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Tipula paludosa (maschio)
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Tipula paludosa (maschio)
di ElFord
Lun 22 Mgg, 2006 7:29 am
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Autore Messaggio
ElFord
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Iscritto: 29 Nov 2005
Messaggi: 379
Località: Genova

MessaggioInviato: Mar 23 Mgg, 2006 11:49 am    Oggetto: Tipula paludosa (maschio) Rispondi con citazione

Olympus E300 Zuiko ED 50mm f2 macro
1/160 ISO 100 f13
esposizione media centrale
flash incorporato -1/3
mano libera

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Antonio De Santis
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Iscritto: 18 Ago 2004
Messaggi: 7905
Località: Monterotondo (Roma)

MessaggioInviato: Mar 23 Mgg, 2006 11:59 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Ottima foto, ben composta e focheggiatura eccellente.
Non condivido invece la scelta di sopprimere la luce ambiente a vantaggio della luce artificiale, scurendo lo sfondo.
O c'era poca luce per scattare con tempi ragionevoli in fill-in, oppure lo sfondo e' nero di suo, nella realta'.
Quale tra le due? Smile
Quanta vegetazione sullo sfondo?
Anto
Wink
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ElFord
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Iscritto: 29 Nov 2005
Messaggi: 379
Località: Genova

MessaggioInviato: Mar 23 Mgg, 2006 1:27 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Antonio De Santis ha scritto:
Non condivido invece la scelta di sopprimere la luce ambiente a vantaggio della luce artificiale, scurendo lo sfondo.
O c'era poca luce per scattare con tempi ragionevoli in fill-in, oppure lo sfondo e' nero di suo, nella realta'.

C'era poca luce.
Comunque ammetto di non aver pensato a scattare in fill-in, ho provato solo con luce ambiente con scarsi risultati e mi sono affidato al flash.
"In media stat virtus", ma me lo sono dimenticato! Muro

Lo sfondo era piuttosto confuso, ma non completamente nero.

Ciao e grazie, Enrico.

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jay
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MessaggioInviato: Mar 23 Mgg, 2006 9:23 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

bello scatto, bravo Wink
ottima per definizione e composizione.
posso chiederti le dimensioni e a che distanza eri?

jay

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giuseppe
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gianfranco1246
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MessaggioInviato: Mar 23 Mgg, 2006 9:29 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

bellissima
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ElFord
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Iscritto: 29 Nov 2005
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MessaggioInviato: Mer 24 Mgg, 2006 7:43 am    Oggetto: Rispondi con citazione

jay ha scritto:
posso chiederti le dimensioni e a che distanza eri?

Distanza minima di messa a fuoco (24cm), rapporto di riproduzione sul sensore 1:2, il corpo dell'insetto doveva essere lungo circa 1 cm, con le zampe mooooolto di più.

Grazie a tutti.
Ciao, Enrico.

