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Commenti da edgar
Commenti alle foto che gli utenti sottomettono alla critica
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Commenti
..gap generazionale..
..gap generazionale.. di gps73 commento di edgar

Habrahx ha scritto:
Prendo atto ma permettimi di non essere d'accordo con la tua osservazione.
Innanzitutto l'oggettività in fotografia sarebbe tutta da definire; per es. in questa affermi che si assiste al "dramma" della vita piuttosto che all'infanzia.
Ebbene cosa ti fa pensare che la vita, nel contesto presentato, sia un dramma?
La presenza di un anziano?
Ma un anziano non è mai un dramma, piuttosto un completamento, quando presentato di fronte ad una giovane vita; completamento inteso nel senso di circolo, conclusione.
Ma ammettendo che anche questa considerazione rientri nel mondo concettuale personale, resta da definire il rapporto fra chi presenta la fotografia e chi ne fruisce.
Questo rapporto può essere incanalato in una visione univoca, quindi oggettivamente valida per tutti gli osservatori; fattore che per comodità possiamo chiamare anche coerenza?
Io penso di no; e questa differenza di veduta, che esula dal gusto personale, nel rispetto dei lavori altrui, quando c'è merita di essere espressa.
Naturalmente restando nella masima onestà intellettuale.
Giovanni


Ciao Giovanni, ho letto e riletto con molta attenzione il tuo intervento e le tue motivazioni. E' un intervento attento e analitico e merita assolutamente una risposta altrettanto meditata.

La ragione per cui ho attribuito al ritratto una valenza drammatica e per cui ho dato priorità al "dramma della vita" come centro d'interesse della foto, rispetto al semplice tema dell'infanzia, è intimamente legato all'espressività dei personaggi.

Per spiegarmi meglio ti racconto qual è stato il cammino analitico che ho effettuato quando ho esaminato la foto e quando poi ho scritto il commento. Al primo esame si è presentato un ritratto che mostra un bimbo e una persona anziana (nel racconto fotografico: "il nonno") in relazione tra loro.

La prima lettura che automaticamente mi è venuta in mente è quella tenera e gioiosa dell'infanzia, potenziata dall'affetto della generazione più anziana che fa da contraltare. Questo è il primo livello di lettura.

Poi c'è un secondo livello di lettura che è emerso: legato prima di tutto all'espressione del bimbo: lui guarda nella direzione del futuro con una specie di smorfia preoccupata, con il visino contratto e non con un sorriso felice. Mostra preoccupazione di fronte e qualcosa, che noi non conosciamo, ma che compositivamente parlando, ci parla del "futuro".
Contemporaneamente il nonno - nel cui atteggiamento si legge l'affetto verso il piccolo nipotino - con il viso vicino al suo gli sussurra all'orecchio parole di conforto, di consolazione.

Questi atteggiamenti sono moto evidenti e "forti" nello scatto e sono posti tra loro in relazione così stretta e consequenziale, che non possono essere ignorati nel costruire l'analisi del "racconto".

Come sempre capita anche in un racconto teatrale, la presenza degli attori di per sè non giustifica e non racconta la storia; ciò che racconta sono gli atteggiamenti e le posture, che nascono a teatro proprio dal fatto che gli attori devono sapere "perchè" sono in scena e "che cosa" devono fare.

In fotografia è un po' la stessa cosa; forse a volte gli attori sono meno consapevoli che a teatro (soprattutto nella foto "Candid"), ma i loro atteggiamenti, le posture in cui vengono colti e la relazione che si instaura tra loro sono gli elementi che più concretamente "raccontano".

Questa è la ragione per cui ho sottolineato l'aspetto del dramma e non certo perché nell'inquadratura ci sia una persona anziana; certamente essere anziani non è un dramma, è una fase della vita. Semplicemente si tratta di un diverso livello di lettura, riferito alla "recitazione" dei personaggi, piuttosto che alla loro semplice presenza.

