Tere: Ciao Paolo! Tanto per rompere il ghiaccio, hai voglia di raccontarci un po’ di te, delle tue passioni, delle cose che ami e, ovviamente, delle strade che ti hanno portato alla fotografia e dalla fotografia fino a qui su photo4u?
Paolo: Ciao Teresa, prima di parlare di me è doveroso parlare di te, il tempo e la dedizione che dedichi a questo progetto è encomiabile, sicuramente degno di nota a prescindere dal contesto della fotografia.
Cercherò di ripagare l’onore che mi è stato concesso con la maggior possibile sincerità nelle risposte, esponendo il mio pensiero sul mondo, fotografico e non.
Anche perché a 57 anni compiuti non potrei fare altrimenti, almeno in questo campo che è pura passione hobby e svago per me, lavoro e fonte di reddito per altri.
Già attratto dal mondo dell’immagine a 21 anni mi sono iscritto ad un corso di fotografia presso la Galleria Subalpina di Torino, non sapevo nulla di tecnica e l’acquisto di un libro di
Ansel Adams sul sistema zonale mi aveva solo confuso le idee, quindi un corso mi è sembrato la cosa più sensata, erano tempi senza internet, o così o il nulla.
Ne sono uscito con le minime basi e con una bella compattona simil reflex
Olympus, sostituita quasi subito con una
Minolta 7000i (mi sembra di ricordare), ragion per cui ora uso
Sony con attaccate ottica
Minolta del giurassico!
Qualche ragazzo certe volte le osserva chiedendosi da dove arrivino ...
Per quanto riguarda me, sono sposato (ben due volte) e ho 2 figli di 22 e 28 anni.
Fino a qualche anno fa la passione per la fotografia andava di pari passo con la pratica dell’
Aikido, ma dopo circa 30 anni ho dovuto smettere a causa di vari e numerosi acciacchi che tale disciplina a lungo andare provoca, ma in genere la pratica sportiva di qualsiasi tipo mi ha sempre accompagnato nel corso della vita.
Ora pratico varie discipline giusto per tenere un minimo di forma.
Ho anche l’hobby della panificazione, sforno pane e pizza in quantità industriale, ma sempre con un occhio alla forma e alla bilancia!
Veniamo quindi a photo4u… Prima iscrizione 4 agosto 2006 con il nome di mia figlia Carolina, così per gioco, ma dopo due anni che nei commenti delle foto si rivolgevano a me come ad una signorina mi è sembrato corretto effettuare un giusto account con il mio nome e cognome e la mia faccia. Già la mia faccia, che se posso è già una scelta che divide le acque, vedo che non è comune inserire se stessi nell’avatar e sinceramente non capisco perché, sarebbe un aspetto da approfondire, mi sono sempre chiesto cosa porta a scegliere l’avatar ?
Tere: Il tuo interesse fotografico è rivolto a 360 gradi: spazi dall’architettura al paesaggio naturale, passando per il paesaggio urbano, senza disdegnare il ritratto, lo sport e arrivando a cimentarti persino con il glamour.
Che cosa ti spinge a di sperimentare sempre nuove vie espressive?
Paolo: Il filo conduttore è la fotografia, essenzialmente il fotografare, vivere il tempo libero, per quanto possibile, con la macchina fotografica in mano.
Se cammino per la città fotografo i palazzi; passa il giro d’Italia a Torino e che faccio? Non fotografo? Teleobiettivo e via … Mio figlio deve fare un book fotografico per un agenzia di moda? Presente! 85 fisso e vai.
La figlia di un collega si sposa e conoscendomi mi chiede il servizio matrimoniale come regalo. Che faccio??? Studio, mi documento, procedo. Mia moglie mi chiede, così per gioco, delle foto boudoir/glamour …
PRESENTE!!!
Detta così potrei pure sembrare un cialtrone (magari lo sono!!!), uno che fotografa tutto ma non riesce a fare bene nulla (scatto da almeno 35 anni, ma potrebbe non bastare)… In parte può anche essere vero, io di me stesso dico che sono sufficientemente bravo in tutti i generi ma non eccello in nessuno.
