La mostra, sarà esposta
dal 14 Dicembre 2009 nella sala della Provincia di Catanzaro, interamente realizzata dall’Associazione
"l’Obiettivo" ONLUS di Tiriolo, grazie all’interessamento dell’amico Consigliere Provinciale
Gigi Puccio, ed alla
famiglia Ferrara che ha creduto fortemente nel progetto, vuole rimarcare lo spessore intellettuale di un politico che si sovrappone appieno a più di trent’anni di storia della Calabria nel secondo dopoguerra, legata com’e ad aspetti e problemi "nodali" dello sviluppo socio-economico della regione in anni particolarmente importanti della sua storia più recente.
Aldo Ferrara è stato in assoluto l’uomo delle Istituzioni. Nessun altro politico calabrese abbia incarnato più e meglio di Lui il concetto stesso di Istituzione, in una terra in cui è difficile accettare l’idea di Stato e ancora più complesso far vivere, dare corpo e immagine a pezzi di Stato, laddove domina l’individuo, il gruppo, il clan la famiglia.
Il tutto in un rapporto forte, oppressivo, condizionante con il territorio, vissuto come radice e dominio, strumento a fine del proprio agire.Aldo Ferrara è stato sempre lontanissimo da questa concezione, perché ha concepito e vissuto le Istituzioni, che ha rappresentato: Comune, Provincia e Regione.
Ferrara era perfettamente conscio del suo ruolo di servizio di Uomo delle Istituzioni, tanto che accettò di incarnare anche quando le sue condizioni di salute, ma anche il suo prestigio gli avrebbe potuto consigliare di accettare o pretendere collocazioni ben piu gratificanti. Ha accettato di fare il Sindaco della "sua" Catanzaro in condizioni difficilissime, non avendo la forza di opporre un rifiuto alla politica, a quella che reclama le sue regole non scritte, a quella che in Calabria, pretende e a cui si chiede di dare tutte le risposte a tutte le domande, anche quando le risposte dovrebbe darle la società. Le istituzioni, la cultura, la Chiesa. Il radicato convincimento della pari dignità e autonomia tra i Poteri dello Stato e la gelosa difesa del primato della Politica costituiscono i pilastri della sua formazione giuridica e di amministratore illuminato, che non barattò neanche difronte alle lusinghe di incarichi e prebende nazionali.La sua visione dei problemi della Calabria, rimangono, poi, un patrimonio inestimabile di ricerca, di elaborazione, di rigore scientifico, di fantasia e di ricchezza culturale, con cui tutta la classe dirigente politica della Prima e della Seconda Repubblica (espressioni che lo facevano inorridire) dovrà ancora misurarsi.
Per ulteriori info, vi rimandiamo al sito di
"L'Obiettivo" e alla pagina dedicata alla
mostra.