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mikele utente attivo

Iscritto: 16 Dic 2008 Messaggi: 1743 Località: veneto
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Inviato: Lun 02 Ago, 2010 11:35 pm Oggetto: |
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ne approfitto di questo argomento bello caldo e apparentemente banale ma in realtà piuttosto complesso per introdurne o meglio affiancarne uno correlato che tra l'altro avrei voluto aprire qualche giorno fa ma che alla fine non ho aperto..
il tema èra "l'iperfocale"..
da un po di tempo volevo toccare con mano, in realtà vedere con i miei occhi, in che cosa consisteva in termini pratici questa parola.
così ho allacciato alla 40D il mio vecchio pentax 28mm f2.8 (tramite adattatore) e una volta impostata la combinazione diaframma-messa a fuoco atta ad ottenere questa iperfocale (segnalata dai famosi simboli arancioni sulle 2 ghiere) ho fatto alcuni scatti e devo dire che il risultato non mi ha affatto sorpreso.. e molto di quello che ho visto si collega a quanto questa sera è uscito dai vari e interessanti interventi.
e cioè che in realtà sia l'infinito ma soprattutto ciò che si trova prima del punto di messa a fuoco impostato risultano sensibilmente sfuocati man mano che ci si allontana dal punto di messa a fuoco prefissato..
quindi ho dedotto che i termi "iperfocale" e "pdc" alla fine significano tutto come niente.. o meglio mancano semplicemnete riferimenti concreti. in questi termini gioca moltissimo il fattore di accettabilità.. ma il punto è: chi mi da un riferimento specifico, applicabile e concreto di "accettabilmente nitido"? visto che nelle ottiche le impostazioni di iperfocale sono marchiate e ben evidenziate (come tra l'altro lo sono le pdc).. in base a che riferimento specifico sono state appiccicate quelle impostazioni di iperfocale?
manca quindi il riferimento di "accettabilmente nitido"
ed è proprio qui che secondo me invece gioca molto la soggettività dell'occhio di ognuno di noi.
Ultima modifica effettuata da mikele il Lun 02 Ago, 2010 11:43 pm, modificato 2 volte in totale |
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mikele utente attivo

Iscritto: 16 Dic 2008 Messaggi: 1743 Località: veneto
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bastiancontrario utente attivo

Iscritto: 08 Giu 2007 Messaggi: 802 Località: ROMA-FIRENZE
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Inviato: Mar 03 Ago, 2010 6:41 am Oggetto: |
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| mikele80 ha scritto: |
da un po di tempo volevo toccare con mano, in realtà vedere con i miei occhi, in che cosa consisteva in termini pratici questa parola.
così ho allacciato alla 40D il mio vecchio pentax 28mm f2.8 (tramite adattatore) e una volta impostata la combinazione diaframma-messa a fuoco atta ad ottenere questa iperfocale (segnalata dai famosi simboli arancioni sulle 2 ghiere) ho fatto alcuni scatti e devo dire che il risultato non mi ha affatto sorpreso.. e molto di quello che ho visto si collega a quanto questa sera è uscito dai vari e interessanti interventi.
e cioè che in realtà sia l'infinito ma soprattutto ciò che si trova prima del punto di messa a fuoco impostato risultano sensibilmente sfuocati man mano che ci si allontana dal punto di messa a fuoco prefissato..
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vedi che significa non usare questo http://www.dofmaster.com/dofjs.html ??
Se metti quell'ottica a F2,8 su 40d (che tra l'altro è blasfemia e sacrilegio ), trovi che hai una iperfocale pari a 14 metri.
quindi, se metti a fuoco un oggetto posto a 14 metri, avrai tutto a fuoco dai 7 ad infinito.
Ora, sul 28 la tacca del 14 neanche c'è...
Se invece metti f8, l'iperfocale sta a 5 metri: imposti e vai tranquillo.
Questa http://www.photo4u.it/viewcomment.php?pic_id=484300 (come tante altre) è fatta in iperfocale _________________ Leonardo
PENTAX K-7; Samsung GX-10 e qualche fondo di bottiglia
Cominus et neminus ferit |
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palmerino utente attivo

