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SONY DSLR-A700 - 80mm
1/250s - f/6.3 - 200iso
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di siccume |
Mar 02 Nov, 2010 5:07 pm |
Viste: 217 |
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Autore |
Messaggio |
siccume nuovo utente
Iscritto: 15 Ott 2008 Messaggi: 44 Località: lentini
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Inviato: Mar 02 Nov, 2010 5:07 pm Oggetto: .... |
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uno scatto al volo senza nessuna pretesa.... _________________ ""Il difetto di un uomo è l'abitudine.Il pregio...saperla superare"": Rini Sentetia |
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miclab utente attivo

Iscritto: 16 Mgg 2007 Messaggi: 1902
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Inviato: Mar 02 Nov, 2010 5:09 pm Oggetto: |
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Una Immagine con una forza espressiva eccezionale.
Le sbarre in primo piano e la persona in atteggiamento atterrito...
Non posso che applaudire.
Ciao Michele. _________________ Nikon D90
18 55 VR, 70 -300 VR e 35 f 1.8 |
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surgeon utente attivo

Iscritto: 20 Lug 2008 Messaggi: 3002 Località: Pistoia
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Inviato: Mar 02 Nov, 2010 8:25 pm Oggetto: |
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La transfuocatura del primo piano rappresenta il catalizzatore iniziale per la reazione emotiva dello spettatore, e dà il via ad una catena di successive reazioni a cui partecipano enzimaticamente il soggetto umano e la sua peculiare postura. L'autore gioca sull'opacità della fotografia, sulla natura riflessiva del segno. Ci troviamo davanti ad un’ artificio visivo che ci proietta in un nuovo stato mentale. Le sbarre metalliche sfuocate del cancello in primo piano, creano una separazione mentale fra due spazi virtuali, quello che ospita l'uomo di colore, ripiegato su se stesso, in atteggiamento di silenziosa chiusura, di barriera, di isolamento, e quello altrettanto silenzioso dell'autore. Una specie di barriera questo cancello sfuocato, al di là del quale l'autore si trova a suo agio, in una dimensione distaccata, dove si può non essere "interrogati". Rimaniamo spettatori indisturbati, completamente immersi in questo stato d'animo di sconforto, di desolazione, di abbattimento interiore. In questa istantanea non vi è scambio, non c'è volontà da parte del giovane ragazzo di colore sia di “guardare” sia di “essere guardato”, semplicemente diviene l'oggetto inconsapevole di uno sguardo distaccato. Le sbarre diventano il motivo per sentirsi protetti e distaccati da una dimensione estranea, da una situazione sociale che appare diversa, e al tempo stesso tengono imprigionato nel suo isolamento scorato, senza speranze, il giovane ragazzo di colore, come se fosse “intrappolato” in un contesto estraneo alla sua cultura nativa. Acuto e piacevole quindi il gioco che si crea fra i vari spazi divisi dalle sbarre, un tentativo di conciliazione fra il piacere di guardare la scena che si presenta davanti agli occhi, la volontà di un’introspezione riflessiva e il sorgere di uno stato d’animo di sconforto. Un piacevole e silenzioso "effetto soggetto" che attribuisce al testo la legittimità e la psicologia del suo autore. Il soggetto umano appare un po’ troppo centrale e la conversione in bianco e nero deve essere ottimizzata. |
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backlighteye utente attivo

Iscritto: 01 Mar 2006 Messaggi: 1220 Località: Roma
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Inviato: Mer 03 Nov, 2010 12:53 pm Oggetto: |
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Non mi piace. oh! non te la prendere ma proprio non mi piace.
La trovo un po' banale, un po' storta, un po' grigia. Le sbarre così posizionate, mi "impallano la visuale". Dietro il soggetto, il regazzo seduto, c'è un edificio comunque in lontananza che non fornisce alcuna nota claustrofobica che forse avrebbe motivato un minimo queste sbarre.
Sempre ste benedette sbarre non provano nenache a giocare il loro ruolo con delle geometrie interessanti, delle texture, o quant'altro sia in grado di filtrare in modo fruttuoso, originale e/o interessante la realtà "dall'altra parte": vedo solo un puzzle storto e scomposto.
Insomma, c'è un uomo di colore seduto con il capo chino al di la di una cancellata.....e poi?
E' successo qualcosa? sta per succedere?....bhò....
Ciao e scusa ancora. |
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