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Me di Swan commento di oneshut |
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mi unisco ai complimenti, molto espressiva  |
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s.t. di ManuelaR commento di oneshut |
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Davvero suggestiva, belle le parole che hai scelto per consegnarla alla luce.
Tutti i miei complimenti. |
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Aspettando di Terrabagnata commento di oneshut |
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Probabilmente c'è qualche errore e sicuramente non è il tuo migliore scatto, ma preferisco soffermarmi su quello che mi ha colpito, non so se fatto volutamente o solo malattia mentale mia.
La luce il filtro usato, la prospettiva della sedia rendono il tutto molto originale, mi danno un senso di disagio, non un'attesa serena, qualcosa di "malato", ho come la sensazione che chi si è seduto su quella sedia non abbia poi incontrato la persona che stava aspettando, abbia solo consumato una quantità industriale di sigaretta per poi andarsene in preda alla disperazione e a propositi non proprio rassicuranti...
Lo so ora giustamente qualcuno suggerirà che da ricovero lo sono io, non ci sono neanche i mozziconi... e magari l'immagine voleva essere solo romantica... ma questo e quello che mi ha suggerito e visto che non tutti gli scatti simili sono riusciti a comunicarmi questa marea di sentimenti ti faccio comunque i miei complimenti |
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banda musicale corpo forestale B/N di scorpionred commento di oneshut |
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guardandola nella versione francobollo dell'anteprima non mi aveva convinto, mi sembrava un po' troppo piena... quasi insulsa, ingrandendola fa tutto un altro effetto, la pagina dello spartito conquista la scena facendo sembrare la selva di cappelli quasi una danza intorno a quelle note.
Complimenti
Grazie anche per il commento che hai lasciato nella mia galleria |
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fiume 1 di scorpionred commento di oneshut |
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Ciao, ottimo l'effetto dell'acqua che scorre sulle pietre, me gusta mucho, la cosa ... strana, forse quello che voleva dire FelixJ è che anche le rocce sembrano leggermente mosse o fuori fuoco... ma sono l'ultimo che può parlare... non sono molto esperto, comunque complimenti, avrei forse dato un altro titolo. |
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La Scelta che a me non fu data di oneshut commento di oneshut |
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Terrabagnata ha scritto: | Sono pienamente d'accordo con franchino.
Mi sembra che sempre più spesso si badi alla pura tecnica (anche laddove sono piccoli accorgimenti) e sempre meno si parli di quello che le immagini ci danno in termini di sensazioni e domande.
Questa immagine, è vero, ha diversi nei tecnici, ma, personalmente, ha occupato una bella fetta dei miei pensieri di oggi pomeriggio.
Ogni tanto chiediamoci anche il perchè si scattano certe foto, oltre al modo in cui si scatta.
Cartier Bresson diceva che fotografare era mettere sulla stessa linea di mira la testa, l'occhio e il cuore. Probabilmente la testa e il cuore in questa foto hanno avuto una grande importanza per l'autore. |
Un piccolo ringraziamento a parte, davvero bella la frase di Cartier Bresson non la conoscevo, grazie. |
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La Scelta che a me non fu data di oneshut commento di oneshut |
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Prima di tutto, mi scuso per il prolungato silenzio ma ero alle prese con un buon numero di impegni e un numero non minore di problemi personali.
Subito dopo vorrei ringraziare tutti, ma proprio tutti, per i numerosi commenti, curioso come sono, sono andato a vedere le vostre gallerie e sono davvero lusingato che abbiate trovato il tempo di visitare la mia galleria, qualcuno è stato un po' più acido, qualcuno ha azzardato anche una difesa accorata e per questo lo ringrazio particolarmente, ma trovato molto interessanti quasi tutti i commenti al di là del valore stesso dello scatto .
