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Canon EOS 350D DIGITAL - 200mm
1/160s - f/6.3 - 100iso
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di Paolo Dalprato
Mar 24 Ago, 2010 11:04 pm
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Autore Messaggio
Paolo Dalprato
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MessaggioInviato: Mar 24 Ago, 2010 11:05 pm    Oggetto: Senza Titolo Rispondi con citazione

Suggerimenti e critiche sempre ben accetti
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Uso Canon, Sony, Sigma, Samyang, RawTherapee e GIMP. Ma prima ci sono io.
A chi mi commenta chiedo di guardare le mie foto e criticare quelle, non di dire come le avrebbe fatte lui, non era li e non è me
Quello che faccio ora LA VILLA REALE DI MONZA
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surgeon
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MessaggioInviato: Mer 25 Ago, 2010 1:32 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Con piacere ritorno si di uno scatto di paul_bk.

Iniziamo la lettura dell'informazione materiale: in questa fotografia abbiamo un uomo che cammina si di uno sfondo asfaltato dove sono disegnate delle linee. Si intravede anche una porzione di muro. Degno di attenzione è la modalità semiologica di rappresentazione: l'autore utilizza un campo lungo con una ripresa dall'alto, molto lontana dalla figura umana che viene presentata frontalmente mentre cammina e posizionata sull'estremità sinistra del fotogramma. Questa inquadratura mette in risalto l'aspetto plastico della composizione ed in particolare la qualità delle linee disegnate in bianco sull'asfalto; una prima serie di linee continue e curve con andamento verticale; delle linee continue e rette con andamento a raggiera; serie di linee rette segmentate a formare delle unità, a partenza dal muro e con punta acuta rivolta verso la sinistra della fotografia in direzione dell'uomo. L'uomo viene messo in relazione visiva e di significato con queste geometrie lineari proprio grazie alle scelte specifiche di ripresa fotografica. Un uomo, abbiamo detto, ripreso da molto lontano e dall'alto che non sappiamo chi sia, nè tantomeno la sua storia. Sappiamo solo che sta camminando solo in quella precisa posizione del disegno rappresentato. Il fatto stesso che non si conosca niente della sua individualità, e che si mostri in questo contesto geometrico, ripreso dall'alto quasi a schiacciare la figura stessa, completamente isolato e ridotto ai margini (posizione ai lati dell'inquadratura) indirizza la lettura verso un grado di emblematicità, un livello di universalizzazione della fotografia. Per livello universale intendo che l’uomo di Paul_bk viene colto non per le sue caratteristiche specifiche individuali, bensì per quello che ha di caratteristico in quanto appartenente ad un certo gruppo generico “uomo in stato di solitudine e di emarginazione”. Il contenuto della fotografia non finisce qui: sono da prendere in considerazione i possibili significati plastici delle geometrie disegnate e della loro relazione che assumono con l’uomo. In particolare la prima serie di curve che separa l’uomo dal nucleo rappresentato dalla porzione di muro sulla destra, possono significare una delimitazione, il confine di uno spazio privilegiato e precluso all’uomo. L’ipotesi di barriera emanata dalla figura umana (cambio di prospettiva) nei confronti delle forme appuntite pare poco plausibile in virtù del loro andamento obliquo non inglobante la figura umana stessa. Alle punte acuminate può essere data la valenza di arma, non “offensiva” ma sotto il punto di vista “difensivo” di un certo nucleo rappresentato funzionalmente bene dalla porzione di muraglia che rimanda ad uno spazio off fuori quadro. La formulazione dell’idea centrale dell’autore non appare semplice ma tuttavia è sicuro che deve compiersi ad un livello universale risentendo il meno possibile delle caratteristiche individuanti del fotogramma. Mi verrebbe da dire: “ L’uomo moderno (in relazione ai vestiti dell’uomo) che sta affrontando la vita (intesa nel senso di cammino) si trova “solo” ed “emarginato” (ripresa dall’alto e posizionamento al lato estremo dell’inquadratura e fuori dalle geometrie), nonostante la ”società” in cui vive”: una società privilegiata e pronta a difendersi..” Mi perdoni l’autore se il mio esprimere a parole non corrisponde alle sue intenzioni originali ma il testo visivo sembra parlare così..
Davvero un bel fotogramma questo di Paul-bk, composto con dovizia ed intelligenza, dal sapore life emblematico, che mostra la vita, le relazioni e la solitudine dell’uomo contemporaneo e che si fa icona di un universo umano.

ottimo lavoro
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Paolo Dalprato
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MessaggioInviato: Mer 25 Ago, 2010 2:49 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

surgeon intanto...... wow!!!!
da non streettarolo qual sono non mi aspettavo certo un tuo commento, così lungo poi.... grazie :wink:
Oggi purtroppo non ho molto tempo, però voglio provare a risponderti...
A me ha dato una certa sensazione "interpretativa", ero curioso di vedere se anche ad altri trasmetteva qualcosa ed eventualmente cosa.
Intanto dico che sono molto contento che comunque abbia detto qualcosa anche a te :wink:

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Paolo Dalprato
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MessaggioInviato: Gio 26 Ago, 2010 9:28 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Eccomi qua surgeon...
Questa immagine secondo me racconta di emarginazione, di esclusione. certo in modo abbastanza allegorico.
L'ho visto un pò come una foto su cui qualcuno ha tracciato dei segni come gli schemi che si fanno per le partite, da una parte c'è un uomo dall'altra qualcosa che potrebbe essere "il sistema".
Hai ragione, è importante che l'uomo non sia riconoscibile, lo è per il tipo dii mmagine, lo è per me in quanto non-fotografo di street. Non-fotografo un pò perchè non rientra nelle mie corde il fotografare senza averci pensato , un pò perchè io vivo il fotografare gente sconosciuta senza che loro ne siano consapevoli come una violenza nei loro confronti (attenzione, non sto criticando chi lo fa, sto dicendo come io vivo una cosa simile, non sto dicendo io sono bravo quelli che fanno street sono cattivi), per cui le mie foto strreet sono foto dove il soggetto diventa irriconoscibile oppure sono in contesti particolari dove è lo stesso soggetto che coscientemente si espone e "fa" spettacolo (come in questa) anche se evidentemente non è in posa per me.
Queste sono più o meno le premesse, tornando all'immagine, provo a dire cosa ci ho visto, ho visto a destra qualcosa di solido e chiuso, ho visto un elemento estraneo sul lato opposto, ho visto delle geometrie che mi sembravano raccontare la reazione che un sistema chiuso e forte ha verso l'elemento estraneo, tracciare delle barriere per tenere lontano quell'elemento estraneo, preparare una difesa prima ancora di sapere se quell'elemento estraneo intende avvicinarsi oltrepassando le barriere.
L'elemento estraneo può essere qualsiasi cosa, l'immigrato (come era probabilmente in questo caso), l'omosessuale, il povero, insomma il diverso, quello che non è parte della maggioranza, silenziosa o urlante che sia, e che la stessa maggiornaza tiene il più lontano possibile, tiene ai margini.
Sì lo so possono sembrare quasi seghe mentali e forse lo sono, però è quello che a me ha "detto" questa immagine e che ho provato ad sottolineare andando in pp ad evidenziare le geometrie bianche, cercando di non farle sembrare artificiosamente esaltate. L'ho pubblicata in primis per provare a vedere se trasmetteva ad altri la stessa sensazione che ha dato a me e poi a vedere se comunque qualcosa trasmetteva.
[/i]

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surgeon
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MessaggioInviato: Gio 26 Ago, 2010 12:32 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Citazione:
Eccomi qua surgeon...
Questa immagine secondo me racconta di emarginazione, di esclusione. certo in modo abbastanza allegorico.
L'ho visto un pò come una foto su cui qualcuno ha tracciato dei segni come gli schemi che si fanno per le partite, da una parte c'è un uomo dall'altra qualcosa che potrebbe essere "il sistema".
Hai ragione, è importante che l'uomo non sia riconoscibile, lo è per il tipo dii mmagine, lo è per me in quanto non-fotografo di street. Non-fotografo un pò perchè non rientra nelle mie corde il fotografare senza averci pensato , un pò perchè io vivo il fotografare gente sconosciuta senza che loro ne siano consapevoli come una violenza nei loro confronti (attenzione, non sto criticando chi lo fa, sto dicendo come io vivo una cosa simile, non sto dicendo io sono bravo quelli che fanno street sono cattivi), per cui le mie foto strreet sono foto dove il soggetto diventa irriconoscibile oppure sono in contesti particolari dove è lo stesso soggetto che coscientemente si espone e "fa" spettacolo (come in questa) anche se evidentemente non è in posa per me.
Queste sono più o meno le premesse, tornando all'immagine, provo a dire cosa ci ho visto, ho visto a destra qualcosa di solido e chiuso, ho visto un elemento estraneo sul lato opposto, ho visto delle geometrie che mi sembravano raccontare la reazione che un sistema chiuso e forte ha verso l'elemento estraneo, tracciare delle barriere per tenere lontano quell'elemento estraneo, preparare una difesa prima ancora di sapere se quell'elemento estraneo intende avvicinarsi oltrepassando le barriere.
L'elemento estraneo può essere qualsiasi cosa, l'immigrato (come era probabilmente in questo caso), l'omosessuale, il povero, insomma il diverso, quello che non è parte della maggioranza, silenziosa o urlante che sia, e che la stessa maggiornaza tiene il più lontano possibile, tiene ai margini.
Sì lo so possono sembrare quasi seghe mentali e forse lo sono, però è quello che a me ha "detto" questa immagine e che ho provato ad sottolineare andando in pp ad evidenziare le geometrie bianche, cercando di non farle sembrare artificiosamente esaltate. L'ho pubblicata in primis per provare a vedere se trasmetteva ad altri la stessa sensazione che ha dato a me e poi a vedere se comunque qualcosa trasmetteva.
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Sono felice che la mia lettura rispecchi la tua idea. Il messaggio che hai voluto esprimere attraverso il linguaggio fotografico è arrivato grazie alla tua diligenza nello scrivere un testo visivo efficace nei suoi elementi strutturali.
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