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Paolo1204
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Iscritto: 05 Ago 2013
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MessaggioInviato: Gio 22 Ago, 2013 8:11 pm    Oggetto: ... Rispondi con citazione

Suggerimenti e critiche sempre ben accetti
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Ugolino Conte
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Iscritto: 21 Ago 2012
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MessaggioInviato: Gio 22 Ago, 2013 8:41 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Il motivo narrativo della composizione si articola nell'abusata creazione di un'interazione tra i protagonisti della scena ed alcune scritte presenti nell'ambiente urbano solitamente riportate su insegne, segnali, graffiti e muri, come in questo caso.

I risultati finali, di foto tendenzialmente didascaliche, sono mutevoli, dipendendo dal grado di affinità tra i due elementi della scena e dalla capacità dell'autore di creare legami originali, divertenti o in altri modi interessanti. Nel caso specifico la scritta sul muro richiama un legame affettivo, un amore tendenzialmente passionale. Non è da escludere che lo spettataore possa attribuire al termine "amore" nel caso specifico, un'accezione differente che lo fa coincidere con un sentimento di affetto che può unire anche madre e figlio.

A seconda del significato che lo spettatore darà al termine amore, il legame tra la scritta e i due protagonisti potrà essere percepita come più o meno intenso. Difficile infatti individuare nei due soggetti una coppia di innamorati.

Sul piano compositivo si rileva un punto di ripresa migliorabile sia per la focale scelta che non dà respiro alla scena - ma non entro nel merito di scelte stilistiche riconducibili ai gusti personali dell'autore o ad esigenze specifiche legate alla location circostante - sia per quanto riguarda il momento del click che è arrivato con un po' di ritardo ed ha creato una sovrapposizione tra uno dei soggetti e parte del testo.

BN duro, tipicamente digitale, con neri chiusi, ma una disposizione dei toni corretta per guidare lo spettatore nella lettura della scena. Grazie allo sfondo chiaro che non interferisce con il resto.

In sintesi, i presupposti per dare concretezza al motivo narrativo ci sono, ma la scelta di altri soggetti avrebbe rafforzato il messaggio. Considerato che uno dei due elementi era statico, ripetere la scena con più scatti da appostamento sarebbe stato possibile e consigliabile.
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Paolo1204
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Iscritto: 05 Ago 2013
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MessaggioInviato: Gio 22 Ago, 2013 8:58 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

"Difficile infatti individuare nei due soggetti una coppia di innamorati.": se si riuscisse a superare una mentalità quantomeno stucchevole di considerare il legame affettivo solamente nel quadro passionale dell'amore di coppia (riuscire ad effettuare "il salto" che permette di considerare l'amore come qualcosa d'altro e di più ampio rispetto al mero connotato sentimentale passionale di un uomo e di una donna) si potrebbero valutare i messaggi di molte fotografie sicuramente secondo strade meno scontate e banali. Questo non toglie che la tendenza ad avere solamente messaggi immediatamente riconoscibili e decifrabili (visto che la maggior parte dei fruitori di immagini vuole questo) sia la via preferenziale ovvia di molti in questo senso. Bisogna avere la personalità giusta per scegliere quale strada si vuole percorrere; o la propria o quella degli altri.

Per il resto condivido l'altra parte della critica tranne nel fatto dell'appostarsi che ritengo, personalmente e soggettivamente, quanto di peggiore si possa concepire nella mentalità fotografica standard paparazzistica.
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Ugolino Conte
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Iscritto: 21 Ago 2012
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MessaggioInviato: Gio 22 Ago, 2013 9:28 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Paolo1204 ha scritto:
"Difficile infatti individuare nei due soggetti una coppia di innamorati.": se si riuscisse a superare una mentalità quantomeno stucchevole di considerare il legame affettivo solamente nel quadro passionale dell'amore di coppia (riuscire ad effettuare "il salto" che permette di considerare l'amore come qualcosa d'altro e di più ampio rispetto al mero connotato sentimentale passionale di un uomo e di una donna) si potrebbero valutare i messaggi di molte fotografie sicuramente secondo strade meno scontate e banali. Questo non toglie che la tendenza ad avere solamente messaggi immediatamente riconoscibili e decifrabili (visto che la maggior parte dei fruitori di immagini vuole questo) sia la via preferenziale ovvia di molti in questo senso. Bisogna avere la personalità giusta per scegliere quale strada si vuole percorrere; o la propria o quella degli altri.

Per il resto condivido l'altra parte della critica tranne nel fatto dell'appostarsi che ritengo, personalmente e soggettivamente, quanto di peggiore si possa concepire nella mentalità fotografica standard paparazzistica.


Il riferimento alle possibili interpretazioni che lo spettatore attribuisce al termine di "Amore" sono riconducibili, naturalmente, a questa precisa scritta e non al concetto astratto di amore che può essere declinato in tante accezioni da quelle più passionali, a quelle che coincidono con l'amore per la madre nei confronti del proprio figlio.

Nel caso specifico ci sono alcuni elementi visivi che potrebbero condizionare l'interpretazione. E' costume diffuso dei giovani dichiarare in maniera plateale il proprio sentimento d'amore passionale con scritte di questo genere sui muri delle città. Sono giovani, nello specifico, gli autori della scritta visto che il termine "For" è stato rappresentato da un "4", in ossequio a forme di comunicazioni tipicamente giovanili.

Chiamiamoli elementi insiti nella composizione, che inziano a creare nello spettatore un condizionamento più o meno consapevole sull'accezione da attribuire al termine "Amore". Faccio un esempio differente. Se la frase anzichè sul muro con quel "4ever" l'avessimo trovata - estremizzo - su un bel quaderno o su una lettera, scritta con una bella calligrafia, i condizionamenti sarebbero stati differenti. Naturalmente si possono fare delle stime di massima sul significato che verrà attribuito, visto che nel processo di percezione entrano in gioco, in alcuni casi, componenti afferenti alla specifica esperienza personale che potrebbero portare a conclusioni diverse.