Quello che sto per scrivere non vuole essere un atto d'accusa verso qualcuno dei commentatori ne sono nella posizione di pontificare alcun che, in questo senso ha ragione andy-capp, tecnicamente non sono molto bravo e lo so, (forse neanche artisticamente anche se spero di diventarlo) non ho mai seguito nessun corso di fotografia (anche se sto cercando di istruirmi cercando in rete e avvalendomi dei consigli e studiando le foto di quelli più bravi di me) e fino all'altro ieri ho potuto utilizzare fotocamere prestate per pochi giorni o ore da altre persone... solo ora che ho potuto permettermi la mia prima fuji 5600 ho iniziato a
capire e sfruttare maldestramente le capacità di una fotocamera.
Ora veniamo alla foto incriminata, prima di rispondere alle domande che sono state fatte devo fare ancora una premessa, sono d'accordo con quelli di voi che hanno detto che giustamente una foto può voler dire molto per l'autore ma se viene esposta in una galleria pubblica ma soprattutto vuole essere considerata "arte" deve comunicare qualcosa anche a chi la guarda a prescindere che sappia chi è l'autore o cosa gli passasse per la testa mentre la scattava... e quindi stando al vostro giudizio devo ammettere che comunque nonostante tutte le mie intenzioni l'opera non è riuscita... ma per provare a spiegarvi cosa avevo in
mente, visto che si parla di arte sarà meglio che prima divaghi ancora un po' per spiegarvi il mio modo, forse un po' bislacco di concepirla:
Sono state date molte definizioni di "Arte"non ultima quella che non mi sono più dimenticato e una delle prime che mi sia mai stata data, credo sia di Croce: "Arte è un'intuizione fantastica compiutamente espressa" nel mio caso va da se che probabilmente è venuto a mancare quel compiutamente espressa e l'idea, l'intuizione si è persa a metà strada fra chi l'aveva avuta e chi la guarda adesso, ma personalmente ho comunque un'altra definizione di arte complicatissima e molto banale nello stesso tempo: per me l'arte è "Comunicazione" , ovviamente non parlo di comunicazione di dati sensibili, di tutti quei dati che possono essere rappresentati, misurati con numeri , per intenderci quei dati che vengono manipolati nella scienza dell'informazione o informatica, quei dati di cui si occupa la scienza: fisica, biologia.. parlo di emozioni, stati d'animo, pensieri, sentimenti ...
Ovviamente un artista deve usare e servirsi degli stessi elementi che manipola anche la scienza ma lo scopo deve essere diverso e un'artista secondo me deve preoccuparsi di più di quello che è riuscito a trasmettere piuttosto che della maestria nella tecnica usata anche se anche quella è molto utile per non dire fondamentale.
Un altro concetto che ho sentito spesso è che compito dell'arte è rappresentare il "bello", su questo non sono per nulla d'accordo... Certamente la bellezza, il bello devono essere raffigurati e ricercati dall'arte ma trovo che sarebbe molto più povera se si limitasse a solo a quello, personalmente trovo spesso molto più interessanti opere che ci mostrano emozioni e sentimenti meno gioiosi: paura, tristezza, dolore, sconfitta ... quando scrivo o vedo un film mi capita spesso di parteggiare per il perdente... qualcuno mi ha anche già accusato di avere il gusto dell'orrido, questo non vuol dire che mi piaccia il brutto, anzi come molti
esseri umani amo le cose belle, mi innamoro di belle donne etc. ma artisticamente parlando trovo più interessanti alcuni soggetti meno celebrati, più trascurati.
Non amo la monotonia e mi piacerebbe sperimentare stili e idee diverse, come fotografo mi piacerebbe eseguire scatti classici, da cartolina, per intenderci e affiancarli con opere più originali, meno convenzionali... ma spesso quando ho la fotocamera in mano finisco per inquadrare molto raramente paesaggi mozzafiato o tramonti variopinti... per i soggetti umani è un po' diverso, belli o brutti sono sempre "originali" e mai banali... ma quando finisce nel mio obbiettivo un paesaggio naturale bello di per se... mi sembra quasi superfluo scattare... non mi sento in grado di togliere o aggiungere nulla, anzi spesso di togliergli qualcosa... mi sembra quasi uno scatto inutile... un po' come quando al cinema si vedono quelle opere teatrali senza che il regista abbia fatto nulla per
renderle "cinematografiche" per introdurre un'idea, un'inquadratura proprie del linguaggio filmico, ma si è limitato a riprendere con un'inquadratura statica quello che accadeva sul palco.
