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Commenti da bigiagia
Commenti alle foto che gli utenti sottomettono alla critica
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Commenti
A sweet little loneliness... between Earth and Sky
A sweet little loneliness... between Earth and Sky di Clara Ravaglia commento di bigiagia

Sto ascoltando in sottofondo l'album " divenire" di
Ludovico Einaudi, splendidamente di classe e di grande poesia,
ed in particolare un pezzo solo piano, quando ho aperto questa tua foto.
Perfetta accoppiata tra la tua foto e la musica di Einaudi.
Se guardo intensamente la tua foto con la musica di Einaudi in sottofondo,
la trasformo mentalmente in un video, con una leggera e frizzante
arietta. Ma non tutte le tue foto penso che funzionino con einaudi.
Solo quelle più naturalistiche, dove le scansioni ritmiche corrispondono
alle tue variegate gamme tonali e geometriche.
Le altre tue foto più urbane avrebbero bisogno di una colonna sonora
più" solida" e dettagliata tipo la musica indietronic dei Lali Puna.
A proposito le altre tue foto più "urbane", con le prospettive lunghe,
mi fanno venire in mente la fotografia bellissima ed arida del film
pluripremiato dei Cohen, "non è un paese per vecchi".
Se tu fossi nata lì, al confine col messico, l'avresti sicuramente
curata tu la fotografia del film.
..
.. di belgarath commento di bigiagia

Circa un anno fa, guardando una tua foto di un laghetto, ti dissi che stavi
crescendo ma dovevi mettere a punto un tuo stile nonostante il chiaro
talento espresso.
Mi pare che questo stile stia emergendo dagli, peraltro pochi, scatti
proposti.
Ma non è uno stile formale e visuale.
E' mentale.
Le fotografie ti servono per riflettere sulle cose e per
fare dei ragionamenti sul mondo.
In arte si direbbe che sei un artista concettuale,
ma di una concettualità contemporanea, non fredda ed autoreferenziale,
ma emotivamente partecipe alla sensibilità dell'esistenza.
E' una bella sfida....ma difficile!
Fare sparire la fotografia attraverso l'uso della fotografia, per fare emergere
te, il tuo mondo, i tuoi pensieri e la tua ricetta per vivere meglio.
(reportage) natura morta la mare
(reportage) natura morta la mare di andy-capp commento di bigiagia

A differenza di altri lavori, questa serie la trovo demotivata,
gratuita ed autoreferenziale.
Sottile
Sottile di belgarath commento di bigiagia

claudio64 ha scritto:
le tue parole ci guidano all'interno della foto
dove troviamo la firma di clara...quella si sente
ma si sente anche il tuo stile, specialmente nel piede della foto, quella base scura quei paletti quel ciuffo d'erba è molto belgaretiana, si...non hai bisogno di mostrare i dati exif per sviare l'accusa di plagio Wink

purtroppo non conosco il film, ho cercato velocemente con google la recensione, deciderò un giorno di comprarmi il morandini - Alex dove sei? Triste , ma da quel poco che ho capito è un film da vedere assolutamente,
un andare, un lasciare tutto per viversi la vita

grazie di questa foto e del film...che mi cercherò Wink



Claudio, il film è importante, non per tutti, ovviamente, ma per chi
ha una marcia in più, per chi pensa e crede che esistono mondi
possibili migliori di quello in cui viviamo.
In libreria trovi anche il libro da cui è tratto il film.
Per certi versi il libro è anche più approfondito e puntualizza
nel dettaglio la filosofia di vita "animimista" di derivazione
orientale che ispira alexander, il protagonista.
Una città e i suoi scarabocchi
Una città e i suoi scarabocchi di andy-capp commento di bigiagia