Per quanto riguarda lo scatto da appostamento, seguire delle regole "etiche" nella fotografia di strada è di per sè l'aspetto più stimolante dell'attività, ancor più stimolante della lavorazione/condivisione/archiviazione delle foto. Se annullare lo scatto da appostamento rende il gioco più stimolante, si può benissimo scegliere di farlo - tutto quello che accade prima e dopo lo scatto, a ben vedere, poco ha a che fare con il concetto di fotografia e poco interessa in sede di valutazione del risultato finale. Come ogni regola etica che ciascuno applica al suo modus operandi, tutto è relativo, perchè, ad esempio, il concetto di "paparazzata" potrebbe comprendere, per taluni, la stessa attività dello scattare delle foto in strada a persone che non hanno alcun legame con noi, ovvero il nocciolo imprescindibile della fotografia di strada.

Una buona discriminante tra il fotografo di stada che non scade in paparazzate e quello che al contrario lo fa è quella di scegliere focali corte che, per forza di cose, fanno entrare in contatto con il soggetto. Una focale da 50mm su pieno formato per uno strettarolo può risultare già troppo lunga. Pour parler
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Paolo1204
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Iscritto: 05 Ago 2013
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MessaggioInviato: Gio 22 Ago, 2013 11:18 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Citazione:
Il riferimento alle possibili interpretazioni che lo spettatore attribuisce al termine di "Amore" sono riconducibili, naturalmente, a questa precisa scritta e non al concetto astratto di amore che può essere declinato in tante accezioni da quelle più passionali, a quelle che coincidono con l'amore per la madre nei confronti del proprio figlio.


scusa non è molto chiara questa frase. Soprattutto non userei il termine "naturalmente" come a dare per scontato che si possa conoscere a priori l'interpretazione "media" della parola Amore da parte dello spettatore. Come si fa a dire con questa sicurezza cosa succede nella mente di una persona? Sulla base di cosa si può dire questo? Parla (giustamente) per quello che è il tuo sentire, ognuno avrà il suo pensiero e chi vorrà lo esprimerà.

Citazione:
Nel caso specifico ci sono alcuni elementi visivi che potrebbero condizionare l'interpretazione. E' costume diffuso dei giovani dichiarare in maniera plateale il proprio sentimento d'amore passionale con scritte di questo genere sui muri delle città. Sono giovani, nello specifico, gli autori della scritta visto che il termine "For" è stato rappresentato da un "4", in ossequio a forme di comunicazioni tipicamente giovanili.
Chiamiamoli elementi insiti nella composizione, che inziano a creare nello spettatore un condizionamento più o meno consapevole sull'accezione da attribuire al termine "Amore".


Non capisco quale possa essere il problema nel fatto che siano giovani a scrivere in certi modi (visto che lo stai sottolineando "alludendo" a qualcosa che non stai esprimendo, sei piuttosto criptico in questo frangente). Che la parola "4ever" inizi a creare condizionamento nello spettatore lo trovo molto difficile. La scritta "4ever" (fra a le altre cose come da te sottolineato parzialmente coperta dalla signora e quindi poco leggibile) ha poco peso nella frase perché sovrastata dal senso e dalla presenza della parola Amore. Credo che pochi faranno elucubrazioni su quel termine. (se non ragionando in termini subliminali)

Citazione:
Faccio un esempio differente. Se la frase anzichè sul muro con quel "4ever" l'avessimo trovata - estremizzo - su un bel quaderno o su una lettera, scritta con una bella calligrafia, i condizionamenti sarebbero stati differenti. Naturalmente si possono fare delle stime di massima sul significato che verrà attribuito, visto che nel processo di percezione entrano in gioco, in alcuni casi, componenti afferenti alla specifica esperienza personale che potrebbero portare a conclusioni diverse.


esatto si potranno fare stime di massima e tante e più fantasiose astrazioni che però porteranno il discorso completamente fuori dal contesto di quella che dovrebbe essere la discussione su di un fotogramma specifico. Non c'è dubbio che quanto stai dicendo sia vero e anche interessante per certi versi ma solitamente lo si da per scontato per non allungare inutilmente i discorsi. Le interpretazioni sono soggettive e sono condizionate dalle proprie esperienze, chiaro.

Citazione:
Per quanto riguarda lo scatto da appostamento, seguire delle regole "etiche" nella fotografia di strada è di per sè l'aspetto più stimolante dell'attività, ancor più stimolante della lavorazione/condivisione/archiviazione delle foto. Se annullare lo scatto da appostamento rende il gioco più stimolante, si può benissimo scegliere di farlo - tutto quello che accade prima e dopo lo scatto, a ben vedere, poco ha a che fare con il
concetto di fotografia e poco interessa in sede di valutazione del risultato finale.


questa parte perdonami non sono riuscito a capirla (mio limite evidentemente). Vado a braccio… quale sarebbe il "tuo" concetto di fotografia e cosa c'entra con la questione dell'appostamento? Poi, mi spieghi come mai ritieni che delle regole etiche siano l'aspetto stimolante? Vorrei capire questa tua posizione che rendi piuttosto fumosa in questa frase (hai visto mai che questo potrebbe essere un punto di vista interessante)

Citazione:
Come ogni regola etica che ciascuno applica al suo modus operandi, tutto è relativo, perchè, ad esempio, il concetto di "paparazzata" potrebbe comprendere, per taluni, la stessa attività dello scattare delle foto in strada a persone che non hanno alcun legame con noi, ovvero il nocciolo imprescindibile della fotografia di strada.


senza dubbio questo è vero. Ho usato un termine (paparazzistica) in maniera impropria dando un'accezione diversa da quella che volevo intendere. Semplicemente non amo le preparazioni in fotografia. Tutto qui, per me vale il motto "muoversi per trovarsi nel posto giusto, al momento giusto e "possibilmente" con la luce giusta"

Citazione:
Una buona discriminante tra il fotografo di stada che non scade in paparazzate e quello che al contrario lo fa è quella di scegliere focali corte che, per forza di cose, fanno entrare in contatto con il soggetto. Una focale da 50mm su pieno formato per uno strettarolo può risultare già troppo lunga. Pour parler


beh ma anche in questo caso vale il discorso della "foto rubata comunque". Credo che questa "discriminante" sia quella creata più spesso per sentirsi con la "coscienza" a posto. Io credo che la realtà e gli esseri umani è giusto che vengano ripresi nei limiti delle leggi e del pudore (che ahimè è sempre relativo). E qui si apre il discorso infinito sull'etica della fotografia al soggetto inconsapevole…
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Webmin
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MessaggioInviato: Ven 23 Ago, 2013 7:27 am    Oggetto: Rispondi con citazione

... Paolo, credo sia questo il tuo nome: in questa discussione hai avuto l'opportunità di confrontarti con quello che, forse non a torto, rappresenta una delle firme più autorevoli, in termini street, di questo portale.

