcuni che sono ben lontani dalla ripoduzione fedele della realtà, ma sono artisticamente affascinanti e hanno “fatto” la storia della pittura contemporanea.

In fotografia la situazione non è proprio la stessa (anche se esistono numerosi fotografi fortemente surrealisti o addirittura astrattisti), ma se andiamo a rivederci i lavori dei grandi fotografi che hanno fatto la storia della fotografia di reportage (ne troviamo esempi fantastici nella sezione “Le grandi gallerie” del portale) scopriremo che essi NON sono grandi perchè hanno RIPRODOTTO BENE la realtà, ma piuttosto perchè hanno saputo congelare ed evidenziare momenti, aspetti, accostamenti, contrasti che in qualche modo “raccontano” e “interpretano” la realtà e la vita dell’uomo. Perchè hanno saputo emozionarci con un punto di vista che è sfuggito a tanti altri e che resta emblematico e RAPPRESENTA E NON RIPRODUCE semplicemente la realtà.

Questo è il mio personale concetto di fotografia: non una copia conforme della realtà circostante, ma una personale raffigurazione della stessa, dove sia evidente il mio personale punto di vista.

Naturalmente questa mia opinione è ben lontana dall’avere pretese di validità generale. Il parere di Izutsu suona diverso e certo nessuno ha stabilito dove stia definitivamente la ragione. Credo anzi che queste diverse visuali dell’attività fotografica siano assolutamete il pane quotidiano di un sano e interessante scambio di punti di vista che ci permetta di discutere insieme, approfondire e insieme crescere.


2) E’ corretto riprendere la realtà esattamente com’è (incluse dominanti colore)
Da un certo punto di vista l’affermazione di Izutsu è corretta. In effetti fenomeni come le famigerate “linee cadenti” nella fotografia d’architettura, piuttosto che le dominanti colore che si hanno al mattino presto o all’imbrunire o di notte con le luci artificiali, non sono altro che una riproduzione geometricamente o colorimetricamente corretta della realtà. L’obiettivo ci restituisce sulla pellicola o sul sensore linee convergenti verso l’alto, se incliniamo la fotocamera verso la sommità di un edificio, perchè GEOMETRICAMENTE è corretto che sia così, fotografando da dove ci troviamo (cioè in basso). Allo stesso modo la pellicola o il sensore, se sono tarati per la luce diurna (diciamo mediamente 5.500K°), restituiranno CORRETTAMENTE una dominante giallastra se riprendono luce artificiale, dato che effettivamente quella luce è giallastra, se paragonata a quella media del giorno.

C’è però un.......però. E cioè, mentre il sensore e la pellicola sono oggetti inanimati e non pensanti, possono solo riprodurre pedissequamente ciò che viene loro fornito dall’obiettivo. Pertanto sono “spietati” e “oggettivi”. Invece l’osservatore finale, cioè l’uomo, ha un cervello che, senza che la nostra volontà lo percepisca, COMPENSA l’immagine che gli arriva direttamente dalla realtà e la rende coerente con i propri schemi estetici, a seconda della situazione che sta vivendo. Se ad esempio noi osserviamo un palazzo dal basso, indubbiamente sulla nostra retina si formerà un’immagine con le linee cadenti, ma in questo caso i circuiti nervosi compensano automaticamente, trasferendoci l’illusione di un’immagine con i lati perfettamente paralleli.
Allo stesso modo, quando osserviamo un paese illuminato di notte, la nostra retina riceve un’immagine con una dominante gialla, ma la compensaione del cervello, ci restituisce una tonalità bilanciata.

E’ per questo che quando poi osserviamo la foto, ci sembra che le linee siano scorrette e le luci giallastre (e non a caso esistono le pellicole per luce al tungsteno e nelle digicam la taratura del bianco)! Perchè naturalmente la pellicola e il sensore sono OGGETTIVI e registrano esattamente ciò che gli arriva.

Anche su questo punto NON voglio pretendere che la mia opinione sia certamente l’unica corretta.

Ci sono ad esempio situazioni dove addirittura l’esaperazione di certi errori può essere una scelta espressiva: pensiamo alle foto di edifici ripresi scattando con la fotocamera quasi contro la base della facciata stessa: la prospettiva è intensamente deformata, restituendo spesso immagini di grande impatto.
Come pure in certe foto di tramonti, addirittura si accentua una certa dominante colore con l’uso di filtri , allo scopo di potenziare la sensazione di romanticismo della scena.

Anche qui NON esiste un parere GIUSTO o definitivo. Ma solo punti di vista, che spesso comunque aiutano a dominare meglio la tecnica, piuttosto che a valorizzare al meglio l’immagine secondo il proprio personale punto di vista.

E’ comunque opportuno stare attenti a dominare la tecnica in modo tale, da non lasciare al critico la sensazione che il nostro scatto sia “tecnicamente sbagliato”, quando invece intendevamo proprio esaperare una scelta estetica.

Spero di non aver annoiato troppo con queste considerazioni. Invito comunque tutti a dire la propria opinione su questi argomenti “di fondo” in fotografia, e a proporne il più possibile altri, in modo da arricchire il forum di contenuti che possano migliorare l’approccio di tutti a questo meraviglioso mondo.

Ciao a tutti

EDgar
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Izutsu
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Iscritto: 28 Dic 2003
Messaggi: 9922

MessaggioInviato: Mer 31 Dic, 2003 2:49 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ma quale noia, un altro ottimo intervento direi.

Vengo ora ai commenti. Probabilmente non mi sono espresso nella maniera più corretta dicendo che la fotografia è realtà. In effetti, il senso era quello di dire che la fotografia racconta la realtà secondo gli occhi del fotografo, come hai detto tu. Così nascono inquadrature, soggetti, particolari che rendono una foto qualcosa di più di un documento.

Dicendo che la fotografia è realtà intendevo dire che se nella realtà un palazzo è grigio non posso cambiargli colore nella fotografia*. Allo stesso modo, se un molo è reso giallo dai lampioni non posso rappresentarlo grigio cemento. Questo secondo i miei occhi. Infatti, come ha detto s0nik0 e come dici tu, il cervello bilancia in automatico queste dominanti ma non per me. Ho sempre pensato fosse normale così, se una luce gialla illumina il cemento avrò un cemento giallo. Invece, a sentirvi, è probabile che abbia io un qualche difetto visivo (cerebrale più che altro, visto che si vede col cervello Very Happy) che mi porta a vedere le dominanti. Detto questo è naturale come per me le dominanti gialle nelle foto notturne siano normali quanto un palazzo grigio in luce diurna: se lo vedessi con una dominante blu o rossa il mio cervello mi direbbe che c'è qualcosa di sbagliato come mi dice che c'è qualcosa di sbagliato se vedo un molo illuminato di giallo e nella foto quel molo risulta grigio. Non è la realtà che ho visto.

* qui si aprirebbe un discorso riguardo la post-produzione e progetti artistici più incentrati sulla grafica che sulla fotografia che diventa un mero supporto sul quale l'artista "dipinge" il suo quadro... ma io non sono portato per queste cose e soprattutto non ne vado pazzo quindi non ne parlo.
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scavenger73
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Iscritto: 15 Dic 2003
Messaggi: 3059
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MessaggioInviato: Mer 31 Dic, 2003 3:41 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Photo-Graphia significa "scrivere con la luce"..ognuno di noi ha una calligrafia diversa...
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