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				|  Inviato: Lun 05 Ago, 2013 6:08 pm    Oggetto: Di troppo.. anch'io ero di troppo |   |  
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				|  Inviato: Lun 05 Ago, 2013 6:09 pm    Oggetto: |   |  
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				|  Inviato: Lun 05 Ago, 2013 6:10 pm    Oggetto: |   |  
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				|  Inviato: Lun 05 Ago, 2013 6:11 pm    Oggetto: |   |  
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		| HiGiò utente attivo
 
  
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				|  Inviato: Lun 05 Ago, 2013 6:36 pm    Oggetto: |   |  
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 |  
				| Eravamo un mucchio di esistenti impacciati, imbarazzati da noi stessi, non avevamo la minima ragione d'esser lì, né gli uni né gli altri, ciascun esistente, confuso, vagamente inquieto, si sentiva di troppo in rapporto agli altri. Ed io, - fiacco, illanguidito, osceno, digerente, pieno di cupi pensieri- anch'io ero di troppo. Fortunatamente non lo sentivo, più che altro lo comprendevo, ma ero a disagio perchè avevo paura di sentirlo. Pensavo vagamente di sopprimermi, per annientare almeno una di queste esistenze superflue. Ma la mia stessa morte sarebbe stata di troppo. Di troppo il mio cadavere, il mio sangue su quei ciottoli, tra quelle piante, in fondo a quel giardino sorridente. E la carne corrosa sarebbe stata di troppo nella terra che l'avrebbe ricevuta, e le mie ossa, infine, ripulite, scorticate, nette come denti, sarebbero state anch'esse di troppo: io ero di troppo per l'eternità. La Nausea, Jean-Paul Sartre
 
 Accorgersi che la realtà è opprimente e ci soffoca,
 che le cose, come macigni, gravano su di noi.
 Poi pensare che tutto ciò è assolutamente gratuito e non ha alcun motivo di esistere.
 Sentire ciò che ti sta attorno come di troppo, le cose, le persone e persino te stesso.
 Sentire tutta addosso la pesantezza dell'esistere e della sua completa inutilità.
 Questa è la Nausea.
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		| huncke utente attivo
 
  
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				|  Inviato: Lun 05 Ago, 2013 9:09 pm    Oggetto: |   |  
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				|  	  | HiGiò ha scritto: |  	  | Eravamo un mucchio di esistenti impacciati, imbarazzati da noi stessi, non avevamo la minima ragione d'esser lì, né gli uni né gli altri, ciascun esistente, confuso, vagamente inquieto, si sentiva di troppo in rapporto agli altri. Ed io, - fiacco, illanguidito, osceno, digerente, pieno di cupi pensieri- anch'io ero di troppo. Fortunatamente non lo sentivo, più che altro lo comprendevo, ma ero a disagio perchè avevo paura di sentirlo. Pensavo vagamente di sopprimermi, per annientare almeno una di queste esistenze superflue. Ma la mia stessa morte sarebbe stata di troppo. Di troppo il mio cadavere, il mio sangue su quei ciottoli, tra quelle piante, in fondo a quel giardino sorridente. E la carne corrosa sarebbe stata di troppo nella terra che l'avrebbe ricevuta, e le mie ossa, infine, ripulite, scorticate, nette come denti, sarebbero state anch'esse di troppo: io ero di troppo per l'eternità. La Nausea, Jean-Paul Sartre
 
 
 Accorgersi che la realtà è opprimente e ci soffoca,
 che le cose, come macigni, gravano su di noi.
 Poi pensare che tutto ciò è assolutamente gratuito e non ha alcun motivo di esistere.
 Sentire ciò che ti sta attorno come di troppo, le cose, le persone e persino te stesso.
 Sentire tutta addosso la pesantezza dell'esistere e della sua completa inutilità.
 Questa è la Nausea.
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 certo poi sartre non si fermavi qui... e proseguiva verso una presa di coscienza esistenziale che portava alla scelta e all'impegno politico...
 
 la serie mi piace per come le composizioni interpretano, seguendo il filo della tua narrazione, il doloroso schiudersi della coscienza.
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		| HiGiò utente attivo
 
  
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				|  Inviato: Mar 06 Ago, 2013 1:56 am    Oggetto: |   |  
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				|  	  | huncke ha scritto: |  	  | certo poi sartre non si fermavi qui... e proseguiva verso una presa di coscienza esistenziale che portava alla scelta e all'impegno politico... 
 la serie mi piace per come le composizioni interpretano, seguendo il filo della tua narrazione, il doloroso schiudersi della coscienza.
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 Grazie huncke per il tuo commento.
 Si, Sartre non si fermava certo qui ma la Nausea
 caratterizza un periodo importante nella sua filosofia.
 Le composizioni, volutamente chiuse e soffocanti,
 vorrebbero essere lo specchio della visione di un reale,
 quella sartriana, che opprime l'uomo il quale comprende
 che ogni cosa È nel mondo ed è nel mondo assolutamente gratuita.
 Grazie ancora,
 Ciao
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		| nerofumo utente attivo
 