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gparrac
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MessaggioInviato: Sab 27 Mgg, 2006 2:24 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ciao ElFord: in primo luogo subito una brutta notizia: il cerchio intorno a te si sa stringendo e molte persone cominciano a sospettare quale sia la tua auto preferita e le tue frequentazioni ti collocano, se non proprio in Genova, almeno in Liguria.
Ma veniamo al dunque: mi hai chiesto di commentare le tue fotografie e me ne hai anche inviato alcune in privato, ed in questo modo mi attribuisci la patente di esperto in macrofotografia, patente che non credo di avere mai rivendicato e che proprio non merito.
Se è vero che mi sono dedicato per molto tempo alla macrofo da campagna, è pur anche vero che ho da tempo abbandonato il genere, anche se ho la casa piena di plasticoni di diapositive su questo tema: lavoravo infatti quasi solo su pellicola invertibile, e questo spiega perché sul sito non ho pubblicato nulla su questo argomento: sia perché ritengo che un’immagine pensata per essere proiettata male si presta ad essere fruita su un altro supporto, sia perché la guerra con lo scanner per diapositive è da considerarsi ormai persa: non riesco infatti ad ottenere risultati decenti e poi lo strumento è tanto lento da farmi perdere l’entusiasmo già al primo tentativo.
Tu hai visto molti miei lavori pubblicati sulle riviste fotografiche e credo che alcune fotografie conservino ancora una certa validità, anche se la maggioranza risulta irrimediabilmente datata … ma questo non basta certo a far si che possa attribuirmi una quale competenza sul genere, esattamene come non credo sia il Barone Rosso la persona più adatta a giudicare le prestazioni di un Airbus A-380! Sono altri tempi, anche se personalmente ritengo ben più creativa la guida di un triplano a quella di un bestione moderno in cui l’elettronica domina e gli input umani vengono valutati ed a volte cancellati da un programma che impedisce ogni volo di fantasia, salvo poi creare situazioni come quelle che hanno portato uno dei primi A-320 ad uscire di pista a Varsavia solo perché l’elettronica ha contraddetto l’intenzione di frenare espressa dal pilota.
Quando ho iniziato a dedicarmi al genere esistevano pochi materiali sensibili adatti allo scopo: solo due pellicole Kodak, con sensibilità di 15 e 19 DIN (che traduco rispettivamente in 25 e 64 Iso per chi non è in grado di effettuare rapidamente la conversione) a copulanti esterni, una tecnologia ormai obsoleta ma certamente non per problema di qualità ma per un trattamento estremamente lungo e critico, ed una Agfa da 18 DIN (50 Iso) che poteva essere trattata facilmente in casa con ottimi risultati e grandi possibilità di personalizzazione in relazione al risultato voluto.
Si utilizzavano ottiche fisse da 50 mm, il più possibile simmetriche come schema ottico, montate su soffietto o tubi di prolunga; poco diffusi gli obiettivi macro, allora molto costosi, tanto che solo in tempi successivi ho potuto acquistare l’Hexanon 50 mm f /3,5 macro, di qualità ottica assolutamente inavvicinabile da parte degli zoom con funzione macro che si sono diffusi in seguito.
Una tecnica molto utilizzata per alti rapporti di ingrandimento comportava l’uso di ottiche non simmetriche, a schema retrofocus, ma montate però capovolte: si perdeva anche l’automatismo del diaframma che doveva essere chiuso a mano immediatamente prima dello scatto, ma si arrivava anche alla microfotografia ed oltre.
Personalmente ho utilizzato molto il 57 mm Hexanon f /1,4, un sette lenti non simmetrico (anche se le due lenti frontali dal punto di vista ottico si comportano esattamente come una singola lente) perché privilegiavo la luminosità per la scelta selettiva del piano di messa a fuoco, anche se forse il meno luminoso 50 mm f /1,8 rendeva un pelino di più … l’illuminazione era costituita da un piccolo lampeggiatore collocato a lato dell’ottica, più avanti rispetto alla lente frontale ed inclinato in modo opportuno e con una potenza relativamente elevata, dato che lavorava a pochi centimetri dal soggetto.
Sul lato opposto si collocava un piccolo pannello riflettente oppure un lampeggiatore di potenza inferiore: era usato anche il lampeggiatore anulare, anche se personalmente l’ho trovato ottimo per documentare in fotografia monete, francobolli, minerali o gioielli ma troppo “piatto” per fotografie più creative, anche se in alcuni casi si è rivelato prezioso.
Si fotografava avvicinando ed allontanando tutto il trabiccolo al soggetto, dopo aver stabilito il rapporto di ingrandimento desiderato, e questo comportava un avvicinamento molto spinto al soggetto: il più delle volte se l’animaletto fotografo aveva le ali decideva di usarle, ed il numero di diapositive che finiva nel cestino in base a considerazioni puramente tecniche era estremamente elevato … ma tutto questo imponeva di entrare dentro il soggetto, dava il tempo di valutare l’inquadratura alla ricerca del migliore effetto.
Lo sfondo risultava quasi sempre nero: era compito del fotografo fare in modo da inserire nell’inquadratura quel tanto di ambiente che bastava a spiegare, senza essere invasivo, dove il soggetto stesso era stato ripreso.
La disposizione delle luci e dei pannelli era basilare: la luce principale riusciva a trarre dalle ali trasparenti di alcuni insetti effetti di luce iridescente, riusciva a mettere in evidenza gli occhi composti trasformandoli in gioielli, evidenziava il singolo pelo di un ragno e trasformava una ragnatela in un gioco di luce.
Bastava solo un po’ di esperienza, anche se il risultato non era a volte quello desiderato … ma si poteva prevedere abbastanza: ricordo come l’effetto metalizzato di alcuni coleotteri veniva esaltato da una opportuna scelta della luce, trasformando un semplice insetto in una gemma.
Ho rivisto di recente il numero speciale di Reflex “Foto Estate” del 1987: sto raccogliendo e catalogando tutto quello che ho pubblicato e nella sezione dedicata alla macrofoto ce ne sono anche due mie. Ma ho rivisto con grande piacere i lavori di altri fotografi, più bravi di me, ed ho notato come tutte o quasi le immagini utilizzino schemi di luce simili, con zone più o meno estese completamente nere!