Quest'idea dell'arte come raffigurazione esclusivamente del bello mi è venuta in mente anche leggendo spesso (meno a dire il vero in questo caso dove alcuni dei commentatori hanno espresso giudizi a prescindere da questo) commenti a mie e altre foto in questo spazio web: se il soggetto inquadrato era una bella donna, un tramonto, un paesaggio mozzafiato ci sono state anche critiche, alla tecnica usata, alla posa della modella... ma raramente lo scatto è stato definito insignificante (qualche caso c'è) mentre per altri scatti che ritraevano seggiolini vuoti in un vagone di un treno, una saponetta, un cesso, piuttosto che giusto
un interruttore, le proteste per l'insulsaggine dello scatto sono state più accese come se il ritrarre un bel soggetto rendesse quello scatto degno di essere fatto mentre altri oggetti non avessero la stessa dignità.
Fatto tutto questo sproloquio veniamo finalmente a questo scatto in particolare:
L'oggetto inquadrato, come tutti hanno capito era un interruttore della luce, quello che volevo comunicare con l'immagine era abbandono, sporcizia, volevo rendere l'oggetto il più insignificante possibile, l'impressione di chi lo guardava doveva essere di trovarsi in una casa abbandonata o comunque di non star guardare un bell'interruttore che avrebbe acceso la luce in una reggia nella sala del trono e neanche azionato un qualche dispositivo vitale per milioni di persone... no dovevano avere l'impressione di star vedendo qualcosa di totalmente insignificante e di poco bello...
Per questo come avevo già scritto non trovavo utile migliorare la qualità dell'immagine, ripulirla (la risoluzione era molto alta e avrei potuto lavorare di più per abbellirla...) quello che mi aveva attratto era il fatto che fosse stato montato proprio al contrario come qualcuno ha notato, che fosse un interruttore molto semplice, spoglio decisamente non bello... di mio ho aggiunto maggior sporcizia all'immagine (giocando su grana, contrasti, luce...) al fini di quello che avrei voluto comunicare (e più ci penso più mi convinco che sarebbe stato meglio) forse avrei potuto migliorare lo scatto solo inquadrando un interruttore rotto, rappezzato e magari anche con un solo tasto (ho creduto che i 2 tasti avrebbero rafforzato il messaggio che volevo arrivasse allo spettatore... invece leggendo i vostri commenti ho forse finito solo per confondere e rendere il tutto inutilmente ridondante).
Questo quello che volevo comunicare... poi c'è il titolo e il messaggio che volevo veicolasse l'opera... Esistono diversi tipi di titolo... ora non voglio
dilungarmi in spiegazioni che ho già scritto altrove... ma in questo caso è uno di quei titoli che sono parte integrante dell'opera stessa, sono insieme al resto l'opera stessa...
"la scelta che a me non fu data" ovviamente voleva essere un omaggio al bel film di Neil Jordan, ma aveva anche un suo valore specifico (chi ha visto il film forse capirà meglio), certo "la scelta" o qualcosa di simile sarebbe potuto essere sufficiente, ma anche grazie alle vicende che si raccontano in quel film secondo me quello che ho scelto è migliore, voleva essere un titolo "a contrasto" avrebbe dovuto convincere l'osservatore a soffermarsi a pensare a quel bizzarro accostamento...
Il messaggio che volevo veicolasse la foto+titolo? Un attimo di pazienza, per spiegarmi meglio devo fare un piccolo passo indietro...
Se quello che avessi esposto avesse dovuto essere uno scatto intimistico, personale, il soggetto davvero inquadrato con quel titolo avrebbe dovuto essere un banale sacchetto di plastica, di quelli per la spesa appoggiato in un pianerottolo di una casa di campagna, pieno di oggetti non più utili del sacchetto stesso, l'unico aggettivo calzante per quel sacchetto non sarebbe stato ne bello ne brutto... ma semplicemente e banalmente "insignificante" , ma è stato quell'oggetto il centro della mia epifania, della mia personale presa di coscienza, certo anche la luce in un certo senso assume un valore anche personale, carico di significo per il messaggio che fra poco vi esporrò... ma queste ora sono altre storie e ho ritenuto (a quanto sembra sbagliando) che il soggetto inquadrato fosse
sufficientemente chiaro e carico di significati per chiunque l'avesse visto.