Iscritto: 01 Ott 2004 Messaggi: 5943 Località: Formia (LT)
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Inviato: Mar 03 Ago, 2010 9:13 am Oggetto: |
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| mike1964 ha scritto: | Un attimo, facciamo un passo alla volta, per piacere (così magari se questa discussione risulta abbastanza chiara e didattica la metto nel GrandeMemo )
Mi pare confermato che:
- se faccio una foto con una full frame ed un 28mm,
- ne croppo il 25% della parte centrale, buttando via il restante 75%
- stampo tale foto in dimensioni 20 x 30 CM (per fare un esempio)...
e se invece:
- prendo il medesimo obiettivo da 28mm
- lo monto su una macchina che ha un sensore grande solo il 25% di un sensore full frame
- inquadro la stessa scena dell'esempio precedente, con la stessa apertura di diaframma e dalla stessa distanza, in modo da avere esattamente la stessa inquadratura che ho ottenuto col crop;
- stampo la foto in dimensioni 20 x 30 CM (come il crop di cui al primo esempio)...
in tal caso avrò ottenuto esattamente la stessa profondità di campo, in tutte e due le foto, giusto?  |
Sì è giusto: di fatto avremmo usato lo stesso circolo di confusione.
Ripeto, differenze minime (tra il full-frame ed il 4/3 ci saranno 1/2 stop circa) usando la stessa ottica, ma avremo ovviamente diversi angoli d campo (il 28mm sarebbe un grandangolo sul FF mentre sul 4/3 diventa un "normale") e quindi dovremmo paragonare i due formati, per me, a parità di angolo di campo.
Ecco che 14mm (circa un 28mm sul full-frame) pur usando un circolo di confusione minore di un 14mm usato sul formato più grande sarà sempre un 14mm: sarà in vantaggio rispetto al 28mm.
Sul 4/3.
Da si dice che giustamente con il 4/3 è più difficile sfuocare.
Poi che sia impossibile...è una leggenda.
Spero sia chiaro il concetto. |
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Andrea Giorgi supporto tecnico

Iscritto: 13 Dic 2003 Messaggi: 12696 Località: Pavia
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palmerino utente attivo

Iscritto: 01 Ott 2004 Messaggi: 5943 Località: Formia (LT)
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Inviato: Mar 03 Ago, 2010 9:34 am Oggetto: |
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| mikele80 ha scritto: | .....................
il tema èra "l'iperfocale".......
da un po di tempo volevo toccare con mano, in realtà vedere con i miei occhi, in che cosa consisteva in termini pratici questa parola.
così ho allacciato alla 40D il mio vecchio pentax 28mm f2.8 (tramite adattatore) e una volta impostata la combinazione diaframma-messa a fuoco atta ad ottenere questa iperfocale (segnalata dai famosi simboli arancioni sulle 2 ghiere) ho fatto alcuni scatti e devo dire che il risultato non mi ha affatto sorpreso.. e molto di quello che ho visto si collega a quanto questa sera è uscito dai vari e interessanti interventi.
e cioè che in realtà sia l'infinito ma soprattutto ciò che si trova prima del punto di messa a fuoco impostato risultano sensibilmente sfuocati man mano che ci si allontana dal punto di messa a fuoco prefissato..
quindi ho dedotto che i termi "iperfocale" e "pdc" alla fine significano tutto come niente.. o meglio mancano semplicemnete riferimenti concreti. in questi termini gioca moltissimo il fattore di accettabilità.. ma il punto è: chi mi da un riferimento specifico, applicabile e concreto di "accettabilmente nitido"? visto che nelle ottiche le impostazioni di iperfocale sono marchiate e ben evidenziate (come tra l'altro lo sono le pdc).. in base a che riferimento specifico sono state appiccicate quelle impostazioni di iperfocale?
manca quindi il riferimento di "accettabilmente nitido"
ed è proprio qui che secondo me invece gioca molto la soggettività dell'occhio di ognuno di noi. |
Allora è giusto sottolineare due aspetti, già enunciati da altri.
La profondità di campo non esiste: è una (nostra) convenzione legata alla nostra capacità analitica come risolvenza.
Ovvero legata ai nostri occhi e la successiva elaborazione effettuata dal cervello.
Quest' ultimo fa tanti danni...
Ora, se noi valutassimo la profondità di campo come facevano giustamente le case fotografiche, avremo risultati più o meno simili.
Come si faceva?
Si stampavano delle foto ad un formato abbastanza grande, tipo un 20x30cm o poco più e si facevano analizzare da varie persone.
A seconda di cosa loro vedevano scrivevano la scala della pdc sulla ghiera dell' ottica.
Teoricamente un 50x75cm ha una profondità di campo più limitata rispetto ad un 20x30cm: ma una persona si posiziona, di solito, a circa la diagonale della stampa per godersela tutta: di fatto avremo la stessa profondità di campo perché saremo sempre più....distanti, man mano che la stampa crescerà come dimensioni.
Oggi non è più così: nessuno o quasi stampa e si verificano crop al 100% che equivale ad analizzare (più che godersi l' intera immagine) solo una parte a poche decimetri dal nostro monitor....di una enorme stampa.
Di solito un crop equivale a stampe importanti.
E queste stampe non le vediamo vicinissime: altrimenti non riusciremo a vederla interamente.
Di fatto non stiamo valutando la profondità di campo che nella realtà (stampa o visione della foto intera sul monitor) avremo realmente.
Quindi consiglio di valutare la pdc (profondità di campo) stampando un bel 30x40cm o 30x45cm chi non usa il formato 4/3.
Da lì e con i propri occhi (senza scomodare i software, che comunque possono essere buoni punti di partenza) trovare la propria soglia di accettabilità.
Magari un altro fotografo abituato ad avvicinarsi alla stampa non sarà d' accordo con voi, magari altri (la maggioranza) troveranno nitide zone che voi riuscite a vagliare leggermente sfuocate o non vedranno il rumore che noi invece cogliamo...
Ma sarà sempre personale perché la pdc è legata alla nostra capacità visiva.
Riassunto: osservatore con seri problemi alla vista avrà una pdc....maggiore.
Un normale osservatore inoltre non si mette a cogliere il rumore, l' aberrazione cromatica, la vignettatura, eccetera (quanto non pesanti e quindi fastidiose) e questo le case fotografiche lo sanno. |
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palmerino utente attivo

