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PLATONICO RIFLESSO. Forse siamo solo un'ombra
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Hewlett-Packard HP PhotoSmart R717 (V01.00) - 24mm
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PLATONICO RIFLESSO. Forse siamo solo un'ombra
di Sherazade
Dom 08 Gen, 2012 3:12 pm
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Autore Messaggio
Sherazade
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Iscritto: 08 Gen 2012
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MessaggioInviato: Dom 08 Gen, 2012 3:12 pm    Oggetto: PLATONICO RIFLESSO. Forse siamo solo un'ombra Rispondi con citazione

Sono molto attratta dalle geometrie, le trame, le trasparenze, il rapporto tra l'oggetto e la sua immagine. Attraverso questa immagine mi chiedo quanto il visibile possa essere significativo e rappresentativo di una realtà intima e quanto, nella forma, sia sostanza. Descrizione ermetica del progetto..... spero che l'immagine possa spiegarsi meglio di me.
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Marina

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Mario Zacchi
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MessaggioInviato: Lun 09 Gen, 2012 12:27 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Esteticamente è gradevole e suggerisce che tu abbia una certa sensibilità, in questo senso. E' vista e impostata bene, anche se, volendo essere pignoli, la firma dà un contributo non proprio secondario all' equilibrio grafico. Non ha un significato immediatamente chiaro; per questa sua ambiguità e grazie anche al favorevole apporto del chiaroscuro, appare "riflessiva". Forse in questo senso può essere che rispecchi le tua idea. Ma una foto da sola non basta a chiarire il punto di vista di un autore, né basta a chiarire se l' esito è incidentale, per cui in altri casi la sensazione che trasmetti è diversa da quella che trasmette questa foto e lo scopo appare meno univoco.
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RiccardoC.
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MessaggioInviato: Lun 09 Gen, 2012 12:33 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Troppo complicato per me. Intanto benvenuta.
Riccardo
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Sherazade
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Iscritto: 08 Gen 2012
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MessaggioInviato: Lun 09 Gen, 2012 2:54 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Innanzitutto grazie a tutti e due per l'accoglienza e per i commenti, che sono sempre ben accetti perché servono in ogni caso a crescere.
Mario: se ho ben capito, la foto senza la firma sarebbe stata a tuo avviso molto meno equilibrata graficamente, il che ti fa presumere che il risultato finale potrebbe essere casuale; per questo mi stai istigando a pubblicare dell'altro. Ciò che non mi è perfettamente chiaro è se desideri vedere altri scatti riguardanti lo stesso tema o se basterebbero altre foto, indipendentemente dal progetto che c'è dietro, per poter valutare la mia capacità di ottenere risultati "consapevoli".
Quanto alla chiarezza ed immediatezza del messaggio, i vostri due commenti sono in qualche modo simili: memore di altri commenti simili ricevuti da questa foto in altri ambiti, mi trovo a riflettere sull'incedere contorto dei miei pensieri... tuttavia questa - ne ero già cosciente - è la mia natura.
Grazie e (spero) a presto.
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Mario Zacchi
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Iscritto: 07 Giu 2008
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MessaggioInviato: Lun 09 Gen, 2012 8:41 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

La firma qui è una traccia chiara verticale come lo sono, nella foto, gli orli a giorno verticali. L’assonanza e la posizione fanno dell’ insieme una costruzione che sta in equilibrio. Quindi se tolgo qualcosa l’ equilibrio può alterarsi. E’ certamente una pignoleria e può essere altrettanto certamente qualcosa che sfugge o che può essere considerato ininfluente da sensibilità differenti (compresa la tua). Solo che c’ è un fatto: in una foto “grafica” (bianconero, poi) tutto è grafica, più di quanto ciò non sia vero in qualsiasi altro genere; quindi anche una scritta, al di là del suo significato, al di là del suo valore semantico, ha un peso, appunto, grafico. Per inciso: non troverei strano e neppure da scartare che qualcuno abbia piacere di creare un’ immagine mista, nella quale un’ aggiunta di questo tipo ha un ruolo (che ovviamente non sia solo quello di ribadire: “questa foto è mia”).

