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Hair in the wind di alecacciafotosub commento di alecacciafotosub |
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tafy ha scritto: | B/N molto bello soprattutto non comune se considerato come scatto subacqueo
Ho una sola domanda: che tipo d'illuminazione hai usato?
Ciaooo  |
Si tratta di due flash subacquei. Uno posizionato a sx in alto e l'altro posizionato a dx radente.
Grazie anche a te per il passaggio.
Alessandro |
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Giallo per l'invidia? di alecacciafotosub commento di alecacciafotosub |
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Grazie Pigi per il commento. Vorrei solo dire che questo tipo di ripresa, così come la gestione della luce è voluta. Con il flash radente ho esaltato le ombre creando maggior tridimensionalità e la maf selettiva mi ha permesso di concentrare l'attenzione dove desideravo. La macro fotosub (ma in generale la fotosub) è completamente diversa dalla fotografia terrestre non per gli "apparenti" limiti operativi, bensì perché permette maggiore creatività al fotografo che può contare su ambientazioni, tagli e soggetti che esulano i classici canoni cui siamo abituati.
Un caro saluto
Alessandro |
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La nave dei corani di alecacciafotosub commento di alecacciafotosub |
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farotol ha scritto: | Splendide foto, e splendido reportage e descrizione, ho un solo dubbio su come mai hai privilegiato più il diaframma che i tempi, noto tempi che vanno dal 1/125 a 1/160 mentre hai usato un diaframma fisso a f14?
Ribadisco che è una domanda non una critica. |
Osservazione più che pertinente.
Quando faccio fotosub con il 16 mm fish-eye privilegio la pdc e per questo imposto un diaframma abbastanza chiuso da non generare evidenti aberrazioni e capace di tenere correttamente a fuoco soggetti ad una distanza compresa tra 50cm e l'infinito. Variando semplicemente i tempi posso gestire la luce ambiente e non compromettere l'esposizione del primo piano che dipende esclusivamente dal diaframma impostato e dalla potenza (NG) selezionata nei flash.
Ringrazio tutti per i lusinghieri apprezzamenti.
Un saluto
Alessandro |
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La nave dei corani di alecacciafotosub commento di alecacciafotosub |
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Il relitto del Kent era una motonave da carico, di proprietà greca battente bandiera cipriota.
La lunghezza è di poco meno di 80m e la stazza è di 783 tonnellate. Al momento dell'affondamento, 8 luglio 1978, si trovava ancorata dinnanzi la tonnara di San Vito lo Capo, su un fondale di circa 50m.
L'affondamento avvenne a causa di un violento incendio che non potè essere domato. Fortunatamente l'equipaggio venne tratto in salvo per tempo. La nave portò giù con se un carico di circa 30 tonnellate di vario genere: sacchi di polietilene, zampironi, 27 tonnellate di carburante, 1300 kg di olio lubrificante e due container di legno con all'interno svariate centinaia di corani. Questi container per via del peso specifico diverso, durante l'affondamento, si adagiarono qualche decina di metri accanto all'ancora calata sul fondo. Dei container e del materiale cartaceo resta qualche struttura e qualche pagina.
L'immersione.
Data la distanza dalla costa il relitto è raggiungibile solo tramite mezzo nautico. I diving locali hanno posto ben tre cime guida con altrettanti galleggianti: una a poppa, una al centro nave e un'altra a prua. In questo modo si ha la possibilità di effettuare la risalita o la discesa dove si preferisce. La profondità minima è di 40 metri sul fumaiolo e la massima è di 52 metri in corrispondenza del fango dove è poggiato il relitto in perfetto assetto di navigazione.
Le infrastrutture sono state colonizzate da ogni forma di vita bentonica ed enormi branchi di Anthias anthias circondano tutte le strutture.
La zona prodiera è stata colonizzata da grandi ventagli di Paramuricee clavata e da un candido ramo di Eunicella verrucosa.