Iscritto: 01 Ott 2004 Messaggi: 5943 Località: Formia (LT)
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Inviato: Mar 03 Ago, 2010 9:34 am Oggetto: |
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In pratica sinteticamente possiamo dire che:
Un fotografo che ama scattare macrofotografie che stamperà ed analizzerà minuziosamente anche in formati non molto ampi e/od un fotografo paesaggista che stamperà sempre o quasi formati molto grandi (40x50cm a salire) che vaglierà anche da vicino per deliziarsi (sacrosanto) dei dettagli in piccole zone della foto....adotteranno una scala della profondità di campo molto "stretta".
Probabilmente chiuderanno di almeno un diaframma se non più rispetto a quello consigliato dai vari programmi o la ghiera che leggeranno sull' ottica.
Chi invece stampa raramente foto maggiori di 20x30cm avrà una soglia come profondità di campo sicuramente più "ampia".
Per questo diventa complicato dare una risposta univoca.
L' importante è comprendere il concetto: la pdc non esiste ed è legata alla nostra visione.
Partendo da quanto verrà ingrandita il "file" e come vedremo la foto....avremo la nostra scala.
Esempio: se sapessi che la mia foto sarà venduta piccola (15x20cm) in una rivista e volessi far vedere un ottimo sfuocato....dovrò aprire di più il diaframma perché la rivista verrà letta aprendola in doppia pagina e nessuno (o quasi) si avvicina per vedere meglio una foto piccola.
Idem se dovessi stampare un cartellone gigantesco che verrà visto ad almeno 15 metri perché su un palazzo dove non potremo avvicinarci.
Teoricamente dovremmo studiare diversi diaframmi....prima di scattare la fotografia sul campo a seconda della destinazione d' uso.
Però difficile per noi sapere dove verrà stampata la foto e non è certo nei pensieri di un fotoamatore od anche un professionista generico.
Vero che in pubblicità mireranno alcune immagini che andranno viste velocemente (esempio su un autobus) rispetto ad un' altra in bella posizione in piazza.
Chi commissiona le foto tiene di solito conto delle diverse logistiche, parlo di pubblicità famose.
Ma già qui andiamo oltre la pdc: però è importante di quanto conta il nostro cervello al fine di godersi un' intera immagine.
Le grandi agenzie pubblicitarie hanno personale qualificato solo o soprattutto per questo. |
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mike1964 utente attivo

