“Gli uomini del nord identificano spesso il nostro mare col sud: c’è qualcosa che ce li spinge anche quando amano molto la loro terra d’origine. Non si tratta solo dell’aspirazione ad un sole più caldo e ad una luce più forte. Non so se sia questo che può essere chiamato “fede nel sud”. E’ possibile – indipentemente dal luogo di nascita o di residenza – diventare mediterranei. La mediterraneità non si eredita ma si consegue. E’ una decisione, non un vantaggio. Dicono che di veri mediterranei ce ne siano sempre sul mediterraneo. Non c’entrano la storia o la tradizione, il passato o la geografia, la memoria o la fede:
il Mediterraneo è anche un destino”.
Predrag Matvejevic
(da Mediterraneo, Un nuovo breviario. Garzanti, Milano, 1993)
Il progetto prende il via dalla citazione di
Matvejevic e scorre attraverso la poesia delle fotografie di
Irene Kung e
Ferdinando Scianna. Due autori molto distanti tra loro e, in questo caso, avvicinati dalla comune fascinazione verso la bellezza e la ricchezza culturale del Mediterraneo.
Entrambi sono stati chiamati dalla
Fondazione Capri a svolgere un progetto di residenza, con lo scopo di raccontare uno dei centri nevralgici del mediterraneo: l’
Isola di Capri.
Dopo le esperienze espositive di grande successo dedicate al
barone Von Gloeden (2009) e
Mimmo Jodice (2010), a
Herbert List e Maurizio Galimberti (2011), la
Fondazione Capri rilancia e prosegue la propria attività culturale e artistica con una nuova mostra sul linguaggio della fotografia.
Una produzione fotografica che creerà un percorso visivo che ci mostrerà, gli abitanti, le abitudini, i protagonisti, i luoghi, con l’obiettivo di raccontare lo stile e la vita dell’isola di Capri.
Il grande fotografo siciliano Ferdinando Scianna la giovane fotografa Irene Kung.
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