In questa rubrica presenteremo i fotografi amatoriali e professionisti che si affacciano al nostro portale, proponendo i loro scatti e interagendo, con consigli e commenti, con gli altri utenti del forum.
Attraverso le domande della redazione e le relative risposte, qualche fotografia che li ritrae di persona e i link alla loro attività o alle pagine social/siti personali,
si propone di aprire una finestra sul mondo degli utenti selezionati di volta in volta per poter conoscere più approfonditamente coloro con cui quotidianamente ci confrontiamo, tanto da considerarli amici, pur non avendoli, a volte, mai visti di persona.
ha rilasciato nel corso di circa 50 anni, dalla prima del 1951 all'ultima del 1998.
Nello stesso periodo riflettevo sull'eredità che migliaia di fotografi, più o meno famosi, hanno lasciato, non soltanto in termini di "immagini" consegnate ai posteri, ma di riflessioni "intorno alla" fotografia.
In quanti conosciamo le loro parole, le motivazioni, le urgenze che li hanno indotti a scattare?
E, ancora di più, è necessario condividerle, solo perché sono considerati "maestri", oppure, possiamo serenamente discostarcene senza perciò sentirci di far un torto a chicchessia?
Studiando, per la preparazione dell'intervista, la galleria di Antonio, così ricca e intelligente, ho pensato: "Perché non far sì che sia proprio HCB, il maestro indiscusso del reportage e della sua figlia SP, a intervistarlo?"
A completa insaputa di Antonio (proprio per evitare che potesse essere influenzato o, peggio, intimorito nel rispondere), tutte le domande che gli ho rivolto sono tratte da quel libro: riflessioni di Bresson sulla fotografia, sul fotografare, su quello che per lui significava ...
Quel che ne è venuto fuori è un dialogo pensoso, a volte assonante, altre in disaccordo, ma sempre ragionato.
Un ritratto doppio, come doppia è sempre e necessariamente la fotografia, fatta insieme da chi la fa e da chi la osserva, in una cooperazione imprescindibile, di cui troppo frequentemente sottovalutiamo la portata.
Antonio: In molti, in troppi, siamo vittime del mercato, inseguiamo corredi fotografici che finalmente ci permetteranno di ottenere le foto che vogliamo, o forse no.
In realtà basta molto poco, il nodo della questione per me è capire quale tra le tante lenti è fatta proprio per noi, per il genere che pratichiamo, per il fine che ci poniamo.
Per fare questo però non c’è altro modo che provare e sperimentare le diverse lenti sulla nostra pelle, a meno che non ci fidiamo ciecamente delle opinioni di altri.
Questa cosa mi ha sempre fatto molto ridere. Insomma: la tecnica e i ferri affilati sono una buona cosa, ma da soli non basteranno per distinguerci tra i tanti e soprattutto non permetteranno alle nostre foto di essere riconosciute come nostre anche senza una firma seguita dal simbolo © o da una PH.
HCB: La cosa fondamentale è sentirsi a proprio agio con la macchina scelta. Penso che non si possano realizzare buone foto con uno scopo preciso in mente. Per esempio la stilizzazione è il triste risultato di un approccio sistematico alla composizione che soppianta l’intuito.
L’arte risiede esclusivamente nell’umanità della propria riflessione, nello sguardo e nella coincidenza per cui ci si trova in un certo luogo, in un dato momento, non nel modo di comporre. È fondamentale contrastare il dogmatismo e affidarsi all’intuizione.
A: Quando chiesi ad una fotografa molto brava che conoscevo, quale reflex potesse consigliarmi per avvicinarmi alla fotografia, mi consigliò di andare per negozi e di provare a tenerle tra le mani per vedere quale mi stava meglio!
Così feci e scegliere, fu più facile di quanto pensassi.
Ci sono giorni in cui esco di casa con un’ idea ben precisa in mente, penso che la pratica e l’ esercizio contribuiscano alla materializzazione di uno stile.