Iscritto: 09 Feb 2004 Messaggi: 22585 Località: Salerno
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Inviato: Mar 03 Ago, 2010 1:01 pm Oggetto: |
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Vediamo un po' se riesco a fare un riepilogo sufficientemente comprensibile pure a chi non voglia di addentrarsi in formule esoteriche
-1) Ogni obiettivo ha un solo piano di messa a fuoco;
-2) per tale ragione, se (per esempio) con un 28mm f2.8 metto a fuoco ad un metro, avrò la messa a fuoco precisamente ad un metro; tutto ciò chi si trovi un millimetro prima o un millimetro dopo, non sarà perfettamente a fuoco;
-3) ciò vale sempre e comunque, anche se si cambia il formato del supporto sensibile; se monto lo stesso obiettivo su una macchina medio formato, su una full frame, su una APS, su una 4/3 o su una compattina, avrò sempre e comunque la messa a fuoco ad un metro.
Ciò mi pare assolutamente chiaro e assodato, quindi diamolo per definitivamente acquisito.
Dove sorge il problema? Nella individuazione della zona più o meno nitida che si trova prima e dopo il preciso punto di messa a fuoco. Infatti:
-1) è vero che solo a un metro avrò una messa a fuoco perfetta;
-2) è però anche vero che un poco prima e un poco dopo tale distanza, avrò una zona non perfettamente a fuoco, ma ancora abbastanza nitida all'occhio umano. Tale zona viene chiamata PROFONDITA' DI CAMPO (PdC o - in inglese - DoF).
Tale zona cambia al variare della dimensione del supporto sensibile?
La risposta, ancora una volta, è no: rimane perfettamente costante, come la messa a fuoco ad un metro.
Ciò è perfettamente logico; facciamo un esempio pratico.
-1) con una medio formato scatto una foto e la stampo nelle dimensioni di 75 x 105 CM (all'ingrosso, facciamo finta che il rapporto tra i lati sia esatto);
-2) da tale foto ritaglio dei crop centrali, sempre più piccoli, a seconda della dimensione del sensore;
-3) avrò in tal modo una scena sempre più piccola (cioè un angolo di campo sempre più ristretto); per cui, man mano, l'angolo inquadrato corrisponderà, per esempio, a quello di un 50mm, di un 75mm, di un 100mm e così via, fino ad arrivare, con i sensori delle compattine, ad angoli di campo equivalenti a quelli di un 200mm; ma la PDC resterà sempre la stessa.
Dove sorge il problema? In fase di stampa; se infatti stampiamo tutti i crop dell'esempio alla stessa dimensione, ad esempio 20 x 30 cm, noteremo che la foto intera originale ha una PDC maggiore rispetto al crop ingrandito; in realtà ciò che è cambiato è il circolo di confusione.
Concludendo: la PDC (che peraltro come ha giustamente sottolineato Palmerino è un concetto abbastanza soggettivo), a parità di obiettivo, apertura focale e messa a fuoco non cambia in ragione della dimensione del sensore; cambia però in rapporto al fattore di ingrandimento della stampa; quindi:
-1) un fattore di ingrandimento minore darà luogo ad una PdC più ampia;
-2) un fattore di ingrandimento maggiore darà luogo ad una PdC meno ampia;
-3) un fattore di ingrandimento identico darà luogo ad una PdC identica.
A margine del discorso va ovviamente annotato che un sensore più piccolo, per inquadrare la stessa porzione di scena di un sensore più grande dovrà utilizzare un obiettivo più grandangolare; così, ad esempio, una macchina 4/3 dovrà utilizzare un obiettivo da 14mm circa (e una compattona con sensore da 2/3 come la Fuji s100FS addirittura un obiettivo da 7mm circa) per coprire lo stesso angolo di campo di una medio formato equipaggiata con obiettivo da 50mm; è ovvio che in questo caso la PDC sarà ben diversa, in quanto quelle del 14mm e del 7mm sono ben più estese rispetto a quella del 50mm; ma questo è un altro discorso  _________________ [size=10]Pentax K100DS - Qualche vetro - Fuji S6500 |
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andy_g utente attivo

Iscritto: 06 Lug 2005 Messaggi: 3063 Località: Roma
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Inviato: Mar 03 Ago, 2010 1:12 pm Oggetto: |
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In finale, la formula è quella e mi pare che l'abbiamo capita. La PdC è un tentativo di stabilire la nostra percezione di una zona dell'immagine come nitida o non nitida su parametri esclusivamente geometrici. Per questo si fa riferimento al circolo di confusione, che va definito sulla stampa e non sul sensore o sulla pellicola. E' comunque un valore puramente convenzionale.
Il limite del concetto è evidente. Non tiene conto di alcun fenomeno percettivo da un lato. Dall'altro, considera tutto il sistema che forma l'immagine (ottica), la registra (sensore o pellicola), la riproduce per la nostra visione (stampa, proiezione o schermo), come perfetti e a risoluzione infinita. _________________ Andrea - Le mie foto di viaggio: qui e qui
Le mie foto su PentaxPhotoGallery: qui |
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mikele utente attivo

