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alechino bannato

Iscritto: 20 Set 2005 Messaggi: 2032
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Inviato: Sab 19 Ott, 2013 11:16 am Oggetto: I diseredati ( homeless) |
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leica m - cron 50 e 35
fp4 in id 11
Grazie dell'attenzione e dei commenti , meglio però se critici , al fine di arricchire la propria concezione della fotografia con il franco confronto dialettico con quella altrui  |
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alechino bannato

Iscritto: 20 Set 2005 Messaggi: 2032
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Inviato: Sab 19 Ott, 2013 11:28 am Oggetto: Diseredati |
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Webmin utente attivo

Iscritto: 16 Ott 2006 Messaggi: 28048 Località: Militello in Val di Catania
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daniel_san utente attivo

Iscritto: 26 Ago 2007 Messaggi: 1902 Località: Sotto l'ombra di un pino marittimo.
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Inviato: Sab 19 Ott, 2013 12:29 pm Oggetto: |
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Più che un reportage sembra una raccolta di scatti, omogenei concettualmente (e anche graficamente) senz'altro; alcune non le avrei messe, penso che non ritraggano degli homeless, altre sono veramente fatte benissimo come la 15-16-24.
Saluti, D. |
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Sisto Perina bannato

Iscritto: 16 Giu 2007 Messaggi: 21882
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Inviato: Sab 19 Ott, 2013 1:36 pm Oggetto: |
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Non entro nell'ennesimo discorso del moralmente giusto o meno ritrarre queste persone...
Un buon bianco e nero in generale per questa serie di scatti dove il tema è chiaro e l'interpretazione dovrebbe essere quindi univoca...
Come detto sopra in alcuni scatti (4 e 22) non credo siano degli homeless quelli ritratti ma semplici turisti (n4 capelli troppo ben curati e cane con un bel guinzaglio, n22 zaini con turiste "stanche") ma tolte queste ci si trova dinanzi ad un triste quotidiano legato ora all'indifferenza ed ora alla carità del prossimo.
Alcune immagini richiamano in effetti altri autori ben famosi; compositivamente direi che raggiungono l'intento di soffermare il visitatore sui soggetti ed individuarne l'interazione con l'ambiente e/o le persone che li circondano...
Se dovessi sceglierne una direi l'ultima...
ciaoo |
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stepp utente
Iscritto: 03 Nov 2012 Messaggi: 457
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Inviato: Sab 19 Ott, 2013 6:43 pm Oggetto: |
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@Mauro: Magari era meglio se il reportage lo chiamavi in un altra maniera....
Che ne diresti se qualcuno ti fotografasse mentre sei seduto accanto al tuo cane o seduto in un autobus e inserisse la tua foto all'interno di una serie chiamata "I diseredati"?
E' singolare notare come le uniche parole che hai scritto non siano state rivolte alle PERSONE e i POSTI che hai fotografato, ma alla tua attrezzatura...
....bressoniano....
Francesco |
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Sisto Perina bannato

Iscritto: 16 Giu 2007 Messaggi: 21882
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Inviato: Sab 19 Ott, 2013 7:34 pm Oggetto: |
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stepp ha scritto: | @Mauro: Magari era meglio etc.etc.... |
Per favore, atteniamoci al commento delle immagini del reportage e se proprio si dovesse fare una considerazione non prettamente riferita al lavoro la si faccia con garbo e sensibilità...
grazie |
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alechino bannato

Iscritto: 20 Set 2005 Messaggi: 2032
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Inviato: Sab 19 Ott, 2013 7:46 pm Oggetto: |
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stepp ha scritto: | @Mauro: Magari era meglio se il reportage lo chiamavi in un altra maniera....
Che ne diresti se qualcuno ti fotografasse mentre sei seduto accanto al tuo cane o seduto in un autobus e inserisse la tua foto all'interno di una serie chiamata "I diseredati"?
E' singolare notare come le uniche parole che hai scritto non siano state rivolte alle PERSONE e i POSTI che hai fotografato, ma alla tua attrezzatura...
....bressoniano....
Francesco |
Non ho scritto niente sul tema in oggetto, proprio in attesa di input stimolanti e reazioni da parte degli amici che visitano il post...
Ringraziando degli interventi, e rispondendo anche ad altre osservazioni fatte nei post precedenti, potrei assicurare, come testimone oculare, che gli esseri umani fotografati, nonostante qualche apparenza contraria, fossero assolutamente appartenenti al tipo descritto nel titolo, ma non lo faccio comunque, perché non è tanto la realtà scrupolosissima dei fatti a contare ed essere significativa in fotografia ( come anche in letteratura e nell'arte in generale) quanto la rappresentazione sincera e fedele di una situazione dolorosa di persone che definisco "diseredate" perché a loro viene negato il godimento di uno status minimo di sopravvivenza al quale hanno diritto solo come facenti parte della comunità umana ... |
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filippo1978 utente attivo
Iscritto: 16 Ago 2006 Messaggi: 777 Località: ferrara
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Inviato: Sab 19 Ott, 2013 11:32 pm Oggetto: |
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Ciao, il difetto di queste immagini è che sono tutte degli scatti presi al volo, a me non arriva niente, sei sempre troppo distante dalle persone che fotografi. Prova a fermarti e parlare con loro.
Così, anche se possono essere delle belle immagini, rimangono fredde, dei puri esercizi formali. Non un reportage ma semplicemente un insieme di foto. |
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Webmin utente attivo