Ciao a grazie per i tuoi interventi, sempre moto attenti e approfonditi.

EDgar
La posa delle reti
La posa delle reti di WillyTheDog commento di edgar

Habrahx ha scritto:
Anche per me una buona fotografia; a mio parere però la lingua di terra a destra poteva essere omessa, mentre a sinistra avresti dovuto lasciare più aria. Insomma, ci sarebbe voluta una leggera rotazione a sinistra.
Ciao


Giusta osservazione, condivido totalmente.

All'occhio (molto) attento di Giovanni nulla sfugge!

EDgar
SILENT
SILENT di Bee2013 commento di edgar

Bee2013 ha scritto:
Ahahaha grazie collega per ora faccio cio`che posso, prox corteggio una mia amica che ha una reflex Nikon e non la usa Very Happy



Mi devo preoccupare?

Fino ad oggi tu e Ale, disponendo solo di una compatta, avete prodotto foto molto originali e personali.

Non è che poi con la Reflex vi parte l'embolo della tecnologia fotografica Corpi e mi diventate meno spontanee ??? Mmmmm Mmmmm

Dite subito: NO CAPO GIURO!!!
SILENT
SILENT di Bee2013 commento di edgar

alexab ha scritto:
Bee... la bellezza della tua fantasia e creatività a volte supera la bellezza delle tue foto....rendendole belle comunque!!!!
Ale



Dopo aver sprecato 20 minuti a scrivere il commento precedente, mi sono reso conto che Ale con una riga ha espresso molto meglio di me (e prima) lo stesso concetto ...

Surprised

EDgar
SILENT
SILENT di Bee2013 commento di edgar

Che dire Bee, hai un approccio alla fotografia, come anche la tua Socia alexab, che sconcerta; e che rende a volte difficile il commento (ma questa non è una colpa .... è un merito !!!) perchè è parecchio fuori dagli schemi abituali.

In questo scatto ad esempio non c'è una regola di "normale" fotografia che sia stata rispettata: il soggetto (gli alberi) sono sottoesposti e coperti dalla cancellata; la cancellata è ripresa dal basso e le sbarre salgono convergenti; il fregio arrugginito in basso a sinistra è sfocato, come del resto un po' tutto il cancello; l'immagine dà un po' l'impressione di essere stata scattata camminando senza fermarti ...

.... eppure incredibilmente funziona.

Funziona perchè sei riuscita a creare un'atmosfera; un'atmosfera che definirei di triste abbandono. Il cancello scrostato, le piante scure e coperte dalle sbarre, la sensazione di chiusura e di tempo trascorso immobile ... tutto conduce il racconto verso questo triste, silenzioso abbandono.

Se l'estetica in senso stretto di questo scatto è "brutta", il racconto che ne emerge è una storia fotografica densa e coerente con il linguaggio utilizzato.

Bene bene.

EDgar
La posa delle reti
La posa delle reti di WillyTheDog commento di edgar

E' uno scatto di reportage dotato di un notevole equilibrio e di molta classe.

La composizione è semplice e si basa sulla successione seriale delle reti, "appoggiate" sul piano costituito dalla superficie del mare piatta, ma finemente increspata.

Oltre a questo e a uno sprazzo di battigia che serve ad "ancorare" la scena a terra, solo l'immagine piccola ed elegante del pescatore che rema, posto esattamente dove la regola dei terzi dice che dev'essere.

Naturalmente l'orizzonte è stato fortemente decentrato per valorizzare la superficie de mare.

Ottima prova, semplice e molto evocativa.

EDgar
Solidità
Solidità di coccomaria commento di edgar

Uno scatto "programmatico", che si propone di astrarre una caratteristica da un determinato oggetto ripreso.

Il commento che mi viene in mente guardando lo scatto è che non basta riprendere un oggetto che abbia un determinato attributo, per avere la certezza di essere riusciti a rappresentarlo, a esemplificarlo.