Quindi è doveroso spiegare come intendo io la fotografia, mi reputo un dilettante che si approccia in maniera professionale alla disciplina.
Quasi ogni giorno dedico alla fotografia un pezzetto della mia giornata … Scattando??? Non sempre. Spesso solo studiando, osservando, leggendo giornali e riviste di vario genere, parlando con i professionisti o confrontandomi con altri appassionati come me.
E ogni volta che so che devo cimentarmi in un nuovo genere anche nuovo per me come procedo?
Alcuni esempi: citavo prima delle foto a mia moglie, nessuna esperienza, come si fanno boh? E chi le ha mai fatte??? Bene dove si trovano foto al top del settore? Iniziamo a comprare qualche numero di playboy e Vogue giusto per capire di che stiamo parlando.
Comincio a leggere delle interviste ai grandi del settore e poi provo. Risultati? Le prime due/tre sessioni pessime, servite solo per capire gli errori e sciogliere il ghiaccio. Poi, con calma, qualche scatto degno di nota sono riuscito a tirarlo fuori, e parlo di foto che rimangono giusto un ricordo tra me e mia moglie, ma che hanno fatto crescere il mio bagaglio fotografico.
Mi fosse servito anche solo per capire che è uno tra i generi più difficili, perché difficile è creare immagini senza essere ridicoli o volgari (anzi è veramente arduo!) già sarebbe stato utile. A quel punto, però, non provarci sarebbe stato da mediocri.
E cosi procedo per tutti gli altri generi in cui mi sono cimentato, mi ricordo per esempio che fino ad una decina di anni fa non usavo mai il flash, perché dicevo che preferivo la luce ambiente e che la luce artificiale non mi piaceva.
BUGIA COLOSSALE!
La verità e che non sapevo usarlo e quindi ogni volta che lo usavo uscivano foto pessime. Un amico mi chiese se potevo fare le foto al Battesimo della figlia, Chiesa buia e quindi panico, mancavano sei mesi all’evento.
Bene ho comprato il miglior flash che il mio brand metteva a disposizione, ho macinato libri corsi e partecipato a WS del settore. Così ho acquisito le nozioni tecniche che mi hanno permesso di poter, a quel punto, dedicarmi solo alla parte artistica dell’evento. E sì, anche un semplice Battesimo si può fare in diversi modi, può essere un servizio fatto male o bene. Certo è che non l’avrei mai fatto senza le adeguate competenze.
Una band musicale di amici mi chiede la foto per la copertina di un loro CD di esordio.
Mi fiondo alla Feltrinelli e passo il pomeriggio a guardare tutte le copertine dei CD di gruppi famosi, il giorno degli scatti mi presento con varie proposte e idee che altrimenti non avrei avuto, lo scatto riesce e la copertina si fa.
Sono quindi un mero
COPIONE … ma … mi documento e prendo spunto. Di
SERGIO Leone ce n’è stato uno solo tutti gli altri si sono ispirati ...
In ultimo posso affermare, in apparente contrasto con quanto possa sembrare, che ricerco sempre e comunque lo scatto originale che nessuno ha mai fatto. Ecco un esempio di uno dei posti più fotografati al mondo, come fare scatti originali che pochi hanno fatto, uno per presentarla e capire di che si tratta e due solo miei:
Tere:Torino e le sue periferie, urbane e umane, le Langhe, la montagna … Quanto e come influiscono sulla tua fotografia lo spazio conosciuto, i luoghi che vivi?
Paolo: Il luogo dove vivo è la base, il punto di partenza, la nave scuola. Ci sono fotografi che aspirano a fotografare Londra, Parigi e similari poi non fanno manco una foto della piazza principale della città dove vivono.
Aspirano a fotografare modelle o donne bellissime e poi non fanno una foto alla moglie o ai figli …
Lo trovo desolante! Prima viene la fotografia e poi il contesto, certo che fotografare un rapace in volo è più appagante che fotografare un corvo, ma anche la foto di un corvo in volo può essere una buona immagine.