Di cosa cavolo stiamo parlando? Della "Libertà" di quella che io ritengo essere il più grande valore, il bene più prezioso, la cosa in assoluto più importante, di fronte ad essa è impotente un Dio onnisciente e onnipotente, per lei credo sia giusto anche sacrificare la propria vita...
La Libertà: è stata definita in mille modi diversi, su di lei sono stati scritti interi volumi, c'è chi sostiene che siamo liberi solo di fare il bene, chi più
semplicemente che sia il diritto di fare quello che si vuole, chi che sia veramente completa nella Verità, chi pensa che sia un dono, chi invece che vada conquistata ogni giorno e soprattutto non sia gratis... si è detto e si è scritto davvero tanto... io, senza scendere nei dettagli, non credo sia la sede opportuna, credo sia molto strettamente legata alla "Responsabilità" e credo che la via che porta alla libertà parta dalla consapevolezza di non essere veramente liberi... ma soprattutto credo che una cartina molto valida, forse l'unica che abbiamo per saggiare il nostro grado di libertà sia quella di misurare le scelte che siamo veramente in grado di fare...
..ci stiamo avvicinando al titolo e al messaggio... ..le scelte... la scelta... "la possibilità di scegliere", parecchio tempo fa ho visto un film ingiustamente sottovalutato, il regista era Salvatores, il titolo Nirvana, in questo film, il personaggio interpretato da uno strepitoso Abatantuono (il personaggio di un videogioco) parlando con Lambert (il suo creatore) sosteneva che l'unico modo per essere sicuro di essere veramente vivo, di non essere anche lui solo il personaggio di un videogioco ancora più grande avrebbe dovuto provare a smettere di giocare... se avesse potuto scegliere se giocare o meno allora avrebbe voluto dire che era veramente vivo e non un burattino i cui fili li tirava un altro.
"la possibilità di scegliere" spesso viene tutto banalizzato, ridicolizzato quando chi ci governa, chi sta sopra di noi vuol farci credere che siamo liberi solo perchè ci permettono di scegliere di che colore vogliano pitturare le sbarre della nostra prigione, insultano la nostra coscienza e intelligenza provando a farci credere che le uniche scelte disponibili sono solo quelle che ci propinano loro: quante volte si sono sentite dire frasi del tipo dovete scegliere fra il marcio o la muffa ma dovete, altrimenti rinunciate alla vostra libertà a quella libertà che i vostri padri hanno conquistato con la loro vita, dovete scegliere fra uccidere o essere uccisi, fra una legge molto ingiusta o una legge solo un pochino perversa, dovete decidere ...ma cosa? Peccato che nessuno vi abbia mai detto
che le scelte che potete fare non sono solo quelle.
Spesso, e io sono il primo, siamo miopi, per non dire cechi e non vediamo le scelte che ci si prospettano davanti, anestetizzati da troppa pubblicità ci convinciamo di avere un numero ristretto di opzioni, spesso, purtroppo, siamo contenti che qualcuno ci semplifichi il tutto, restringa il campo delle possibili scelte, di scelte che dovrebbero essere solo nostre, perché noi subiremo le conseguenze di quelle scelte (qui il riferimento al titolo è al film citato è palese), spesso siamo addirittura felici se qualcuno sceglie per noi, così facendo non ci semplifichiamo la vita, perché le conseguenze di quelle scelte ricadranno tutte su di noi come è inevitabile che sia, ci limitiamo solo a rinunciare a un pezzettino della nostra libertà.