Iscritto: 16 Dic 2008 Messaggi: 1743 Località: veneto
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Inviato: Mar 03 Ago, 2010 4:41 pm Oggetto: |
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| bastiancontrario ha scritto: | vedi che significa non usare questo http://www.dofmaster.com/dofjs.html ??
Se metti quell'ottica a F2,8 su 40d (che tra l'altro è blasfemia e sacrilegio ), trovi che hai una iperfocale pari a 14 metri.
quindi, se metti a fuoco un oggetto posto a 14 metri, avrai tutto a fuoco dai 7 ad infinito.
Ora, sul 28 la tacca del 14 neanche c'è...
Se invece metti f8, l'iperfocale sta a 5 metri: imposti e vai tranquillo.
Questa http://www.photo4u.it/viewcomment.php?pic_id=484300 (come tante altre) è fatta in iperfocale |
2.8?? ma chi ha mai parlato di impostarla a 2.8?? l'iperfocale mica ce l'hai impostandola a 2.8.. bensì a 8 (come evidenziato dalle scritte arancioni presenti sulle ghiera dei diaframmi e della messa a fuoco)
ed è proprio a 8 che ho fatto le mie prove e riscontrato tutto ciò che ho scritto ieri sera.
blasfemia e sacrilegio de che poi..
ah
Ultima modifica effettuata da mikele il Mar 03 Ago, 2010 4:41 pm, modificato 1 volta in totale |
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amigaoneit utente

Iscritto: 12 Lug 2006 Messaggi: 118 Località: Reggio Calabria
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Inviato: Mar 03 Ago, 2010 4:41 pm Oggetto: Scusate se mi permetto..... |
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Perdonami mike se mi permetto di contraddirti, ma in quanto veramente niubbio il tuo ragionamento mi sta mandando fuori strada e sta facendo crollare le uniche certezze che avevo e per questo ho cercato di capirne un po di più... spero, innanzitutto, di aver capito quello che ho letto e, poi, spero di riuscire a rendere il mio ragionamento comprensibile.... cominciamo.
Intanto le certezze: una macchina con sensore più piccolo a parità di condizioni ha una profondità di campo maggiore. e questa è una cosa che diamo tutti per assodato: in tutti i consigli verso chi si orienta al 4/3, per esempio, tutti diciamo che è più difficile ottenere un buon sfocato nei ritratti rispetto a corpi con sensori più grandi. dopo le ricerche che ho fatto sono arrivato alla conclusione che non solo questo è vero, ma è quantificabile e corrisponde al fattore di crop.
e ora le incertezze: quello che tu sostieni mi contraddice questo assunto.
io capisco cosa tu voglia dire e dimostrare, cioè che un obiettivo mantiene le proprie caratteristiche qualsiasi sia la dimensione del sensore. e questo è vero. il problema è che che la profondità di campo non dipende solo dall'obiettivo.
la profondità di campo definita come nitidezza prima e dopo il soggetto è funzione della distanza dal piano di messa a fuoco, della distanza iperfocale e dalla focale dell'obiettivo.
a sua volta la distanza iperfocale è funzione della focale dell'obiettivo, dell'apertura dello stesso e dal circolo di confusione.
http://www.dofmaster.com/equations.html
a sua volta ancora, il circolo di confusione non è un dato soggettivo, bensì è una caratteristica dipendente dalle dimensioni del sensore:
http://www.dofmaster.com/digital_coc.html
se ci fate caso noterete che i vari circoli di confusione rispecchiano i fattori di crop.
in termini pratici questo che vuol dire? semplicemente una cosa: con un sensore più piccolo la stesso obiettivo avrà una angolo di campo equivalente a quello di un obiettivo della lunghezza focale moltiplicata al fattore di crop, quindi se vogliamo inquadrare esettamente la stessa scena dobbiamo cambiare la distanza dal soggetto. poichè con la distanza dal soggetto cambia anche la profondità di campo questo ci permette di dire che quell'obiettivo a parità di apertura e di campo inquadrato ha una profondità di campo maggiore.
nel caso di un 4/3 ad esempio la profondità di campo di un 50mm ad f 2.0 è equivalente a quella che avrebbe un sensore FF a 100mm con apertura f 4 che inquadra la stessa scena.
Questo ragionamento mi sembra corrispondere a quanto intuitivamente tutti sappiamo.
L'esempio di mike non mi convince perchè ammesso e non concesso che il processo di crop sia così lineare (secondo me si cade nelle stesse problematiche relative allo zoom ottico vs. crop), rimane sempre il fatto che la foto originale è stata presa ad una distanza dal soggetto principale che ha dato come risultato una ben determinata profondità di campo. Distanza che, per quanto detto sopra, avrebbe dato una profondità di campo diversa se la foto fosse stata scattata da un posizione adatta ad inquadrare "dal vivo" la stessa porzione di scena.
Del resto lo stesso mike dice che alla fine il processo porterebbe ad una variazione del circolo di confusione.
ma se diamo per vero che il circolo di confusione è caratteristico delle dimensioni del sensore, non stiamo facendo altro che cambiare le dimensioni del sensore e questo ci riporta al punto di partenza....
Scusate se non sono stato chiaro e soprattutto se ho detto scemenze. ma è così che l'ho capita.... _________________ Canon A520 versione sub - Fuji Finepix S5600 (rubata)
Fuji Finepix S6500 (l'ex ammiraglia) - Kodak Easyshare Z1015 (la tuttofare)
Olympus E-600 + Zuiko ED 14-42 e 40-150..... |
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mikele utente attivo

