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| Veins in BN di pamar commento di pamar |
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| MC82 ha scritto: | Carissimo, ho riletto il mio commento e mi sento di precisare che il fatto di "rimanere soli" nel percorso di ricerca astratta non ha un senso negativo, anzi per me è un grande e valoroso atto di coraggio da parte dell'artista. Le tue immagini rimangono visivamente identificabili e concrete, hai ragione, l'astrazione non prevale sul piano visivo ma su quello semantico, su questo livello io le trovo molto astratte poiché sanciscono in maniera convinta un superamento dell'universo simbolico/immaginario. Quando parliamo di superamento del simbolico dobbiamo essere consapevoli che stiamo oltrepassando anche la rete relazionale, quella tra artista e pubblico, per questo al di là del simbolico l'artista rimane solo. Questa "solitudine" è chiaramente proporzionale al livello di astrazione raggiunto.
mia opinione ovviamete
un caro saluto |
Ciao,
Rimanere soli….non ho preso questa affermazione come negativa; per niente. Né in ambito astratto che concreto. Forse potrebbe intimorire qualcuno che, specie al giorno d’oggi (ma anche nel passato è sempre stato cosi’, in fondo), cerca l’approvazione e la comprensione incondizionata. Interessante la tua distinzione fra ambito visivo e semantico. Ti dirò il vero: il mio è stato un approccio basato (quasi) totalmente sul piano visuale ed estetico. Non ho mai pensato a connotati diversi. In soldoni ho voluto semplicemente sottolineare caratteristiche ed aspetti che comunemente passano in secondo piano di fronte a tali oggetti faunistici.
Un mio lavoro del 2019, sempre con la flora come soggetto, forse lascia trasparire maggiormente quanto hai sopra affermato. Nato come lavoro grafico si è poi trasformato in altro. Se ne avrai occasione e voglia lo puoi trovare qui:
https://www.photo4u.it/viewcomment.php?pic_id=773132
Grazie per la tua analisi non banale.
Marco |
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| Veins in BN di pamar commento di pamar |
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| MC82 ha scritto: | Ciao, piacere di scriverti.
in questa serie l'atto di avvicinamento fotografico diventa anche un esercizio di allontanamento quando le venature delle foglie diventano percorsi visti dall'alto, le immagini oscillanno tra naturalismo concreto ed astrazione, rimane un equo bilanciamento tra questi due poli senza che l'uno prevalga sull'altro. Non so se mi piace la serie, ma non ha importanza, l'astrazione in genere è anche e soprattutto questo: ovvero la rottura della rete relazionale per andare ad esplorare l'al di là del simbolico, col rischio di intraprendere quindi un percorso in cui si rimane soli.
a presto |
Ciao, grazie per il commento. Bella la definizione circa l’avvicinamento visivo che si traduce in allontanamento dalla concretezza. Parli di percorso che ha in sé il rischio di rimanere soli. Certamente vi è un fondo di verità in quanto sostieni. Da parte mia il dubbio non mi ha mai sfiorato. Questo sulla base del perché ho ideato questo lavoro. Non ho mai pensato che l’aspetto astratto soverchiasse la piena identificabilità dell’oggetto ritratto. Il volere adottare una ripresa ravvicinata e la rinuncia al colore è stato fatto al fine di sottolineare forme e texture, non comunemente considerate, senza lo smarrimento dell’identità dell’oggetto protagonista. Certamente vi è una dose di “slittamento” dalla concretezza, ma a mio avviso non tale da fare prevalere l’astrazione….o almeno tale era il mio intento. Ma sai, spesso gli intenti dell’autore non si traducono in concordanza completa con le impressiono suscitate dal fruitore.
Marco |
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| Veins in BN di pamar commento di pamar |
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| MC82 ha scritto: | Ciao, piacere di scriverti.
in questa serie l'atto di avvicinamento fotografico diventa anche un esercizio di allontanamento quando le venature delle foglie diventano percorsi visti dall'alto, le immagini oscillanno tra naturalismo concreto ed astrazione, rimane un equo bilanciamento tra questi due poli senza che l'uno prevalga sull'altro. Non so se mi piace la serie, ma non ha importanza, l'astrazione in genere è anche e soprattutto questo: ovvero la rottura della rete relazionale per andare ad esplorare l'al di là del simbolico, col rischio di intraprendere quindi un percorso in cui si rimane soli.