C'è poi chi è convinto di non avere scelta, che le uniche scelte a nostra disposizione, le uniche scelte davvero importanti siano quelle comportano la vita di milioni di persone, quelle che muteranno l'assetto politico di una nazione, quelle che muteranno per sempre il corso della storia e non si accorge che ogni scelta porta con se delle conseguenze, ogni scelta sposta l'equilibrio precario del mondo, ogni scelta, anche quella di accendere o non accendere la luce, schiacciando un interruttore montato male su una parete sporca in una stanza fatiscente di una casa sepolta nell'anonimato di una via come altre milioni. Le scelte sulle quali si costruisce il nostro futuro e di chi ci sta attorno, la consapevolezza di noi stessi, che, se riuscissimo a riappropriarcene e farle nostre con consapevolezza ci permetteranno forse di cambiare anche il mondo perché ci daranno la misura della nostra libertà, sono anche quelle se concedere un sorriso o no, se stringere o non stringere una mano, se dire un ciao o no, se alzare lo sguardo e decidere di guardare il mondo o lasciare quella luce spenta.
Ora che ho sparato il mio bel mucchio di str.. cavolate, spero vogliate guardare con un po' di indulgenza il lavoro fatto... Ho comunque capito di non aver raggiunto lo scopo, di aver fatto più di un errore e ringrazio ancora tutti coloro che così gentilmente me l'hanno fatto notare e chi si è speso anche in mia difesa e complimenti per le vostre gallerie davvero belle. |
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La Scelta che a me non fu data di oneshut commento di oneshut |
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Salve e grazie a tutti per il commento e la visita, in questi giorni sono un po' di corsa ... Nei prossimi giorni proverò a rispondere un po' meglio ai dubbi che avete sollevato.
Comunque posso già dire che:
si Crisalide hai ragione il titolo voleva essere una citazione dal film di Neil Jordan .
Il rumore nella foto è voluto, dopo alcuni tentativi mi sono convinto che era l'unico modo nel quale avrei potuto presentarla...
Per tutto il resto, rinvio le spiegazioni, almeno quello che avrei voluto fare (ma poi magari non ci sono riuscito) , a fra qualche giorno appena mi sarò liberato da un po' di impegni comunque ancora grazie. |
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Do Androids Dream of Electric di oneshut commento di oneshut |
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minifabrizio ha scritto: | Foto difficile da interpretare. Tecnicamente da rifare. Ciao.  |
Ciao e grazie della visita, (curioso come sono) ho visto subito la tua galleria e.. capperi!! tutti i miei complimenti.
L'interpretazione l'ho già data 2 post sopra e il titolo, ovviamente, voleva essere un omaggio al molto sfruttato e poco apprezzato in vita P.K. Dick.
Grazie ancora di essere passato da qui e se hai qualche suggerimento io sono qui. |
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Do Androids Dream of Electric di oneshut commento di oneshut |
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NEROAVORIO ha scritto: | una gran brutta foto!!!!  |
..complimenti per la tua galleria, sono felice che hai trovato il tempo per visitare anche la mia... ma il tuo commento non mi aiuta troppo per migliorarmi... a meno che quel commento non volesse sottintendere che non c'è nulla da migliorare ... |
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Do Androids Dream of Electric di oneshut commento di oneshut |
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victor53 ha scritto: | stai sperimentando e, questo è sempre positivo ma, sinceramente,la foto non è che dica granchè.A parte che non vedo nessun punto a fuoco è proprio il tutto che, secondo me non va. Una massa, n primo piano, troppo presente e massiccia piva di un qualche interesse ed un monitor sullo sfondo con un qualcosa all'interno illeggibile. Senza considerare l'ulteriore sfondo dietro che, benchè, giustamente sfocato risulta troppo presente e di forte impatto negativo e disturbatore sulla scena!  |
Grazie dei commenti, onorato della tua visita, la tua galleria è davvero notevole.
Il punto a fuoco doveva essere la camicia, l'idea di fondo doveva essere un PC visto da un'altro essere inanimato (la camicia appunto) ...Un mondo che va avanti senza di noi... oggetti che usano altri oggetti...
La foto però così com'è non convince del tutto neanche me ma non mi è venuto in mente nulla per migliorarla. |
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st di Pio Baistrocchi commento di oneshut |
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Il tuo scatto esposto in questa galleria che preferisco, perfetto per taglio, luce e colore... tutti i miei complimenti |
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