Innanzitutto mi complimento con te, andy,
per lo spirito critico e sperimentale che hanno, in generale, i tuoi lavori fotografici.
Questo reportage in particolare, ha un suo fascino.
In primis per il soggetto, che denota una tua anarchica
e trasversale curiosità per la città " segnata".
Poi perchè i tags sono sensibilmente e poeticamente
" contestualizzati", messi in relazione con altri oggetti
presenti nella foto, generando fascinose e vitali contaminazioni.
Nella foto 1) è spiazzante il tag relazionato col nome della bicicletta
e del lucchetto. Come pure spiazzante è la relazione
tra i tags, scarabocchi eticamente imprecisi, e la suora, figura
irreprensibile ed istituzionale.
Delicata e indifesa la fotografia della fragile bimba che si accompagna
ai fragili scarabocchi.
Particolari anche la 15) e la 23) dove hai cercato di relazionare il tag con una sorta di pittura astrattamente spontanea.
Intelligente e funzionale la scelta del bianconero che mette in luce
in modo preciso le relazioni tra gli oggetti della foto.
Non condivido la lettura di alberto roda sui tags come
brutture che ci circondano.
I tags sono segni di vita e di vitalità che come dici anche tu,
feriscono ed incidono mura medievali, e nello stesso tempo
deviano e trasgrediscono la logica delle cose "istituzionalizzate".
...
... di Mauroq commento di bigiagia

Qui ritorni alle tue antiche dicotomie "hard" e " soft".
L'hard del ponte qui prevale massicciamente, schiacciando in modo
opprimente l'acqua del fiume.
L'onda lunga......
L'onda lunga...... di Clara Ravaglia commento di bigiagia

E' bello questo scatto anche se artisticamente non estremo e significativo
come altri tuoi.....ma è un invito a scivolare leggeri, a camminare sull'acqua
in un orario che non è più di nessuno, e l'acqua a quell'ora diventa buona
e frizzante, colorata e riflettente la luce, fabbricando ettari geometricamente
umidi ed accasati e accatastati.
Quale migliore immagine di manifesto avresti potuto trovare nel tuo
immaginario, per accogliere i tanti amici che ti verranno a trovare
nel weekend.
Sottile
Sottile di belgarath commento di bigiagia

Bravo belgarath!
Sei riuscito a tenere a galla un banale tramonto attraverso una
sottile scarnificazione percettiva e coloristica cogliendo un
sottile disagio esistenziale prodotto da uno sguardo su un paesaggio depotenziato che non è più tale.
...
... di Mauroq commento di bigiagia

Andrea Comelato ha scritto:
Bella la composizione però non mi convince molto la posizione del palazzo rispetto ai rami.
Purtroppo non conosco questo interessante punto di vista e non saprei essere più preciso, magari hai trovato il miglior compromesso.


Conoscendo la poetica di mauro, la posizione scelta nella
prospettiva fotografica, non ha niente a che vedere con una
presunta migliore visibilità del palazzo.
In questo caso è la relazione che si crea tra tra l'ingarbugliamento
dei rami ed il paesaggio retrostante a rendere significativa la foto.
...
... di Mauroq commento di bigiagia

Si potrebbe anche discutere perchè qui c'è una strada a curve.
E' una necessità morfologica o è stata introdotta per rendere difficoltoso
l'incedere dell'auto? Ma c'è anche un pista ciclabile piuttosto larga.
Giusto, diamo valore al singolo individuo.
Ma poi questo singolo individuo vine risucchiato in una misera vita
scandita dagli appuntamenti stabiliti e messo a cuccia nei dormitori
collettivi con relative mangiatoie che si vedono sullo sfondo.
...
... di Mauroq commento di bigiagia

Come sempre....impreciso, scorretto e "stiloso".
Giochi di luce... sul canale Corsini
Giochi di luce... sul canale Corsini di Clara Ravaglia commento di bigiagia

