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Parigi - Reportage 19-25 agosto [Parte Prima] di AlexKC commento di andy-capp |
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Non volevo dire che tu hai scattato senza anima. Ci mancherebbe! Non sono in grado di capirlo e non mi permetterei nemmeno. Senza anima nel senso che non si coglie "l'anima" della città. Che tu non hai colto quel qualcosa che caratterizza. Per il resto prese singolarmente ci sono scatti interessanti. Mi dispiace non aver letto l'introduzione. Ma non le leggo quasi mai le note dell'autore a volte rischiano di forviare, sono dell'idea che le foto devono essere in grado di comunicare senza tante parole.
Ciao Giacomo |
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Black di fater commento di andy-capp |
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Quella che apre la mostra è sicuramente la migliore senza dubbio. Le atmosfere ti hanno sicuramente aiutato. Non è nulla di diverso dai soliti che si vedono dall'Africa. Sicuramente tu hai colto bene degl'attimi interessanti e hai regalato un lavoro gradevolissimo. Da quello che vedo qui il BeN andrebbe curato meglio, ma non si può mai dire da un manitor, sicuramente su carta opaca e su alluminio saranno molto meglio. Quello che sconsiglierei è la plastificazione, sconsigliata per le luci che ci sono molto spesso nei luoghi epositivi, tendono a fare sgradevoli riflessi. Bravo. |
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Parigi - Reportage 19-25 agosto [Parte Prima] di AlexKC commento di andy-capp |
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Qualche spunto l'hai offerto. Quello che non condivido assolutamente in un reportage è il saltare da uno stile all'altro. BeN, "seppia" ( tra virgolette perchè pare più giallo epatite n.d.r) colore a volte troppo saturo altre meno. un reportage essendo un sorta di racconto è un po' come un libro. Pensa se uno scrivesse un romanzo che inizia come un giallo, per poi diventare un saggio, e infine un romanzo harmony. Scritto in terza e poi in prima persona. Così non sarebbe un romanzo ma una sorta di calderone grammaticale. Questo è un po così, nonostante spunti interessanti manca di una traccia, di una coerenza. Si passa dalla street al ritratto, dall'architettura con verticali che tornano poco, dal BeN al colore con troppa superficialità. Più che un reportage sembra una semplice galleria d'immagini, scattate si a Parigi perchè ritraggono posti fin troppo da cartolina ma che sarebbero potute essere scattate benissimo in qualsiasi città, mancano di animo di caratterizzazione dei luoghi. tanti turisti tanti munumenti conosciuti ma poca anima.
Con simpatia Giacomo. |
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paura di andy-capp commento di andy-capp |
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Nulla:-) Gli ho detto di mettersi così. Volevo fare una foto dove si vedesse la "paura" macchè! con mia figlia non è possibile, ci scappa sempre da ridere:-) |
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st1 di andy-capp commento di andy-capp |
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cmq non è un momento "colto" naturalmente è mia figlia che si presta a farmi da modella Per una serie di studi. Come nel caso di qualche foto fa dove si vede una mano che tiene una cintola. |
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st1 di andy-capp commento di andy-capp |
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Hai ragione per le ombre. Anche se a dirla a te io ho la mano pesante con le ombre  |
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Smoke.... di efex commento di andy-capp |
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Un c'è nulla da fa!!! I toscani hanno una marcia in più Dal semplice fumo dell'incenso sei riuscito a studiare delle belle forme e a lavorare in post con gusto ed eleganza bravo! |
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- la barca del lago - di felixbo commento di andy-capp |
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Sono contento. La kiev è una macchina robusta e ha un ottica bella. E' stata una delle prima mecchine 6x6 che ho avuto. Adesso quando devo fare un 6x6 mi diverto con la yaschica mat biottica, modesta ma divertente Di nuovo bravo. |