Di pari passo però, sento il bisogno di nutrire la mia umanità, a volte tuffandomici dentro, a volte osservandola da lontano, affinché, di ritorno a casa, la mia idea possa essere cambiata, abbracciando l’imprevedibilità degli eventi che inevitabilmente mi condizioneranno, insomma, a causa del caso.
HCB: Non si sa quando capiterà lo scatto e bisogna essere pronti all’imprevisto. La maggior parte delle fotografie sfuggono nel momento in cui le scatti, il che significa che non c’è modo di sapere di preciso quali ne saranno le conseguenze, né a che punto acquisteranno un senso compiuto.
Catturare quel che si manifesta. La fotografia si fa qui e ora. Non abbiamo il diritto di manipolare e ricorrere a trucchi.
È una lotta costante contro il tempo: ciò che scompare è scomparso per sempre, ogni volta che una fotografia è troppo ricercata o elaborata si trova invischiata negli stereotipi. Rifuggire dai pericoli dell’aneddoto e del pittoresco, più facili e rispettabili del sensazionale, ma altrettanto nocivi.
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IyI | @_ | self portrait | 20-02 | Cavalca cavalca |
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Non solo cornici | Doppio | Raf | Idea Ikea 01 | Riflusso |
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O B L I V I O N | GRID | The Evil | Aria | Nero |
A: Un concetto che amo, descritto con le parole più belle che mi sia capitato di leggere, è stato attribuito a Gianni Berengo Gardin, ebbene: “C’è sempre qualche cosa che ci passa sotto gli occhi, non solo i grandi fatti, è la commedia umana.
Anche se non fa rumore è giusto che qualcuno la guardi e la scriva in immagini e la metta da parte. La cosa che ci passa davanti è la vita stessa.”
Tutto questo avviene una volta sola, il primo spettacolo è anche l’ ultimo, quante volte ho cercato di ripetere uno scatto venuto male, ogni volta inutilmente, tempo fa mi ci dannavo, ora mi strappa un sorriso, per quanto sia beffardo il caso, per quanto la realtà a volte superi la fantasia. Manipolare o ricorrere a trucchi, questo no, assolutamente, equivarrebbe ad ingannare chi guarda è alla fine anche noi stessi.
HCB: Il fotografo deve avere la capacità di interpretare la luce. Niente flash! Questo è fondamentale. Non è quella l’illuminazione della vita.
Atteniamoci al reale, atteniamoci all’autentico! L’autenticità è senza dubbio la più grande virtù della fotografia. La fotografia non deve mai essere artificiosa.
La più bella immagine è quella dei film di Chaplin, in cui la luce cade su ogni cosa, venendo da una sola direzione.
A: Per diversi anni ho ignorato l’esistenza dei flash, semplicemente quando la luce era scarsa o non congeniale alle mie esigenze, non scattavo.
Questo valeva, ed in un certo qual modo, vale ancora, ma nel momento in cui ho iniziato ad accettare impegni fotografici, che la luce mi perdoni, ho cominciato a praticare l’ uso del “flash” ed ancora dopo del “led”.
Non c’è mai stato amore e odio ma solo odio e odio, nonostante questo è iniziata una certa convivenza.
A oggi, per quello che faccio, sempre più spesso ricorro ai fissi, grazie ai quali, cerco di non arrecare eccessivo torto ai bei film di Chaplin.
Certo è che se la luce non fa tutto, di sicuro fa molto e scattare quando ne troviamo una speciale, è come se qualcuno che ti vuole bene sbuchi all’improvviso per darti una mano.
HCB: I pittori passano dalla creazione al museo. I fotografi dalla creazione al consumo.
Non dobbiamo puntare in basso, sottostimare il pubblico e nemmeno cadere nell’affettazione. Le foto vengono scattate per essere riprodotte per la massa, non per i collezionisti.
Questa possibilità di riproduzione fa parte della forza e del valore della fotografia.
A: Chi guarderà le nostre foto? Chi le giudicherà e in base a cosa? Oliviero Toscani in una sua intervista, in merito alla cultura fotografica, sosteneva che “
l’immagine è la nuova grammatica del mondo e le traiettorie del suo progresso saranno dunque disegnate dagli autori e soprattutto dai non autori della fotografia”.