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Urban #88 | Garzetta (Mar Rosso) | Riflessi urbani |
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Rai | Esibizione aerea | Urban #70 |
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Torre | Urban #73 | Glamour |
Tere: Fotografare significa anche esporsi alla curiosità degli altri, a volte anche al malumore di chi si sente infastidito e non apprezza quello che facciamo. Ci racconti qualche aneddoto capitato nelle tue uscite fotografiche?
Paolo: Mi aggancio alla risposta del punto precedente.
Una associazione culturale dedita a viaggi a fini di beneficenza in Tibet, mi propone di fare un corso ai suoi iscritti per migliorare le loro foto di viaggio.
Bene mi preparo prima le lezioni tecniche spiegando tempi/diaframmi e similari e poi ogni serata do ai partecipanti un compito fotografico da presentare la serata successiva.
Mi ricordo che il primo tema fu la famosa Mole Antonelliana, dissi: “
fate tre scatti: uno per rappresentarla e due particolari che non avete mai visto fotografati”.
L’avessero detto a me, io avrei fatto un sopralluogo osservando il sole per capire come procedere e quali ore della giornata fossero più adeguate, avrei passato comunque un po’ di tempo ad osservala per capire come muovermi … già la scelta dell’ottica avrebbe implicato la scelta stilistica.
Bene ho ricevuto dei lavori pietosi, nessuno ha fotografato in controluce, nessuno ha postprodotto, millantando una verità dell’immagine che la postproduzione altera; dominanti colore a go go; bianchi bruciati e ombre chiuse.
Non erano bravi e capaci? No.
Semplicemente non hanno dedicato passione e tempo al progetto. Hanno fatto foto velocemente e a caso, ritenendo che le foto alla Mole avessero meno valore di quelle che avrebbero fatto in Tibet.
Il massimo è stato quando ho detto che avrebbero dovuto fare dei ritratti alla moglie/marito … ho visto il panico, i più hanno riferito:
“mia moglie si sente brutta dice che viene male e non si lascia fotografare”, oppure
“io no ho mai fatto foto a mia moglie”.
Bene quindi le foto si fanno solo alle modelle o ai monaci tibetani che spesso stanno in posa? Allora il vostro compito non sarà fare grandi ritratti, ma almeno riuscire a convincere vostra moglie/marito a farseli fare e, finché non lo farete, il corso non andrà avanti.
Mi sono reso conto che quello che per me è scontato non lo è per tutti.
Tere: Nei tuoi ritratti si percepisce l’empatia che riesci a stabilire con i soggetti fotografati.
Quali stratagemmi usi? Ti confronti solitamente con persone conosciute o affronti anche estranei, passanti …
E in quest’ultimo caso come li approcci per farti regalare un infinito istante (per dirla con Dyer)?
Paolo: Avevo promesso la sincerità.
Ecco. Quindi … non conoscevo
Geoff Dyer, velocemente ho visto che è uno da cui si può imparare molto, sarà la mia prossima lettura.
Non faccio ritratti a passanti ma solo a persone che me lo chiedono.
Il mio approccio non è quello di uno che vuole farsi passare per un grande della fotografia, tutt’altro, ma quello di un uomo di una certa età, direi “saggio” (avrei potuto dire anziano), uno che conosce la vita per le esperienze vissute e per il lavoro che faccio che quotidianamente mi permette di interagire con persone di ogni ceto sociale. Cerco di far capire che non devo dimostrare di essere un bravo fotografo, ma far passare il messaggio che sono una brava persona, che con umiltà cerca di regalare dei buoni ritratti.
Parlo giusto pochi minuti, inizio sempre con scatti da lontano per non “invadere” immediatamente lo spazio del soggetto, cerco di metterlo a suo agio e man mano lo faccio avvicinare e solo quando capisco di aver trasmesso serenità al soggetto, procedo con il mio stile, ritratti stretti, strettissimi, dove gli occhi bucano l’immagine.
E’ lo stesso approccio che uso nella fotografia di alcuni matrimoni che ho effettuato ad amici. Mi sono sposato due volte, quindi penso di avere una certa esperienza di come dopo anni si guardano le foto e di cosa ci si aspetta, ecco “la saggezza” che prima evocavo!
