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Anonimo. non più registrato
Iscritto: 14 Gen 2006 Messaggi: 6707
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Inviato: Gio 20 Dic, 2012 12:02 pm Oggetto: |
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capellimario ha scritto: | smargiassi entra sul forum quando si parla di "articolesse" e "bimbominkiate", evitando bene di entrarci quando si parla di repubblica.it che viola i diritti di copyright e copyleft delle foto degli utenti flickr mentre lo stesso difende l'operato del giornale. così è molto facile. .. |
...tutti dobbiamo vivere, sii buono che è Natale...  |
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Michele Smargiassi nuovo utente
Iscritto: 06 Set 2012 Messaggi: 10
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Inviato: Gio 20 Dic, 2012 12:35 pm Oggetto: |
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Caro capellimario,
entro nel blog quando qualcuno mi chiama in causa, oppure se ho voglia di dire qualcosa.
Non solo i tuoi genitori non hanno letto smargiassi, che non è certo una colpa, ma neanche tu, che invece pensi di averlo fatto, altrimenti ricorderesti che sull'appropriazione delle fotografie ho scritto diversi articoli del mio blog Fotocrazia, dei quali se credi ti fornirò i link, e ho sostenuto intense e faticose discussioni sull'argomento, benché io non sia il difensore d'ufficio di, né rappresenti Repubblica, ma difenda e rappresenti solo le mie personali opinioni di giornalista e di appassionato di cultura fotografica.
Detto questo, la frase "peccato, questa foto non rende", come sa chiunque sia staato invitato alle proiezioni di diapo degli amici, è così comune e ripetuta che ho solo cercato di spiegarmene il vero significato. E' evidente che segnala il momento in cui ci si accorge che c'è uno scarto fra il contenuto e l'emozione che chi ha fatto la fotografia "sente" (per lui ovviamente la foto "rende" sempre) e quello che "non sentono" le persone a cui la mostra.
La questione del "bello" e del "brutto" non coiincide con quella del "rende" o "non rende".
Se tu avessi letto quello che scrivo, sapresti che non ho mai disprezzato le fotografie private: che siano belle o brutte fa parte di un apprezzamento estetico e formale che ciascuno di noi, come hai fatto tu, può esprimere, ma che non ha nulla a che fare con il senso e il valore delle fotografie private, che sono depositi di emozioni e veicoli di relazioni e dunque sono preziose per quello che fanno alle e nelle nostre vite. Lo dico e lo scrivo da sempre. Devi avere letto di fretta, o devi esserti stufato di leggere alle prime righe di qualche mio articolo. Se sopporti di leggerli fino alla fine, puoi verificare di persona quel che penso delle fotografie private, ad esempio qui:
http://smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2012/04/23/darwin-e-le-nuove-foto-specie/
oppure qui
http://smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2012/05/21/non-sorridiamo-davanti-a-un-tramonto/
oltre che rileggere con meno prevenzione l'articolo che ti ha fatto arrabbiare e cioè
http://smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2012/09/05/la-foto-da-riporto/
Spero di esserti stato utile e chiaro. Un cordiale saluto, m.s. |
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capellimario utente attivo
Iscritto: 18 Feb 2010 Messaggi: 950
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Inviato: Gio 20 Dic, 2012 4:30 pm Oggetto: |
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innanzitutto questo è un forum e non un blog, con tutti i distinguo del caso.