Tutto questo però non centra con il resto del discorso che ho fatto. Tu apri con un manifesto delle tue intenzioni, un po’ come facevano (e fanno) gli artisti moderni. Bene: un solo lavoro può, io credo, apparire coerente con il manifesto, sostenerlo; ma per rendersi conto se un autore riesce a svilupparne i contenuti, è necessario che lo faccia: che sviluppi, cioè, i contenuti attraverso una serie di lavori, quando non attraverso l’ intera sua opera. Per questo, sostanzialmente, in quel pensiero che ho espresso, c’ è il suggerimento a proseguire (a scattare o a proporre ciò che hai scattato). E’ ovvio che proseguendo puoi riuscire a dare prova di saper sviluppare il tuo manifesto, rendendo partecipe lo spettatore di ciò che vuoi comunicare. E naturalmente è ovvio pure che può accadere anche il contrario. In questo caso potremmo dedurre che questa foto, nella quale ci si può trovare un’ embrionale (embrionale rispetto all’ osservatore) coerenza con i propositi dichiarati, potrebbe essere solo casualmente aderente a tali propositi; oppure potremmo dedurre che ne è addirittura l' origine: l’ hai scattata e ci hai visto in un lampo quel che poi hai dichiarato vorresti fare; qualcosa di comunque fertile, ma che non equivale al contrario, giusto?

Circa la consapevolezza c’ è in parte una risposta nelle ultime battute che ho scritto. Molto personalmente credo che la consapevolezza non sia per ciascuno uguale quanto a tempi e modi e comunque non del tutto necessaria sempre e in ogni caso. Che arrivi penso sia …. anzi penso debba essere nell‘ ordine delle cose: trovo difficile immaginare che ci si ponga, rispetto ad una forma espressiva, qualche interrogativo e qualche proposito cui poi non si dia una risposta, una qualche risposta consapevole, magari fallace, magari negativa, ma consapevole.

“Non ha un significato immediatamente chiaro” in questo caso, stante le premesse, per me è funzionale. Troverei troppo banale un racconto diretto, esplicitamente allusivo. Trovo più intrigante e tutto sommato più raffinata la suggestione che arriva (che può arrivare) per “vie traverse”.

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Sherazade
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Iscritto: 08 Gen 2012
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MessaggioInviato: Mar 10 Gen, 2012 3:17 am    Oggetto: Rispondi con citazione

O Mamma, quanti argomenti a cui rispondere! Non è che io non voglia pubblicare dell'altro (anzi, tutto il contrario: ho sete di commenti), è solo che preferisco prima portare a termine questo interessante discorso. Non mi aspettavo che ci si addentrasse così in profondità (e ne sono piacevolmente sorpresa).
Dunque, andiamo con ordine.

L'elemento scritto: probabilmente non mi sono espressa bene. Non intendevo sottovalutare l'importanza grafica dei fonemi, sminuirne il peso all'interno della composizione. D'altronde credo che chiunque abbia anche solo sfogliato un testo di percezione visiva non possa negare che ogni segno, al di là del suo significato, abbia un peso nel quadro compositivo generale. Mi piace che tu definsca la scritta una "traccia", perché in effetti desideravo che risultasse quasi una filigrana. Ad essere sincera, non ho valutato i pesi in maniera scientifica per sistemarla proprio lì: l'ho fatta girare per la composizione in diverse posizioni e c'è stato un momento in cui istintivamente ho sentito che quello era il suo posto. Ad ogni modo, la domanda che ti ponevo era diversa (anche se potrebbe risultare una negazione dell'immagine che ho proposto): mi interessava sapere se, facendo uno sforzo di astrazione, tu potessi valutare quale sarebbe stato l'equilibrio della foto senza quella scritta. Senza nulla togliere al suo peso. Una semplice ipotesi. Mi piaceva poter immaginare quale equilibrio ci fosse in me quando ho scattato.