Questo è conoscere le situazioni. I ritratti posati e le foto dei parenti vengono viste come il demonio, non si fanno, sono desuete, meglio il drone che riprende le testedicono. Dopo anni, quando guardo le foto dei miei matrimoni, cosa guardo?
Gli amici i genitori e i parenti. Guarda com’era giovane Tizio! Guarda Caio come era vestito! ...
Povero questo, che non c’è più … Queste foto sono essenziali, gli scatti glamour degli sposi si fanno e rimarranno, ma le immagini che viste dopo decenni scalderanno il cuore sono quelle dei nostri cari che quel giorno andranno magistralmente ripresi, al pari degli sposi.
Eviterò i grupponi di parenti fuori dalla Chiesa, con il sole in faccia e gli occhi chiusi?
No, ovvio che no! ma cercherò di riprenderli felici e sorridenti, dandogli la stessa dignità artistica che meritano, al pari degli sposi. Non penso che un giovane fotografo, pro o amatoriale che sia, possa avere questa esperienza far suoi questi messaggi, solo tanta vita e tante esperienze te la possono dare.
E soprattutto se non riesco a trasmette questi concetti declino l’invito. E questa esperienza unita all’umiltà che cerco di trasmette nella ritrattistica, che è il genere che più mi appaga e mi dà soddisfazione, perché alla fine a prescindere dal risultato mi rimarrà la conoscenza di una persona che comunque avrà interagito con me, questo è il mio mantra fotografico, la fotografia mi serve per conoscere il prossimo trasmettere e ricevere emozioni.
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My wife #4 | No fashion | Alla finestra |
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My wife #3 | Nazzareno | Lara |
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Luca | Ritratto | Portrait |
Tere: Siamo nella contemporaneità e, inutile negarlo, gli strumenti a nostra disposizione per “prendere immagini” sono molteplici. Sei un duro e puro della macchina fotografica, o l’utilizzo dello smartphone è una cosa che non ti scandalizza affatto? E perché?
Paolo: Sono un purista della macchina fotografica, anche se sono consapevole che se uno è un drago con uno smartphone può fare delle cose che io manco mi sogno. Detto ciò vorrei fare un distinguo, se uno scatta solo per condividere e pubblicare sui social, il telefono basta e avanza, io il meglio della mia produzione lo stampo componendo fotolibri, di ogni viaggio o evento ho un libro fotografico sul tavolo, anche di grande formato, quindi penso che tra me e il mondo social ci sia un approccio diverso, senza considerare la creazione di un mio sito fotografico personale. (
www.paolocadeddu.it)
Tere: Un lavoro estremamente interessante è quello sulla boxe. Un mondo oggi molto lontano dalla notorietà e dai riflettori.
Personaggi come
Cassius Clay/Mohammed Alì, Sugar Ray Robinson, Benvenuti, Rocky Marciano, Duràn, Marvin Hagler … erano noti al pari di attori e cantanti.
Non così adesso in cui la noble art è considerata (quasi) solamente per il suo aspetto violento e sembra rimasta appannaggio di pochi romantici. Come ti è venuta l’idea e come l’hai sviluppata, dal momento che non sono molte le palestre in cui ancora si pratica questo sport.
Paolo: Ho sempre amato questo sport, l’ho praticato a livello amatoriale, e quasi la totalità delle foto postate ritraggono mio figlio Nazzareno, praticante di buon livello.
Però devo ammettere che hai ragione, della nobile arte è rimasto ben poco, il denaro, il troppo denaro, ha trasformato non solo la boxe, ma quasi tutto lo sport in una cosa diversa da quando io ero ragazzo.
Negli anni ‘80 si sapeva che Pulici era del Toro e Bettega della Juve, non avrebbero cambiato la maglia manco morti, adesso l‘importante è guadagnare il più possibile.
Ritornando alla boxe Il mio approccio a questa disciplina è diverso dalla semplice ripresa di un evento sportivo, io cerco di ritrarre le persone che fanno la Boxe, se facessero danza sarebbe uguale, cerco di rappresentare le loro facce, le emozioni, le gioie e le paure.Non mi interessa lo scambio di pugni come tale.
