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Oggetto: [i tutorial di P4U] Tutorial Ritratto (2° parte) | |
Autore:
ZioMauri29 ::
Inviato:
Mar 16 Giu, 2009 4:48 pm |
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Il punto di ripresa e la posa
“ Punto di ripresa” e “ posa” sono in qualche modo facce della stessa medaglia, aspetti strettamente connessi capaci di influenzare profondamente l’impatto che il ritratto avrà sull’osservatore.
Se ne abbiamo la possibilità, nel caso cioè di ritratti non improvvisati, giriamo intorno al soggetto, cerchiamo di valutare come cambiano le sfumature della sua espressione in funzione del punto di ripresa. Ciascuno di noi ha infatti un atteggiamento del viso o del corpo che più di altri manifesta il proprio mondo interiore; sia che si parli di primo piano o di ritratto a mezzo busto o figura intera, un’espressione dei lineamenti del volto, un’inclinazione della testa che piega lo sguardo, lo sbandamento del busto controbilanciato dal movimento della testa o una torsione del collo sopra la spalla che spinge in alto.. sono tutti modi attraverso i quali il nostro corpo comunica, si racconta in qualche modo. Sta al fotografo saperlo leggere, questo racconto. Trovare in altri termini la giusta chiave di lettura di questo linguaggio del corpo.

Un ritratto di struggente dolcezza “Francesca” di Cosimo Concilio, nickname: Concibs, (fig. 20), che ha nel taglio stretto e nel particolare angolo di ripresa i punti di forza della composizione. L’inquadratura raccolta ci avvicina al soggetto. Ma lo facciamo in punta di piedi, consapevoli di entrare in uno spazio intimo che è prima di tutto spazio dell’anima. Merito del giusto punto di ripresa: da dietro, quasi a nascondere i tratti del viso, accentuando così l’intonazione squisitamente privata ed introspettiva del ritratto. Proprio all’angolazione dello scatto “s.t.” di Aldo Feroce (fig. 21) deve uno straordinario connubio di potenza e delicatezza. Il punto di ripresa permette di cogliere la torsione del capo in tutta la solida pienezza della muscolatura del collo. Ma la rotazione del viso è sufficiente a regalarci tutta l’empatia di quel sorriso e di quegli occhi gentili. Tanto che il ritratto sembra “farsi” proprio in quel suo oscillare tra la forza maschia del collo in tensione e la dolcezza dell’espressione impreziosita dalle perle di sudore.
Il punto di ripresa è determinato dalla nostra posizione rispetto al soggetto e dall’altezza alla quale scattiamo, che influenzerà inevitabilmente l’angolo di ripresa. Siamo noi a dover capire quale sia la posa più coerente con l’individualità del soggetto, a seconda cioè della lettura che la nostra sensibilità riesce a fare di chi ci sta di fronte, tenendo sempre conto che la “posa” e quindi il modo che ha la figura di porsi di fronte all’obiettivo e di relazionarsi con l’osservatore, può cambiare a volte sensibilmente il contenuto del ritratto.
Se da un lato è nostro il compito di gestire la posa del soggetto, dall’altro è anche vero che in alcun modo dobbiamo forzare le situazioni. Lasciamo sempre che il soggetto esprima comunque la propria personalità nell’assumere la “fisicità” che gli è più propria e che lo fa sentire a suo agio perchè più aderente alla sua individualità.
Parlare, scherzare, sdrammatizzare con battute, interagire con il soggetto lo aiuta a rilassarsi, ad avere maggiore fiducia e a vincere in molti casi un certo imbarazzo iniziale di fronte l’obiettivo.
Spesso è utile anche coinvolgerlo mostrandogli nel display della fotocamera qualche scatto per farlo sentire parte attiva nel processo creativo.
Dall’altro lato dell’obiettivo anche il fotografo non dovrebbe mai mostrarsi impacciato o incapace di risolvere una situazione.
In altri termini, è importante che si stabilisca una atmosfera rilassata e un certo feeling tra il soggetto ed il fotografo, quali presupposti indispensabili per stabilire quella connessione, quella comunicazione emotiva necessaria per ottenere ritratti spontanei e naturali.
Le variabili nella combinazione tra “punto di ripresa” e “posa”sono infinite ma in fondo possiamo rintracciare tre casi fondamentali. |
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