Anche prima del digitale abbiamo assistito al proliferare prima di ottiche macro abbastanza lunghe (intorno ai 100 mm sul 24x36) poi agli osceni zoom con possibilità macro, dapprima di qualità che definire pessima è solo un eufemismo, oggi leggermente migliorati ma ancora lontani anni luce da un classico 6 lenti a focale fissa, rigorosamente simmetrico.
Fare macro è diventato più facile … ma per semplici considerazioni di geometria il punto da cui si inquadra è diventato sempre lo stesso, il soggetto inquadrato dall’alto, se poi si aggiunge l’autofocus, si osserva che la composizione è diventata un optional, con il soggetto sempre al centro della fotografia.
Il peggio deriva poi dal fatto che è completamente scomparsa la presa sincro per il lampeggiatore: quando non è incorporato nella fotocamera il lampeggiatore può solo trovare posto sul pentaprisma, nella posizione che ritengo la peggiore nella maggior parte dei casi, assolutamente deleteria nella macro.
Per posizionare la luce il mercato offre ben poco: la disponibilità di cavetti che permettono di posizionare meglio il lampeggiatore è solo teorica, solo un monotorcia professionale consente una certa libertà su dove posizionare la luce, ma in questo caso l’ingombro è incompatibile con questo tipo di fotografia.
La macrofoto attuale assomiglia troppo ad una “paparazzata” tesa a cogliere il primo nudo privato dell’attrice famosa o il politico in piacevole compagnia di fanciulla di non provata virtù, senza alcuna cura compositiva ma semplicemente come documentazione: da questo punto di vista trovo estremamente di pessimo gusto le fotografie di accoppiamenti fra insetti, salvo il caso di una fotografia di due libellule che ho visto di recente (ma dove? Non ricordo …) in cui i corpi disegnano curve estremamente gradevoli.
Veniamo finalmente all’argomento principale: le tue foto! Questa mi piace, e non poco: la trovo forse la migliore fra tutte quelle che proponi perché il soggetto ha una forte tridimensionalità, sembra uscire dal monitor … un esame più attento rivela particolari preziosi, come l’occhio composito reso nella sua struttura e luminosità, ma ti invito ad osservare come le zampe assumono quasi una consistenza fisica per effetto della luce che ne sottolinea la forma.
Lo sfondo non è invasivo e consente al soggetto di esprimere tutta la sua “bellezza”, sia pure relativa (non ho gli stessi gusti di un esemplare di sesso opposto ..).
Una fotografia da manuale, ben composta, che oltre a documentare risulta anche piacevole da vedere come forme, colori e composizione.
Personalmente non mi piace criticare le fotografie che giudico molto buone: mi sembra di fare come alcune riviste automobilistiche che alla voce difetti mettono quasi sullo stesso piano il fatto che un’auto in frenata alza le ruote posteriori da terra a quello che il posacenere posteriore non è comodo da raggiungere.
Sicuro però che tu non riterrai quanto dico un’offesa personale, sempre a mio avviso, rilevo che lo sfondo poteva essere ancora più decisamente scuro, per evidenziare ancor meglio il soggetto principale che, come già detto, è già abbastanza isolato; poi, pur essendo d’accordo con te che la luce frontale che piove dall’alto è adatta allo scopo, avrei preso in considerazione un leggero decentramento laterale … molto leggero, comunque, solo quel tanto che basta a fare capire che è stata una tua scelta e non una scelta obbligata dalla posizione fissa del lampeggiatore.
Ma leggo nei commenti una critica all’uso della luce artificiale ed allo sfondo scuro … proprio quello che mi fa ritenere estremamente valida la fotografia!
Anzi, leggendo le critiche ad altre fotografie che ho visto sul sito, avverto che il tentativo di lavorare in luce artificiale controllata è visto come un errore da molti!
A questo punto mi chiedo se veramente non sono l’ultimo giapponese rimasto sull’isola al quale nessuno ha spiegato che la guerra è finita!
Vorrei però inviare chi mi legge a riprendere in mano gli Annuari Fotografici della FIAF relativi agli anni, diciamo, dal 1985 al 1995: riguardatevi le macrofoto pubblicate, confrontatele con la produzione più recente … non è solo la tecnica che è cambiata, è il modo di porsi di fronte ai soggetti.
La tua fotografia potrebbe essere datata a quegli anni … per me è valida proprio per questo, perché hai sfruttato le nuove possibilità tecniche offerte dalle moderne macchine fotografiche utilizzando le possibilità offerte (autofocus, controllo automatico del lampeggiatore ..) senza esserne schiavo: hai usato il tuo cervello, la tua sensibilità diversa da quella degli altri, non la supposta intelligenza artificiale di un programma uguale per tutti che porta a produrre immagini troppo uguali le une alle altre.
A questo punto finisco questa lunga spiegazione: temo che susciterà molti commenti e potrebbe innescare una discussione, anche perché ho l’impressione che molti non condividano quanto io sostengo. Ad essere sincero ho evitato di commentare le macrofoto (in generale, non solo le tue) salvo nel caso di fotografie molto particolari, un po’ al di fuori di quella che ai miei tempi si chiamava macrofotografia da campagna, proprio per evitare d essere coinvolto in discussioni poco gradevoli: sono infatti convinto che la qualità media delle fotografie di questo tipo, anche per l’apparente facilità di fotografare ingrandendo il soggetto offerta oggi anche dalle compatte digitali, sia decisamente diminuita rispetto al passato.
Apprezzo nei tuoi lavori il tentativo di riprendere la natura sotto punti di vista non proprio usuali, ma ad essere sincero (anche brutale, se vuoi …) trovo che anche alcune delle fotografie che hai pubblicato risentano del difetto comune a gran arte della produzione attuale, quello di sembrare scattate solo per dimostrare le possibilità delle nuove fotocamere … ma come sai il motto del buon reazionario è che “a volte, per andare avanti, bisogna avere il coraggio di tornare indietro” e sulla fotografia io tendo ad esserlo.
Bene … credo di avere detto tutto!
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ElFord
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MessaggioInviato: Sab 27 Mgg, 2006 10:11 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Parrac sei sempre il solito! Un tantino esagerato, poco poco eh. Smile
Parere interessante, spiegazione sicuramente esaustiva.