Iscritto: 16 Dic 2008 Messaggi: 1743 Località: veneto
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Inviato: Mar 03 Ago, 2010 4:53 pm Oggetto: |
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| palmerino ha scritto: | Allora è giusto sottolineare due aspetti, già enunciati da altri.
La profondità di campo non esiste: è una (nostra) convenzione legata alla nostra capacità analitica come risolvenza.
Ovvero legata ai nostri occhi e la successiva elaborazione effettuata dal cervello.
Quest' ultimo fa tanti danni...
Ora, se noi valutassimo la profondità di campo come facevano giustamente le case fotografiche, avremo risultati più o meno simili.
Come si faceva?
Si stampavano delle foto ad un formato abbastanza grande, tipo un 20x30cm o poco più e si facevano analizzare da varie persone.
A seconda di cosa loro vedevano scrivevano la scala della pdc sulla ghiera dell' ottica.
Teoricamente un 50x75cm ha una profondità di campo più limitata rispetto ad un 20x30cm: ma una persona si posiziona, di solito, a circa la diagonale della stampa per godersela tutta: di fatto avremo la stessa profondità di campo perché saremo sempre più....distanti, man mano che la stampa crescerà come dimensioni.
Oggi non è più così: nessuno o quasi stampa e si verificano crop al 100% che equivale ad analizzare (più che godersi l' intera immagine) solo una parte a poche decimetri dal nostro monitor....di una enorme stampa.
Di solito un crop equivale a stampe importanti.
E queste stampe non le vediamo vicinissime: altrimenti non riusciremo a vederla interamente.
Di fatto non stiamo valutando la profondità di campo che nella realtà (stampa o visione della foto intera sul monitor) avremo realmente.
Quindi consiglio di valutare la pdc (profondità di campo) stampando un bel 30x40cm o 30x45cm chi non usa il formato 4/3.
Da lì e con i propri occhi (senza scomodare i software, che comunque possono essere buoni punti di partenza) trovare la propria soglia di accettabilità.
Magari un altro fotografo abituato ad avvicinarsi alla stampa non sarà d' accordo con voi, magari altri (la maggioranza) troveranno nitide zone che voi riuscite a vagliare leggermente sfuocate o non vedranno il rumore che noi invece cogliamo...
Ma sarà sempre personale perché la pdc è legata alla nostra capacità visiva.
Riassunto: osservatore con seri problemi alla vista avrà una pdc....maggiore.
Un normale osservatore inoltre non si mette a cogliere il rumore, l' aberrazione cromatica, la vignettatura, eccetera (quanto non pesanti e quindi fastidiose) e questo le case fotografiche lo sanno. |
alla fine vedi che gira e rigira la minestra diciamo la stessa cosa? è per questo che continuo a non capire il motivo per cui visto che tutto è basato sulla soggettività e percezione di nitido data dall'occhio delle persone siano in realtà date precise combinazioni fuoco diaframma atte ad ottenere un qualcosa che in realtà non è, oppure che è diverso da persona a persona.. |
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Nicola Giani utente attivo

Iscritto: 01 Feb 2006 Messaggi: 3677 Località: Milano
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Inviato: Mar 03 Ago, 2010 4:56 pm Oggetto: |
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amigaoneit, c'è un errore in quello che scrivi.
La distanza iperfocale dipende dalla profondità di campo (per definizione), non viceversa.
Poi torno a dare il consiglio che dò sempre: prendi un dizionario di italiano, cancella l'aggettivo "equivalente", e rivedi il tutto.
Due focali diverse non equivalgono in nulla. Mai, in nessuna condizione.
Per "inquadrare esattamente la stessa scena" come dici devi usare esattamente la stessa macchina e la stessa lente.
 _________________ Che bello il copia e incolla! |
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mikele utente attivo

