257-portanuova003 |
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257-portanuova003 |
di panka |
Lun 06 Set, 2010 8:56 am |
Viste: 493 |
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Autore |
Messaggio |
panka utente

Iscritto: 01 Apr 2007 Messaggi: 113
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Inviato: Lun 06 Set, 2010 8:57 am Oggetto: 257-portanuova003 |
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Kiev60 + 50mm Flektogon + tmax400 _________________ CIAO
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Ueda non più registrato
Iscritto: 13 Dic 2007 Messaggi: 6444
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Inviato: Mar 07 Set, 2010 7:38 pm Oggetto: |
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Secondo il mio punto di vista, trovo la composizione troppo carica di elementi al quale è facile cadere in errori di posizionamento...sia sul bordo superiore che su quello inferiore...
Un ragazzo che sembra imprigionato dal sistema rapace dei palazzinari, una città che non si può definire alla sua portata.
Rappresentazione che risulta fin troppo convincente nel mostrare un tessuto urbano in continuo movimento, e dove il protagonista sembra di passaggio e incurante di quello che succede alle sue spalle...
Scena interessante  |
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panka utente

Iscritto: 01 Apr 2007 Messaggi: 113
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Inviato: Mar 07 Set, 2010 11:36 pm Oggetto: |
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grazie del commento, istruttiva la parte sulla composizione! _________________ CIAO
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surgeon utente attivo

Iscritto: 20 Lug 2008 Messaggi: 3002 Località: Pistoia
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Inviato: Mar 14 Set, 2010 9:22 pm Oggetto: |
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Il fotogramma di Panka ci presenta un giovane ragazzo che cammina spedito lungo un marciapiede urbano a ridosso di una strada a scorrimento veloce. Davanti a lui, una ringhiera metallica sopra un muro di delimitazione di un sottopassaggio con scale, ed una transenna di metallo in primo piano. Nei piani che recedono abbiamo macchine parcheggiate, palazzi in costruzione con le relative gru. L’autore utilizza un campo lungo riprendendo la figura intera, ben identificabile, del giovane, nel centro del frame, e frapponendo tutte le strutture metalliche tra lui e lo spettatore. Il muro di delimitazione viene mostrato parzialmente mettendo in evidenza scritte e loghi. Rilevante è lo sguardo in camera del giovane che instaura un discorso visivo a “tu per tu” con l’osservatore , che viene così chiamato direttamente in causa. Appare subito evidente la reticenza visiva messa in scena, che tende a separare ulteriormente il mondo del giovane ragazzo con quello dello spettatore: la fitta ringhiera di metallo e soprattutto la grossa ed obliqua transenna di metallo creano una separazione fisica fra noi spettatori esterni e il ragazzo cha appare come imprigionato irrimediabilmente. Il limite superiore della fitta ringhiera cade proprio sulla bocca del personaggio sospendendo e bloccando un discorso visivo, lasciando lo spettatore libero di concluderlo a suo piacimento. Si crea così un’ amplificazione di significato degna di nota: la sottrazione iconica unita alla reticenza di quella bocca crea ulteriore significato: quel giovane ragazzo isolato, imprigionato, cerca di comunicare inutilmente con la parola, forse di aiuto, forse di rivolta a cui, le scritte del muro sottostante, forse possono dare il senso di una generazione ribelle. Una generazione che non riesce a stare al passo delle modificazioni di una città in fortissima espansione e alla sua avida fagocitosi di spazi vitali. Rimane il dialogo intimo e silenzioso di quegli’occhi , che riflettono la consapevolezza di altro, di denuncia, che riesce a trapassare gli ostacoli di contatto per approdare diretti a noi. Un fuori campo denso di significato che si introflette dal fotogramma e ci coinvolge mentalmente.
Un ottimo lavoro |
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panka utente

Iscritto: 01 Apr 2007 Messaggi: 113
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Inviato: Mer 15 Set, 2010 7:57 pm Oggetto: |
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grazie del commento! incantato. _________________ CIAO
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