Grazie e ciao, Enrico.


P.S. la mia auto preferita non l'ho mai nascosta, è sempre stata nell'avatar .....

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Far Star
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MessaggioInviato: Dom 28 Mgg, 2006 2:14 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Bella, proprio bella!Ok! Ok!
E non credo sia tanto semplice riuscire a mettere a fuoco l'insetto!

Far Star

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il mio sito! => http://www.fototrek.altervista.org/album%20EDO/index_edo.html
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fujikon
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MessaggioInviato: Dom 28 Mgg, 2006 3:07 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

fantastica è la parola giusta........ Ok!
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Fuji XT-1, 18-55 mm f2.8/4, 60 mm f2.4

le mie foto su www.asobiettivo.it
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gparrac
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MessaggioInviato: Dom 28 Mgg, 2006 3:44 pm    Oggetto: Ciao ElFord Rispondi con citazione

Codice:
Parrac sei sempre il solito! Un tantino esagerato, poco poco eh.

Sai che può essere vero? Ma anche i respnsabili del sito richiedono commenti più articolati di un semplice aggettivo ... poi l'argomento è piuttosto serio e se ho esagerato in lunghezza ho a mia giustificazione che non sembra esserci limite nelle righe dedicate agli interventi.
E poi volevo fare un discorso più generale, prendendo spunto da una bella fotografia che riesce a mantenere il gusto per la gestione della luce, cosa che trovo persa negli ultimi tempi, in relazione anche agli sviluppi della tecnica.
Per ora non è insorto nessuno ... spero che non scoppi un'altra guerra sull'argomento Wink
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