Notevole e sperimentale questo lavoro.
Allineamenti ossessivi e ritmici di nuvole e barche.
Piani sovrapposti, piani soffici e piani duri.
E in primo piano una linea segnaletica arancione, appena
fuori allineamento, che delimita, chiude ma nello stesso tempo
incornicia gli altri spazi. Gran bella contorta sensazione di
claustrofobrica apertura a respiri azzurrati.
Non so con quanta coscienza da parte tua, ma questo paesaggio
lo vedo come dispensatore di percorsi, di linee guida, di linee
da evitare o provocatoriamente da non evitare.
C'è della sociologia in tutto ciò, quella legata ai rapporti fra le cose
e fra le persone che non ci sono, ma sono presenti.
La linea gialla la vedo diversamente dagli altri:
è quella che stona maggiormente anche come colore che è complementare al grigio verde dell'acqua, ma da tutto il senso alla foto, la tiene in piedi, stabilisce il percosrso. Ci poteva forse stare anche di un
arancio più saturo, più cattivo, ma sono dettagli che non tolgono nulla
ad un'opera la cui radicalità e raffinatezza mentale sono stupefacenti.
Una perla rarissima da vedere in questo forum e non solo.
...
... di Mauroq commento di bigiagia

Inequivocabilmente "pressante" la versione di Atropico.
Interessante il fatto che l'abbia ritoccata.
Ti fa vedere come non devi fare.
Il ritocco porta la foto alla normalità, grigi giusti e contrasti
giusti. Le da prospettiva e " contestualizza" l'omino.
La tua versione lascia l'omino nel suo disagio, nel suo " non c'entrare
una cazzo", e sposta lo scatto dalla fotografia all'arte.
Vedi cosa può fare un pò di grigio in più o in meno....cambiare un
mondo!
Legno d'acqua
Legno d'acqua di belgarath commento di bigiagia

belgarath ha scritto:
Ciao bigiagia,

hai ragione sulle copertine: sono eccessivamente dark, hai messo in luce quel qualcosa che non riusciva a convincermi e che non riuscivo a definire bene.
Anche sulla foto e la sua estraneità al percorso, già me l'hanno fatto notare.
Consigli utili, ne farò tesoro.. a mia parziale discolpa devo dire che progettare una copertina valida è impresa mica da poco.. per presentare i reportage cerco un compromesso fra tempo e qualità, alle volte va meglio, alle volte va peggio Wink

Trovo molto interessante la tua lettura delle foto, anche a questo aspetto non avevo pensato, ma hai ragione anche qui.

Grazie molte di essere passato Ciao


Non è semplice fare copertine intriganti.
E' un lavoro da grafico, ma i grafici sono spesso stereotipati.
Un fotografo potrebbe farle più personalizzate.
Se ci studi sopra con calma, sono sicuro che viene fuori un buon lavoro.

Il fatto che tu non abbia pensato a che cosa le tue foto puntano. è irrilevante. Spesso l'artista, ed è questa la sua dote, sente,
respira il proprio tempo in modo non consapevole e propone
tematiche di attualità e di spessore in modo inconscio.
Non ora, ma appena posso, ti dico qualcosa in più a proposito
di questi lavori.
Legno d'acqua
Legno d'acqua di belgarath commento di bigiagia

Le copertine, a mio parere, non ci azzeccano.
In primis le trovo troppo " dark".
Fanno pensare a qualcosa di notturno che di fatto non è.
Poi il suggerimento fotografico è a qualcosa di esclusivamente naturale.
In realtà le foto si articolano in modo più complesso su marchingegni
meccanico/artigianali in rapporto alla natura con rimandi a temi
sociologici a cui accennavo nel post precedente.
Magari prova altre versioni.
Legno d'acqua
Legno d'acqua di belgarath commento di bigiagia

Interessante questo progetto sulle canalizzazioni.
Si presta bene a delle riflessioni sulla contemporaneità:
"percorsi obbligati", " sistemi di protezione", " liquidità",
"fortificazioni".
In ogni dove...
In ogni dove... di stecco333 commento di bigiagia