a presto |
Ciao, grazie per il commento. Bella la definizione circa l’avvicinamento visivo che si traduce in allontanamento dalla concretezza. Parli di percorso che ha in sé il rischio di rimanere soli. Certamente vi è un fondo di verità in quanto sostieni. Da parte mia il dubbio non mi ha mai sfiorato. Questo sulla base del perché ho ideato questo lavoro. Non ho mai pensato che l’aspetto astratto soverchiasse la piena identificabilità dell’oggetto ritratto. Il volere adottare una ripresa ravvicinata e la rinuncia al colore è stato fatto al fine di sottolineare forme e texture, non comunemente considerate, senza lo smarrimento dell’identità dell’oggetto protagonista. Certamente vi è una dose di “slittamento” dalla concretezza, ma a mio avviso non tale da fare prevalere l’astrazione….o almeno tale era il mio intento. Ma sai, spesso gli intenti dell’autore non si traducono in concordanza completa con le impressiono suscitate dal fruitore.
Marco |
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| The House of the Farmer di gattapilar commento di pamar |
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Ti dico la verità Marisa. Mi trovo in difficoltà nell’esprimere un giudizio a questo portfolio.
Solitamente, nel giudicare un lavoro fotografico, sono solito incentrarmi sul come sono realizzate le fotografie, come si amalgamano o meno e come è il loro susseguirsi. In questo caso invece vedo un’ elencazione dell’opera dell’artista britannico che ha creato l’installazione. Risulta una specie di catalogo. Intendiamoci, molto ben fatto, ma nulla più. Risulta allora un lavoro che sottolinea la bravura e bellezza dell’opera, mentre non vi è (o io non vedo per mia pecca) uno spunto riguardante il lavoro fotografico.
Marco |
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| Veins in BN di pamar commento di pamar |
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Grazie mille .
Fra le altre cose il lavoro é proseguito. In piu' mi ö venuta l'idea di ri-strutturarlo in forma di dittico. Il primo tassello le macro che vedete qui, il secondo tassello del dittico....sorpresa. Quando lo finiro' (con i miei ritmi una decina di meso o piu') ve lo mostrero'.
Marco |
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| ForoRomano_RM_Feb22 di GiovanniQ commento di pamar |
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Io invece sono di altro avviso. Penso sia uno scatto anche piacevole ma penalizzato da un paio di elementi.
Parto con il dire che fondamentalmente è buono ma, come detto, avrebbe potuto essere meglio. I due dettagli che, a mio avviso, sono un minus, sono quel muro che “entra” nella parte bassa della foto e risulta quasi anomalo: perché è li? Cosa è?, che scopo ha nell’inquadratura. E poi, per me basilare, la presenza degli edifici sulla destra. Essendo illuminati attirano troppo l’attenzione, rubando la centralità alle rovine, che poi sono le protagoniste.
Marco |
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| St di littlefà commento di pamar |
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Come siamo distanti dai tuoi bei paesaggi marittimi...
Direi due belle fotografie. Due? Perchè? A mio giudizio troppa carne al fuoco. Mi hai abituato al mare ritratto facendo tesoro ed elemento vincente la semplicità. Qui' invece sembra quasi che hai avuto la tentazione di buttare dentro troppo. (sempre a mio parere) Se divido lo scatto in due: la metà destra e quella sinistra, con una verticale proprio al centro, ottengo una fotografia (quella destra) sublime. Nubi, monti, lago, luce, suolo. Basta ed avanza. Quale contributo è capace di regalare la metà opposta? Non che sia male, semplicemente sarebbe ad hoc come uno scatto separato e a sè stante. ripeto, per me la metà destra, da sola farebbe una fotografia in formato verticale davvero ottima.
Marco |
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| Napoli di Antonio Mercadante commento di pamar |
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La foto paesaggistica (perchè anche quella urbana è un tipo di foto paesaggistica) ha come fulcro quello di illustrare un ambiente. Senza persone, ma solo l'ambiente fisico. Ne deriva sovente la presentazione geografica di un luogo che esalta la bellezza o, al contrario, la non bellezza del luogo geografico. Stop. Penso sia molto difficile e per nulla banale "raccontare" e comunicare qulcosa che sia oltre la semplice bellezza/banalità del luogo. Questa proposta è "oltre" una semplice illustrazione paesaggistica. Parte dalla descrizione di un ambiente e la usa per comunicare anche e soprattutto, l'insieme di sensazioni, vissuti e sentimenti che lo permeano e plasmano. Ed è una fotografia strettamente paesaggistica, perchè è capace di fare tutto questo senza tirare in ballo le persone. Bastano ed avanzano le cose, le strade, le abitazioni. E poi, tocco vincente, la resa diretta ed efficace data dalla sottrazione dei colori. Solo forme, cose, ambienti. Per me non semplice e non banale. Un paesaggio oltre il semplice paesaggio illustrativo. Un paesaggio-scusa per parlare, raccontare, fare entrare dentro lo scatto chi guarda. notevole.