  
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				|  Inviato: Mar 06 Ago, 2013 10:00 am    Oggetto: |   |  
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 |  
				| Argomentazioni introspettive e cervellotiche a corredo di una serie di immagini ai limiti dell'astrattismo. I soggetti umani hanno una consistenza ectoplasmatica quasi a rimarcare un senso di vacuità e fuggevolezza di quegli attimi di vita, metafore attente  della misera condizione umana. _________________
 Non mi prenderete mai.
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		| HiGiò utente attivo
 
  
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				|  Inviato: Mar 06 Ago, 2013 1:48 pm    Oggetto: |   |  
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				|  	  | nerofumo ha scritto: |  	  | Argomentazioni introspettive e cervellotiche a corredo di una serie di immagini ai limiti dell'astrattismo. I soggetti umani hanno una consistenza ectoplasmatica quasi a rimarcare un senso di vacuità e fuggevolezza di quegli attimi di vita, metafore attente  della misera condizione umana. | 
 
 Grazie neroprofumo per il tuo commento
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		| vittorione utente attivo
 
  
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				|  Inviato: Ven 09 Ago, 2013 10:28 am    Oggetto: |   |  
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 |  
				| Tralascio i riferimenti letterari che personalmente trovo alquanto forzati. Trovo l'idea fotografica interessante nell'insieme, ma secondo me da ampliare come consistenza e riconsiderare in alcuni aspetti: 1. la foto che usi come apertura mantiene la riconoscibilità del soggetto che quindi assume un altro ruolo e pone la foto su un diverso piano di lettura rispetto al sostanziale astrattismo delle successive; 2. in una serie numericamente così ridotta a me sembra convivano male due foto tanto simili per impostazione, composizione e componenti tonali in campo come la ...52 e la ...53.
 Come elemento di rifinitura in foto con ampie campiture chiare lungo i margini il famoso filo nero tutto attorno contribuisce a staccare meglio.
 
   _________________
 Nessuna "Verità", solo opinioni personali, al massimo spunti di riflessione.
 Vittorio
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		| Sisto Perina bannato
 
  
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				|  Inviato: Ven 09 Ago, 2013 10:35 am    Oggetto: |   |  
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 |  
				| Riallacciandomi al commento di Vittorio trovo pure io interessante il percorso sperimentale che si può riconoscere in queste immagini... Prediligo però quell'attimo di miglior definizione dei tratti somatici del soggetto che l'immagine d'apertura offre...
 Le altre, per mio gusto personale, sono troppo criptiche ma ammetto che stimolano l'interpretazione personale...
 
 ciaoo
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		| HiGiò utente attivo
 
  
 Iscritto: 01 Ago 2009
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				|  Inviato: Ven 09 Ago, 2013 12:05 pm    Oggetto: |   |  
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 |  
				| Grazie a vittorioneroma2 e Sisto Perina. La serie è ancora allo stato di idea e ammetto che va limata e ampliata, quindi grazie ancora dei vostri consigli.
 Ciao
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		| Mr_White utente attivo
 
  
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				|  Inviato: Lun 12 Ago, 2013 3:11 pm    Oggetto: |   |  
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 |  
				| Siamo al di là di un vetro, separati dalle le vite degli altri, che osserviamo senza parteciparvi. 
 La condensa che deforma e oscura la nostra percezione è un'intellettualismo esasperato ai limiti della sterilità.
 
 Scambiamo la mappa per il territorio, in un'esplorazione che è completamente interiore, al di qua del vetro.
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 Alberto P.  "Mr.White" - http://www.7design.it
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		| HiGiò utente attivo
 
  
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				|  Inviato: Mar 13 Ago, 2013 11:57 pm    Oggetto: |   |  
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				|  	  | Mr_White ha scritto: |  	  | Siamo al di là di un vetro, separati dalle le vite degli altri, che osserviamo senza parteciparvi. 
 La condensa che deforma e oscura la nostra percezione è un'intellettualismo esasperato ai limiti della sterilità.
 
 Scambiamo la mappa per il territorio, in un'esplorazione che è completamente interiore, al di qua del vetro.
 | 
 
 Grazie del commento. Ritrovo nelle tue parole molti dei concetti che mi hanno spinto a fotografare.
 Ciao
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		| S8un3no utente
 
  
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				|  Inviato: Mar 20 Ago, 2013 12:42 pm    Oggetto: |   |  
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				| Una bella idea... che spero di vedere anche completata (visto che, da quanto ho letto, è nelle tue intenzioni continuare a svilupparla  ) 
 Anche io preferisco l'immagine di apertura dove i tratti della persona inquadrata sono (più o meno) riconoscibili. Ma non mi dispiacciono a fatto nemmeno tutte le altre, molto più astratte.
 Bello il bianco e nero!
 
 Bravo!
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		| gianniquaresima utente
 
 
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				|  Inviato: Gio 22 Ago, 2013 9:20 pm    Oggetto: |   |  
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				| Caro HiGIò te sei della città del più grande fotografo del mondo  Il vetro è bella idea ma i soggetti che mi convincono un pò sono solo i primi due. Bel testo associato di Sartre, ma preferisco che siano le immagini da sole che mi diano le giuste emozioni, ( nauseanti o idilliache che siano ), in fatto di fotografia a volte associazioni tra immagini e testi sono solo forzature
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 "Non bisognerebbe parlare di una foto ma guardarla. E. Erwitt"
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