Il manifesto delle mie intenzioni: in realtà, ero piuttosto restia a scrivere qualcosa riguardo quella che potrebbe essere definita la "poetica" del mio lavoro. Volendo misurare la capacità dell'immagine di parlare da sé, avevo paura che una dichiarazione di intenti potesse in qualche modo svelare ciò che altrimenti sarebbe potuto risultare incomprensibile; che potesse, cioè, influenzare il giudizio. Per contro, però, ero consapevole che la valutazione sarebbe stata fatta da persone molto più esperte e competenti di me, il che mi rendeva sicura del fatto che non si sarebbero lasciate guidare tanto facilmente nell'interpretazione; per cui alla fine ho deciso di aderire alla sfida lanciata nella sezione Primi Scatti di allegare alle foto un commento che illustrasse il progetto.
Ora - non so se dico una cosa banale - i contenuti che voglio esprimere sono tanti: non so se possano essere composti in un manifesto univoco come fossero tante sfaccettature di uno stesso oggetto (la mia visione del mondo) o se piuttosto debbano ritenersi tante visioni indipendenti, tanti lampi; tuttavia è certo che hanno bisogno di essere sviluppati attraverso più scatti. Ed è quello che farò, anche per avere l'occasione, oltre che di esprimermi, di capire se la mia espressione risulta efficace ed in cosa possa essere migliorata.

Lo spunto riguardo all'origine della domanda e dei propositi mi sembra piuttosto interessante e veritiero: sono d'accordo con te sul fatto che in qualiasi forma espressiva sia implicita la ricerca di una risposta ad una domanda che ci si pone (o si pone al mondo). In qualche modo, ogni forma d'arte è una visione del mondo, una personale risposta ad una ricerca di senso. Altro discorso è capire da dove queste domande arrivino - e da dove le risposte.
In tutta onestà, non mi ricordo se sia accaduto anche quando ho scattato questa foto, tuttavia ci sono occasioni in cui scatto istintivamente, senza pormi delle domande e poi è l'immagine che mi chiede qualcosa o che addirittura propone la risposta ad una domanda ancora inespressa. Un lampo, come bene lo definisci tu. Innescata la scintilla, a questo punto mi ritrovo a muovermi tra pensieri ed immagini in un gioco di rimandi in cui gli uni e le altre vicendevolmente si scambiano il ruolo di interrogante ed interrogato. Ciò che io ho potuto osservare nel corso del tempo è che tutto questo andirivieni ha portato a raffinare il mio modo di osservare: se scorro le foto di qualche anno fa, mi rendo conto che il mio sguardo ha acquisito una consapevolezza maggiore, grazie proprio all'esercizio del guardare. Spesso e volentieri scatto ancora sull'onda dell'istinto, ma riesco a filtrare questo sentimento attraverso un occhio forse più razionale o semplicemente più consapevole.

In ultima battuta, due parole sulla "chiarezza". Trovo molto interessante e soprattutto importante che il mio racconto possa essere non diretto e banale, ma suggerito da raffinate suggestioni che arrivano per vie traverse: in fondo, anche quando si esprime qualcosa, lasciare un minimo di spazio all'interpretazione, alla fantasia, al vissuto di chi ascolta, arricchisce il messaggio. Se davvero io fossi riuscita a raggiungere questo obbiettivo almeno in parte, riterrei di aver già sfiorato un traguardo piuttosto difficile, condìsiderata la mia inesperienza. Tuttavia la mia paura non è quella di non risultare immediata e diretta, quanto piuttosto quella di essere incomprensibile tout-court.

Grazie. Marina
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Habrahx
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MessaggioInviato: Mar 10 Gen, 2012 8:13 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Da Platone a Barthes...
A primo acchito non mi sento all'altezza di commentare non tanto la foto in sé, ma i commenti.
Però il ruolo mi impone di restare sulla foto proposta nella sezione "primi scatti" ovvero in una sezione in cui, teoricamente, si ci pone di fronte alla critica cercando di capire se l'intento è raggiunto mediato dal mezzo -fotografico-.
Dunque, per prima cosa, osservando una immagine e per valutarne l'impatto, ovvero la capacità comunicativa, si deve togliere firma e titolo.
La firma in quanto segno, come già affermato da Mario, il titolo in quanto "altro" dall'immagine, che può agire si come traccia, addirittura come guida, sostanzialmente come molla emozionale, specialmente in questo caso.
Infatti, in questa immagine, suggerisce che ciò che guardiamo non è il vero contenuto di ciò che è in realtà; realtà quindi che ci è negata grazie (a causa) all'incapacità dell'ombra di vedere la luce.
Questa negazione, essendo nel campo della comunicazione visiva, crea sconforto: afferma una nostra incapacità, un limite quindi (oppure una chiusura, ben rappresentata dalla grata) di leggere l'immagine, piuttosto che una reale mancanza di contenuto nell'immagine stessa.
Insomma, una specie di paradosso semantico.
Il fatto però che ci si soffermi a riflettere conferisce valore al segno grafico, la fotografia.
Però, ecco la domanda che mi pongo, e alla fine pongo all'Autrice: è solo un trucco?
Vedremo.
Ciao
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Mario Zacchi
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MessaggioInviato: Mar 10 Gen, 2012 3:23 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