... per cui, in amicizia, ti suggerirei di soffermarti un pò di più sui commenti ricevuti, quando pertinenti e dettagliati, come in questo caso, evitando nelle successive repliche di spostare, con insistenza la discussione, dalla critica fotografica al tuo scatto, alla critica letteraria su quanto ti sia stato scritto.

... non perchè esplicitamente vietato dal regolamento, ma perchè, credo tenda ad irretire quanti, eventualmente anche in futuro, intendano confrontarsi con te sul piano della critica fotografica: infatti nella sua "idealità" essa nasce per fornire all'autore un riscontro nello spirito di comune accrescimento, non per sostenere una arringa.

Mi auguro che, con semplicità, tu possa leggere queste mie parole.

Mario

_________________
Mario Lisi
"Le interviste di photo4u.it! - Mario Lisi "Webmin" - "Catania in chiaroscuro" - "Street Photography in the World - The Book" - "THE STREET PHOTOGRAPHER BOOK" - "PicsArtist of the Month 12/2014" - "B&W" - "Colors" "Un viaggio nella terra dell'arte e dei sapori"
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Paolo1204
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MessaggioInviato: Sab 24 Ago, 2013 9:16 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Citazione:
... Paolo, credo sia questo il tuo nome: in questa discussione hai avuto l'opportunità di confrontarti con quello che, forse non a torto, rappresenta una delle firme più autorevoli, in termini street, di questo portale.


Non capisco questa tua Mario, veramente. Ma seriamente credi che sia una questione giusta quella che stai sollevando? Personalmente come avrai potuto osservare nei miei commenti, le mie risposte, critiche, dialoghi e anche si qualche piccola polemica (che sicuramente si potrebbe evitare NESSUNO è perfetto compreso il sottoscritto ovviamente) non GUARDO MAI né la galleria né il NOME della persona per evitare PERSONALISMI che sono la rovina nella fotografia come in altri contesti, e tu mi suggerisci esplicitamente di basare le mie risposte su PERSONALISMI belli e buoni? Non sono assolutamente d'accordo con questa tua visione della questione.

Citazione:
... per cui, in amicizia, ti suggerirei di soffermarti un pò di più sui commenti ricevuti, quando pertinenti e dettagliati, come in questo caso, evitando nelle successive repliche di spostare, con insistenza la discussione, dalla critica fotografica al tuo scatto, alla critica letteraria su quanto ti sia stato scritto. ... non perchè esplicitamente vietato dal regolamento, ma perchè, credo tenda ad irretire quanti, eventualmente anche in futuro, intendano confrontarsi con te sul piano della critica fotografica: infatti nella sua "idealità" essa nasce per fornire all'autore un riscontro nello spirito di comune accrescimento, non per sostenere una arringa.


Idealità della critica? Semplicemente non esiste e lo sai benissimo. E' dal confronto (quello che tu consideri erronamente un'arringa) che nascono gli spunti interessanti per tutti; sicuramente non da un'ossequioso silenzio generato dalla presunta "autorevolezza" di una critica. Questo lo trovo veramente ASSURDO. Nella misura in cui la critica è parziale, generalista e poco chiara è un preciso dovere RISPONDERE E CHIARIRE.

Citazione:
Mi auguro che, con semplicità, tu possa leggere queste mie parole.

Mario

Anche io Mario mi auguro che possa leggere la mia risposta e ri-pensare la questione della tua posizione in questo intervento visto che la citi in maniera personale e non riferendoti al regolamento. La critica nasce da un confronto e da un dialogo e implica la discussione per sua stessa natura.

Paolo
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Webmin
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MessaggioInviato: Dom 25 Ago, 2013 7:53 am    Oggetto: Rispondi con citazione

... sono sinceramente amareggiato dal tono della tua risposta: il voler non capire che con una apertura di credito, nei confronti degli interlocutori, per poi successivamente scremare il grano dal loglio (Lolium temulentum), sembra far intendere che tu non voglia serenamente confrontarti.

Mi dispiace.

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Paolo1204
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Iscritto: 05 Ago 2013
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MessaggioInviato: Dom 25 Ago, 2013 12:44 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Citazione:
... sono sinceramente amareggiato dal tono della tua risposta: il voler non capire che con una apertura di credito, nei confronti degli interlocutori, per poi successivamente scremare il grano dal loglio (Lolium temulentum), sembra far intendere che tu non voglia serenamente confrontarti.

Mi dispiace.


mi fraintendi Mario, ciò che mi muove è il confronto altrimenti non sarei qui a postare le fotografie e a richiedere commenti. Mi piace confrontarmi attraverso diversi punti di vista più che aderire ad un presunto standard ideale (francamente oggettivamente irrealizzabile), su questo non c'è dubbio. Lotto per la diversità dei pareri e per le diverse posizioni che non pretendono di essere standard e, come tu stesso dici, ideali. Semplicemente perché non c'è nulla di ideale in questo mondo. Figuriamoci una "semplice" critica fotografica.
L'apertura di credito la ho a priori con tutti perché a mio parere TUTTI i pareri sono importanti e TUTTI vanno discussi al di là dei "personalismi nominali" che tu sottointendi come indiscussi e indiscutibili. Come potrai notare ho condiviso critiche mosse nei miei confronti con persone che non avevano "neanche" fotografie in galleria. Questo ti fa capire la mia posizione nell'essere presente e l'apertura nel contesto di questo forum.
Saluti

Paolo
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Ugolino Conte
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Iscritto: 21 Ago 2012
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MessaggioInviato: Dom 25 Ago, 2013 6:59 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Paolo1204 ha scritto:
Idealità della critica? Semplicemente non esiste e lo sai benissimo. E' dal confronto (quello che tu consideri erronamente un'arringa) che nascono gli spunti interessanti per tutti; sicuramente non da un'ossequioso silenzio generato dalla presunta "autorevolezza" di una critica. Questo lo trovo veramente ASSURDO. Nella misura in cui la critica è parziale, generalista e poco chiara è un preciso dovere RISPONDERE E CHIARIRE.