in secondo luogo, mi imputi scarsa attenzione ai tuoi articoli o, peggio, scarsa capacità di comprensione. se fossi l'unico a capire così, ti darei ragione senza problemi. ma, a quanto pare, molti sono inconsciamente indirizzati verso una stessa conclusione. a questo punto, potresti chiederti se non sia tu a non riuscirti a spiegare. parlare di "affabulatore" riferendoti al fotografo di famiglia potrà in qualche caso essere vero, ma non è modo di porsi. poi, inserisci il collegamento a dei tuoi articoli che, asserisci, spiegano che non hai mai disprezzato le fotografie private. ne parli, però, con termini tipo: " 'belle' le foto semivolontarie, tentative, pretertintenzionali e per noi 'sbagliate' ”, " Una foto sfocata, sovresposta, quasi illeggibile, ma carica delle emozioni del momento in cui è stata presa, può essere estremamente significativa per un ragazzino, almeno per il breve attimo un cui brilla sullo schermo del pc o del cellulare ri-emozionando, prima di spegnersi come un fuoco d’artificio, lasciando un vuoto che verrà bulimicamente colmato un attimo dopo da nuovi scatti", "scatto-gesto, dello scatto preterintenzionale e generalizzato (tutti scattano, tutti lo fanno per sé, nessuno a nome o per delega implicita degli altri), le fotografie scendono sotto il livello della consapevolezza dell’atto, diventano gesti automatici e semi-inavvertiti come il respiro o il battito di ciglia, intercalari sociali come una pacca sulle spalle, una battuta, un sorriso".
un sorriso è apprezzabile, ma in quanto sorriso. il tuo "non disprezzare" le foto, le relega a foto di serie B. come a dire "se sei contento, ben per te, ma quella, caro mio, è tutto tranne che una foto".
sulla violazione dei diritti delle foto, potrai linkare quello che vuoi, ma l'articolo sulle foto rubate della manifestazioni del 14 dicembre 2010, resta, con tutti i commenti sul pasticcere che spedisce a casa i dolci. anche lì, a giudicare dalle oltre 20 pagine di commenti e varie discussioni su forum e social network, molti hanno travisato le tue benevole intenzioni. poi, potrai anche aver scritto tutto il conrario, battendoti per i diritti dei fotografi, ma un giornalista che scrive tutto e il contrario di tutto, non solo è equivoco, non solo il suo pensiero è di difficile interpretazione, ma è anche scorretto e incoerente. il giornalista deve sì essere equidistante e non fazioso, ma deve seguire anche la sua linea di pensiero. "difficile", mi si obbietterà. ma infatti, sono pochi i giornalisti capaci.
e lo scrivo non per essere maleducato o attaccare fin troppo facilmente, ma perchè siamo su un forum a discutere - più o meno fortunatamente - con il diretto interessato. |
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Michele Smargiassi nuovo utente
Iscritto: 06 Set 2012 Messaggi: 10
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Inviato: Gio 20 Dic, 2012 5:28 pm Oggetto: |
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Caro capellimario
"è tutto tranne che una foto" è proprio il tipo di affermazione che non farei mai. Per me il campo del fotografico è molto, molto vasto e inclusivo. Sono semmai accusato da molti soloni dell'autorialità sacra del fotografo di voler confondere le "fotacce" della gente comune con quelle dei geniali creatori. Ora tu mi riproveri del contrario. Bene, di fronte agli opposti semplicismi io mi rassicuro sempre: vuol dire che ho scelto la strada dell'analisi di tutte le facce di una realtà che non è mai univoca e tagliabile con le accette.
Credo che spesso quel che si interpreta come contraddizione, "dici tutto e il contrario di tutto", sia solo un po' di fatica a confrontarsi con chi cerca di esporre realtà complesse e contraddittorie in modo dialettico, non manicheo.
Nessuna delle citazioni che fai di quel che scrivo indica disprezzo per le fotografie "private" e chi le fa. Neanche per quelle che, giudicate con criteri formali, appaiono "brutte" come tu stesso all'inizio trovavi quelle dei tuoi. Io sostengo, proprio come pensi tu (ma mi hai capito a rovescio) che il loro valore, per chi le fa, non sta nel godimento estetico ma in tutt'altro genere di emozioni e relazioni di cui sono la chiave. Ho scritto ad esempio, che
"continuare a rispondere 'sì ma quelle foto fanno schifo, sono inguardabili' non è solo snobismo, è anche smentito dai fatti, perché milioni di persone le guardano [...], persone che poi sanno magari emozionarsi anche davanti a un Matisse, interessarsi a un reportage di Nachtwey. Non facciamo tutti stupidi. Non pensiamo che il mondo si divida in poveri ignoranti che amano le brutte foto e noi intelligenti che amiamo quelle belle: Siamo, molto spesso, le stesse persone. E allora bisogna farsi delle domande".