In questo caso avevi in mente di indurre la sensazione di solidità fotografando una casa di solida pietra, ma questo non è sufficiente. Chi vede la foto pensa invece a una casa di pietra; punto e basta. Per fare in modo che l'osservatore faccia un'astrazione ed "estragga" dalla massa fisica della casetta di pietra il concetto di solidità e lo faccia diventare prioritario rispetto alla casa stessa, bisogna "guidare" il cammino visivo sottolineando opportunamente il concetto che vogliamo proporre.

Ad esempio usando un punto di ripresa particolare, magari raso terra, verso l'alto, vicino ad un angolo, con una grossa pietra in primo piano; in modo che la prima impressione sia quella della "massa", della solidità e che solo dopo l'osservatore realizzi che sì, alla fine è la pietra angolare di una robusta casupola di campagna.

Oppure usando una illuminazione adatta, ad esempio una bella luce radente sulla pietra in modo da esaltarne la matericità.

O ancora una miscela delle due cose.

Quello che invece non funziona è una semplice e banale ripresa "documentaristica" della casa, tra l'altro effettuata con una sovraesposizione delle pietre che la rende ancora più scialba.

Ti suggerisco, se ne hai la possibilità di tornare sul posto e di tentare tutta una serie di inquadrature, sfruttando bene la luce (aspettando magari l'ora giusta per averla davvero bella) per cercare di valorizzare della casa ciò che interessa al racconto fotografico.

Ciao a presto e buoni scatti.

EDgar
composizione autunnale
composizione autunnale di mattiba commento di edgar

Non sono un esperto di light painting, per cui ti darò dei giudizi di carattere generale.

La prima osservazione riguarda la progettazione della composizione in quanto scelta e disposizione dei componenti. Innanzitutto è troppo caotica, ci sono troppi oggetti ed essi sono ammassati con poca cura e poca "grazia". Inoltre diversi oggetti vicini hanno colori che si confondono tra loro e quindi alcuni quasi non si notano: alcuni funghi si "intuiscono" a fatica, la pera (che ha una bella forma tondeggiante) è quasi completamente nascosta dal grappolo d'uva, un girasole ha la corolla girata verso il basso e non si vede ..... potrei continuare a lungo, ma la sintesi è che la composizione è davvero mal fatta (non parliamo poi della orribile rete rossa .....da Ipercoop!) al punto tale che una foto decente difficilmente poteva uscirci.

La seconda osservazione riguarda l'inquadratura, approssimativa, con oggetti tagliati senza pietà su tutti e 4 i lati. L'inquadratura è essenziale nella foto, perchè rappresenta il filtro con cui scegli che cosa inserire e che cosa escludere, perciò deve essere precisa. Può essere perdonata una inquadratura approssimativa nel reportage "rubato" o nella fotografia "candid", dove ciò che conta è fissare un attimo irripetibile che si presenta a sorpresa, senza preavviso, ma in questo caso, trattandosi di uno scatto costruito, dove avevi tutto il tempo possibile per disporre bene tutti i componenti, inquadrare con cura e cercare una illuminazione perfetta con assoluta calma, non si può accettare una inquadratura così trascurata.

La natura morta poi richiede per sua natura, buongusto, precisione, perfezione nell'accostamento dei colori e una illuminazione impeccabile.

Il terzo punto è proprio l'illuminazione che è troppo frontale e appiattisce la scena, impedendo agli oggetti dotati di una bella tridimensionalità di risultare riprodotti plasticamente in tutta la loro rotondità e massa corporea. Sembra un semplice lampo scattato con il flash incorporato nella fotocamera. Non so cosa tu abbia usato per illuminare la scena, ma così davvero non funziona.

Credo che tu abbia parecchio lavoro da fare, se questo genere fotografico ti interessa - ti ricordo ancora una volta - a partire dalla costruzione della scena fotografica.