Iscritto: 16 Ott 2006 Messaggi: 28048 Località: Militello in Val di Catania
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Mario Zacchi utente attivo

Iscritto: 07 Giu 2008 Messaggi: 6655
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Inviato: Dom 20 Ott, 2013 9:51 am Oggetto: |
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In parte sto con Filippo, in parte no. Sto per la parte di foto in cui la sensazione di scatto al volo è evidente e non sono poche; non sto per la parte in cui non si ha questa sensazione (esempio 6 o 21) anche se magari tecnicamente è stato così. E' la disomogeneità (mi riferisco a queste due sensazioni) che per me sarebbe meglio non ci fosse).
Riguardo il solito argomento: fotografare o meno persone così? temo che parlarne sia la solita solfa. Visto che c' è chi lo fa comunque (scattare a mendicanti et simili) se se ne ha voglia tanto vale criticargli le foto sul piano del "come". Altrimenti lasciar perdere, perché la sensazione che anche criticare chi fotografa mendicanti per fatto stesso di fotografarli stia finendo in "moda" (fatto, cioè, esteriore) è molto forte. _________________ Belle foto. O perlomeno belle idee -> |
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Sisto Perina bannato

Iscritto: 16 Giu 2007 Messaggi: 21882
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Inviato: Dom 20 Ott, 2013 9:57 am Oggetto: |
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Capisco il significato di distanza dal soggetto e sapevo che alla fine si andava a finire su questo argomento.
Il concetto è semplice per un semplice motivo: vi può essere o meno il contatto umano con la persona fotografata e da ciò dipende un approccio fotografico più intimo (anche in focale usata e distanza) oppure più distaccato...
Sono modi diversi di fotografare ed ovviamente condizionati da esigenze e, di conseguenza, risultati diversi.
Filippo lo conosciamo per un contatto più diretto con le persone (seppur spesso atipico), un po' alla Alezan in un suo vecchio reportage sullo stesso tema...
Alechino è più distaccato non tanto per la distanza punto di ripresa/soggetto ma per una diversità di approccio al tema...
Entrambi (ma anche molti altri) vogliono documentare un grave problema sociale che, fotograficamente parlando, è sempre di difficile realizzazione anche perchè non è scontato che l'interazione con le persone produca risultati migliori....
Certo rimane che la comunicazione diretta porterebbe il fotografo a calarsi meglio nelle vesti di reporter ed a vedere più con gli occhi dell'altro...
Ho cercato di fare una mia analisi il più possibile obiettiva su diversi lavori che si postano in rete ma il giudizio finale è sempre quello dei nostri utenti quindi prego ancora di continuare su questa linea di confronto costruttivo...
grazie a tutti |
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filippo1978 utente attivo
Iscritto: 16 Ago 2006 Messaggi: 777 Località: ferrara
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Inviato: Dom 20 Ott, 2013 12:11 pm Oggetto: |
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Si, io mi riferivo alla distanza emotiva, se così possiamo dire. A me nn è arrivata nessuna empatia con le persone che sono ritratte.
Tra l'altro la 4 sembra una ragazza normale con un cane seduta che nn ha nessun tipo di problema e vedersi messa in questa serie, mi lascia perplesso.
Sul fatto che sia lecito fotografare il disagio, beh secondo me la risposta è certo che si, ma entrando in contatto forte con le persone, altrimenti si tratta di un semplice esercizio stilistico fine a se stesso e in quel caso si che si manca di rispetto alle persone. |
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alechino bannato