La “scienza” del peso visivo sta spesso negli occhi. Nel senso che la collocazione degli elementi avviene “istintivamente”. Ovvio che in realtà non esiste nessun istinto, almeno nell’ accezione che vuole questo moto come realmente puro, non dipendente. L’ istinto è la somme di reazioni codificate. Codificate dalla natura (succhiare il latte da piccoli) o dalla forma mentis (premere il pedale del freno di fronte ad un ostacolo). Quindi dietro ciò che ci fa dire “ecco, così va bene” c’ è qualcosa: un bagaglio mentale, a prescindere da come si sia formato. Bagaglio che può dare, in chi ha una qualche attitudine e per restare alle immagini, bei risultati. Riguardo la foto non credo serva uno sforzo di astrazione: basta cancellare la firma. Ed è quello che ho fatto per una conferma circa l‘ impressione. La conseguenza è un leggero vuoto a destra, un piccolo sbilanciamento che la rende più instabile e quindi più dinamica. Se è vero, allora il gesto di inserire “qualcosa” (la firma non ha un valore simbolico pregante per me) e di averla inserita giocando con il suo peso, la sua trasparenza, mi suggerisce l’ idea di un gesto estetizzante e/o di una propensione (in questo caso) a smorzare le tensioni dell’ immagine.

……

Evidentemente ogni spiegazione indirizza. Personalmente non credo troppo che alle foto non si debba mai, assolutamente, unire qualche altro indizio per una comprensione completa. Bisogna vedere qual’ è il proprio scopo nell’ utilizzo delle immagini, perché esso può giustificare determinate scelte. Eppoi che vuol dire esattamente “non si deve” in un ambito creativo? Quale senso ha? Meglio conservare dei buoni margini di libertà. E conservarli anche nel modo di articolare il proprio discorso, le proprie intenzioni, nella consapevolezza che a monte di tutto c’ è comunque un unico grande lampo che si riverbera: siamo noi, con il nostro punto di vista il quale, filtrando, genera le “nostre” proposte. Le quali però, viste dall’ angolazione di un’ aspirazione artistica, non possono essere puro onanismo. Per cui ci culla tra le proprie idee catturati, prigionieri del piacere personale che si prova nel vedersi rappresentati nelle proprie creazioni, quasi ci stessimo guardando, ad un tempo, con il gusto di scoprirci e con quello di ritrovarci (una sorta di stupefacente conferma di sé). Dal punto di vista di un’ aspirazione artistica c' è l’ interlocutore, il quale ha un ruolo. E un ruolo che non è solo quello che gli lasci per gentile concessione. Un ruolo che ti porta, tu lo voglia o no: quello di leggerti "interpretando" la tua comunicazione e il tuo comunicare.

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mcappa
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MessaggioInviato: Mar 10 Gen, 2012 7:17 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Surprised Surprised Surprised Surprised
Lo so, non si può commentare un'immagine solo con gli emoticon, ma io vorrei commentare i commenti!
Ad un certo punto mi sono arreso; non ce l'ho fatta a leggerli tutti.

Massimo Ciao

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Habrahx
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MessaggioInviato: Mar 10 Gen, 2012 7:44 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

mcappa ha scritto:
Surprised Surprised Surprised Surprised
Lo so, non si può commentare un'immagine solo con gli emoticon, ma io vorrei commentare i commenti!
Ad un certo punto mi sono arreso; non ce l'ho fatta a leggerli tutti.