Iscritto: 16 Dic 2008 Messaggi: 1743 Località: veneto
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Inviato: Mar 03 Ago, 2010 5:06 pm Oggetto: |
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e chi lo dice che iperfocale? la scrittina colorata sull'ottica che hai usato?
o forse tu?
ti assicuro che se questa immagine non fosse un panning e la guardassi attentamente, a fuoco ci troveresti ben poco al di fuori della distanza che hai impostato.
e sulla iperfocale torna in gioco il famoso termine "accetabilmente nitido" che io invece chiamerei "soggettivamente nitido".. e cioè che può essere sufficentemente a fuoco per te ma no per un altro.
Ultima modifica effettuata da mikele il Mar 03 Ago, 2010 5:45 pm, modificato 1 volta in totale |
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mike1964 utente attivo

Iscritto: 09 Feb 2004 Messaggi: 22585 Località: Salerno
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Inviato: Mar 03 Ago, 2010 5:29 pm Oggetto: Re: Scusate se mi permetto..... |
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| amigaoneit ha scritto: | ...una macchina con sensore più piccolo a parità di condizioni ha una profondità di campo maggiore. e questa è una cosa che diamo tutti per assodato: in tutti i consigli verso chi si orienta al 4/3, per esempio, tutti diciamo che è più difficile ottenere un buon sfocato nei ritratti rispetto a corpi con sensori più grandi. dopo le ricerche che ho fatto sono arrivato alla conclusione che non solo questo è vero, ma è quantificabile e corrisponde al fattore di crop.
e ora le incertezze: quello che tu sostieni mi contraddice questo assunto... |
Non lo contraddice affatto; per parità di condizioni tu intendi la stessa scena inquadrata dalla stessa distanza; solo che per ottenere ciò, con un sensore più piccolo, devi usare un obiettivo più grandangolare, che ha una PdC maggiore; come ho spiegato prima, se utilizzo una Fuji s100FS alla focale di 7mm e una medio Formato alla focale di 50mm avrò lo stesso angolo di copertura (che più o meno equivale a quello di un 28mm su macchina a pellicola 135); la profondità di campo, però, sarà ben diversa; con la s100FS sarà praticamente impossibile avere qualcosa che non sia a fuoco, con la medio formato potrò benissimo sfocare, se non utilizzo un diaframma chiuso.
In questo senso hai ragione.
Questo però è un discorso diverso rispetto a quello che facevo io; in pratica non stiamo parlando della stessa cosa
 _________________ [size=10]Pentax K100DS - Qualche vetro - Fuji S6500 |
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amigaoneit utente

Iscritto: 12 Lug 2006 Messaggi: 118 Località: Reggio Calabria
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Inviato: Mar 03 Ago, 2010 5:37 pm Oggetto: |
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| Nicola Giani ha scritto: | amigaoneit, c'è un errore in quello che scrivi.
La distanza iperfocale dipende dalla profondità di campo (per definizione), non viceversa.
Poi torno a dare il consiglio che dò sempre: prendi un dizionario di italiano, cancella l'aggettivo "equivalente", e rivedi il tutto.
Due focali diverse non equivalgono in nulla. Mai, in nessuna condizione.
Per "inquadrare esattamente la stessa scena" come dici devi usare esattamente la stessa macchina e la stessa lente.
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perdonami giani, ma su questo punto credo di non essere in errore:
oltre ai link che ho messo prima:
http://it.wikipedia.org/wiki/Profondit%C3%A0_di_campo
se scendi fino a formule, vedrai che le distanze (calcolate separatamente) dipendono dalla distanza iperfocale.
mentre qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Distanza_iperfocale
è chiaro che la distanza iperfocale dipende dalla lunghezza focale, l'apertura ed il circolo di confusione e non dalla profondità di campo.
Per il discorso dell'equivalente sono in linea di principio d'accordo con te: se ne abusa spesso ed a sproposito, ma in questo caso credo che sia proprio l'aggettivo giusto.
Equivalente non è uguale ad uguale (scusa non mi sono saputo trattenere).  _________________ Canon A520 versione sub - Fuji Finepix S5600 (rubata)
Fuji Finepix S6500 (l'ex ammiraglia) - Kodak Easyshare Z1015 (la tuttofare)
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bastiancontrario utente attivo