Parlando proprio di grammatica, la studiamo tutti a partire dalle scuole elementari, e continuiamo fino alle superiori.
Nonostante questo i risultati non sono sempre dei migliori. Invece la fotografia che ormai tutti pratichiamo e fruiamo quotidianamente quanto la studiamo? e alla fine cosa ne sappiamo?
Insomma, non sarebbe quasi il caso di portare la fotografia tra i banchi di scuola?
Detto questo, tralasciando la tecnica, lo stile e quant’altro, se le nostre foto saranno capaci di trasmettere una emozione anche lontanamente simile a quella provata al momento dello scatto, allora sarà annullato ogni ipotetico “limite” che il pubblico potrà avere.
HCB: Come fotografi abbiamo una enorme responsabilità e dobbiamo essere molto onesti rispetto a quello che vediamo. Le immagini devono restare nel loro contesto. Il compito del fotografo non consiste nel dimostrare qualcosa a proposito di un certo fatto umano. Non siamo pubblicitari. Siamo testimoni dell’effimero. È impossibile isolare un soggetto. Ogni cosa fa parte di un tutto unico.
A: Tempo fa, ricordo di aver letto che “solo da quando esiste la fotografia conosciamo la vera storia dell’ umanità, prima della fotografia non sapevamo realmente cosa accadesse”. Molto probabilmente conoscevamo la vera storia anche da prima, ma la fotografia ha sicuramente il merito di essere più diretta e immediata.
In riferimento all’onestà, invece, c’è da dire che anche la fotografia può mentire, può drammatizzare le cose, o indurre l’ effetto opposto.
E’ come se un certo fatto, venisse raccontato da un bravo giornalista, riportando tutto imparzialmente, o con una certa impronta faziosa.
Anche il semplice decontestualizzare una scena, può essere pericoloso.
Tutto questo, è tra le mani di un fotografo, una responsabilità non da poco.
HCB: Non si può separare la forma dal contenuto. C’è sempre un’interazione tra i due elementi. Il problema di tante fotografie da esposizione è che spesso hanno una bella forma, ma sono del tutto vuote. Lo sfondo deve essere presentato in modo grafico per non essere sminuito.
Per il fotografo la geometria rappresenta la struttura d’appoggio, mentre il realismo è la carne e il sangue della fotografia che quello le dona la vita. Reportage vuol dire semplicemente concentrarsi su un soggetto particolare. Bisogna essere molto prudenti con il soggetto che si sceglie. Bisogna trovarsi là dove una situazione è reale. Se è fasulla non si può fare altro che svelarne il lato ingannevole.
Il reporter non si attacca alla prova estetica fine a se stessa: qualità, toni, ricchezza, materia, ecc. quanto al fatto che dall’immagine, prima di qualsiasi criterio estetico, emerga la Vita.
A: Chi è padre di una foto, tende a vederne solo il bello, riesce a scorgere le intenzioni, ne ricorda la sensazione durante lo scatto, ma se fossimo capaci di dimenticare anche solo per un attimo tali informazioni, e chiedessimo alla foto: - cosa hai da dirmi? potremmo, con fare spartano, eliminare tutte quelle che restano mute di fronte a tale domanda. Nelle mie foto soprattutto agli inizi, ma ancora oggi trovo un rapporto molto forte con la geometria, la ragnatela dove incastonare l’ umano, come elemento, talvolta da solo, talvolta assieme al suo capitale.

Ad un certo punto, il mio interesse si è spostato bruscamente verso il racconto, un contenitore di generi fotografici che richiede la padronanza di diversi di essi per riuscire con effetto, con trasporto, sentimento.
L’esercizio del racconto è per me estremamente stimolante, inizialmente ho provato a disporre gli scatti per creare la storia, poi ho cominciato a cercare una regia, in modo che il racconto venisse fuori nel naturale ordine di ripresa.
Beh, ovviamente queste sono le mie migliori intenzioni.