Una delle domande che mi sono fatto, appunto, è come mai questo valore enorme di cui ciascuno investe le foto che fa, spesso non lo riesce poi a condividere con altri che le giudicano brutte e noiose (e quando se ne accorge allora scatta la famosa frase "peccato, questa foto non rende", che non è un'automortificazione, è la presa d'atto malinconica di una incomunicabilità).
La mia risposta è che sono veri tutti e due i giudizi: sono foto che hanno un enorme valore emotivo, relazionale, mentale per chi le fa, e vanni rispettate per questo; ma contemporaneamente sono foto banali e insignificanti per chi le guarda, perché i due piani sono diversi e forse incomunicanti.
Infine: se cento persone mi contestano perché capiscono male quel che dico (però decidetevi: Alberto nencioni sostiene che in Fotocrazia c'è una "folla di osannanti sodali che popola il blog") può certo essere che mi sia spiegato male, infatti come vedi non mi sottraggo mai a ri-spiegare, del resto un blog non è un trattato filosofico ma un work in progress dove le opinioni si formano in modo provvisorio e possono anche cambiare durante la discussione. Ma ce ne furono anche molte, di eprsone, che capirono bene quel che dicevo. Quindi forse il problema è la disponibilità a capire prima di incazzarsi a vuoto. In ogni caso non faccio dipendere le mie convinzioni da una specie di referendum online. Per cambiarle, aspetto argomenti che mi convincano, non faccio le somme dei "like" o dei "dislike".
E sulla questione dell'appropriazione e della condivisione la penso ancora come nell'arrticolo con cui conclusi quella faticosa ma utilissima discussione:
http://smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2010/12/23/appropriazione-condivisione-citazione/
facendo proposte copn cui quasi nessuno dei miei aggressori di allora ha poi voluto o saputo misurarsi. Forse perché è più facile gridare che ragionare.
Un cordiale saluto, m.s.
Ultima modifica effettuata da Michele Smargiassi il Gio 20 Dic, 2012 6:41 pm, modificato 3 volte in totale |
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AleZan coordinatore

Iscritto: 16 Giu 2006 Messaggi: 11698 Località: Bologna
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Inviato: Gio 20 Dic, 2012 6:01 pm Oggetto: |
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Uscendo un momento dal chi-ha-detto-cosa, che ognuno potrà risolvere rileggendo il blog di Smargiassi, mi pare che questo passaggio tocchi una questione rilevante per chiunque scatti una foto con il desiderio di mostrarla agli altri. Michele Smargiassi ha scritto: | [...] la frase "peccato, questa foto non rende", come sa chiunque sia staato invitato alle proiezioni di diapo degli amici, è così comune e ripetuta che ho solo cercato di spiegarmene il vero significato. E' evidente che segnala il momento in cui ci si accorge che c'è uno scarto fra il contenuto e l'emozione che chi ha fatto la fotografia "sente" (per lui ovviamente la foto "rende" sempre) e quello che "non sentono" le persone a cui la mostra.
La questione del "bello" e del "brutto" non coiincide con quella del "rende" o "non rende". [...] |
Sarebbe interessante centrare l'attenzione e un po' di autocritica sull'analisi di questi meccanismi. _________________ Alessandro - www.alessandrozanini.it
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xisidoro utente

Iscritto: 05 Set 2011 Messaggi: 71
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Inviato: Ven 04 Gen, 2013 4:13 pm Oggetto: |
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Trovo alcuni spunti dell'articolo di Smargiassi molto interessanti. Sto leggendo un libro "The art of photography" di Bruce Barnbaum che trovo stupendo. Focalizza l'aspetto non solo sulla tecnica ma su tantissimi altri aspetti della fotografia che spesso in altri testi vengono solo accennati.