Ho 5 minuti liberi, per cui faccio qualche ulteriore
riflessione su queste tue "istantanee", rimasugli di vita.
All'apparente immobilità dell'immagine, si contrappone una significativa
mobilità percettiva: ogni cosa è in licenza temporanea da, o verso
un altrove. Ogni parte della fotografia non è che un luogo
in cui sostare a metà strada. Le immagini
rimandano a significati di cose che furono o potrebbero essere ancora,
racconti di storia nel suo farsi storia che procede facendo a brandelli le proprie tracce. Nè creazione nè distruzione, nè apprendimento
nè autentico oblio: soltanto una livida evidenza della futilità della
inutilità di simili distinzioni. Nulla, in questi lavori, nasce per vivere
a lungo, e nulla muore definitivamente.
Le tue opere attribuiscono il carattere della permanenza unicamente allo stato di transitorietà. Il tempo "scorre" ma non "avanza", non va avanti.
Non esiste una "destinazione", un punto conclusivo.
Mi sembra caratteristica del tuo fare la "cancellazione" della contrapposizione tra un atto creativo e distruttivo, tra un passo avanti e uno indietro.
Sembra che tu ci proponga un immaginario in cui non ci sono più
modelli che si lasciano ritrarre.
Le tue immagini appartengono ad un mondo che non riesce a fermarsi in posa per il tempo occorrente a te per ultimare la sua raffigurazione.
Il contenuto è un'occhiata fugace, il deterioramento e la scomparsa
incombono.
Quasi sempre,qui nel forum, ma anche nelle mostre di fotografia
d'arte, le fotografie sono oggetti preziosi, rari ed auratici, che
innescano una esperienza unica, sublime e raffinata, in occasioni
uniche ed in luoghi unici.
Sappi, che tu, stai privando la fotografia di tutto ciò.
Stai rendendo la fotografia " degradabile" e "deperibile".
...
... di Mauroq commento di bigiagia

Non so se conosci o meno i tedeschi Bernd & Hilla Becher alle cui
fotografie il tuo lavoro in qualche modo rimanda.
C'è ovviamente una distanza generazionale e di lettura del mondo
che Vi differenzia.
Loro sono " moderni", quindi concettuali in modo estremo, durissimi e
privi di ogni sovrastruttura sentimentale. In sostanza, " classificano"
in modo impersonale una " generazione" di edifici industriali e di case
della loro Germania. Edifici anonimi da loro sottratti al sicuro oblio.
Cieli grigi e case senza ombre, riprese frontalmente senza distorsioni,
grazie al banco ottico con obiettivi basculanti e decentrabili.
Tu, diversamente, sei "postomderno". Non hai la loro durezza e la
stessa scientificità. La tua durezza si scioglie sempre in una visione
"liquida" della realtà. Ma anche ansiotica, incerta e traballante.
D'altro canto i becher, credevano, negli anni '60, alla centralità
del pensiero ed alla linearità del tempo, dello spazio , della storia
ed all'immortalità dell'immagine. Oggi non è più così, e tu lo dimostri.
I tuoi edifici sono fragili zattere galleggianti alla deriva, destinati all'oblio.
Tuttavia ci sono delle comunanze tra te e i becher.
Ti lascio un link:
http://www.artnet.com/artist/2179/bernd-and-hilla-becher.html
Ma in rete si trova parecchio su di loro.
3 gennaio 2008 #8
3 gennaio 2008 #8 di nuvolalfa commento di bigiagia

I problemi tecnici che sollevi sono impercettibili a monitor, forse in stampa...
Ma la foto è pregevole. Esibisce con discrezione il tuo " genius loci ",
senza eccessive estetizzazioni.
Report: POTSDAMER PLATZ IN BERLIN
Report: POTSDAMER PLATZ IN BERLIN di Piotre commento di bigiagia

Berlino, come altre città, ha una sua personalità che tu però
non cogli. Le foto rimangono superficiali giochini di astrazione
fine a sè stessi. Foto così potresti farle in qualsiasi altra città che cambierebbe poco. Dovresti cogliere l'anima delle cose.
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