Parlo di racconto perché non sono particolarmente interessato al descrivere, secondo me meno adatto quando si parla di vita.
HCB: La cosa più difficile è il ritratto. Non ha niente a che vedere con l’istantanea scattata per strada. La persona deve accettare di essere fotografata. È come il biologo con il microscopio.
Quando si studia una cosa questa non reagisce allo stesso modo di quando non viene studiata. Bisogna cercare di collocare la macchina tra la pella di una persona e la sua camicia. Non è facile.
A: "Chiedo scusa, posso scattarle una foto?
Ha un viso molto interessante ...". Non mi riesce mai facile chiederlo ma c’è da stupirsi di quanto siano disponibili certe persone.
Il problema è l’Occidente, da queste parti se qualcuno ti punta una fotocamera sul viso, la prima cosa che farai, sarà indossare una maschera.
Quella maschera non sei tu, la metti per tante ragioni ma se riesci a farla scivolare via, vedrò chi sei veramente.
Questa cosa si fa in due, io provo a indicare la strada, e cerco di afferrare una mano che se si chiude attorno alla mia, darà luogo ad un incontro tra due persone che avranno condiviso qualcosa di raro.
HCB: Stai attento: evita a tutti i costi l’etichetta di fotografo surrealista, altrimenti diventerai una pianta d’appartamento.
A: Il surrealismo con i grandi esempi che abbiamo nella storia è capace di aprire brecce nella mente e di stupire fino a stravolgere i concetti dell’ ordinario fino ad incrinare le nostre certezze.
Incrinare dicevo, ho usato questo termine perché mi riporta agli specchi, perché è li che ci vedo molto spesso qualcosa di fortemente surreale.
Ecco come una volta ho cercato di descrivere quello che sono per me: uno specchio, un concetto apparentemente semplice, una superficie riflettente di qualsiasi tipo e materiale. Quando viene colpito da un fascio di luce però, non offre una semplice riflessione del reale, quello che vediamo non è una riproduzione, una copia, non è nemmeno lì dove ci appare, è almeno due volte più lontana dell’ immagine di origine, è una alterazione del piano fisico, la sovrapposizione di più livelli, un errore di prospettiva, un paradosso di riverberi.
Io cerco il viaggio, attraverso lo specchio, un viaggio attraverso una porta che ci mostra un altro piano, il sottosopra, l’oltre o indipendentemente dal nome, li dove il piano di fuoco dello sguardo supera la superficie e va più in fondo… oltre.
HCB: E per finire raccontaci un po’ di te.
A: Mi chiamo Antonio Mercadante, vivo in periferia di Napoli, dove sono nato, ho studiato Geologia dove tra le varie cose ho iniziato ad usare la vecchia reflex di mio padre.
La usavo durante le campagne geologiche, ne ero attratto ma da studente squattrinato non ho stampato molti rullini.
Quando ho iniziato a lavorare, ho comprato la mia prima reflex digitale, li è successo qualcosa, il mio lavoro mi portava a spostarmi spesso sul territorio nazionale ma non mi resi conto di essermi legato così tanto alla fotografia fino a quando circa sei mesi dopo l’ acquisto mi rubarono la macchina (mentre scrivo rido perchè non successe a Napoli bensì a Venezia).
Quella privazione mi aprì la mente, non potevo più uscire di casa senza una macchina fotografica, dopo qualche mese di sofferenza ne comprai un’ altra e da li non mi sono più fermato.
Proprio nei pressi di Venezia, a Porto Marghera, per lavoro ebbi a che fare con un dipendente ARPAV che approfittando di alcuni momenti morti si allontanava dal cantiere per fare qualche foto a dei vecchi capannoni industriali, gli parlai della mia nuova passione e lui mi indicò un certo forum che frequento ancora oggi dopo quasi dieci anni.
Ho perso ogni suo contatto, mi ricordo solo che aveva i baffi, non lo ringrazierò mai abbastanza, non so se leggerà queste righe ma chi sà, in ogni caso grazie infinite caro amico.