Si risale lungo la prua fino al suo vertice dove ormai l'incontro con un altro abitante abituale del Kent è assicurato: lo scorfano (Scorpaena scrofa). I numerosi esemplari di questo scorpaenide sono così tanto abituali da far soprannominare il relitto, oltre che "nave dei corani", "nave degli scorfani". Solitamente sono poggiati sui bordi delle murate ed attendono pazientemente le malcapitate prede, rappresentate anche dagli splendidi Anthias anthias.
Scavalcata la prua ed avvicinandosi verso le prime stive si possono vedere l'elica e l'ancora di rispetto fissate alle pareti dei locali a pruavia.
Seguendo la coperta si incontrano le gru e i pennoni
fino a giungere in corrispondenza del fumaiolo dove, alla sua base, una porta divelta rivela la presenza delle batterie ancora sui loro ripiani.
Giunti a questo punto si prende la strada verso la superficie, non prima di aver completato una lunga decompressione.
Un saluto
Alessandro
p.s.: chiedo scusa per non aver inserito le foto come allegato ma non è dipeso da me in quanto nonostante le foto rispettassero i limiti previsti il sistema d'allegati non voleva saperne di inserirle. Nel caso si risolvesse il problema sarò ben lieto di ripristinare il tutto. |
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Trombetta di alecacciafotosub commento di alecacciafotosub |
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oile ha scritto: | Ottima immagine, sarebbe interessante se allegassi i dati exif e eventualmente, se vuoi, ci descrivessi la attrezzatura necessaria, grazie, ciao Elio |
Iso 200, 1/320, f22.
Nikon D700, Nikon 105 VR, due flash Subtronic (uno a dx e uno a sx) entrambi a 1/8 di potenza.
Un saluto e grazie per il passaggio.
Alessandro |
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Trombetta di alecacciafotosub commento di alecacciafotosub |
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il signor mario ha scritto: | Se stai lì in zona dovresti vedere il relitto della Lauro C a Saline Joniche, profondo e impegnativo, e quello del vapore di Cannitello, se non l'hai ancora fatta c'è quella della "montagna" di Scilla, ci si arriva dalla spiaggia, in ogni caso, ma credo tu lo sappia, attento agli orari della corrente. |
Conosco molto bene quei posti. Se vai nel mio sito trovi alcuni articoli anche recenti dei luoghi da te citati.
Grazie a tutti per il passaggio.
Alessandro |
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Trombetta di alecacciafotosub commento di alecacciafotosub |
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Luogo dello scatto: Messina alle 12,30 del mattino.
Questi pesci abitano un relitto chiamato Rigoletto....a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Un saluto e grazie del passaggio.
Alessandro |
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A me gli occhi! di alecacciafotosub commento di alecacciafotosub |
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Quell'arancione sulla bocca del pesciozzo è....ruggine!
Ebbene si questo blennide abita in uno degli innumerevoli tubi metallici di un vecchio relitto rugginoso.
Suggerimenti e critiche sempre ben accetti
Un saluto
alessandro |
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Piramidi esagonali di alecacciafotosub commento di alecacciafotosub |
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Scusate per la tardiva risposta alle vostre domande, ma non mi giungono più gli avvisi e-mail delle varie risposte ai topic aperti.
Cerco di provvedere adesso.
Come avete già indovinato si tratta proprio dei particolari degli aculei di un riccio e per la precisione della parte basale delle spine di un riccio matita mediterraneo (Cidaris cidaris) un echinoderma che vive solitamente tra i 40 e i 700m di profondità. Lo scatto in questione è stato eseguito a 65m.
Ho ottenuto questo scatto utilizzando oltre al 105mm micro una lente wet da +10 diottrie applicata all'esterno dell'oblò. Chiaramente come fonte d'illuminazione ho utilizzato due flash subacquei posizionati ai lati.
Grazie ancora per gli apprezzamenti.
Un saluto
Alessandro |
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