Coraggio, dacci dentro e facci vedere che fai tesoro dei suggerimenti.

EDgar
Una stella che mi protegge.
Una stella che mi protegge. di Don_chano commento di edgar

Il titolo che mi viene in mente guardando questa foto è: "Aspettando Mr. X"

E' come una bella scenografia, ma vuota, dove tutto è a posto, ma come se tutto fosse in attesa del protagonista, che forse spunterà dietro l'angolo.

Messa così, mi pare uno scatto che ha degli spunti d'interesse non disprezzabili; direi che ciò che lo rende un po' debole è il fatto che il casco è un soggetto un po' ... poco fotogenico, sembra una prosaicissima pagina pubblicitaria o una prova tecnica di prodotto di una rivista di Moto di grande tiratura e non di un reportage fotografico. Come invece la costruzione scenica e il senso di attesa che si crea gli farebbero meritare, se solo avesse un soggetto un po' più elegante e "ispiratore".

L'idea è buona, prova a sperimentare altri contesti e soprattutto altri soggetti.

Ciao e buoni scatti.

EDgar
Una stella che mi protegge.
Una stella che mi protegge. di Don_chano commento di edgar

Bee2013 ha scritto:
Non male il soggetto e lo sfocato dello sfondo, grande invidia...a me ancora non riesce Imbarazzato


Bee, il motivo per cui uno sfocato così non ti viene non è perchè non sei capace, ma perchè la compatte con il sensore molto piccolo hanno la caratteristica (a causa della piccola superficie del sensore) di produrre immagini dove è praticamente sempre tutto a fuoco, anche con diaframmi aperti.

Per tentare la massima sfocatura possibile con la tua fotocamera, devi aprire il diaframma alla sua massima apertura, inquadrare il soggetto molto da vicino e usare una focale tele. Può darsi che stando davvero vicini al soggetto si riesca ad avere uno sfocato accettabile. Fai un po' di prove, ma se non ti viene non colpevolizzarti.

Ciao buona domenica

EDgar
Barcelona - organo della Sagrada Familia
Barcelona - organo della Sagrada Familia di batstef commento di edgar

Siamo di fronte a una composizione geometrico-seriale semplice, elegante e realizzata con grande buongusto. Sia per quanto riguarda la scelta dell'inquadratura (che è quella che in sostanza "crea" la foto), sia per quanto riguarda l'illuminazione.

Il punto di ripresa ravvicinato trasforma un oggetto concreto in una composizione astratta.

Bene bene, grande semplicità e grande efficacia.

EDgar
..gap generazionale..
..gap generazionale.. di gps73 commento di edgar

Fiabesco ha scritto:

Personalmente non amo l'esasperazione del contrasto quando ci sono i bambini, ma è un gusto personale.


Habrahx ha scritto:
concordo: ci sarebbe voluto un b&n più morbido


Come ho detto nel mio precedente post di commento, in questo caso il vero soggetto della foto non è "l'infanzia" ma è "il dramma" dell'infanzia di fronte alla vita. Quindi il contrasto drammatico è strettamente funzionale al racconto fotografico.

I gusti personali sono ovviamente per definizione insindacabili, ma suggerisco quando si commentano le foto di altri (ma anche le proprie quando si effettuano le autovalutazioni) di sforzarsi di farlo nel modo più oggettivo possibile, lasciando da parte i gusti personali che non aiutano, per concentrarsi invece sulla valutazione oggettiva degli elementi - che magari non sono affini alla nostra sensibilità - me che sono coerenti con il racconto fotografico che stiamo esaminando.

EDgar
..gap generazionale..
..gap generazionale.. di gps73 commento di edgar

Si tratta di un ritratto che racconta con chiarezza una storia.

La storia di un bambino che guarda accigliato il mondo e che esprime tutta la sua disapprovazione e la sua preoccupazione; il nonno, esperto della vita, gli dice: " Non preoccuparti caro, il mondo è difficile, ma ti aiuterò io, e ce la farai".