Chiedo scusa in anticipo per l'O.T.

Trovo solo ora un momento per chiarire questo punto, dando appuntamento ad un momento successivo per rispondere alle precedenti contro-osservazioni sul merito della foto (lo faccio perchè risponderei ora in maniera frettolosa e superficiale).

Ci sono alcuni punti che dovrebbero essere chiari a benefiicio di tutti punti che dovrebbero essere chiari ancor prima di prendere parte in maniera più o meno inconsapevole alla community.

1) Photo4u è un community aperta a tutti che, sino ad ora, ha scelto di lasciare libero accesso ad ogni utente, senza alcun onere per partecipare (leggasi gratuitamente) - altrove il balzello si applica e crea una selezione in tutti i sensi.

2) Chi commenta lo fa nei limiti delle sue possibilità e del tempo a disposizione e la fa in maniera del tutto gratuita. I commentatori istituzionali, in particolar modo, lo fanno con un impegno costante e spesso risultando il costante bersaglio di utenti che appaiono refrattari a qualsiasi tipo di confronto (per motivi che a volte sfociano più che altro in ragioni di ordine antropologico/sociologico/psicologico che sarebbe interessante studiare se non fosse per il fatto che esula dall'oggetto attorno al quale si snoda la community).

3) Il commento viene rivolto alla foto dell'autore e dal commento trae beneificio in primo luogo l'autore, ma qualsiasi commento non è ad esclusivo beneficio dell'autore, ma anche dalla community (per non dire soprattutto).

4) PRETENDERE qualcosa è assolutamente fuor di luogo viste le premesse. Si ottiene quello che la community nei suoi limiti dà. Se non si ottiene quello che si cerca, probabilmente, o non si sono scelte le persone adatte a cui chiederlo ( e in tal caso bisognerebbe cambiare interlocutore/community) o bisognerebbe rivedere il modo in cui lo si chiede.

xPaolo

Dò appuntamento all'autore della foto ad un momento successivo per ottenere i chiarimenti su alcuni passaggi del mio precedente intervento che sono stati ritenuti poco chiari, ricordando, al tempo stesso, che un qualsiasi forum non è una chat in tempo reale e che molti frequentatori del forum hanno anche altre occupazioni extra forum che occupano buona parte delle proprie giornate. Sono debitore di ulteriori risposte in ogni caso. Promesso.

xMario

Lasciamo da parte il discorso "persona" e spostiamo l'attenzione solo sulle "idee e i contenuti", se no il passo in avanti che il forum tanto chiede non avverrà mai. Come ricordato in altre occasioni, sono un perfetto signor nessuno che commenta talvolta le foto più stimolanti compatibilmente con umore/voglia/tempo/impegni extra forum. Un perfetto signor nessuno come tanti altri che commentano quotidianamente cercando di fornire un contributo alle discussioni.
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Ugolino Conte
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Iscritto: 21 Ago 2012
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MessaggioInviato: Lun 26 Ago, 2013 11:35 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Risposte alle precedenti osservazioni. (Precedenti dialoghi in rosso - risposte in nero)


Il riferimento alle possibili interpretazioni che lo spettatore attribuisce al termine di "Amore" sono riconducibili, naturalmente, a questa precisa scritta e non al concetto astratto di amore che può essere declinato in tante accezioni da quelle più passionali, a quelle che coincidono con l'amore per la madre nei confronti del proprio figlio.


scusa non è molto chiara questa frase. Soprattutto non userei il termine "naturalmente" come a dare per scontato che si possa conoscere a priori l'interpretazione "media" della parola Amore da parte dello spettatore. Come si fa a dire con questa sicurezza cosa succede nella mente di una persona? Sulla base di cosa si può dire questo? Parla (giustamente) per quello che è il tuo sentire, ognuno avrà il suo pensiero e chi vorrà lo esprimerà.



Chiarisco cosa intendevo: il MIO precedente riferimento alle possibili interpretazioni del concetto di Amore, era NATURALMENTE - ovvero davo per scontato che fosse chiaro, ma se non lo è lo chiarisco - riferito al concetto di Amore desumibile dalla scritta così come riportata nel fotogramma e non al concetto astratto di Amore valutabile su di un piano puramente concettuale, slegato da qualsiasi supporto visivo e, quindi, maggiormente omnicomprensivo.


Nel caso specifico ci sono alcuni elementi visivi che potrebbero condizionare l'interpretazione. E' costume diffuso dei giovani dichiarare in maniera plateale il proprio sentimento d'amore passionale con scritte di questo genere sui muri delle città. Sono giovani, nello specifico, gli autori della scritta visto che il termine "For" è stato rappresentato da un "4", in ossequio a forme di comunicazioni tipicamente giovanili.
Chiamiamoli elementi insiti nella composizione, che inziano a creare nello spettatore un condizionamento più o meno consapevole sull'accezione da attribuire al termine "Amore".


Non capisco quale possa essere il problema nel fatto che siano giovani a scrivere in certi modi (visto che lo stai sottolineando "alludendo" a qualcosa che non stai esprimendo, sei piuttosto criptico in questo frangente). Che la parola "4ever" inizi a creare condizionamento nello spettatore lo trovo molto difficile. La scritta "4ever" (fra a le altre cose come da te sottolineato parzialmente coperta dalla signora e quindi poco leggibile) ha poco peso nella frase perché sovrastata dal senso e dalla presenza della parola Amore. Credo che pochi faranno elucubrazioni su quel termine. (se non ragionando in termini subliminali)


Se un giovane scrive una scritta su di un muro di una città e questa scritta parla di amore è ragionevole ritenere (che NON significa CERTEZZA ASSOLUTA) che l'accezione con cui lo spettatore che vede quella scritta interpreta il concetto di amore sia più orientato verso la declinazione passionale che verso quella di amor filiale. Questo in base ad una semplice nota dell'esperienza, basata sull "Id quod plerumque accidit" - è un principio che orienta la valutazione di fatti umani anche in ambiti un po' più complessi della fotografia. Poi non escludo che nel mondo qualche padre o madre abbia gridato il proprio amore verso la prole imbrattando i muri delle città, ma, tendenzialmente accade più di frequente che sia un altro tipo di utenza a farlo.