Sono attratto dai visi e dai loro sguardi, la disciplina è relativa, alcuni esempi:
Tere: Quanto peso ha, nella produzione delle tue fotografie, il lavoro successivo allo scatto? Quale software di post produzione utilizzi?
Paolo: Il giusto peso, scatto solo in RAW e quindi la post è assolutamente imprescindibile per la creazione dell’immagine finale, più che post la chiamerei sviluppo dell’immagine.
Certo sono necessari tempo, voglia e soprattutto conoscenze che costano ancora tempo e tanta fatica.
Il flusso di lavoro prevede l’immediata rinomina dei file tramite LR, una prima cancellazione immediata delle immagini che non mi convincono, al riguardo uso una vecchia regola in uso con la pellicola, di un rullino da 24 una o due buone immagini è già tanto.
Per la ritrattistica uso
CaptureOne che mi permette un maggiore controllo dell’incarnato, e solo in ultimo per gli scatti degni nota un ultimo passaggio in PS, giusto per controllare che non ci siano dominanti colore specialmente nei bianchi.
Tere: Alcuni anni qui con noi su photo4u e numerosi riconoscimenti, tra foto della settimana e del mese, innumerevoli preferite da parte di altri utenti.
Fa sempre lo stesso effetto elettrizzante rendersi conto di aver fatto centro?
Paolo: Assolutamente sì, è sempre un onore e un piacere specialmente nella categoria ritratti che mi sta particolarmente a cuore, anche se la sfida maggiore è nella sezione architettura, dove ci sono dei grandi autori e confrontarmi con loro è motivo di continuo miglioramento.
Tere: In questo tempo in cui hai avuto modo di vivere P4U, ti sarai di sicuro fatto un’idea di quali sono i suoi punti di forza e di quali, invece, le cose da migliorare o quelle che mancano. Hai qualche suggerimento, qualche consiglio, per poter progredire e rispondere sempre meglio alle attese di chi ci frequenta?
Paolo: E’ un sito fantastico, completo e di qualità, gestito da persone competenti, per come ho potuto interagire alcune volte, dove la qualità media delle immagini postate è sempre di buon livello, con una cerchia di autori che invece sono sicuramente sopra la media e sono per me un punto di riferimento. Tra l’altro giusto per dire, devo ammettere che l’acquisto della rivista mensile FotoCult per me è d’obbligo, spesso spedisco immagini alla sezione
PALCO.
L’unico appunto/consiglio che mi sento di dare è la mancanza di una sezione
PAESAGGIO URBANO, staccato dalla sezione architettura che ha dei parametri troppo stretti di giudizio e non permette interpretazioni personali troppo artistiche di edifici e strutture, secondo me ovvio.
Per finire oltre ad ammirare la tua gallery qui su photo4u, ti chiediamo di scegliere le foto a cui sei più affezionato tra quelle che hai postato nel tempo, aggiungendo a corredo una breve descrizione.
La foto che ha avuto più successo in assoluto,
avevo intuito di aver fatto un buono scatto ma gli apprezzamenti hanno superato le aspettative,
la pubblicazione sulla rivista (FotoCult ndr) è stata la ciliegina sulla torta.
