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Meditate, che questo è stato
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Canon EOS 30D - 17mm
1/160s - f/5.0 - 400iso
Meditate, che questo è stato
di Bucis
Sab 27 Gen, 2018 1:03 pm
Viste: 782
Autore Messaggio
Bucis
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Iscritto: 12 Apr 2007
Messaggi: 714
Località: Belluno

MessaggioInviato: Sab 27 Gen, 2018 1:04 pm    Oggetto: Meditate, che questo è stato Rispondi con citazione

“Prima vennero per gli ebrei
e io non dissi nulla perché
non ero ebreo.
Poi vennero per i comunisti
e io non dissi nulla perché
non ero comunista.
Poi vennero per i sindacalisti
e io non dissi nulla perché
non ero sindacalista.
Poi vennero a prendere me.
E non era rimasto più nessuno
che potesse dire qualcosa.”
M.N.

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Suggerire è creare. Descrivere, è distruggere_
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Mario Zacchi
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Iscritto: 07 Giu 2008
Messaggi: 6655

MessaggioInviato: Sab 27 Gen, 2018 8:00 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Un po' troppo estetizzante la modalità fotografica che hai usato per essere la testimonianza di una tragedia così grande.
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Belle foto. O perlomeno belle idee ->
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Bucis
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Iscritto: 12 Apr 2007
Messaggi: 714
Località: Belluno

MessaggioInviato: Dom 28 Gen, 2018 10:14 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Mario Zacchi ha scritto:
Un po' troppo estetizzante la modalità fotografica che hai usato per essere la testimonianza di una tragedia così grande.

Grazie Mario per il passaggio e per aver condiviso il tuo parere.
Lo comprendo ma per non lasciare spazio ad affrettate conclusioni voglio spiegare il perché di questa scelta.
Una tragedia così grande andava ricordata ed io l'ho fatto, nella convinzione piena che non possiamo dimenticare cedendo ad una nuova tragedia, l'oblio!
L' ho fatto in un modo inconsueto?
Forse per alcuni e tu fra questi, sì, ma con una scelta ponderata sia nel soggetto che nella presentazione.
Visitai Mauthausen qualche anno fa con la famiglia ed i miei figli, non per cercare la verità ma per farla loro conoscere.
La cosa che mi colpì subito fu la maestosità della fortezza che ne rappresenta il fulcro. Un edificio potente e ben costruito. Fatto dello stesso granito scavato nella cava sottostante che fu teatro di morte ai più. Una costruzione ordinata, ben disposta e rifinita. Un falso 'splendido scrigno' capace di distrarre e nascondere ciò che di peggiore la mente umana avesse partorito per annientare l'uomo nel suo corpo e nel suo spirito.
Entrando fui colpito subito dal modo ordinato e funzionale con cui era stato progettato, evidente segno di diabolica pianificazione, ma quello che ci/mi colse di più, oltre alla inevitabile commozione, fu il senso di vuoto, di assenza, alimentato da un rispettoso quanto fragoroso silenzio. Un vuoto spezzato in minima parte da lapidi e oggetti lasciati a testimonianza. Un vuoto che ti proietta subito con la mente a tentare di riempirlo e non solo di sfortunati fantasmi ma, soprattutto, di perché. Pur racchiudendo al suo interno sia camere a gas che crematori,
Mauthausen fu un campo "anomalo": di lavoro prima che di sterminio, o meglio, di efficiente sterminio per mezzo del lavoro. Un campo che concentrò non solo ebrei ma in misura maggiore oppositori politici, sindacalisti, dissidenti, preti scomodi, prigionieri di guerra, emarginati sociali, disabili di ogni razza, omosessuali, zingari, ossia tutte quelle persone considerate pericolose all'ideologia politica od all'ideologia di razza.
Ecco il perché di una cornice così confezionata, di un font così forzatamente inopportuno che, stridendo, racchiudono e presentano il sistematico vuoto di un dormitorio tragicamente in attesa di nuovi disperati fra una gasazione e l'altra fra una marcia della morte e l'altra. Forse solo ed ultimo luogo per vivere la propria dignità ed a cui affidare in custodia i più intimi pensieri.
Ecco il perché di una poesia che ricorda una tragedia che ha colpito soprattutto il popolo ebraico ma non solo.
Non è stata a superficialità o facile enfasi ma ho testimoniato la memoria a modo mio.
Grazie per l'attenzione e per lo spunto concesso.

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Ultima modifica effettuata da Bucis il Lun 29 Gen, 2018 11:14 am, modificato 1 volta in totale
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Bruno Tortarolo
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Iscritto: 28 Mgg 2017
Messaggi: 5540
Località: Celle Ligure

MessaggioInviato: Dom 28 Gen, 2018 12:20 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Se posso permettermi di dire vorrei esprimere sinteticamente il mio pensiero sull'assunto di Zacchi, affermare quello è un po' come voler giudicare l'animo di una persona per i capelli che porta o per i tatuaggi sulla sua pelle, nello stesso modo apprezzo la dignità che l'autore ha voluto restituire ad un luogo spaventosamente disumano.
Grazie
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