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NoNameColor di maxbranco commento di maxbranco |
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...bè gparrac che dire se non GRAZIE...esplicativo..utile...diretto....non posso che aggiungere che farò dono prezioso per quello che mi hai detto....cercando di seguire la strada che mi hai suggerito...ancora un grazie infinito! |
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NoNameColor di maxbranco commento di gparrac |
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Il primo argomento su cui desidero soffermarmi nel commento di questa tua immagine è a mio avviso un fatto molto positivo: c'è un notevole passo avanti rispetto ad altre tue fotografie che ho criticato anche troppo ferocemente!
Ma anche questa volta il tuo lavoro non è esente da critiche, come ti hanno già fatto rilevare.
Credo che sia un tuo lavoro e non una foto realizzata nel corso di un workshop: se è pur vero che oggi anche il fruttivendolo (o besagnin, forse conosci la parola e l'etimologia della stessa) si ricicla come organizzatore di tal tipo di eventi e si mette in testa una corona di alloro ad altro scopo originariamente destinato facendosi chiamare Maestro, a tutto c'è un limite ... o forse no, si può fare sempre di peggio.
Ma il risultato non è del tutto premiante della buona volontà ...
Riferendomi alle fotografie precedenti tu potevi muoverti nella direzione di peggiorare ancora ... inquadratura, taglio ... tutto, insomma!
Via, a tutta manetta (per gli inglesi thrust lever) in tale direzione ... poi basta avere una buona faccia di bronzo e sostenere che tutto è voluto, artistico, che chi critica nulla capisce di photographia ed atteggiarti ad Artista incompreso e geniale.
Non ci crederai, ma il gioco riesce il più delle volte ...
Ma la tua scelta è stata quella di ricercare un glamour (oggettivamente non vedo molto nudo nella foto, soggettivamente neppure molto eros) raffinato ed elegante, una scelta difficile perché raramente paga.
Un ambente casalingo - anche se elegante e piacevolmente vivibile - non è il massimo per questo tipo di fotografie ... bisognerebbe avere a disposizione una antica villa, un castello, un museo con ampi saloni dove non si pongono problemi di focale utilizzabile e non si devono fare i conti con lo spazio e gli inevitabili elementi di disturbo.
Difficile per un semplice appassionato avere il permesso per fotografare in ambienti simili, più facile se la richiesta è fatta da un Maestro della Photographia.
L'attenzione al particolare in questo tipo di foto deve essere maniacale ...
Cosa c'è dietro alla sedia, un cestino?
Si nota, credimi!
In alto all'estrema sinista una cornice, se proprio doveva esserci sia almeno allineata con il bordo del fotogramma.
Quella che sembra essere una finestra appare decisamente moderna e soprattutto sul margine destro emerge qualcosa che potrebbe essere una maniglia.
Piccoli dettagli, siamo in accordo ... ma tutti insieme sono indicativi di un lavoro amatoriale, poco curato.
Malgrado la mia scarsa (a volte anche nulla ...) considerazione nei confronti di un certo tipo di fotografia professionale converrai con me che almeno in questo i professionisti sanno fare il loro lavoro.
Per capire meglio dovresti leggere un articolo pubblicato da Phototeca, nel volume Ozio, vizi & vacanze, pubblicato - credo - negli anni '80 ed intitolato Travolti dal solito destino firmato da Fabio Amodeo.
L'argomento è il Glamour fotografico, più in particolare le disavventure del fotoamatore che pensa di poter rivaleggiare con in Maestri (così detti) nel loro campo.
Ed a illustrare l'articolo una raccolta di fotografie scattate da questi Maestri
Fabio Amodeo ha scritto: | P.G. non sa che, pur essendo il sole lo stesso, il mare il medesimo,tra le sue foto e quelle dei maestri dell’eros passerà Ia differenza che divide una 500 da una Ferrari.
Alla fine naturalmente sarà frustrato, e forse piangerà e forse venderà la macchina fotogafica.
(...)
P.G. pensa con invidia ai maestri dell’eros, alla fortuna infinita di essere nel posto giusto con la donna giusta.
Il fotografo, che é un po’ più addentro alle cose, si chiede invece come facciano a mascherare cosi bene lo sforzo con lo stile.