Iscritto: 20 Set 2005 Messaggi: 2032
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Inviato: Lun 21 Ott, 2013 8:31 am Oggetto: |
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filippo1978 ha scritto: | Si, io mi riferivo alla distanza emotiva, se così possiamo dire. A me nn è arrivata nessuna empatia con le persone che sono ritratte.
Tra l'altro la 4 sembra una ragazza normale con un cane seduta che nn ha nessun tipo di problema e vedersi messa in questa serie, mi lascia perplesso.
Sul fatto che sia lecito fotografare il disagio, beh secondo me la risposta è certo che si, ma entrando in contatto forte con le persone, altrimenti si tratta di un semplice esercizio stilistico fine a se stesso e in quel caso si che si manca di rispetto alle persone. |
Credo che si stiano confondendo i piani, la funzione del fotografo è quella di rappresentare la realtà come la vede, per quanto possibile senza artifici e filtri "mentali" che derivano dalla propria formazione culturale
Interagire direttamente con la realtà, con l'intento di modificarla, non può essere compito del fotografo ma di altre figure della società, il fotografo ha il potere ed il compito, semmai, di sensibilizzare l'opinione pubblica attraverso il proprio mezzo artistico-rappresentativo, la fotografia, appunto ...
Per quanto riguarda la mia concezione della fotografia, io non faccio mai fotografie in posa con la "complicità" ( e la consapevolezza ) della persona fotografata( è questa la cosidetta empatia ? ), perché sono convinto che in quel modo dovrei rassegnarmi a rinunciare sin da subito alla possibilità di rappresentare nella maniera migliore quell'auspicabile momento di naturalezza e di verità che si potrebbe svolgere davanti ai miei occhi ... |
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gps73 utente attivo

Iscritto: 26 Mgg 2011 Messaggi: 3963 Località: Torino
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Inviato: Lun 21 Ott, 2013 11:02 am Oggetto: |
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Per me: bravo. Buone le foto, buono il reportage nell'insieme.
I commenti sopra, a torto o a ragione dimostrano che l'effetto voluto c'è stato; se ne discute e questo è il massimo che si può ottenere da un racconto.
Sposo in pieno le parole di Sisto, anche per me nella 22 ci sono solo turisti, la 4 è proprio al limite..
Io ci aggiungo anche la 1, l'unica non contestualizzata; non mi fornisce elementi oggettivi per poter collocare il soggetto nel tema proposto..
A mio giudizio sono le uniche "pecche".
Una cosa che mi ha colpito è come in generale queste immagini sembrano senza tempo. Se non fosse per qualche contaminazione (v. automobili)
potrebbero essere state scattate anche di 50 anni fa, complice anche un ottimo b/n che richiama un neorealismo appropriato al tema.
Ciao _________________ Paolo
Canon EOS 5D Mark III + Canon EOS 6D Mark II + [Canon EF 40mm f/2.8 STM] [Canon EF 16-35mm f/4] [Canon EF 24-70mm f/2.8] [Canon EF 70-200mm f/4] [Flash Canon 320 EX] [Manfrotto#128].
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vittorione utente attivo

Iscritto: 30 Giu 2010 Messaggi: 10019 Località: Roma
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Inviato: Lun 21 Ott, 2013 11:05 am Oggetto: |
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È sempre difficile mettere mano all'argomento. Un modo di farlo è sicuramente quello di entrare in contatto, parlare, stabilire un legame; quindi scattare. Ed è certo un bel modo, ma non è detto che sia, che debba essere l'unico; non è detto che solo così si sia rispettosi, si sia "onesti" nei riguardi del proprio soggetto. Nella costruzione del racconto che qui fa l'Autore io non ravviso alcun atteggiamento di scippo fotografico, di gita allo zoo. C'è uno sguardo a 360°, c'è una varietà di approcci e di punti di vista. E c'è soprattutto la relazione con l'altra umanità, quasi sempre con la loro indifferenza, magari con la loro ostilità, di rado anche con la loro pietà. E ciò mi basta per fare di questo lavoro (forse, è vero, con l'eccezione degli scatti in cui i soggetti sono in una zona di ambiguità per quanto riguarda la loro collocazione sociale) un buon lavoro.
Gli scatti oltretutto sono complessivamente curati sia dal punto di vista compositivo che nel trattamento del b/n. In sostanza un buon lavoro, per quanto mi riguarda.
 _________________ Nessuna "Verità", solo opinioni personali, al massimo spunti di riflessione.
Vittorio |
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Sisto Perina bannato

Iscritto: 16 Giu 2007 Messaggi: 21882
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Inviato: Lun 21 Ott, 2013 11:39 am Oggetto: |
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Attenzione:
l'entrare in contatto col soggetto non significa metterlo in posa o plagiarlo ma fotografarlo da un punto di vista più "vicino" ad esso, cercare di vedere il tutto con i suoi occhi o descrivere il suo mondo con approccio più intimo...
Nessun fotografo street dovrebbe (uso il condizionale perchè la storia insegna) costruire lo scatto.... |
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bafman utente attivo