Per quanto riguarda il carattere "4" associato a "orever". Tendenzialmente pochi "fanno elucubrazioni", tendenzialmente pochi si dedicano ad un'attività consapevole di minuziosa decodifica di tutti i mm di fotogramma, ma hai utilizzato correttamente il termine "subliminale" perchè di elementi che CONTRIBUISCONO a CONDIZIONARE (ovvero sono concause delle valutazione finale) la percezione visiva si tratta.

La prima volta che ho giocherellato con le macchine per l'eye tracking risale, grosso modo, ad una diecina di anni fa e da allora la scienza che le applica alla percezione visiva ne ha fatta di strada. L'eye tracking è un supporto di analisi della percezione visiva che viene regolarmente impiegato, tra l'altro in pubblicità e, da un bel po' di tempo, è assodato che alcuni elementi catturano l'attenzione più di altri e che i fotogrammi vengono TENDENZIALMENTE decifrati secondo precisi percorsi visivi che si snodano in punti ben precisi della scena. Le scritte, i numeri, le figure antropomorfe sono alcuni dei principali centri di interesse per banalizzare ai minimi termini il discorso. La percezione della scena si snoda secondo percorsi di lettura che nella maggior parte dei casi avvengono in maniera inconsapevole. Ci si può illudere di essere liberi nella percezione visiva, ma è solo l'illusione che chi chi ha creato l'immagine sta dando. Chi si sente "libero" provi ad esempio, ad imporsi di guardare senza leggere una scritta nella propria lingua, ovvero associare un significato al significante noto. Chi ci riesce può definirsi effettivamente libero.


Faccio un esempio differente. Se la frase anzichè sul muro con quel "4ever" l'avessimo trovata - estremizzo - su un bel quaderno o su una lettera, scritta con una bella calligrafia, i condizionamenti sarebbero stati differenti. Naturalmente si possono fare delle stime di massima sul significato che verrà attribuito, visto che nel processo di percezione entrano in gioco, in alcuni casi, componenti afferenti alla specifica esperienza personale che potrebbero portare a conclusioni diverse.


esatto si potranno fare stime di massima e tante e più fantasiose astrazioni che però porteranno il discorso completamente fuori dal contesto di quella che dovrebbe essere la discussione su di un fotogramma specifico. Non c'è dubbio che quanto stai dicendo sia vero e anche interessante per certi versi ma solitamente lo si da per scontato per non allungare inutilmente i discorsi. Le interpretazioni sono soggettive e sono condizionate dalle proprie esperienze, chiaro.


"Chiaro", come il mio precedente "naturalmente", forse è stato usato in un'accezione porta fuori strada. E' chiaro per te, ma come ricordato, si commenta a beneficio di tutti. Se il commento risulta essere troppo lungo o tropo dettagliato, si può sorvolare sulla parte che non risulta essere di proprio interesse. Sollevare una critica per un elemento che fa allungare il discorso non produce che un ulteriore estensione del discorso.

Per quanto riguarda lo scatto da appostamento, seguire delle regole "etiche" nella fotografia di strada è di per sè l'aspetto più stimolante dell'attività, ancor più stimolante della lavorazione/condivisione/archiviazione delle foto. Se annullare lo scatto da appostamento rende il gioco più stimolante, si può benissimo scegliere di farlo - tutto quello che accade prima e dopo lo scatto, a ben vedere, poco ha a che fare con il
concetto di fotografia e poco interessa in sede di valutazione del risultato finale.

questa parte perdonami non sono riuscito a capirla (mio limite evidentemente). Vado a braccio… quale sarebbe il "tuo" concetto di fotografia e cosa c'entra con la questione dell'appostamento? Poi, mi spieghi come mai ritieni che delle regole etiche siano l'aspetto stimolante? Vorrei capire questa tua posizione che rendi piuttosto fumosa in questa frase (hai visto mai che questo potrebbe essere un punto di vista interessante)



La mia osservazione era nata dal fatto che ti sei definito contrario allo scatto da "appostamento", io ti ho suggerito che in situazioni come questa, dopo aver trovato la scena giusta, si può preparare l'inquadratura e attendere il passaggio del soggetto giusto (AD ESEMPIO, in questo caso, una coppia di innamorati). Non parlo di ore, ma di due e tre tentativi che in una strada trafficata si svolgono in cinque minuti al massimo. Tu hai rifiutato questo approccio a QUESTO GENERE DI FOTO e quindi ti sei dato una regola ETICA (nel senso letterale del termine, ovvero una regola alla quale hai scelto di adeguare il tuo agire in un determinato contesto).

Per quanto mi riguarda, partendo dalla premessa che non ho la pretesa di parlare della FOTOGRAFIA, ma parlo della MIA fotografia, ovvero della FOTOGRAFIA DI STRADA e del mio modo di interpretarla, le mie regole ETICHE, ovvero come mi comporto io nell'approccio con la strada rendono l'ATTIVITA' Di PRODUZIONE delle foto più stimolante perchè possono aumentare il coefficiente di difficoltà di alcune foto. PUO' essere una regola che ciascuno si dà quella di lavorare con un'ottica fissa, perchè lo zoom rende tutto più semplice e fa fare meno "fatica" - leggasi meno passi, PUO' essere una regola quella di non operare crop all'immagine perchè ci si impone che la foto stampata deve essere come quella inquadrata (in tal modo si dà il senso corretto al concetto di composizione e non lo si riduce ad un lavoro che può essere operato comodamente con lo strumento taglierina di Photoshop) , PUO' essere un'altra regola quella di scattare in modo tale da ridurre gli interventi in post-produzione più limitati possibili (perchè in tal modo si sviluppa l'abitudine, ad esempio, a scattare con un'esposizione corretta in fase di ripresa e non a correggere a posteriore scatti nati male in origine), POSSONO essere ennesime regole quelle di scattare solo foto spontanee e non posate, non modificare gli elementi della scena, cercare il contatto con il soggetto senza nascondersi ai suoi occhi, etc. L'elenco delle regole etiche che ciascuno si dà può essere sterminato ed ogni gruppo di regole che un utente segue non è uguale a quelle di un altro. NON SI TRATTA ASSOLUTAMENTE DI REGOLE OBBLIGATORIE, ma di stimoli che ciascuno può darsi e che nulla hanno a che fare con il risultato finale - che è a beneficio di tutti e può essere interpretato senza sapere come è stato prodotto - a differenza delle regole etiche che afferiscono esclusivamente al rapporto tra il fotografo, la strada e i soggetti.