Se poi entrambi conversassero con qualche maestro, questi spiegherebbe loro che una donna svestita è uno del soggetti più noiosi e meno fotogenici che ci siano, per cui il problema è continuamente quello di inventare qualcosa, mettere un filtro, degli spruzzi di mare, un riflesso, un po' di pelle bagnata, l'onda; insomma qualcosa che per mestiere e ironia faccia distogliere l'attenzione dalla povertà del soggetto.
(...)
E infatti, noterebbe subito il maestro scorrendo queste immagini, c'è nelle foto di eros sempre qualcosa di anomalo, di eccessivo, di ironico, si tratti del pube immaturo delle hamiltoniane o della femminilità eccessiva delle newtoniane.
Tanto che Strazzabosco, l’unico dilettante di questa rassegna, ha folgorato la situazione fotografando non una donna, ma un’ombra, un’idea, un’allusione mascherata attraverso l’acqua. |
Ed è proprio questa ultima fotografia quella che personalmente ritengo la migliore ...
Il senso del discorso?
Semplice ... il consiglio di dedicarti a questo genere senza la pretesa di voler rivaleggiare con i professionisti nel loro campo, di cercare una strada più tua, più personale cercando soprattutto di entrare in sintonia con la modella, cercare di capire come lei si vede o vorrebbe vedersi ...
Non è il problema di dirigerla ... è quello di raccontarla!
Scoprirai così, con un approcio al glamour in stile ritratto, che c'è molto più eros in un sorriso malizioso e vero che in un nezzo-litro di polivinilpirrolidone.
Un saluto.  |
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NoNameColor di maxbranco commento di dragoferro |
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Premetto che in questo genere sono un niubbo, per cui prendi quel che dico con le pinze.
Forse, prima di pensare ai tutorial ed alla questione tecnica dovresti interrogarti a fondo sul perché intendi scattare questo genere di foto.
In base alla risposta deciderai come e cosa ottenere dai vari scatti.
Da li' si puo poi partire con il discorso tecnico.
Altrimenti ti troverai con foto impeccabili tecnicamente ma prive di significato.
Insomma ci son tante vie possibili da seguire, bellezza, armonia, femminilita', dolcezza, aggressivita'.. e cosi via fino all'hard più spinto.
Ci sta tutto, bisogna pero che tu decida cosa cerchi ,cosa senti e cosa vuoi ottenere da ogni singola foto e regolarti di conseguenza. |
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NoNameColor di maxbranco commento di maxbranco |
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...ammetto scarsa esperienza a riguardo...anzi si accettano suggerimenti sul come gestire correttamente una modella.....esistono tutorial?suggerimenti?
Grazie |
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NoNameColor di maxbranco commento di dragoferro |
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forse dovresti "guidare " un po' di più la tua modella.
Mi sembra, dalla serie di foto che proponi, che sia un po' lasciata a se stessa e che non ci sia un vero e proprio "progetto" a monte degli scatti.
L'aria più infastidita che rassegnata non giova al mood della foto. |
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NoName di maxbranco commento di dragoferro |
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e' la sua faccia più felice?.
Non apprezzo molto la posa e neppure la conversione in BN.
La foto secondo me "non passa..." |
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-V- di maxbranco commento di smorfs |
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un piede e' tagliato dall'inquadratura.
Non mi piace il diaframma e', troppo aperto in considerazione della postura della ragazza, non donando profondità allo scatto. Meglio il mezzo busto cosi' di risaltava il viso, oppure chiudere i diaframma.
saluti. |
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-V- di maxbranco commento di ziottolo |
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Hai saturato troppo il colore della maglietta, è diventato fluorescente. Un saluto, Salvatore.  |
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-V- di maxbranco commento di Webmin |
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... hai recuperato in post lo stacco di luce tra ambiente e protagonista?
Mario |
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B-Side di maxbranco commento di gparrac |
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Citazione: | Aiutami a leggere quest'immagine perchè proprio non ci riesco, non me ne volere... |
Anche qui la stessa domanda ...
Ma qui si sono fatti riferimenti a Federico Fellini, a Tinto Brass ...
L'unico riferimento che mi è balzato in mente è stato alle "Foto dei lettori" che cominciarono a comparire sulle riviste del settore a partire dalla liberalizzazione dei costumi nel nostro Paese a partire - se la memoria non mi inganna - dal 1977.
