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di huncke |
Ven 20 Gen, 2012 6:59 pm |
Viste: 163 |
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Autore |
Messaggio |
huncke utente attivo

Iscritto: 17 Feb 2009 Messaggi: 2841
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Inviato: Ven 20 Gen, 2012 6:59 pm Oggetto: .... |
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Suggerimenti e critiche sempre ben accetti |
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vLuca utente attivo

Iscritto: 17 Gen 2009 Messaggi: 11942
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Inviato: Ven 20 Gen, 2012 7:08 pm Oggetto: |
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Mi sembra un soggetto un po' povero... _________________ Luca
Nokia 5800. Nikon Coolpix L4. Sony RX100. Canon EOS 450D, 10-22 f/3.5-4.5 IS, 18-55 f/3.5-5.6 IS, 50 f/1.8, 55-250 f/4-5.6 IS. |
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Sisto Perina bannato

Iscritto: 16 Giu 2007 Messaggi: 21882
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Inviato: Ven 20 Gen, 2012 8:00 pm Oggetto: |
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Capisco che in una grave crisi economica vi sia bisogno di tagli....ma qui si esagera
non trovo un messaggio che giustifichi questa composizione...almeno non lo vedo io
ciaoo |
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vittorione utente attivo

Iscritto: 30 Giu 2010 Messaggi: 10019 Località: Roma
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Inviato: Ven 20 Gen, 2012 9:29 pm Oggetto: |
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Prima di scrivere un'opinione ho dato un'occhiata agli altri tuoi lavori trovando cose originali e personali anche molto interessanti. Però sinceramente qui anche a me sfugge del tutto l'intenzione e rimango interdetto e senza parole.
Ciao, Vittorio. |
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huncke utente attivo

Iscritto: 17 Feb 2009 Messaggi: 2841
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Inviato: Ven 20 Gen, 2012 10:08 pm Oggetto: |
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interessante come l'interpretazione e il senso (uno dei tanti..) di una foto cresca con i commenti degli osservatori.
- chiusura attività -
non c'é un soggetto, c'era ma se ne sta andando, uscendo dalla foto: dismesso.
- chiusura attività -
non c'é un fuoco preciso, ne una nitidezza particolare.
persino la scritta che dovrebbe codificare é stata tagliata nella parte superiore.
- chiusura attività -
ha ragione vLuca: il soggetto é povero, ci sono tagli come scrive Sisto, e da rimanere interdetti come scrive vittorione: perché la foto non c'é, c'era giusto un'attimo prima, prima che mettessero il cartello, adesso l'attività é chiusa e la costruzione dell'immagine riflette quello che rimane.
grazie per i commenti.
ciaoo |
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Mario Zacchi utente attivo

Iscritto: 07 Giu 2008 Messaggi: 6655
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huncke utente attivo

Iscritto: 17 Feb 2009 Messaggi: 2841
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Inviato: Sab 21 Gen, 2012 9:37 am Oggetto: |
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Mario Zacchi ha scritto: | E invece è interessante e costruita in maniera efficace. |
grazie Mario,
però devi anche spiegare perché
ciaoo |
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Mario Zacchi utente attivo