Sempre restando in tema della MIA fotografia di STRADA, non mi pongo ormai da molti anni il problema dello scatto da appostamento finalizzato all'associazione di scritte con figure antropomorfe perchè ho perso molto presto interesse verso un contenuto palesemente didascalico in un cui la foto diventa un meta-contenitore di forme espressive diverse (testo e immagini). Tendo a preferire qualcosa che ritengo più stimolante e che si poggia completamente sulle immagini, anche perchè ritengo questo genere di foto troppo semplici da realizzare. Cerco di solito qualcosa di più stimolante. Questa, se occorre precisarlo, è una mia personale opinione e non certamente una regola valida per tutti.


Come ogni regola etica che ciascuno applica al suo modus operandi, tutto è relativo, perchè, ad esempio, il concetto di "paparazzata" potrebbe comprendere, per taluni, la stessa attività dello scattare delle foto in strada a persone che non hanno alcun legame con noi, ovvero il nocciolo imprescindibile della fotografia di strada.


senza dubbio questo è vero. Ho usato un termine (paparazzistica) in maniera impropria dando un'accezione diversa da quella che volevo intendere. Semplicemente non amo le preparazioni in fotografia. Tutto qui, per me vale il motto "muoversi per trovarsi nel posto giusto, al momento giusto e "possibilmente" con la luce giusta"


Obiettivo lodevole quello di muoversi nel posto giusto, al momento giusto e "possibilmente" con la luce giusta proprio perchè è quello più stimolante e divertente. Col tempo, tuttavia, un po' tutti i fotografi di strada sanno che il "mito" del momento giusto e ancora di più quello dell'"attimo irripetibile" va correttamente inteso. Di momenti giusti ne capitano costantemente intorno a noi e con una rapidità tale che non è sempre possibile coglierli tutti. Ma i momenti son fatti da persone e cose, dal loro reciproco intrecciarsi su traiettorie che, dopo un po' di tempo, non appaiono più così imprevedibili e misteriose, come non sono imprevedibili i comportamenti umani dopo aver passato un po' di tempo a studiarli. Da questo punto di vista non c'è per me differenza tra la previsualizzare un fatto che sta per accadere e restare fermo un minuto in più di fronte ad un cartellone aspettando che l'omino intravisto pochi metri più in là passi in quel punto per l'ennesima accoppiata. Non si prepara alcuna scena, la scena comunque sarebbe avvenuta in quel modo anche senza il nostro intervento, si è semplicemente capito quello che stava avvenendo e ci si è predisposti per congelare un momento che ritenuto più o meno interessante.

Anche in questo caso, seguire questo modo di interpretare gli eventi della strada è lasciata alla libera scelta del fotografo, non c'è alcuna regola che lo impone. Se però dopo una "stagione di caccia" (2 mesi, 3 mesi) il quantitativo delle foto nate sulla base di ottime idee, attimi tendenzialmente giusti e frustrate da realizzazioni mediocri è elevato, allora iniziare a riflettere sulle accortezze da utilizzare per renderle riuscite anche sul piano prettamente estetico non appare del tutto fuori luogo. Diversamente ci si può adagiare sull'idea che la fotografia di strada è di per sè imperfetta, imprecisa e che la forma è nulla perchè si prostra ai piedi dell'"attimo irripetibile".

Una buona discriminante tra il fotografo di stada che non scade in paparazzate e quello che al contrario lo fa è quella di scegliere focali corte che, per forza di cose, fanno entrare in contatto con il soggetto. Una focale da 50mm su pieno formato per uno strettarolo può risultare già troppo lunga. Pour parler

beh ma anche in questo caso vale il discorso della "foto rubata comunque". Credo che questa "discriminante" sia quella creata più spesso per sentirsi con la "coscienza" a posto. Io credo che la realtà e gli esseri umani è giusto che vengano ripresi nei limiti delle leggi e del pudore (che ahimè è sempre relativo). E qui si apre il discorso infinito sull'etica della fotografia al soggetto inconsapevole…


Questa discriminante non ha nulla a che vedere col sentirsi con la coscienza a posto. Un 35mm su un pieno formato porta a non meno di 3 metri dal soggetto per ottenere una foto in cui la scena risulta sufficientemente coinvolgente sul piano narrrativo ed estetico (leggasi con le persone che occupano una porzione corretta del fotogramma e non sono diliute nella scena e con la giusta profondità per rappresentare correttamente non solo la persona o le persone ritratte, ma anche l'ambiente urbano). Al tempo stesso, a meno di tre metri dal soggetto è impossibile realizzare uno scatto rubato se si inquadra nel mirino (come sarebbe giusto fare per evitare di dare un peso pari a zero alla composizione, evitando gli "scatti di pancia"). A meno tre metri dal soggetto il fotografo di strada è visibile, è consapevole di esserlo e non cerca di dissimulare la sua presenza, anzi, spesse volte cerca l'interazione con il soggetto a seconda del fatto se l'eventuale sguardo in camera del soggetto fotografato è più o meno funzionale al contenuto della foto che ha in mente.