Massimo Ciao

Ogni tanto ci facciamo prendere la mano Very Happy Dice il saggio Blah Blah Blah Sonno
Però certe considerazioni non andrebbero nemmeno sottovalutate.
Lo si può dire in molte maniere, ma noi vediamo ciò che conosciamo, ovvero, vedere significa ri-conoscere.
Il processo di conoscenza che riguarda la fotografia non è qualcosa che si basa solo sulla tecnica, ma entra, per così dire, in una sfera molto più profonda del pensiero...ecc. ecc.
Per farti un esempio veloce, il gatto non sa riconoscersi allo specchio, noi non siamo in grado di leggere il carattere cinese (anche se alcuni ideogrammi hanno un certo fascino...) una immagine (la stessa) ha una valenza diversa se vista in una cartolina 10x15, su un giornale oppure in una galleria stampata 200x300 cm, così come una foto chiamata s.t. cambia completamente senso se è chiamata "così si sta sulla cima del monte a contemplar l'infinito... "
Per restare su questa fotografia, il mio interrogativo, che mi pongo spesso anche su altre immagini simili, è: sto osservando un'opera d'arte o uno scatto insignificante (leggi senza nessuna valenza comunicativa)?
Qualunque sia la risposta, che chiaramente rimane una opinione personale, devo darne una spiegazione, o almeno provarci.
Naturalmente nell'assoluto rispetto di chi propone questa immagine a giudizio.
Ciao
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Habrahx
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Iscritto: 11 Set 2005
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MessaggioInviato: Mar 10 Gen, 2012 7:54 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Mario Zacchi ha scritto:
Eppoi che vuol dire esattamente “non si deve” in un ambito creativo? ....

Mario hai ragione, ho sconfinato con la mia affermazione.
Avrei dovuto dire "non si dovrebbe, a mia opinione".
Ho preso come valore assoluto una mia fisima, a cui spesso sono il primo a contravvenire, giocando proprio con i titoli.
Per il resto condivido in tutto le tue considerazioni e problematiche, anche se non sarei così categorico sulla definizione di "istinto".
Ciao
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Sherazade
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Iscritto: 08 Gen 2012
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MessaggioInviato: Dom 15 Gen, 2012 10:14 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Mario Zacchi ha scritto:
L’ istinto è la somme di reazioni codificate. Codificate dalla natura (succhiare il latte da piccoli) o dalla forma mentis (premere il pedale del freno di fronte ad un ostacolo). Quindi dietro ciò che ci fa dire “ecco, così va bene” c’ è qualcosa: un bagaglio mentale, a prescindere da come si sia formato.


Sono pienamente d'accordo. Ed hai ragione: la firma non ha un significato pregnante.

Mario Zacchi ha scritto:
Evidentemente ogni spiegazione indirizza. Personalmente non credo troppo che alle foto non si debba mai, assolutamente, unire qualche altro indizio per una comprensione completa. Bisogna vedere qual’ è il proprio scopo nell’ utilizzo delle immagini, perché esso può giustificare determinate scelte. Eppoi che vuol dire esattamente “non si deve” in un ambito creativo? Quale senso ha? Meglio conservare dei buoni margini di libertà.


Anche qui mi trovi d'accordo. Ogni tipo di comunicazione (visiva, verbale, musicale) ha i suoi codici. Personalmente, non credo che l'una abbia bisogno di essere spiegata dall'altra per essere compresa (se un'immagine ha bisogno della parola per essere capita, non funziona); altra cosa è quando i diversi linguaggi si uniscono creando un'unico organismo in cui ogni elemento è complementare all'altro.

Mario Zacchi ha scritto:
Dal punto di vista di un’ aspirazione artistica c' è l’ interlocutore, il quale ha un ruolo. E un ruolo che non è solo quello che gli lasci per gentile concessione. Un ruolo che ti porta, tu lo voglia o no: quello di leggerti "interpretando" la tua comunicazione e il tuo comunicare.


Sono della stessa idea: non esiste arte né forma di comunicazione se dall'altra parte non c'è l'interlocutore che interpreta con la propria sensibilità, la propria forma mentis, la propria visione.


Ultima modifica effettuata da Sherazade il Dom 15 Gen, 2012 10:22 pm, modificato 1 volta in totale
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Sherazade
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Iscritto: 08 Gen 2012
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MessaggioInviato: Dom 15 Gen, 2012 10:18 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Habrahx ha scritto:
Per restare su questa fotografia, il mio interrogativo, che mi pongo spesso anche su altre immagini simili, è: sto osservando un'opera d'arte o uno scatto insignificante (leggi senza nessuna valenza comunicativa)?