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Antonio Mercadante | Antonio Mercadante | Antonio Mercadante |
Metropolis 03 | Giuseppe | Facce da precari |
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Antonio Mercadante | Antonio Mercadante | Antonio Mercadante |
(O) | La via del mare | Me |
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Antonio Mercadante | Antonio Mercadante | Antonio Mercadante |
Deprecazione | Scale | Antonio |
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Per finire oltre ad ammirare la tua gallery qui su photo4u, ti chiediamo di scegliere le foto (al max 5) a cui sei più affezionato tra quelle che hai postato nel tempo e magari aggiungere una breve descrizione a corredo.
Sala d'aspetto - Aspettavamo di sapere come fosse andata
l’ operazione di mio padre, io dietro la fotocamera, mia madre davanti.
Quella volta andò bene
Link Foto su p4u
Mario Zacchi ha scritto: |
Penso anch' io che sia una valida situazione e una bella foto. |
huncke ha scritto: |
bianchi, linee, stipiti, sguardi verso, un quasi mosso fantasma: mi piace.
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frank66 ha scritto: |
Dare un ordine all’ordinario. Questo significa comporre, ed é ció che fa la differenza tra una foto pensata ed un’istantanea casuale. Basta questo per attirare l’attenzione dell’osservatore il tempo necessario perché l’immagine riesca a suggerire impressioni, atmosfere, ricordi.
Ottimo il b/n, gelido e asettico come il luogo rappresentato.
A mio parere una delle migliori street postate nel forum da un po’ di tempo a questa parte. |
Blocco Temporale - Durante un impegno fotografico mi accorsi che
la nonna aveva una presenza che riempiva la stanza e che fermava il tempo.
Link Foto su p4u
Claudia Costantino ha scritto: |
I nonni colonna portante di generazioni a venire. Bellissima cattura . Complimenti anche per il riconoscimento. |
jus ha scritto: |
I tagli netti dei volti quasi mai mi piacciono, questa tua è però l'eccezione che trova la sua ragni d'essere in quella manina e parte del braccio, unica evidenza della presenza celata del bimbo, che blocca tutto e che fa risplendere la foto. Comimenti. Ottimo BN e stellina.
Ciao. |
Clara Ravaglia ha scritto: |
Scegliere cosa, quando e come riprendere un accadimento, anche un solo istante, è il grande, incredibile potere del fotografo, la unicità del suo arbitrio. Basta u cm di più o di meno, pochi secondi di scarto temporale, e tutto muta in visione e messaggio. Diversamente dalla pittura, dove la fase inventiva è praticamente totale, la fotografia più limpida, dalla realtà prende, e magari in un'altra realtà poi restituisce. Qui è taglio è deciso, esclude la origine del gesto infantile, il come si è delineato questo affascinate stop, sul petto della donna. Come il fotografo riesce a farci percepire questo semplice appoggio. Un volto di nonna che è una geografia di percorsi di vita vissuta, eppure la manina cicciotta di un piccolo sembra fermare il suo tempo, il loro tempo condiviso, e congelare sul volto di lei un atteggiamento che oscilla fra la sorpresa, un sorriso ancora in fasce, appena trattenuto , e una accettazione di realtà che va assai oltre il piccolo gesto congelato.Quella l'autore ci fa sentire, una gioia che mitiga le piaghe del tempo che passa velocissimo.
Tanta vita , e un dono di filosofia esistenziale che si chiude in un ritratto che, nel taglio strategico, dice tutto e più di tutto. Stellina.
Ciao
Clara  |
littlefà ha scritto: |
Beh dopo la splendida lettura di Clara direi che c è poco da aggiungere. Dalla semplicità di un gesto hai creato un immagine significativa e ricca di emozioni,manifestate da un sorriso appena accennato e da uno sguardo forte,intenso,sensibile.Bello anche il titolo. Bravo,davvero una bella foto  |
vittorione ha scritto: |
Una foto con dietro un'idea. Pensata e poi realizzata sulla traccia di quell'idea.