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Paolo1204
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Iscritto: 05 Ago 2013
Messaggi: 116

MessaggioInviato: Mar 27 Ago, 2013 7:05 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

ringraziando il tempo speso da conte ugolino in questo contributo a rispondere in maniera articolata si arriva ad un punto dove si capisce realmente cosa significhi rendere palese la propria posizione e contribuire così a portare conoscenze reali a chi legge basate sull'esperienza personale; il perfetto contrario delle teorie da manualetto che tendono a standardizzare il tutto.
Sono felice che questo sia scaturito da una richiesta (spesso lancio la provocazione ma sempre a puro scopo "esplicitante") che non è stata scartata come al solito con la solita via dello snobismo o della zuffa.
Nei chiarimenti contenuti nella risposta che sanciscono la posizione personale al riguardo degli argomenti posti in essere prendo atto e credo non necessitino di ulteriore dibattito. Prenderò in considerazione solamente alcuni passaggi a cui sento il bisogno di rispondere. Ora credo che sia chiaro che non si tratta di un'arringa ma di un vero e proprio dialogo. Personalmente un'analisi minuziosa non per avere ragione a tutti i costi o volere che la fotografia piaccia ma un dialogo da cui scaturiscono posizioni personali, esperienze e constatazioni che anche se in alcune occasioni in contrasto, possono arricchire tutti.

[…] Le scritte, i numeri, le figure antropomorfe sono alcuni dei principali centri di interesse per banalizzare ai minimi termini il discorso. La percezione della scena si snoda secondo percorsi di lettura che nella maggior parte dei casi avvengono in maniera inconsapevole […]

prendo questa tua proprio a ricordare per quale motivo ho usato il termine "parziale" riferendomi all'analisi del fotogramma in questione. Parziale nel senso di non prendere in considerazione TUTTI gli elementi del fotogramma. Vista la minuziosa analisi riservata alla frase della prima riga mi stupisce il fatto di evitare di prendere in considerazione i numeri chiaramente visibili "50 + 50 = 101" che creano il legame con il seguente fatto: è presente nel fotogramma una carrozzina visibile in maniera evidente dalla corposa ombra inclusa. Ricordo bene di essere stato colpito principalmente (solo in seconda battuta dalla parola amore) da questa potente "operazione impossibile" "50 + 50 = 101" dove due metà generano un intero + uno. Ovvero i genitori che generano un figlio ed aver preso coscienza di questo legame in seconda battuta (come spesso accade). Ho notato molto spesso nella mia esperienza dei legami sorprendenti che nascono quasi inconsapevolmente per poi prenderne coscienza in fase di sviluppo credo questo accada generalmente a tutti coloro che fotografano di pancia. E' stata questa la molla principale dello scatto che finora non ho esplicitato di proposito ma che ora mi trovo costretto a fare visto che non viene presa in considerazione nonostante la sua evidenza nel fotogramma. Se la scritta fosse stata un "ti amo" non avrei scattato la fotografia, di questo sono certo.
Questo spero fughi ogni dubbio riguardo la tua "richiesta/astrazione" in cui poni il problema del bisogno di appostarsi in tal caso ed aspettare una coppia di innamorati. Credo sia chiaro ora più che mai che questa non era la mia intenzione a priori, anzi dirò di più, ho proprio evitato che questo avvenisse per non scadere nel banale di cui ti ho già parlato in un messaggio precedente. (di coppie quel giorno ne passavano molte avrei avuto moltissime possibilità). Ecco quindi che la questione dell'appostamento nelle mie intenzioni interromperebbe quella ricerca che ho delle associazioni immediate e non ragionate a lungo.

[…] Ma i momenti son fatti da persone e cose, dal loro reciproco intrecciarsi su traiettorie che, dopo un po' di tempo, non appaiono più così imprevedibili e misteriose, come non sono imprevedibili i comportamenti umani dopo aver passato un po' di tempo a studiarli. Da questo punto di vista non c'è per me differenza tra la previsualizzare un fatto che sta per accadere e restare fermo un minuto in più di fronte ad un cartellone aspettando che l'omino intravisto pochi metri più in là passi in quel punto per l'ennesima accoppiata. Non si prepara alcuna scena, la scena comunque sarebbe avvenuta in quel modo anche senza il nostro intervento, si è semplicemente capito quello che stava avvenendo e ci si è predisposti per congelare un momento che ritenuto più o meno interessante.[…]

stai descrivendo, a mio modo di vedere, la teoria che sta portando alla standardizzazione che spesso coincide con la banalizzazione, della fotografia. Non è un caso se si "osservano" sempre meno situazione originali. Semplicemente perché si ragiona troppo sulla stessa lunghezza d'onda nella fase della previsualizzazione. O meglio si "previsualizza" avendo in testa una categoria o una situazione ben precisa magari osservata qualche milione di volte. Insomma potrebbe essere una gabbia mentale che inficia lo scatto prima dello SCATTO. Personalmente preferisco la pancia della fotografia (capisco che per te è il contrario).
Per il resto sono cosciente del fatto che un conto è l'appostamento vero e proprio (mi viene da pensare ad un cacciatore come detto da te righe sotto) un conto la previsualizzazione che scaturisce dall'intenzione che sta a monte del progetto o idea del fotografo che ritengo necessari e imprescindibili.

[…] Anche in questo caso, seguire questo modo di interpretare gli eventi della strada è lasciata alla libera scelta del fotografo, non c'è alcuna regola che lo impone. Se però dopo una "stagione di caccia" (2 mesi, 3 mesi) il quantitativo delle foto nate sulla base di ottime idee, attimi tendenzialmente giusti e frustrate da realizzazioni mediocri è elevato, allora iniziare a riflettere sulle accortezze da utilizzare per renderle riuscite anche sul piano prettamente estetico non appare del tutto fuori luogo. Diversamente ci si può adagiare sull'idea che la fotografia di strada è di per sè imperfetta, imprecisa e che la forma è nulla perchè si prostra ai piedi dell'"attimo irripetibile". […]

