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la casa rossa di marco palomar commento di marco palomar |
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chinchillart ha scritto: |
Sei sarcastico, attacchi sul piano personale Ocio e il suo stile di fotografare, attacchi, beffandotene, i suoi articoli e i suoi piccoli, amatoriali, tentativi di comprendere l'arte fotografica, di cui ci rende piacevolemente complici, noi tutti del forum. Secondo me già qui hai sforato il regolamento del forum stesso..
Poi ci proponi un relativismo disarmante su alcune correnti artistiche d'avanguardia e non, di cui io non conosco e non voglio conoscere i dettagli, per carità.. tutto questo per difendere il fatto che la tua foto è penosamente esposta e poco comunicativa sul piano emozionale; e sempre allo stesso scopo adduci che una foto NON deve per forza essere comunicativa sul piano emozionale ma soprattutto essere emozionalmente ambigua per sollecitare forme di pensiero e reazione, nell'osservatore, prive di schemi preconcetti e arcaici o archetipici (come nella foto del vecchio rugoso che tu citi); va bene, e allora? Ti pare che la foto che ci proponi abbia qualcosa a che fare con tutto questo? Ti pare che ci sia una sorta di trasversalità o ambiguità emozionale nella tua foto, atta a suscitare emozioni o non-emozioni non convenzionali? E qui ti contraddici, perchè tu stesso affermi che lo scopo della foto era di proporre un soggetto architettonico interessante (e sospetto interessante per gli addetti ai lavori), proponendo quindi un discorso non-artistico, ben lontano da qualsiasi corrente di pensiero artistica o pseudo artistica. Allora perchè scomodare i Giganti e la semiotica della fotografia?
Alla fine, paradossalmente, la tua foto è equivalente alla foto del gatto del vicino, perchè è un gatto che ha vinto concorsi di bellezza ed è stato premiato per il suo pedigree in diversi concorsi internazionali, ed io sono laureato in gattofilia e sono ben consapevole della preziosità di questo gatto nel mondo gattofilo.
E poi poco importa se la foto è stata bruciata, in fondo ho raddrizzato le linee cadenti, e c'ho messo quattro ore in photoshop. Ma perchè raddrizzare le linee cadenti e non prevenire una scorretta esposizione? Perchè una foto architettonica può avere una esposizione sballata? Cosa ti costava scattare con tre esposizioni pesate e poi montarle in photoshop per avere tutto esposto correttamente?
Ma andiamo avanti così, facciamoci del male..
Roberto |
1) Tutto sta nel fatto che se devo fare una foto di architettura il problema n.1 è fare vedere l'architettura, non quanto sono originale come fotografo (e se qualcuno di Roma ha avuto modo di vedere le fotografie di Jemolo alla mostra sulle ultime architetture della capitale saprà di cosa parlo). Se per me è auspicabile, in generale, che il fotografo si tenga un passo indietro, lasciando la scena al soggetto, lo è ancora di più per una foto di architettura...
2) Il relativismo "disarmante" non è tanto relativo, io le mie idee ce le ho ma so che altri ne hanno di opposte. Non le condivido ma le considero. Tutto sta a riconoscersi reciprocamente.
3) Se parli male della mia foto come fatto tecnico non posso che darti ragione; se pensi che anche fotografando una palazzina abbia una specie di dovere morale di far venire i brividi dall'emozione a chi guarda la foto, non siamo d'accordo.
Grazie comunque del commento. |
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la casa rossa di marco palomar commento di marco palomar |
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gian1804 ha scritto: |
E' vero, siamo in una sezione di architettura, ma piu' precisamente direi che siamo in una sezione di FOTOGRAFIA dedicata alla arrchitettura, dove quindi elementi architettonici vengono, o dovrebbero essere usati per "trasmettere emozioni." |
Tu chiamale se vuoi, emozioni....
Con questa storia mi sarebbe dovuto venire qualche infarto con tutte le foto che si vedono, qui e non solo! |
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