Quelle riviste, dico Caballero e Le ore della settimana, all'epoca acquistate di nascosto, guardandosi intorno con fare circospetto e sussurrando all'edicolante il mome, poi subito nascoste in mezzo al Financial Times, acquistato solo allo scopo pur non masticando molto del linguaggio di Albione.
Quelle riviste - dico - che oggi sono considerate un po' il documento dell'evoluzione (?!?) del costume (o mancanza dello stesso), oggetto di studi e di dotte dissertazioni.
Fotografie che tanto contribuirono al successo commerciale della creatura di Edwin H. Land, quella Polaroid che - pur essendo già sul mercato dagli anni '60, trova finalmente la sua ragione d'essere (almeno nel nostro Bel Paese) nell'aver eliminato la necessità di far sviluppare da un fotografo le trasgressive opere d'arte create ...
E questo malgrado i limiti tecnici della fotocamera, che per fornire un positivo di formato accettabile non poteva che utilizzare una focale relativamente corta, adatta si ad operare quando lo spazio dispnibile non era accessivo ma con il rischio di esagerazioni prospettiche in circostanze come questa, ove la figura umana viene ricondotta a qualche cosa di simile alle Veneri paleolitiche o Veneri steatopige, forma dotta che contiene la parola greca πυγή ... traducibile se proprio vogliamo con chiappe o culo.
Bellissima, al riguardo, la venere di Willendorf anche se il riferimento appare più consono alla più o meno coeva Venere di Lespugue.
Ed ambedue molto indicative di quanto il tema trattato in questa foto sia moderno ...
Federico Fellini ... proprio non riesco a trovare un minimo collegamento, troppo scontato pensare alla tabaccaia di Amarcord ... quella Antonietta Beluzzi che ci ha lasciati nel 1997 e che, all'epoca del film aveva - pur nel suo traboccante corpo di persona solare, positiva, piena di vita - un qualche cosa di aggraziato, di fresco e persino di desiderabile.
Mi spiegate? Non è l'urlo disperato di un paracadute, però ...
Il riferimento a Tinto Brass ci può però stare, a pensarci bene ... sempre che si voglia considerare la fotografia nello spirito del Calendario di Cuore, credo pubblicato nel 1992 e relativo all'anno 1993 (non ne ho una copia e malgrado tutte le ricerche in rete non ho trovato le splendide 12 fotografie che ormai solo lontanamente ricordo).
Il tema era quello delle Donne e Motori ... tema peraltro inflazionato all'epoca e - temo - ancora oggi.
C'è qualcuno che lo ricorda? L'auto era la Fiat Duna, per la donna ... lascio alla vostra immaginazione.
In conclusione, a meno che non la si voglia considerare una ironica rivistazione di un modo di fotografare, un omaggio a tanti oscuri fotografi (un tempo era così di moda presentare plagi di fotografie famose, ma con il titolo di Omaggio a -segue un nome- tutto andava a posto ...) non mi è possibile spiegarmi una fotografia come questa.
Un saluto.  |
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B-Side di maxbranco commento di Viola Lorenza Savarese |
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ordunque... ^_^
le immagini TintoBrassiane mi piacciono da pazzi.. sono innamorata persa di una foto famosissima della Signora Newton alias alice springs ad esempio.
ma qui colgo troppi difetti -tutti già detti- che non me la fanno apprezzare scusami..  |
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B-Side di maxbranco commento di timberwolf |
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Più che Fellini mi ricorda le inquadrature più abusate di Tinto Bras! ....sinceramente non mi piace nè sotto il punto di vista artistico (che non colgo) nè sotto quello tecnico (scentrato e sgraziato).....non me ne volere!!  |
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B-Side di maxbranco commento di vfdesign |
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Concordo con Massimo... riassemblare l'inquadratura, in chiave più ampia, potrebbe ridimensionare proporzioni e contenuti. Buono il b/n, ma anche per me la lampada brucia come Nerone  |
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B-Side di maxbranco commento di Massimo Passalacqua |
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Il ritratto di un'imponenza di gusto felliniano, coraggioso nella composizione, ma che potrebbe essere più efficace con un'inquadratura più ampia.
Il bianco e nero è buono, peccato che le alte luci della lampada attirino, nonostante tutto, troppo l'attenzione.
Ciao.  |
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