Link Foto su p4u
opisso ha scritto: |
Bellissimo scatto dal sapore cinematografico. Complimenti  |
Arpal ha scritto: |
La boxe, un sport stupendo di grande coraggio e, a dispetto dell'apparenza, il successo è nella testa prima che nei muscoli. Una foto da incorniciare, non solo per motivi affettivi, ma anche per quanto trasmette oggettivamente. Bravo!  |
lodovico ha scritto: |
Quasi un doppio ritratto. E quello che maggiormente mi colpisce è il volto dell'allenatore! Dietro a questi ragazzi che praticano uno sport duro e di sacrificio ci sono queste figure che, spesso, sono allenatori ma anche e soprattutto padri surrogati con un pozzo infinito di esperienza umana. Un B/N estremo ma funzionale e che dona forza evocativa allo scatto. Complienti ed un saluto! |
d.kalle ha scritto: |
Arrivo in coda anche io per i complimenti. Visto però che qualcosa si deve sempre trovare per migliorare uno scatto io avrei tagliato quei 2 cm a dx ad eliminare anche la righetta chiara nell'angolo sotto. |
essedi ha scritto: |
Formidabile il punto di ripresa e fantastica la luce.Grande atmosfera dove si respira tutta la tensione della sfida.Ottimo bn.Complimenti e subito tra le preferite. Ciao,Sergio.  |
L_Eretico ha scritto: |
Complimenti, molto suggestiva. Stellina anche da parte mia  |
batstef ha scritto: |
Luce strepitosa, grandissima foto  |
BIANCOENERO ha scritto: |
Questo è un grandissimo scatto...
Peccato che si possa mettere una sola stellina, ma fa finta che siano almeno 10!
Complimenti, davvero complimenti, la metto con grande piacere nella mia galleria delle preferite!
 |
fabioph ha scritto: |
giù il cappello.
stupenda (per me preferita) |
elis bolis ha scritto: |
splendida questa immagine Paolo, vetrina strameritata complimenti sinceri nElis |
Alcuni ritratti postati qui sul sito di cui sono particolarmente fiero
Link Foto su p4u
d.kalle ha scritto: |
Mi associo, un pizzico di contrasto di troppo, si nota il leggero alone bianco lungo i bordi. La figura si staglia bene nello sfondo omogeneo, e la lettura dell'immagine si concentra sulla preparazione del pugile. Buon scatto. |
Antonio Mercadante ha scritto: |
Bella, non riesco a giudicare bene il b/w, scrivo dal telefono ma lo scatto merita. Un caro saluto  |
Francesco Ercolano ha scritto: |
Mi piace molto sia il punto di ripresa che il gesto, ma trovo molto intenso anche il bn.
Non sono un esperto e ti conviene aspettare pareri più autorevoli, forse qualche bianco strano, forse fuori gamma, oppure le difformità naturali della tonalità della pelle nella conversione hanno creato delle leggere differenze. Da farne una serie, gli atleti ed i loro gesti magari concentrando l'attenzione anche su tagli più stretti cercando particolari.
Scusa le chiacchiere Per me un bellissimo lavoro Franco  |
Alcuni ritratti postati qui sul sito di cui sono particolarmente fiero
Link Foto su p4u
Clara Ravaglia ha scritto: |
Anche per me questo ritratto è molto bello, delicato ma nello stesso tempo con una luminosità speciale, che vive tramite la brillantezza della proposta, ma sopratutto per mezzo della qualità emotiva dello sguardo che hai colto. E la posa è certamente curata, ma la verità vince e con lei la naturalezza finale. Per me la migliore, la più limpida, di quelle che , pur differenti per inquadratura e non completamente paragonabili, hai mostrato della serie my wife. Ciao Clara  |
teresa zanetti ha scritto: |
Un pdr insolito ma funzionale. Il lieve sorriso, gli occhi tutti dedicati a te, è vero la complicità tra voi è proprio tangibile. E quella luce che le accarezza la spalla. Un ritratto di voi due, perché attraverso di lei si legge qualcosa anche di te. Buon tutto a entrambi Teresa |
Gianluca Riefolo ha scritto: |
Colpiscono gli occhi ma sopratutto l'estrema naturalezza di lei. C'è molta empatia tra voi e questo è palpabile. Ottimo ritratto per me. |
In ultimo due foto che hanno avuto un discreto successo e
che rappresentano il mio modo di interpretare la sezione architettura
Link Foto su p4u
AarnMunro ha scritto: |
Le "colonne" che arrivano negli angoli denotano precisione ... Nitidezza e luce fanno il resto. E' il lingotto? Devo assolutamente passarci... |
Laki85 ha scritto: |
Paolo, questa architettura così ripresa è eccezionale: dinamica e slanciata.