Anche Barnbaum affronta l'aspetto dello scatto "compulsivo"cioè quello non cercato, analizzato,studiato quindi la foto come elemento di "io c'ero" piuttosto che come un piccolo pezzo di quel posto che vogliamo portarci a casa cercando di trasferire quanto più riusciamo di quelle emozioni nella foto stessa.
Barnbaum fa una domanda: quante volte dopo aver tirato fuori la macchina scattiamo anche se la foto in fondo non è come avremo voluto, immaginato? Io ultimamente non scatto più sempre e mi rendo conto che i miei scatti ne beneficiano. Inoltre afferma (tradotto da me, più o meno il senso è questo)
"Meglio un buon ricordo di un luogo che un pessimo scatto, perchè col passare del tempo il pessimo scatto sostituirà il ricordo nella nostra memoria".
In sostanza credo che ci siano degli spunti per una interessante discussione. My 2 cents. |
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Anonimo. non più registrato
Iscritto: 14 Gen 2006 Messaggi: 6707
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Inviato: Ven 04 Gen, 2013 4:39 pm Oggetto: |
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xisidoro ha scritto: | ...
Barnbaum fa una domanda: quante volte dopo aver tirato fuori la macchina scattiamo anche se la foto in fondo non è come avremo voluto, immaginato? .. |
E' una buona domanda, ma è sbagliata (il più delle volte), quantomeno molto elitaria.
Dà per scontato e/o inevitabile che chi scatta una foto abbia già un progetto o un' idea di quello che vuole ottenere, il che NON è assolutamente il caso delle classiche foto-ricordo, e ti posso testimoniare per esperienza didattica spesso non è il caso neppure per lavori in studio programmati un mese prima.
La maggior parte dei fotografi amatoriali scatta e poi è preso dalla curiosità di vedere "come è venuta" quasi attribuendo alla macchina (e ricercando nella macchina) un altro, autonomo punto di vista. Nella impossibilità/ incapacità/ non-volontà di costruirsi un' immagine mentale PRIMA cercano una corrispondenza col ricordo DOPO, come se fosse un' altra persona a testimoniare dell' avvenimento fotografato.
Citazione: | Meglio un buon ricordo di un luogo che un pessimo scatto, perchè col passare del tempo il pessimo scatto sostituirà il ricordo nella nostra memoria". |
Quando leggo queste frasi "alla Catalano" mi viene voglia di ribattere con la frase romanesca "Esticaxxi...!!"
Se hai il tempo di restare in un posto al punto di poterne costruire un ricordo soddisfacente, completo, elaborato certo che sì. Anzi, puoi anche scriverci un memoriale.
Ma se viaggi "Il Pianeta in 6 giorni/5 notti", come fanno ormai in molti, riesce un po' più difficile, e forse la foto diventa un supporto e un aggancio al ricordo difficilmente trascurabile... |
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xisidoro utente

Iscritto: 05 Set 2011 Messaggi: 71
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Inviato: Ven 04 Gen, 2013 7:39 pm Oggetto: |
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Alberto Nencioni ha scritto: | ..La maggior parte dei fotografi amatoriali scatta e poi è preso dalla curiosità di vedere "come è venuta"... |
Alberto, questa è la pura verità in fondo. Il 99% delle persone che hanno una macchina fotografica "scattano" una fotografia, il restante 1% "la fotografia la fa" (o cerca di farla ) e non c'è giusto o sbagliato in questo, è semplicemente un fatto. Ed è anche vero che ognuno con la propria attrezzatura ci può fare quello che vuole, anche tornare da un weekend con 1 tera di foto se è quello che lo rende felice. Ma c'è una questione di fondo che non si lega alla qualità delle foto e che sfugge da queste considerazioni. Ti riporto la mia esperienza.
Mi è sempre piacuta la fotografia e un pò di anni fa quando viaggiavo mi portavo la compatta/bridge da tirare fuori al momento opportuno. Non avevo conoscenza alcuna delle regole della fotografia ma mi soffermavo a pensare allo scatto e portavo a casa poche belle immagini e un ottimo ricordo dei luoghi.