Iscritto: 24 Set 2005 Messaggi: 681 Località: baden württemberg
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Inviato: Mar 22 Ott, 2013 8:50 am Oggetto: |
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filippo1978 ha scritto: | io mi riferivo alla distanza emotiva, se così possiamo dire. A me nn è arrivata nessuna empatia con le persone che sono ritratte | già.
trovo gli scatti rubati ai mendicanti quasi sempre insulsi e irrispettosi della condizione umana e non mi fanno che ripensare al sarcasmo della Sontag nel dipingere taluni fotografi affascinati di questi contesti come borghesi turisti predatori.
Quegli scatti che invece non sono voyeuristici o spiati possono vivere nell`ottica di un progetto che sia finalizzato ad aiuti o a denuncia ma possono ancor più essere valenti fotografie quando raccontano con rispetto, possibilmente con un`empatia tangibile ed evitando per quanto possibile il sapore del dejà vu.
Invito l`autore se ne avrà voglia a ripensare a ciascuna delle foto che ci ha proposto alla luce di queste considerazioni e constatare i diversi piani su cui si pongono.
p.s. faccio miei i dubbi che sono stati sollevati sull`opportunità di far finire un paio di queste foto nel "catalogo" _________________ "You just have to care about what`s around you and have a concern with humanity and the human comedy" - E.E.
http://pensierifotografici.wordpress.com/
Ultima modifica effettuata da bafman il Mar 22 Ott, 2013 8:52 am, modificato 1 volta in totale |
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alechino bannato

Iscritto: 20 Set 2005 Messaggi: 2032
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Inviato: Mar 22 Ott, 2013 12:43 pm Oggetto: |
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bafman ha scritto: | già.
trovo gli scatti rubati ai mendicanti quasi sempre insulsi e irrispettosi della condizione umana e non mi fanno che ripensare al sarcasmo della Sontag nel dipingere taluni fotografi affascinati di questi contesti come borghesi turisti predatori.
Quegli scatti che invece non sono voyeuristici o spiati possono vivere nell`ottica di un progetto che sia finalizzato ad aiuti o a denuncia ma possono ancor più essere valenti fotografie quando raccontano con rispetto, possibilmente con un`empatia tangibile ed evitando per quanto possibile il sapore del dejà vu.
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L'empatia è anche risultato della propria sensibilità, se la sensibilità manca, nei confronti di un tema sociale che si preferisce invece o mettere sotto il tappeto, piuttosto che rappresentarlo con sincerità e verità, oppure scegliere di ammantarlo di un falso senso di paternalismo redimente che snatura completamente quello che è il compito del fotografo, il quale deve in primo luogo rappresentare la realtà come la vede, senza modificarla, al fine di sensibilizzare la pubblica opinione ( oltre che la propria coscienza) che un problema esiste e non può essere dimenticato, perché la nostra società, opulenta e sfarzosa per pochissimi privilegiati, racchiude in se' molti punti oscuri e prevede la messa ai margini di soggetti che avrebbero invece il diritto di far parte, anch'essi, in quanto esseri umani, del sociale civile consesso, come accade in molti paesi ben più avanzati del nostro ...
Secondo la logica espressa nel commento, quale dovrebbe essere, per esempio, l'atteggiamento di un fotografo che vada a Lampedusa a rappresentare la situazione attuale degli immigrati nei centri, per modo di dire, di accoglienza ? Quella di fare opera di verità, facendo conoscere, fotografandola, la REALE situazione di estremo disagio che gli immigrati vivono, oppure cercare a tutti i costi un avvicinamento tangibilmente "empatico" stando attenti ad evitare il dejavù e senza rischiare di passare per turisti predatori ? |
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bafman utente attivo

Iscritto: 24 Set 2005 Messaggi: 681 Località: baden württemberg
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Inviato: Mar 22 Ott, 2013 1:04 pm Oggetto: |
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alechino ha scritto: | (...) il compito del fotografo, il quale deve in primo luogo rappresentare la realtà come la vede, senza modificarla, al fine di sensibilizzare la pubblica opinione (...) |
Mauro questa tua prima osservazione la leggo nell`ottica di "aiuti o denuncia" cui facevo cenno. Al momento però non so di che progetto fanno parte, vedo solo immagini proposte su un forum di fotografia e il fine che dici mi spiace ma è relegato al pensiero di un`attimo.
alechino ha scritto: | Secondo la logica espressa nel commento, quale dovrebbe essere, per esempio, l'atteggiamento di un fotografo che vada a Lampedusa a rappresentare la situazione attuale degli immigrati nei centri, per modo di dire, di accoglienza ? Quella di fare opera di verità, facendo conoscere, fotografandola, la REALE situazione di estremo disagio che gli immigrati vivono, oppure cercare a tutti i costi un avvicinamento tangibilmente "empatico" stando attenti ad evitare il dejavù e senza rischiare di passare per turisti predatori ? | se ci spostiamo nel fotogiornalismo i confini si ampliano, tuttavia non vedo perchè "la rappresentazione di estremo disagio" debba prescindere da forme di rispetto e di empatia. _________________ "You just have to care about what`s around you and have a concern with humanity and the human comedy" - E.E.
http://pensierifotografici.wordpress.com/ |
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