E' una storia vera e drammatica, che ha molto a che fare con il forte legame tra i due personaggi, ma - ohimè - poco a che fare con la tenerezza dell'infanzia (piuttosto con il dramma di chi inizia a conoscere la vita).

E, per un dramma, i toni forti di un contrasto esasperato sono il più naturale e potente strumento di comunicazione.

Ben fatta e ben ottimizzata.

EDgar
......una storia....
......una storia.... di alexab commento di edgar

Uno scatto a dir poco ...... enigmatico. Che mette di fronte a due ipotesi possibili. (ndr: Alessandra le tue foto mi fanno sempre lavorare parecchio, ma questo è un buon segno ... Wink )

La prima è che il ritratto che vediamo sia un vero ritratto, uno scatto che hai fatto realmente dal vivo a una persona di fronte a te; successivamente elaborato con un filtro che simula l'effetto "manifesto murale". Se questo fosse il caso si tratterebbe di un ritratto davvero riuscito che racconta una storia. Una storia intensa di tensione e di dramma, che si coglie nello sguardo preoccupato della donna, che non guarda in camera, ma che controlla con attenzione e ansia il suo futuro (infatti lo sguardo è diretto verso destra). L'effetto "storia" è ulteriormente potenziato da un contrasto molto basso, che dona un'aura "flou" al ritratto.
In questa prima ipotesi meriteresti un voto alto.

La seconda ipotesi è che non si tratti di un ritratto dal vivo, ma sia davvero la riproduzione fotografica di un manifesto murale. In questo caso ovviamente non avresti il merito di avere colto l'espressione intensa del soggetto, anche se rimane il merito di avere identificato questo volto tra le mille immagini possibili che si trovano per la strada. Lo scatto potrebbe comunque avere una sua forza espressiva e una valenza "tua" personale anche se fosse il ritratto di un manifesto, ma solo se avessi incluso anche qualche elemento - anche uno solo - "di contesto" intorno al manifesto stesso, che lo mettesse in relazione alla realtà circostante; magari cercando di creare un nesso o di contrasto, o di coerenza tra questo elemento esterno a l'immagine della donna nel manifesto.

Dato che non so quale sia il caso reale, li ho ipotizzati e commentati tutti e due; a te spiegarci l'arcano ...

Ciao e buona giornata.

EDgar

PS: o magari il senso dello scatto era proprio giocare sull'ambiguità tra le due letture ......
È ancora tramonto....
È ancora tramonto.... di alexab commento di edgar

alexab ha scritto:
.....diminuire l'esposizione...sigh!!....è andare contro i miei gusti....


Tieni conto che il mio esempio era volutamente un po' "caricato" per farmi capire meglio; in realtà se ti piacciono particolarmente i contrasti un po' meno violenti, puoi anche immaginare una via di mezzo meno estrema tra la tua versione e la mia.

Ciao

EDgar
Ogni volta che ti guardo vedo il tuo viso illuminarsi
Ogni volta che ti guardo vedo il tuo viso illuminarsi di Don_chano commento di edgar

Un ritratto molto "vivo" con un "attore" molto reattivo e che quindi comunica con chiarezza un misto di sorpresa, inquietudine, perplessità.

L'atteggiamento che hai colto funziona certamente e questo è il 90% del ritratto; per valorizzarlo ancora meglio ti suggerisco un taglio più deciso che "stringe" di più l'inquadratura sul soggetto e ne sottolinea ulteriormente lo sguardo, conferendogli più potenza espressiva (il troppo spazio intorno diluisce un po' la drammaticità):






Come vedi così si riesce a "scavare" ancora di più nella coscienza del soggetto.