Poi ho preso una reflex e mi ha assalito la scimmia , in pochi anni ho cambiato corpi macchina, lenti, mi documentavo assiduamente sui meri aspetti tecnici della fotografia ho imparato ad usare i software di elaborazione. Dei viaggi di quel periodo ho moltissime foto, alcune buone ma non ho ottimi ricordi dei luoghi, almeno non così vivi come quando viaggiavo senza reflex. Perchè passavo la maggior parte del tempo a pensare a come fare belle foto, mi scrutavo intorno con occhio fotografico (passatemi il termine) e mi perdevo il bello del viaggio in sostanza.
La fotografia era un'ossessione.
Poi ho preso una macchina a pellicola, ho imparato ad aspettare il momento per scattare senza cercarlo assiduamente e quando lo trovo cerco di mettere nella foto la mia visione, insomma riesco a godere meglio dei viaggi e del tempo libero. Ho visitato mostre di grandi fotografi che mi hanno colpito e mi hanno portato ad ammirare ogni singola foto come un dipinto. Oggi vivo la fotografia come una passione.
E' chiaro che ogni persona è diversa ed ognuno fa un pò come vuole, ma quello che intendo dire è che a volte si forza il fatto di voler scattare e lo si fa in maniera eccessiva perdendosi qualcosa di quell'esperienza che non si può mettere in una foto. In fondo basta anche qualche ora certi posti per renderli ricordi indelebili...E si torna alla frase "esticazzi"  |
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Anonimo. non più registrato
Iscritto: 14 Gen 2006 Messaggi: 6707
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Inviato: Ven 04 Gen, 2013 8:37 pm Oggetto: |
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xisidoro ha scritto: | ...
Poi ho preso una macchina a pellicola, ho imparato ad aspettare il momento per scattare senza cercarlo assiduamente .. |
La tecnologia è indifferente, io ho scattato 1200 foto a pellicola in una lontana vacanza negli States. Se ti piace la "disciplina" modello cilicio metti una scheda da 256 Mbyte nella macchina e ottieni lo stesso effetto.
Se adesso scatti meno e meglio non è perchè aspetti che l'immagine ti venga a cercare, ma perchè hai un progetto più chiaro e sei più bravo ad escludere e rifiutare quello che non ti serve.
E' pur sempre un modo molto minoritario di vivere la fotografia, anche se si potrebbe con qualche buona ragione sostenere che SOLO questa sia in realtà fotografia.  |
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Sisto Perina bannato

Iscritto: 16 Giu 2007 Messaggi: 21882
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Inviato: Ven 04 Gen, 2013 8:40 pm Oggetto: |
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Citazione: | Se ti piace la "disciplina" modello cilicio metti una scheda da 256 Mbyte nella macchina e ottieni lo stesso effetto |
Questa te la rubo ... credo la userò spesso  |
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xisidoro utente

Iscritto: 05 Set 2011 Messaggi: 71
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Inviato: Ven 04 Gen, 2013 8:50 pm Oggetto: |
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Alberto Nencioni ha scritto: | E' pur sempre un modo molto minoritario di vivere la fotografia, anche se si potrebbe con qualche buona ragione sostenere che SOLO questa sia in realtà fotografia.  |
Non lo so se esiste SOLO questa, ma credo sia un buon modo per ottenere qualche buona foto.
Mi hai dato un buon suggerimento con la scheda da 256Mb, potrei suggerirla a qualche scattatore compulsivo che conosco, dici che si trovano ancora??  |
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Anonimo. non più registrato
Iscritto: 14 Gen 2006 Messaggi: 6707
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Inviato: Sab 05 Gen, 2013 1:43 am Oggetto: |
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xisidoro ha scritto: | ....