Iscritto: 08 Giu 2007 Messaggi: 802 Località: ROMA-FIRENZE
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Inviato: Mar 03 Ago, 2010 6:03 pm Oggetto: |
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| mikele80 ha scritto: | e chi lo dice che iperfocale? la scrittina colorata sull'ottica che hai usato?
o forse tu?
ti assicuro che se questa immagine non fosse un panning e la guardassi attentamente, a fuoco ci troveresti ben poco al di fuori della distanza che hai impostato.
e sulla iperfocale torna in gioco il famoso termine "accetabilmente nitido" che io invece chiamerei "soggettivamente nitido".. e cioè che può essere sufficentemente a fuoco per te ma no per un altro. |
bhauhahaha...e certo che lo dico io, e scusa se è poco: l'ho fatta io.
Torno un paio di messaggi sopra e mi scuso, ma avevo capito che avessi impostato f2.8.
ritorno a questo, e ti garantisco che quando faccio street lavoro sempre in iperfocale. _________________ Leonardo
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Cominus et neminus ferit |
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amigaoneit utente

Iscritto: 12 Lug 2006 Messaggi: 118 Località: Reggio Calabria
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Inviato: Mar 03 Ago, 2010 6:05 pm Oggetto: Re: Scusate se mi permetto..... |
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| mike1964 ha scritto: |
Questo però è un discorso diverso rispetto a quello che facevo io; in pratica non stiamo parlando della stessa cosa
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...meno male non mi andava di cotraddire uno esperto come te...
adesso credo di capire che intendi:
se con un 50mm manuale su una FF imposto la messa a fuoco alla distanza indicata di 10 metri ed ad una data apertura ho una profondità di campo di 2 metri avanti e 3 metri dietro al soggetto, mettendo lo stesso obiettivo su un corpo 4/3 avrò la stessa profondità di campo ma un ingrandimento maggiore.
ho capito bene?
però anche così i conti non mi tornano... secondo me non avresti il piano di messa a fuoco a 10m ed ergo tutto da rifare..... _________________ Canon A520 versione sub - Fuji Finepix S5600 (rubata)
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bastiancontrario utente attivo

Iscritto: 08 Giu 2007 Messaggi: 802 Località: ROMA-FIRENZE
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Inviato: Mar 03 Ago, 2010 6:18 pm Oggetto: |
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| Andrea Giorgi ha scritto: |
Comunque è ovvio che tra ritagliare le foto di un sensore grande al formato di uno più piccolo oppure usarne direttamente uno più piccolo non vi è alcuna differenza. |
Andrea io mi scuso, ma su questa frase che vai ripetendo in molti topic non sono d'accordo.
Mi indichi dove posso acculturarmi? Mi dici da che punto di vista non vi è alcuna differenza? Mi dici se a parità di lente o di FOV?
scusate, ma io vi seguo in tutto, e poi arrivo qui e mi perdo.
Perchè se confronto un 4/3 e un aps-c vedo che la pdc non è mai la stessa tra i due: a pari ottica, il 4/3 ce l'ha minore.
A pari FOV, ce l'ha maggiore.
Ora, credo ti riferisci al primo caso, a parità di lente.
Bene, siccome la pdc dell'aps-c è maggiore in questo caso, croppando, come fa a tornare pari a quella della foto scattata con il 4/3, che in tal caso appunto ce l'ha minore?
Se invece ti riferisci al secondo caso, essendo identico il FOV, croppare la foto di APS-C non ha senso...andrei a cambiare scena inquadrata.
dimmi in cosa sbaglio, per cortesia.
| amigaoneit ha scritto: |
se con un 50mm manuale su una FF imposto la messa a fuoco alla distanza indicata di 10 metri ed ad una data apertura ho una profondità di campo di 2 metri avanti e 3 metri dietro al soggetto, mettendo lo stesso obiettivo su un corpo 4/3 avrò la stessa profondità di campo ma un ingrandimento maggiore.
ho capito bene?
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no, non è questione di aver capito o meno...dofmaster dice che la pdc del 4/3, in tal caso, è minore. E' questione di numeri, non c'è da capire.
Semmai c'è da capire se dofmaster non è un sito attendibile, ma non credo.
Mi sa che nel WE dovrò fare un pò di scatti con il 50ino su APS-C e su 4/3, a F1,7, su un soggetto a 1 metro di distanza. che ne dite?
Se fate i bravi, però.... _________________ Leonardo
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mikele utente attivo

Iscritto: 16 Dic 2008 Messaggi: 1743 Località: veneto
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Inviato: Mar 03 Ago, 2010 6:44 pm Oggetto: |
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| bastiancontrario ha scritto: | | ti garantisco che quando faccio street lavoro sempre in iperfocale. |
l'iperfocale non esiste.. è soltanto una sensazione che provi guardando le tue street.. |
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