Ti suggerisco quando hai scattato di valutare sempre l'opzione di eliminare spazio ed elementi non essenziali; troppo spesso siamo "conservativi" in tal senso, col risultato di diluire la potenza comunicativa della foto.

Ciao buoni scatti.

EDgar
Primi scatti
Primi scatti di Fabio1970 commento di edgar

Uno scatto simpatico e spontaneo, ben riuscito e che "racconta" bene l'impegno del fotografo in erba.

Bene il decentramento del soggetto e il fatto di aver lasciato spazio ("aria") davanti a lui; per cercare il pelo nell'uovo accorcerei leggermente lo spazio vuoto a destra.

Bene bene.

EDgar
Cartolina dall'Asinara
Cartolina dall'Asinara di coccomaria commento di edgar

Una gradevole veduta dell'isola, con valore sostanzialmente documentaristico.

Dato che:

* Gran parte del cielo è azzurro uniforme senza nuvole
* La vegetazione in primo piano non aggiunge nulla di significativo alla composizione

Tanto vale effettuare un taglio di tipo panoramico in questo modo:





Così abbiamo sottolineato le parti rilevanti dell'immagine, eliminando quelle che diluivano l'effetto scenico.

Ciao buoni scatti.

EDgar
È ancora tramonto....
È ancora tramonto.... di alexab commento di edgar

Si tratta di un tramonto molto suggestivo, grazie ai bei colori e ai complessi giochi di nuvole che contribuiscono a creare una tavolozza varia e "pittorica".

Buono il decentramento dell'orizzonte a vantaggio del cielo, dato che è la parte che contiene gli elementi più interessanti.

Due spunti di miglioramento:

1) Il più importante è quello di evitare il taglio della nuvola centrale chiara, che "trancia" un po' lo scenario cromatico del cielo. Sembra un dettaglio, ma è importante, perchè i giochi di luce nelle nuvole qui sono il vero centro d'interesse e devono essere impeccabili.

2) Meno importante "filosoficamente" (la composizione e l'inquadratura come sappiamo sono ancora più importanti), ma comunque importante come impatto sul risultato finale, l'esposizione. Pur essendo più corretta che in altri tuoi scatti simili, è però ancora troppo abbondante. Il risultato è che il contrasto generale della scena risulta troppo "soft" per poter valorizzare al meglio la tavolozza luminosa. Per darti un'idea di quello che intendo, ho inserito una correzione ai livelli:



Come vedi diminuire l'esposizione ha favorito molto la valorizzazione delle zone di alte luci che, per contrasto, sembrano adesso ancora più luminose.

Si apprezza comunque lo sforzo per migliorare l'esposizione rispetto alle prove precedenti, che ha portato ad alte luci più controllate.

Continua così.

EDgar
Omaha beach
Omaha beach di DuDidi commento di edgar

DuDidi ha scritto:
credo di aver capito che e' meglio cercare di "scremare" la composizione al fine di semplificarla il piu' possibile e quindi dare maggior spazio a cio' che rende suggestivo lo scatto. Insomma , poco ma buono.
Ho detto una vaccata? Smile
Ciao

Alessandro


Assolutamente no: tutto ciò che non serve strettamente a raccontare ciò che vuoi raccontare, anche se non stride con il contesto, va comunque il più possibile minimizzato se non eliminato.

Infatti la conseguenza è che comunque diluisce gli altri elementi utili a cui ruba spazio, quindi indirettamente crea comunque un danno, anche se non di tipo deturpante.

Perciò, in concreto se capisci che una eccessiva quantità di sabbia nei primi piani dilata inutilmente la composizione, allontanando elementi utili (come nel caso presente le pozze d'acqua sulla battigia con i bellissimi riflessi illuminati), elimina senz'altro una parte della sabbia stessa, avvicinandoti alle pozze e usandole per "riempire" il primo piano.

Lo spazio nel fotogramma è poco ed è preziosissimo, quindi va concesso solo a ciò che non può non esserci.

EDgar
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