Il piano prettamente estetico di cui parli sai benissimo essere un terreno piuttosto paludoso. Si corre il rischio di intendere che sostanzialmente gli scatti superano la mediocrità quando diventano lo "standard" di riferimento e iniziano le scelte OBBLIGATE condivise. Sarebbe interessante sapere secondo quale standard appunto si ritengono gli scatti più o meno mediocri ovvero su quali basi solide si possano considerare più o meno estetici, secondo quali criteri e secondo quali "persone" (il classico ma intramontabile CHI giudica COSA e PERCHE'). Andando sul generale, non si può così facilmente dare per scontata tutta la questione. In conseguenza di ciò se si cerca un giudizio "onesto" in questo senso bisogna essere molto cauti nel prendere "tutto" per buono (il rischio insito del "fare" ciò che gli altri si aspettano che si debba "fare" è grande a mio modo di vedere e chi non vuole scegliere secondo lo STANDARD è automaticamente tagliato fuori).
Si potrebbe abbozzare (semplificando al massimo) secondo il mio punto di vista, una visione che prenda in considerazione la questione su piani differenti: un piano degli estetismi (generalmente tutti quelli derivanti dalla tecnica pittorica e portati in fotografia);
Il piano dei contenuti intesi come messaggi e significati. Nulla vieta che un messaggio "superi" un estetismo e viceversa sempre nell'ottica di una conseguenza coerente alla propria idea/progetto. Il tutto con la coscienza che spesso ci sono fotografie che riuniscono insieme questi due piani e questi generalmente io considero gli "attimi irripetibili". Tanto per prendere in esempio qualcosa di più oggettivo anche andando un po' fuori argomento, si possono osservare le fotografie di Bresson, Capa, Scianna insomma quelli di scuola "istantanea". Quanti possiamo ipotizzare con buona probabilità essere scatti di pancia? Al posto giusto nel momento giusto (dove spesso qualcosa "accadeva" perché ACCADEVA QUALCOSA di molto profondo nella realtà, guerre, rivoluzioni…). A mio modo di vedere più che previsualizzare secondo canoni estetici sicuri (standard), ovvero del "già visto", bisogna "muoversi" e "trovarsi" in situazioni che abbiano la necessaria forza in sé per avere la giustificazione di essere fotografate. Ribadisco, sempre nel piano di pareri personali e lungi da me dal voler passare dal detentore di una qualche verità ufficiale sulla fotografia; questo è il mio semplice sentire che si basa soprattutto sull'osservazione dei GRANDI più che all'adesione ad eventuali "teorie" manualistiche.

[…] Questa discriminante non ha nulla a che vedere col sentirsi con la coscienza a posto. Un 35mm su un pieno formato porta a non meno di 3 metri dal soggetto per ottenere una foto in cui la scena risulta sufficientemente coinvolgente sul piano narrrativo ed estetico (leggasi con le persone che occupano una porzione corretta del fotogramma e non sono diliute nella scena e con la giusta profondità per rappresentare correttamente non solo la persona o le persone ritratte, ma anche l'ambiente urbano). Al tempo stesso, a meno di tre metri dal soggetto è impossibile realizzare uno scatto rubato se si inquadra nel mirino (come sarebbe giusto fare per evitare di dare un peso pari a zero alla composizione, evitando gli "scatti di pancia"). A meno tre metri dal soggetto il fotografo di strada è visibile, è consapevole di esserlo e non cerca di dissimulare la sua presenza, anzi, spesse volte cerca l'interazione con il soggetto a seconda del fatto se l'eventuale sguardo in camera del soggetto fotografato è più o meno funzionale al contenuto della foto che ha in mente. […]

non sono d'accordo sui soliti paletti che regole imposte dettano. Nulla vieta ad una scena di essere coinvolgente sul piano narrativo ed estetico pur con persone diluite nel fotogramma. A tal proposito mi è venuto immediatamente in mente L’Imaginaire d’après nature di Bresson che ti invito ad osservare per poi dirimi se non almeno due scatti di quella serie contravvengono a questa "regola" (o presunta tale visto che si parla di persone che occupano la porzione corretta del fotogramma dando quindi per scontata implicitamente una regola), ed è solo uno che mi è venuto subito in mente. Per tornare al fotogramma in questione, ho usato un 105 su pieno formato che comunque è una focale tele media che ti fa stare a 5 / 7 metri non di certo un km con la "tuta mimetica". Sinceramente in tutta franchezza non concepisco questo attaccamento al voler standardizzare la questione della fotografia basandola sulla focale usata. Altri paletti, secondo il mio punto di vista, perfettamente inutili. Al di là di tutti i "miti" al riguardo, credo sia necessario prendere in considerazione solamente il fotogramma e i suoi contenuti. In fase di scatto utilizzare le focali che il fotografo crede opportune coerentemente con la sua "idea/progetto" e null'altro.
Per la questione delle interazioni con i soggetti (sempre al di là della questione della focale) sono pienamente d'accordo. Il risultato che si può ottenere con il prendere confidenza con il soggetto in molte occasioni fa decisamente la differenza soprattutto nei termini di resa emotiva della fotografia.

[…]Sempre restando in tema della MIA fotografia di STRADA, non mi pongo ormai da molti anni il problema dello scatto da appostamento finalizzato all'associazione di scritte con figure antropomorfe perchè ho perso molto presto interesse verso un contenuto palesemente didascalico in un cui la foto diventa un meta-contenitore di forme espressive diverse (testo e immagini). Tendo a preferire qualcosa che ritengo più stimolante e che si poggia completamente sulle immagini, anche perchè ritengo questo genere di foto troppo semplici da realizzare. Cerco di solito qualcosa di più stimolante. Questa, se occorre precisarlo, è una mia personale opinione e non certamente una regola valida per tutti. […]

Condivisibile o meno è chiaro che questa tua presa di posizione è una personale avversione nei confronti di scritte presenti nelle fotografie. Però permettimi di dire che da parte tua criticare chi in questo senso sceglie coscientemente di fare fotografie del genere ti pone inevitabilmente in una posizione parziale o comunque non neutrale. Devi prendere in considerazione la questione mettendo da parte il gusto personale altrimenti rischi (forse inconsapevolmente) di "imporre" la tua scelta agli altri (considerando arbitrariamente qualsiasi scritta "palesemente didascalica" o peggio cercando in maniera forzata e aprioristica interpretazioni che mettano in luce negativa le scritte in generale su tutte le fotografie). E' un rischio che, nonostante tu specifichi essere una tua personale opinione, corri dal momento che inizi una critica su di una fotografia che contiene una scritta.



Ad ogni modo, sono certo che analisi del genere servano a molti (a me personalmente si) quindi questo dialogo che esplicita le varie posizioni seppur diverse non fa altro che arricchire a mio modo di vedere la comunità fotografica.
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