Iscritto: 07 Giu 2008 Messaggi: 6655
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Inviato: Sab 21 Gen, 2012 1:38 pm Oggetto: |
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Direi che anzitutto c' è una costruzione molto semplice e chiara, diretta, essenziale alla funzione, di immediata lettura, graficamente riuscita senza inciampi. Poi c' è il valore semantico che acquisisce il taglio fotografico. In parte esso ridonda visivamente il rimando della scritta, alludendo ad una saracinesca abbassata. In parte assolve ad una funzione più fine e necessaria alla comunicazione di un significato complessivo non letterale: quella di sciogliere i legami dei vari elementi della foto con riferimenti reali troppo precisi, troppo chiaramente definibili altrimenti, per consentirci di percepire l’ immagine come un momento, come un flash di riflessione figurato.
Il passante (o la passante che sia) può assumere due significati, ad un tempo interscambiabili e conviventi: il protagonista che lascia, che esce di scena, che gli eventi hanno estromesso e che perciò "chiude" (nel senso più ampio del significato). Ovvero può rappresentare un certo fatalismo indifferente attraverso il quale esorcizzare la disgrazia propria ignorando quella degli altri (a volte, però, va detto, accade l’ opposto: l’ esorcismo avviene guardandola, la disgrazia altrui, per confortarci del fatto che non è toccato a noi).
Ciò che in questa foto è interessante, al di là della sua interpretazione letterale, che la potrebbe anche inquadrare come “foto banale”, è da un lato la finalità con la quale l' autore l' ha costruita: egli ha scientemente voluto creare un messaggio e ci è riuscito. Dall‘ altro è il suo valore metaforico che ci suggerisce un’ interpretazione altra che solo letterale e che rapresenta lo scatto che le consente di levarsi dalla banalità dell' interpretazione letterale, appunto.
Pur mantenendo chiarezza nella loro lettura, la costruzione ci propone elementi sufficientemente liberi da riferimenti reali precisi; in questo modo possiamo astrarre se vogliamo, possiamo andare oltre la letteralità guardando al messaggio più generale del fallimento umano e di come esso si colloca rispetto al protagonista, rispetto alla società rappresentata dal passante e rispetto a noi che l’ autore colloca (come sempre in fotografia) nel ruolo di osservatori cui chiede di riflettere e di pronunciarsi.
Tutto a mio parere, naturalmente. _________________ Belle foto. O perlomeno belle idee -> |
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Webmin utente attivo

Iscritto: 16 Ott 2006 Messaggi: 28048 Località: Militello in Val di Catania
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Inviato: Sab 21 Gen, 2012 1:49 pm Oggetto: |
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Mario Zacchi ha scritto: | Direi che anzitutto c' è una costruzione molto semplice e chiara, diretta, essenziale alla funzione, di immediata lettura, graficamente riuscita senza inciampi. Poi c' è il valore semantico che acquisisce il taglio fotografico. In parte esso ridonda visivamente il rimando della scritta, alludendo ad una saracinesca abbassata. In parte assolve ad una funzione più fine e necessaria alla comunicazione di un significato complessivo non letterale: quella di sciogliere i legami dei vari elementi della foto con riferimenti reali troppo precisi, troppo chiaramente definibili altrimenti, per consentirci di percepire l’ immagine come un momento, come un flash di riflessione figurato.
Il passante (o la passante che sia) può assumere due significati, ad un tempo interscambiabili e conviventi: il protagonista che lascia, che esce di scena, che gli eventi hanno estromesso e che perciò "chiude" (nel senso più ampio del significato). Ovvero può rappresentare un certo fatalismo indifferente attraverso il quale esorcizzare la disgrazia propria ignorando quella degli altri (a volte, però, va detto, accade l’ opposto: l’ esorcismo avviene guardandola, la disgrazia altrui, per confortarci del fatto che non è toccato a noi).
Ciò che in questa foto è interessante, al di là della sua interpretazione letterale, che la potrebbe anche inquadrare come “foto banale”, è da un lato la finalità con la quale l' autore l' ha costruita: egli ha scientemente voluto creare un messaggio e ci è riuscito. Dall‘ altro è il suo valore metaforico che ci suggerisce un’ interpretazione altra che solo letterale e che rapresenta lo scatto che le consente di levarsi dalla banalità dell' interpretazione letterale, appunto.
Pur mantenendo chiarezza nella loro lettura, la costruzione ci propone elementi sufficientemente liberi da riferimenti reali precisi; in questo modo possiamo astrarre se vogliamo, possiamo andare oltre la letteralità guardando al messaggio più generale del fallimento umano e di come esso si colloca rispetto al protagonista, rispetto alla società rappresentata dal passante e rispetto a noi che l’ autore colloca (come sempre in fotografia) nel ruolo di osservatori cui chiede di riflettere e di pronunciarsi.
Tutto a mio parere, naturalmente. |
... condividendo le impressioni di Mario, ritengo sia opportuno sottolineare, proprio per la sua irregolarità, la sua capacità di porre lo spettatore in una sorta di condizione d'ascolto: un pò come accade in pubblicità.
Mario _________________ Mario Lisi
"Le interviste di photo4u.it! - Mario Lisi "Webmin" - "Catania in chiaroscuro" - "Street Photography in the World - The Book" - "THE STREET PHOTOGRAPHER BOOK" - "PicsArtist of the Month 12/2014" - "B&W" - "Colors" "Un viaggio nella terra dell'arte e dei sapori" |
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Paolo Dalprato operatore commerciale