La luce è bellissima e il BN le rende pienamente giustizia: non distribuisco facilmente stelline in archi, per te faccio volentieri un'eccezione... Bravo! PS: è un niente, ma c'è una macchiolina sul sensore proprio a centro fotogramma, toglilo prima di stamparla!  |
GiovanniQ ha scritto: |
Per me hai posizionato molto bene la struttura che ti interessava far percepire all'interno del frame, qualsiasi inserimento millimetrico delle travi negli angoli avrebbe portato a storcere la struttura, falsandola, cosi' e' vera.
A volte per far coincidere tutto negli angoli si allunga e si stira deformando e quindi alterando la reale conformazione della struttura. |
Piergiulio ha scritto: |
Particolare e buon b e n..un pochinino di grana.. ma sai che ti dico..mi piace anche così. bravo pj  |
In ultimo due foto che hanno avuto un discreto successo e che rappresentano il mio modo di interpretare la sezione architettura
Link Foto su p4u
AarnMunro ha scritto: |
...questa sì che è qualcosa di originale!
Tra tanti commenti la cosa è sfuggita ma forse è la cosa più importante  |
Gibbaz ha scritto: |
Paolo, Credevo fosse un sottomarino Colpito dalla composizione e conversione. Complimenti G |
Laki85 ha scritto: |
Una buona foto, il punto di ripresa enfatizza la maestosità della struttura. In effetti ricorda un sommergibile Sulle luci secondo me hai spinto un po' troppo... |
GiovanniQ ha scritto: |
Interessante, cosi' ripresa mi ricorda una nave spaziale di qualche film Sci-Fi. |
1962 ha scritto: |
Molto buona anche per me, una struttura particolare, mi piace anche la conversione  |
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Urban #48 | Ferro in città | Urban #37 | Protezione della maglia rosa | Miriam |
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Little Venice (Mykonos) | Cosi' per gioco | Urban #22 | Torino, dal campanile del Duomo | Riflessi |
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Urban #2 | Tubi | Nessuno.... | Urban #45 | Periferia #3 |
Ci congediamo da Paolo con una sua foto che lo ritrae insieme alla sua macchina fotografica strumento con cui coltiva la passione che tutti ci accomuna.
Ti allego due foto, una un semplice autoritratto istituzionale, l’altra molto spiritosa e “fuori dagli schemi”che risale al giorno del mio secondo matrimonio qualche anno fa…..mentre i fotografi professionisti si aggiravano per casa ebbi l’ardire di farmi prestare la macchina per fare io due ritratti a mia moglie (non potevo certo dar loro consigli sul come ritrarla ma volevo un ritratto stretto e così mi sono aggiustato) Vedere loro fotografare e io no mi dava un certo fastidio…


Termino con GRAZIE sentito a Teresa ed a GiovanniQ che impiegherà il suo prezioso tempo per la revisione informatica…
Ancora mi chiedo con tutti gli iscritti anni luce più bravi di me, come io sia stato interpellato, ma… Un saluto e un bacione.
Ciao Paolo ti rispondo brevemente, dopo aver impaginato e letto e riletto questa bella intervista che Teresa ti ha proposto. La redazione di photo4u da sempre cerca di porre attenzione, attraverso le interviste, sono tante ormai, piu' di 40 (link) agli Autori che scelgono di vivere la ns. community. Tu sei uno di questi. Secondo me non esiste una classifica di Autori piu' o meno bravi, ma solo persone con la ns. stessa passione che decidono di mettersi in gioco giorno dopo giorno attraverso i propri scatti, di richiedere critiche e letture fotografiche ad un Forum a cui riconoscono l'onestà intellettuale e l'oggettività dei propri commentatori, e donare un proprio punto di vista sulle foto altrui. Attraverso le tue fotografie siamo in grado, seppur in minima parte, di vedere il mondo con i tuoi occhi, e questa e' una grande ricchezza per tutti noi, un saluto e ci si "racconta" qui su photo4u, ciao. - GiovanniQ
Paolo Cadeddu
Link alle pagine dell'Autore su web: www.paolocadeddu.it
Intervista a cura di Teresa Zanetti e GiovanniQ