Autunno n°4 |
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Canon EOS 450D - 65mm
1/200s - f/5.0 - 1600iso
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Autunno n°4 |
di vLuca |
Lun 02 Nov, 2009 6:01 pm |
Viste: 376 |
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Autore |
Messaggio |
vLuca utente attivo

Iscritto: 17 Gen 2009 Messaggi: 11942
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Inviato: Sab 07 Nov, 2009 12:30 am Oggetto: Autunno n°4 |
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Suggerimenti e critiche sempre ben accetti _________________ Luca
Nokia 5800. Nikon Coolpix L4. Sony RX100. Canon EOS 450D, 10-22 f/3.5-4.5 IS, 18-55 f/3.5-5.6 IS, 50 f/1.8, 55-250 f/4-5.6 IS. |
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giorgio non più registrato
Iscritto: 17 Nov 2005 Messaggi: 712
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Inviato: Dom 22 Nov, 2009 12:46 pm Oggetto: |
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Vi sono antiche tecniche d'incisione del rame che, derivate dalla cedevolezza di quel metallo, innescano nell' intimo delle linee di procurata frattura una sorta di trina coloristica tenuissima, eppur emozionalmente forte. In tal senso - qual fosse una sorta di prodotto di quelle tecniche è non una fotografia - la parte superiore della tua immagine rivela un' eccezionale forza narrativa, la cui bella e complessa lettura s'accompagna all'osservazione d'una tenuità emozionata d'una linea coloristica davvero esemplare. Affascinante. |
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vLuca utente attivo

Iscritto: 17 Gen 2009 Messaggi: 11942
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Inviato: Ven 01 Gen, 2010 6:55 pm Oggetto: |
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Ciao Giorgio.
Grazie del commento fin troppo favorevole
Perdonami se ti rispondo così in ritardo.
Auguri di buon anno. _________________ Luca
Nokia 5800. Nikon Coolpix L4. Sony RX100. Canon EOS 450D, 10-22 f/3.5-4.5 IS, 18-55 f/3.5-5.6 IS, 50 f/1.8, 55-250 f/4-5.6 IS. |
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giorgio non più registrato
Iscritto: 17 Nov 2005 Messaggi: 712
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Inviato: Ven 01 Gen, 2010 9:43 pm Oggetto: |
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vLuca ha scritto: | ...commento fin troppo favorevole .. |
No. Semmai è riprovevole: per la concisività - che qui appena appena dilaterò - del giudizio sulla subitanea "intentio" che t'ha condotto meravigliosamente lungo l'impervia via della comunicazione artistica. Che il mezzo usato sia stato elementare (compattina) poco importa - si conoscono eccelse opere realizzate con materiali poverisssimi -. Vero è che due raffinati critici d'arte, andando in diverso avviso l'un dall'altro, sostennero: l'uno (Carlo Ludovico Ragghianti), esser il "furto" del "vero" nella sua stupefatta essenzialità - o il "presentimento" di quello - episodio "esemplare", epperò unico; l'altro (Giulio Carlo Argan), quel "furto" esser sempre frutto della "professionalità", che "istruisce" nei modi di produzione artistica, onde il "discente" possa, alla fine, intender dell' "Arte" il senso e rappresentarlo. Ove si vede che l' "impromptu" - "il gesto subitaneo", privo di scienza tecnicale ed espressiva", insomma - sarebbe necessariamente privo d'arte (Argan), o, pur se occasionalmente, riconoscibile in quella (Ragghianti). Ma, sul punto, il dibattito fra noi del "mestiere" è furioso e, forse, necessariamente inconcludente. Ritenendo, comunque, che l'Arte sia quel "dasein" del "vero" ("esserci dell'ente", direbbe l'Heidegger), apparente e scomparente sulla linea dell'orizzonte della conoscenza, non mi stupisce affatto - non conoscendo qualsissia tua altra opera fotografica - che questa fotografia possa esemplificare un momento particolare ed irripetibile della tua espressività. Resta che nella foto si legge, partendo dal suo centro e risalendo all'apice, la narrazione di un evento che s'incentra ed esalta nella tenuità coloristica e formale, e, nel suo terzo inferiore, un momento palinodico, ove la descrittività ambientale subisce uno "smarrirsi" nel fantastico e "accennato", con un bokeh delicato del fondo boschivo, denso di richiami mnestici. L'immagine tua mostra l'intimità nobilissima - non più che intesa nella sua essenzialità compositiva - del continuo fluire della vita fra il sogno e la realtà; e tu, di ciò, dai un segno ammirevole. |
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