E se c'è una cosa rara nell'oceano di immagini fotografiche e pseudofotografiche che ci sommerge è riconoscere tra queste quel determinato scatto che nasce da un'idea narrativa e non banalmente come conseguenza del "costo zero" che il fotografare oggi comporta.
Una foto molto bella, questa, perché parla.
Ciao, V. |
Klizio ha scritto: |
Come non quotare integralmente.
Foto davvero preziosa per l'intuizione del momento.
Ha davvero ragione Fontana (F) quando parla di eliminazione come vero strumento di creazione fotografica.
Stellina anche per me !
Ciao |
Antonio Mercadante ha scritto: |
francesco barsacchi sono onorato. Un caro saluto  |
jus ha scritto: |
Un sorriso per tanta delicata dolcezza e bellezza è il miglior commento.
tanta felicità a tutti voi. |
littlefà ha scritto: |
Dolcissima. Hai colto un momento pieno di tenerezza,una carezza e uno sguardo pieno d'emozione come risposta.Bella bella bravo  |
aguzzo76 ha scritto: |
Che bella immagine per quel riflesso in chiaroscuro ... Mi piace anche il B/N con quell'accento sulla mano del bimbo che mette in evidenza il contatto.
Complimenti! |
Francesco Ercolano ha scritto: |
Meravigliosa Complimenti Anche per me preferita Franco  |
essedi ha scritto: |
Bellissima espressione di maternità,ottimo bn,immagine molto emozionante.Preferita.Complimenti!  |
ZZZ - Un personaggio incredibile (tra le varie cose ex fiamma di Ornella Muti)
nella sua bottega, da sveglio ha negato foto a tutti. Si accorse di me non so come ma mi lasciò fare.
Link Foto su p4u
1962 ha scritto: |
Complimenti Antonio, mi ero perso questa ottima foto ma la ritrovo giustamente premiata.
 |
lamedelcaos ha scritto: |
Un bel puzzle di volti e figure alle quali il venditore sembra essere ormai indifferente. |
petrofilo ha scritto: |
Sembra uscita da un fumetto. Per me davvero apprezzabile  |
vittorione ha scritto: |
Riuscita nell'accostare gli elementi presenti dando loro un significato nuovo, un elemento essenziale della foto di Street.
Meglio il primo taglio proposto, secondo me, dove la presenza umana ha più corpo ed il taglio risulta più naturale e meno sacrificato.
Anche la visibilità della cornice superiore che nella seconda versione appare c'è il rischio che chiuda e limiti lo "spazio onirico" che invece è bene che sia meno finito.
V. |
Laki85 ha scritto: |
Appoggio questa lettura e aggiungo che avrei azzardato un taglio consistente della parte bassa (tanto per intenderci a pelo del muso del leone).
Avrebbe enfatizzato l'aspetto surreale della scena e confuso ulteriormente il volto umano tra le molte maschere presenti. (per me è street...e la porto in sezione) |
essedi ha scritto: |
Si,come dice anche Ankelitonero,le varie figure che affollano l'immagine sembrano la materializzazione dei sogni dell'uomo assopito.Gran bella foto.Complimenti!  |
ankelitonero ha scritto: |
Miscellanea di figure che presentate in questa trama così fitta assumono tratti surreali, al pari di proiezioni oniriche uscite dalla mente dell'uomo. P.s.Posta in street ogni tanto  |
Il circo - Lasciai la mia morale a casa per far felice la mia bimba,
ma vedevo animali e persone tristi ovunque.
