Articolo interessante, sulla moneta unica

Axe! · Inviato: Gio 05 Gen, 2012 5:09 pm Oggetto:

Io stimo almeno un 25% , ma potrei ancora essere conservativa.

Come ing elettrico senior con esperienza più che significativa in ambito industriale, qui sto sui 2k, "su" non faticherei ad arrivare almeno a 2,5.

Se percepissi qui uno stipendio "da nord" farei la signora eccome ....

Ed in Aspromonte si guadagnerebbe quanto a Milano? Se fosse vero, assisteremmo ad una migrazione al contrario, visto che il costo della vita è profondamente diverso.

Ciò che è più probabile è che si conducano tenori di vita confrontabili, a parità di qualifica, tra nord e sud, considerando il rapporto stipendio/costo vita.
A sud però ci sono tanti altri antipaticissimi fattori: poche realtà industriali, politica troppo presente, clientelismo, nepotismo, maschilismo ... Vomito

Axe! · Inviato: Gio 05 Gen, 2012 5:53 pm Oggetto:

Aggiungo: probabilmente Zacchi sposa il marchionne-pensiero e ritiene inutili e dannosi i CCNL.
Di nuovo, si sfiorano pericolosamente temi politici.
Personalmente ritengo una minima (molto minima) contrattazione nazionale l'ultimo brandello di decenza, per quanto sempre più solo formale.
Ma sono anche d'accordo con tutte le altre cose che Zacchi ha scritto.
Per decenni, fino ai giorni nostri, i sindacati hanno difeso non i lavoratori, ma la feccia politicizzata e improduttiva.

Mario Zacchi · utente attivo Iscritto: 07 Giu 2008 Messaggi: 6656

Il punto è che se in una zona, per qualsiasi motivo, hai meno servizi e più difficoltà, crei un’ impresa solo se hai una contropartita su minori costi che bilanciano le maggiori spese dovute alle caratteristiche sfavorevoli della zona. D’ altra parte se la zona non attira imprenditori lavoro non ce n’ è; quindi chi vive lì o è disoccupato o emigra altrove. Oppure è un italiano che cerca di sistemarsi da statale, ma perché lo stato italiano è … italiano, appunto. Ma diversamente ha le carte in regola per accettare una contrattazione che è penalizzante solo se vista stando a Milano, non stando lì. La contrattazione deve essere quanto più possibile vicina alla situazione reale e non ad una situazione ideale immaginata. La conseguenza non può che essere, altrimenti, la depressione (in senso economico) perenne. Come il nostro sud dimostra più che ampiamente sotto ogni aspetto: depressione economica, disoccupazione, clientelismo politico-sindacale. Di più c’ è poi la criminalità organizzata e diffusa che è tra le più pesanti condizioni sfavorevoli per fare impresa. Bisogna cambiare radicalmente registro, altrimenti non se ne esce, come non se n’ è usciti in decenni … mica in mesi o in qualche anno: sono decenni.

ric78 · utente attivo Iscritto: 23 Set 2006 Messaggi: 2180

molti decenni...

http://it.wikipedia.org/wiki/Questione_meridionale

Axe! · Inviato: Ven 06 Gen, 2012 12:43 pm Oggetto:

La versione ufficiale sulla questione meridionale è quella, io consiglio a tutti la lettura di Terroni, di Pino Aprile, e possibilmente anche Indietro Savoia dello stesso autore.

Se, da un lato, Aprile perdona davvero troppo al popolo meridionale, dall'altro l'approfondimento storico ed economico non ufficiale dell'unità d'Italia e delle politiche post-unitarie rappresenta una realtà che deve essere conosciuta da tutti gli italiani.

Il tutto senza sminuire o prescindere dalle responsasilità individuali del singolo cittadino meridionale.

Mario Zacchi · utente attivo Iscritto: 07 Giu 2008 Messaggi: 6656

Giusto per chiarezza e correttezza, però: non è solo lì il nostro guaio. Lì viene solo amplificato da una situazione critica in sé stessa. Mi sembra doveroso dirlo, se non altro per la gran massa di persone che si sono trapiantate gicoforza in zone meno problematiche, dove hanno trovato prospettive nelle quali hanno poi dimostrato di saper fare.