Beh, se c'è il trucco e se lo scatto in realtà sia insignificante non sono io a doverlo giudicare.... Non avrei chiesto i vostri commenti, altrimenti. Smile
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Sherazade
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Iscritto: 08 Gen 2012
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MessaggioInviato: Dom 15 Gen, 2012 10:19 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Grazie a tutti! Smile
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Bruja
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MessaggioInviato: Dom 15 Gen, 2012 10:22 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

mcappa ha scritto:
Surprised Surprised Surprised Surprised
Lo so, non si può commentare un'immagine solo con gli emoticon, ma io vorrei commentare i commenti!
Ad un certo punto mi sono arreso; non ce l'ho fatta a leggerli tutti.

Massimo Ciao


Ok! mi associo......

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Sherazade
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MessaggioInviato: Dom 15 Gen, 2012 10:55 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Bruja ha scritto:
Ok! mi associo......

se non ce la fai a leggere quelli degli altri, scrivi semplicemente il tuo.
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Bruja
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MessaggioInviato: Dom 15 Gen, 2012 11:02 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Sherazade ha scritto:
se non ce la fai a leggere quelli degli altri, scrivi semplicemente il tuo.


Non ho lascito commenti miei semplicemente perché non è un genere di foto che mi affascina, quindi non ne ho...
Non mi trasmette nulla, ma ripeto, è solo una questione di gusti.
Dal punto di vista tecnico non ho la competenza per poter giudicare.
Ho iniziato a leggere per vedere se potevo imparare qualcosa.

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mcappa
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MessaggioInviato: Mar 17 Gen, 2012 6:54 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Sherazade ha scritto:
Beh, se c'è il trucco e se lo scatto in realtà sia insignificante non sono io a doverlo giudicare.... Non avrei chiesto i vostri commenti, altrimenti. Smile


Ciao Marina,

Forse sbaglio ma mi sono dato la regola, in questa sezione primi passi, di guardare le immagini sottoposte a commento, poi di leggere i commenti già postati e in ultimo di guardare la galleria personale per avere una visione d'insieme dello scatto.

In questo caso mi è mancato qualcosa, ovvero si è interrotto il filo logico dei commenti, sicuramente inportanti e validi di Giovanni e di Mario e quindi molto pacatamente ho lasciato il mio post.

Per quanto riguarda il tuo scatto potrei dire che non sono riuscito a capirlo molto ne tantomeno a lasciare un mio commento serio e costruttivo; ma io sono un apprendista e mi affido molto ai commenti di altri più esperti di me. Poi se guardi la mia galleria sono maggiormente portato per i paesaggi e quindi con molto meno sensibilità per scatti come i tuoi anche se mi hanno colpito "Un varco" e "Specchio dell'anima" sicuramente molto più di questo.

Il tuo è u modo di intendere la fotografia come strumento comunicativo che mi interessa e quindi guardo con attenzione gli scatti come il tuo.

A presto Ciao

Massimo

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Sherazade
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MessaggioInviato: Gio 19 Gen, 2012 10:36 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

mcappa ha scritto:
Per quanto riguarda il tuo scatto potrei dire che non sono riuscito a capirlo molto ne tantomeno a lasciare un mio commento serio e costruttivo; ma io sono un apprendista e mi affido molto ai commenti di altri più esperti di me. Poi se guardi la mia galleria sono maggiormente portato per i paesaggi e quindi con molto meno sensibilità per scatti come i tuoi anche se mi hanno colpito "Un varco" e "Specchio dell'anima" sicuramente molto più di questo.

Il tuo è u modo di intendere la fotografia come strumento comunicativo che mi interessa e quindi guardo con attenzione gli scatti come il tuo.

A presto Ciao

Massimo

Massimo, ti ringrazio per l'attenzione, che già di per sé è un dono gradito. Quanto al fatto di essere apprendisti, questo non toglie validità alle tue impressioni: magari non sei un esperto di comunicazione visiva o di tecnica fotografica, ma sei comunque una persona che osserva una foto, la ascolta. E se ti dice qualcosa, mi interessa. Non è detto che un principiante non possa avere osservazioni interessanti da fare.
Grazie. Marina
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