Marco |
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| Veins in BN di pamar commento di pamar |
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Damiano, Mauro, Rossella grazie per gli apprezzamenti. Grazie allo staff per la fds.
Marco |
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| Un soffio leggero di Flavia Daneo commento di pamar |
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E' incredibile. Si, pensandoci un attimo questa immagine mi ricorda come la fotografia NON sia una semplice riproduzione della realtà. Non è assolutamente vero che la fotografia è una "fotocopia" di quanto abbiamo intorno; che sia un paesaggio, un oggetto, della gente o una scena. Sono convinto che l'io del fotografo ci sia comunque. Ci sia sempre. Molto o poco, non importa; qualcosa di lui c'è sempre. Se considero questa fotografia, essa è in fondo la rappresentazione di un semplice fiore (anzi due). Ma quei fiori avrebbero potuto essere immortalati in decine di modi diversi. Colori tenui oppure decisi e vivaci. Sfondo diverso. Luce radente, oppure tenue ed uniforme. Contrasti duri e capaci di rimarcare le forme.....e mi fermo qui', ma le varianti potrebbero essere centinaia. Per non parlare di framing ed inquadratura. Da questo nasce la convinzione che un'immagine fotografica non sia la riproduzione fedele del reale, ma una sua interpretazione. Con tutte le polemiche sulle immagini giornalistiche e/o di cronaca annesse (ma non entriamo in questo ambito o non finisco piu' di annoiarvi).
Comunque; questa fotografia non è una semplice riproduzione do un oggetto. E' una sua "riproduzione interpretativa". Denota la sensibilità di chi l'ha pensata e scattata cosi'. Un modo unico nel suo io, in mezzo ad altri cento possibili. E non è per nulla semplice o banale. E', a suo modo, unica ed inimitabile.
Marco |
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| baby cat B&N di pamar commento di pamar |
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Grazie a tutti per il passaggio ed il commento.
Ho scelto il quadrato per accentrare il musetto del gattino (oltre lo sfocato).
| rrrrossella ha scritto: | Ciao Marco, che delizia questo micetto! La maf selettiva e l’uso del grandangolo accentuano la grandezza degli occhi in confronto al resto… e in questo senso a me non dispiace il taglio stretto che valorizza lo sguardo tenerissimo
Ciao!  |
Grazie Rossella delle parole. Vero che il musetto pare accentuato negli occhi da un grandangolo, ma dipende tutto dalla posa del gatto. Infatti ho usato una focale di 100 mm.
Marco |
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| Three trees BN di pamar commento di pamar |
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| fmongili ha scritto: | | Mi sembra che la nuova arrivata faccia bene il suo lavoro ovviamente guidata da chi sta dietro! |
Grazie mille.
Marco |
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| Three trees BN di pamar commento di pamar |
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Fatta con il nuovo "giocattolino" che mi sono regalato. Fujifilm X-E4. Piccola, portatile efficace.
Marco Smile |
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| Veins in BN di pamar commento di pamar |
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Grazie a tutti amici per il passaggio e per le valutazioni espresse.
Marco |
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| Ombre di rrrrossella commento di pamar |
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A volte, la fotografia, ha la capacità di rendere il reale in modalità diverse, trasposte, da come comunemente la vediamo. Sottrarre è il termine che mi viene in mente legato a tale connotato.
Si, sottrarre. Perché questo avviene (sovente) tramite sottrazioni di parte di quanto ci permette di inquadrare e riconoscere un oggetto. Sottrarre il contesto e gli spazi (che inquadrano il soggetto). Sottrarre la vista d’insieme, focalizzando l’inquadratura su un singolo dettaglio o mascherando l’ambientazione o l’interezza. Sottrarre il colore, facendo emergere prepotentemente forme e texture.
In questa fotografia possiamo vedere che sono state fondamentalmente utilizzate due modalità di sottrazione. Via i colori e via la contestualizzazione spaziale, grazie ad ombre profonde, date da un BN molto duro. Ne emerge un “qualcosa” che nell’immediatezza perde la sua identità (che emerge solo dopo la prima visione). Il soggetto si trasfigura e sottolinea forme e geometrie, prima di fare emergere la sua identità. Direi molto buona.
Marco |
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| St di Gennaro Morga commento di pamar |
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Pulito, netto, geometrico e soprattutto surreale.
Se non è surrealismo questo....
Complimenti. Per me notevole, e molto....quasi ti invidio questa fotografia.
Marco |
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| Veins in BN di pamar commento di pamar |
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A volte ritornano.....alla prossima. Quando ?????
Marco
P.S.
Mi mancate..... |
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