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- la barca del lago - di felixbo commento di andy-capp |
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Non è male come lavoro mi piace, un po' ripetitivo ma tutto sommato gradevole si scorre con piacere. Il BeN è buono nonostante sia fatto con la sony, l'ho comprata anch'io, la odio!!! é un giocattolino, troppo leggera se non fosse per le ottiche zeiss che sono meravilgiose ma costose non varrebbe una cicca infatti continuo a fotografare con le analogiche e con la Pentax k10). Molto meglio la kiev. Hai simulato un 6x6 e ciò mi piace. Sono d'accordo con te ovviamente sul rapporto intimo e senza compromessi del BeN. Sicuramente a colori sarebbe stato una cosa più banale, trovo la realizzazione di questo piccolo reportage accurata nelle convesioni, ci sono alcuni scatti, soprattutto quelli stretti che mi piacciono più degl'altri . Bravo |
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NON SI GIOCA CON IL FUOCO di andy-capp commento di andy-capp |
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Belgarath Grazie. Il titolo che avresti scelto te è accattivante. Della serie: come far diventare un gioco una cosa seria . Per me si tratta di un semplice esperimento. Per questo ho scelto "non si gioca con il fuoco". L'ho pubblicato perchè mi ha divertito farlo e mi andava di condividerlo con altri. Se mi fai pensare ai risvolti psicologici di un titolo come il tuo, riesco a guardare questi scatti con uno spirito diverso, più costruttivo e intelligente.
Questo dimostra come nell'arte, io provengo dal mondo dell'arte, mio padre è stato un gallerista, molto spesso a fare un quadro non è l'artista ma il critico, il mercante. Non so se è un bene o un male. A volte penso che sia un male perchè si snatura il messaggio originale dell'opera. Ti voglio raccontare un aneddoto che mi raccontava sempre mio padre.
C'era un pittore, un professore d'accademia molto bravo che dipingeva le marine, non è mai riuscito a venderne una. Un giorno nel suo studio entrò un critico d'arte affermato. Il Prof. Colucci così si chiamava il pittore, usava dipingere tenendo a fianco una tela bianca dove puliva il pennello. Il critico una volta entrato nello studio rimese affascinato non dalle marine ma da questa tela tutta imbrattata di "puliture di pennello" e chiese al Prof. Colucci a quanto la vendesse perchè lui ci vedeva una testuggine in questo ammasso di colori. Da quel giorno Colucci si è riempito lo studio di marine invendute e ha venduto le puliture di pennelli con sempre il titolo "testuggine" quando morente, quando sorridente ma sempre puliture erano. Mi raccontava mio padre che il Colucci quando agli amici raccontava del suo successo era uno spasso, perchè anche lui rideva al fatto che fino a quando ha messo in campo la sua tecnica per realizzare splendide vedute di Livorno non se lo filava nessuno, quando ha incominciato a vendere quelle che lui riteneva delle semplici tele per pulire i pennelli è diventato famoso.
Questo per dire che il mondo dell'arte ha molto spesso delle dinamiche inaspettate, nel modo dell'arte ci inserisco di buon grado la fotografia, perchè considero un falso dilemma quello che vorrebbe rilegare la fotografia a documento.
Non voglio dire che questo esperimento sia come le testuggini del Colucci Dio mi preservi da ciò, però è buffo come con un titolo come il tuo "L'anima del fuoco" o "L'essenza del fuoco" la lettura cambierebbe e nonostante le foto siano sempre le solite assumerebbero un aspetto migliore. Ciao Giacomo. |
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NON SI GIOCA CON IL FUOCO di andy-capp commento di andy-capp |
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Premetto che si tratta di un esperimento della serie: "non so che cazz fare" ho approfittato di un pomeriggio freddissimo davanti al camino e ho "sperimentato" con una pellicola ilford 400 iso scaduta e sviluppata in casa. Non è stata aggiunta grana in digitale. davanti all'obbiettivo ho montato un filtro arancio e un vetrino della cokin neutro e dipinto per creare quell'effetto pastello. E' un puro e semplice "ruzzino"  |
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