Link Foto su p4u
luca7777 ha scritto: |
e' bellissima !!!!!!!!!!! |
gattapilar ha scritto: |
Evvai... stellina convinta! |
sandrinosandrino ha scritto: |
Davvero ottima! |
RiccardoC. ha scritto: |
Che meraviglia!! Complimenti  |
-Max- ha scritto: |
Mi unisco ai complimenti con i miei più sinceri. Straordinaria e meritatissima Home. Ci aggiungo una stellina  |
GAS1 ha scritto: |
Bellissima foto davvero comunicativa e poetica. Ciò che mi colpisce di più è che sei riuscito a creare un'immagine fuori dal tempo (a prima vista mi era sembrato uno scatto d'epoca). Complimentoni |
GiovanniQ ha scritto: |
Grande scatto che dimostra tutta la sensibilità di chi scatta, complimenti. |
fmongili ha scritto: |
Lascio agli altri la bellezza….Io mi tengo il carisma di un volto espressivo. "Carine Roitfied" molto molto bella !!! |
Salvatore Rapacioli ha scritto: |
Ciao Antonio, ti faccio i miei complimenti per questo scatto favoloso e dal sapore felliniano. La sensazione di stanchezza di queste due anime, accomunate da un destino probabilmente infelice, che le riduce entrambe a maschere da circo,intrappolate in un lavoro duro, iniquo e degradante, arriva pienamente. E' un'immagine che non attira simpatie, che terrorizza al pari di un pagliaccio, allorché ci si prova a guardalo più da vicino...Complimenti. Sasà |
fratone ha scritto: |
Dritta tra le preferite  |
reddo ha scritto: |
Gran foto! Preferita anche per me  |
littlefà ha scritto: |
Antonio complimenti... un doppio ritratto vero e triste. Emotivamemte fortissima,la preferisco anche io  |
Klizio ha scritto: |
Poche parole. straordinaria. Preferita  |
lodovico ha scritto: |
Antonio, una foto di grande spessore espressivo e di indicibile tristezza! Un saluto e complimenti! |
opisso ha scritto: |
Ottima, complimenti  |
Gianluca Riefolo ha scritto: |
Ben eseguita visto la circostanza di dove ti trovavi e quello che sei riuscito a tirar furoi. D'accordo con chi mi ha preceduto sposto nella sezione ritratto. |
vittorione ha scritto: |
Più che una generica foto da Varie vedo un bel Ritratto ambientato, valorizzato da un BN ben articolato.
Buona la composizione bilanciata che sfrutta i punti forti e lascia spazio ad ogni cosa. V. |
Laki85 ha scritto: |
Un'ottima foto, piena di significato e molto comunicativa. Peccato per la pdc un po' risicata, forse si poteva chiudere di uno stop per avere maggiore incisività sul primo piano. Complimenti  |
lamedelcaos ha scritto: |
La tristezza colta sia sul volto del bambino che su quella dell'animale è la stessa che mi prende ogni volta che si parla di circo con gli animali. Buonissima ripresa, bella anche l'atmosfera un pochino cupa NO AL CIRCO CON GLI ANIMALI!!!! |
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Antonio Mercadante | Antonio Mercadante | Antonio Mercadante |
Quello che c'è sotto 2018 | La mamma | Giochi d'ombra |
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Antonio Mercadante | Antonio Mercadante | Antonio Mercadante |
Avere tutto | FS | FS 07 |
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Antonio Mercadante | Antonio Mercadante | Antonio Mercadante |
Giuseppe | Viaggio attraverso lo specchio (parte 2°) | Nicola |
Link alle pagine dell'Autore su web: Facebook, Flickr, YouTube
- Foto di Francesco Ercolano -
- Foto di Francesco Ercolano -
Ringraziamo Antonio Mercadanteper l'intervista. Antonio e' da poco diventato Moderatore della Sezione Reportage e Portfolio, una delle piu' importanti e difficili del nostro Forum, dopo 10 anni di Community, e molti di Staff, Antonio è un punto fermo di photo4u.it. Ha ottenuto ben 37 Foto della Settimana e 60 Vetrine mensili, segno indiscutibile della qualità dei suoi lavori e dei suoi progetti.
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pinolo | pinolo | Antonio Mercadante |
Umberto | Predica | Vetri sporchi |
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pinolo | pinolo | Antonio Mercadante |
Sergio | Devoto | STOP 02 |
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pinolo | pinolo | pinolo |
II | Cucine del mezzo giorno | Fresco |
Intervista a cura di Teresa Zanetti e GiovanniQ