Iscritto: 30 Giu 2007 Messaggi: 11375 Località: Monza
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Inviato: Sab 21 Gen, 2012 2:11 pm Oggetto: |
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Ammetto il mio limite, sono riuscito ad apprezzare (e molto) l'immagine solo dopo le spiegazioni dell'autore e il bellissimo, per me, commento di Mario.
Forse inserita in un reportage sarebbe più facile comprenderla? _________________ Uso Canon, Sony, Sigma, Samyang, RawTherapee e GIMP. Ma prima ci sono io.
A chi mi commenta chiedo di guardare le mie foto e criticare quelle, non di dire come le avrebbe fatte lui, non era li e non è me
Quello che faccio ora LA VILLA REALE DI MONZA |
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huncke utente attivo

Iscritto: 17 Feb 2009 Messaggi: 2841
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Inviato: Sab 21 Gen, 2012 6:00 pm Oggetto: |
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Mario Zacchi ha scritto: | Direi che anzitutto c' è una costruzione molto semplice e chiara, diretta, essenziale alla funzione, di immediata lettura, graficamente riuscita senza inciampi. Poi c' è il valore semantico che acquisisce il taglio fotografico. In parte esso ridonda visivamente il rimando della scritta, alludendo ad una saracinesca abbassata. In parte assolve ad una funzione più fine e necessaria alla comunicazione di un significato complessivo non letterale: quella di sciogliere i legami dei vari elementi della foto con riferimenti reali troppo precisi, troppo chiaramente definibili altrimenti, per consentirci di percepire l’ immagine come un momento, come un flash di riflessione figurato.
Il passante (o la passante che sia) può assumere due significati, ad un tempo interscambiabili e conviventi: il protagonista che lascia, che esce di scena, che gli eventi hanno estromesso e che perciò "chiude" (nel senso più ampio del significato). Ovvero può rappresentare un certo fatalismo indifferente attraverso il quale esorcizzare la disgrazia propria ignorando quella degli altri (a volte, però, va detto, accade l’ opposto: l’ esorcismo avviene guardandola, la disgrazia altrui, per confortarci del fatto che non è toccato a noi).
Ciò che in questa foto è interessante, al di là della sua interpretazione letterale, che la potrebbe anche inquadrare come “foto banale”, è da un lato la finalità con la quale l' autore l' ha costruita: egli ha scientemente voluto creare un messaggio e ci è riuscito. Dall‘ altro è il suo valore metaforico che ci suggerisce un’ interpretazione altra che solo letterale e che rapresenta lo scatto che le consente di levarsi dalla banalità dell' interpretazione letterale, appunto.
Pur mantenendo chiarezza nella loro lettura, la costruzione ci propone elementi sufficientemente liberi da riferimenti reali precisi; in questo modo possiamo astrarre se vogliamo, possiamo andare oltre la letteralità guardando al messaggio più generale del fallimento umano e di come esso si colloca rispetto al protagonista, rispetto alla società rappresentata dal passante e rispetto a noi che l’ autore colloca (come sempre in fotografia) nel ruolo di osservatori cui chiede di riflettere e di pronunciarsi.
Tutto a mio parere, naturalmente. |
grazie Mario, per l'articolato commento.
Leggendoti mi viene sempre più da pensare che le foto non appartengono all'autore ma a chi le sa veramente osservare. Efficace lezione di fotografia.
ciaoo  |
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huncke utente attivo

Iscritto: 17 Feb 2009 Messaggi: 2841
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Inviato: Sab 21 Gen, 2012 6:11 pm Oggetto: |
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@ Webmin,
concordo con la tua osservazione che il taglio abbia funzionato come "teaser", non era pensato in quel senso, quanto a sottolineare la drammaticità improvvisa dell'istante dialogando con il senso della parola "chiusura" della scritta.
@ paul_bk,
fa naturalmente parte di un certo numero di foto che ho fatto passegiando di sera per la città, troppo varie per creare un reportage, più interessante mantenerle singolarmente come materia.
grazie
ciaoo 
Ultima modifica effettuata da huncke il Sab 21 Gen, 2012 6:15 pm, modificato 1 volta in totale |
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