Mi hai dato un buon suggerimento con la scheda da 256Mb, potrei suggerirla a qualche scattatore compulsivo che conosco, dici che si trovano ancora??  |
Ne prendi una grossa e la riempi di pornazzi lasciando liberi solo 256 Mbyte....  |
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bafman utente attivo

Iscritto: 24 Set 2005 Messaggi: 681 Località: baden württemberg
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Inviato: Mar 08 Gen, 2013 4:35 pm Oggetto: |
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beh, la disciplina non dovrebbe limitarsi ai 256Mbyte ma prevedere pure una solida nastratura del display
comunque, al netto dell`artigianato atto a limitare la capienza delle schede trovo questo topic così interessante che se non vi dispiace ne farò cenno su pensierifotografici
nel merito dell`articolo di Smargiassi mi sono piaciute due considerazioni:
- la metafora della fotocamera che riporta un fagiano smangiucchiato (ma magari pure un`aquila, o un passero... era in fondo la curiosità ultima di Winogrand nei suoi scatti),
- l`auspicio di usare il mezzo per produrre emozioni supplementari e non surrogati... qui occorre/basta intendersi:
l`adolescente che tramortisce un tramonto per imbalsamarlo e caricarlo in un social network ha COMUNQUE il diritto di farlo se ne prova gioia e piacere;
io ho il diritto di passare oltre, e di pensare che dal vivo sarà stato altra cosa;
ma di fondo tutti abbiamo (dovremmo avere) il dovere di NON misconsiderare il valore presente e sopratutto futuro delle foto familiari, snapshot in gita e foto ricordo a cui affidiamo il nostro vissuto.
Che poi siano linguaggio ma non siano arte è tutto un altro discorso.
mi sembra che questo passaggio di Smargiassi sia una buona sintesi, magari non sarei così sicuro sulla separazione dei piani a prescindere, ma non ci leggo grandi preconcetti: Michele Smargiassi ha scritto: | sono veri tutti e due i giudizi: sono foto che hanno un enorme valore emotivo, relazionale, mentale per chi le fa, e vanni rispettate per questo; ma contemporaneamente sono foto banali e insignificanti per chi le guarda, perché i due piani sono diversi e forse incomunicanti. |
_________________ "You just have to care about what`s around you and have a concern with humanity and the human comedy" - E.E.
http://pensierifotografici.wordpress.com/ |
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4ast utente attivo

Iscritto: 11 Set 2012 Messaggi: 916 Località: Ancona
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Inviato: Mer 12 Mar, 2014 4:04 pm Oggetto: |
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bafman ha scritto: | beh, la disciplina non dovrebbe limitarsi ai 256Mbyte ma prevedere pure una solida nastratura del display
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questa frase la trovo fantastica... la prenderò come spunto a migliorarmi.
E scusate se ritiro su la discussione, ma l'ho riletta con molto piacere _________________ "Ci si convinca che tocca leggere libri, anche libri noiosi, per saper vedere." (Cit.)
https://www.flickr.com/photos/4ast81/
Nikon D7100 - D80 e troppe lenti |
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Alessandro Signore utente attivo

Iscritto: 30 Set 2007 Messaggi: 6225 Località: Lecce
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Inviato: Gio 13 Mar, 2014 8:23 am Oggetto: |
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...ma che gli avete fatto a nencioni che oltre che sparire si è pure fatto cambiare nome di battesimo?? -.-' _________________ “(...) attraverso la luce, ho immaginato prima e reso poi concreto e percepibile, qualcosa che non era visibile e che tuttavia esisteva e che la luce suggeriva, lasciando a me come fotografo, il solo compito di tradurre quel qualcosa”. [G.B.] |
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milladesign utente attivo

Iscritto: 19 Lug 2007 Messaggi: 4992 Località: tra brescia, mantova e verona
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Inviato: Gio 13 Mar, 2014 10:00 am Oggetto: |
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Alessandro Signore ha scritto: | ...ma che gli avete fatto a nencioni che oltre che sparire si è pure fatto cambiare nome di battesimo?? -.-' |
 _________________ Giorgio |
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