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Commenti di oneshut
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Commenti
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nuova versione di oneshut commento di iw9fy

A parte i riflessi di luce che hai tolto, e andata pure la nitidezza, o forse ai adottato qualche filtro tipo flou, io preferisco l'originale ri flessi compresi. Smile
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nuova versione di oneshut commento di scorpionred

Amersill ha scritto:
Secondo me sì (sono andata a vedermele adesso Ops), però mi infastidisce molto il fatto che non ci sia neanche un punto di messa a fuoco e la poca aria sulla sinistra.


quto un po' piu' di aria ci voleva anche secondo me Wink
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nuova versione di oneshut commento di Amersill

Secondo me sì (sono andata a vedermele adesso Ops), però mi infastidisce molto il fatto che non ci sia neanche un punto di messa a fuoco e la poca aria sulla sinistra.
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nuova versione di oneshut commento di oneshut

Ho fatto alcune di quelle modifiche che mi avevate suggerito...
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nuova versione di oneshut commento di oneshut

rispetto alla precendente com'è meglio o peggio?
DeFerrari
DeFerrari di oneshut commento di roiter

Non ti far abbagliare dalla carica che rivesto, sono anch'io un fotoamatore come tanti altri... Wink solo con poco tempo per commentare le foto come invece facevo tanto tempo fa. Da qui l'eccezionalità dei miei commenti. Smile

Ciao
DeFerrari
DeFerrari di oneshut commento di oneshut

roiter ha scritto:
Taglio poco convincente: hai voluto salvare 'capra e cavoli' ma è finita che hai tagliato sia il primo getto della fontana che il palazzo e il lampione. Forse era meglio abbassare un poco la mira oppure (meglio) fare un passettino indietro in modo da inquadrare completamente il soggetto principale, ovvero la fontana. La parte sinistra dell'immagine, con il pezzetto dell'altra fontana, secondo me distrae e crea confusione: prova a ritagliare l'immagine fino a dove iniziano i getti d'acqua, si ottiene una sensazione di maggiore 'pulizia'.

Smile


Onoratissimo dalla tua presenza, grazie per gli utili consigli.
DeFerrari
DeFerrari di oneshut commento di roiter

Taglio poco convincente: hai voluto salvare 'capra e cavoli' ma è finita che hai tagliato sia il primo getto della fontana che il palazzo e il lampione. Forse era meglio abbassare un poco la mira oppure (meglio) fare un passettino indietro in modo da inquadrare completamente il soggetto principale, ovvero la fontana. La parte sinistra dell'immagine, con il pezzetto dell'altra fontana, secondo me distrae e crea confusione: prova a ritagliare l'immagine fino a dove iniziano i getti d'acqua, si ottiene una sensazione di maggiore 'pulizia'.

Smile
DeFerrari
DeFerrari di oneshut commento di oneshut

Suggerimenti e critiche sempre ben accetti
La Scelta che  a me non fu data
La Scelta che a me non fu data di oneshut commento di oneshut

Grazie a tutti per i commneti
La Scelta che  a me non fu data
La Scelta che a me non fu data di oneshut commento di Pasi

La placca dell'interruttore è montata al contrario! Very Happy
La Scelta che  a me non fu data
La Scelta che a me non fu data di oneshut commento di Ueda

avevo visto la foto
l'ho considerata immediatamente insignificante, sia come esecuzione che come rappresentazione, cioè per quello che dovrebbe trasmettere, è per me una di quelle immagini da cestinare,
poi ho letto con interesse il tuo intervento, e fa piacere leggere le tue considerazioni, capita raramente in un sito di fotografia,
ma sull'immagine proposta rimango del mio parere, visto il tempo che hai speso a spiegarla, mi sembrava doveroso cominicarti anche il mio pensiero Wink
La Scelta che  a me non fu data
La Scelta che a me non fu data di oneshut commento di andy-capp

Allora...ho letto con attenzione la tua risposta e l'ho trovata interessante e tocca argomenti intensi e condivisibili-. Tra l'altro Nirvana è un grande Film. Cmq per dirla alla toscana predichi bene e razzoli male Smile Nel senso bella idea però non sei riuscito a mio modesto giudizio a tradurla. Però lavoraci su che secondo me ne vale la pena.

Ps grazie per i complimenti sulle foto. Ciao
La Scelta che  a me non fu data
La Scelta che a me non fu data di oneshut commento di oneshut

Terrabagnata ha scritto:
Sono pienamente d'accordo con franchino.

Mi sembra che sempre più spesso si badi alla pura tecnica (anche laddove sono piccoli accorgimenti) e sempre meno si parli di quello che le immagini ci danno in termini di sensazioni e domande.

Questa immagine, è vero, ha diversi nei tecnici, ma, personalmente, ha occupato una bella fetta dei miei pensieri di oggi pomeriggio.
Ogni tanto chiediamoci anche il perchè si scattano certe foto, oltre al modo in cui si scatta.

Cartier Bresson diceva che fotografare era mettere sulla stessa linea di mira la testa, l'occhio e il cuore. Probabilmente la testa e il cuore in questa foto hanno avuto una grande importanza per l'autore.


Un piccolo ringraziamento a parte, davvero bella la frase di Cartier Bresson non la conoscevo, grazie.
La Scelta che  a me non fu data
La Scelta che a me non fu data di oneshut commento di oneshut

Prima di tutto, mi scuso per il prolungato silenzio ma ero alle prese con un buon numero di impegni e un numero non minore di problemi personali.

Subito dopo vorrei ringraziare tutti, ma proprio tutti, per i numerosi commenti, curioso come sono, sono andato a vedere le vostre gallerie e sono davvero lusingato che abbiate trovato il tempo di visitare la mia galleria, qualcuno è stato un po' più acido, qualcuno ha azzardato anche una difesa accorata e per questo lo ringrazio particolarmente, ma trovato molto interessanti quasi tutti i commenti al di là del valore stesso dello scatto .

Quello che sto per scrivere non vuole essere un atto d'accusa verso qualcuno dei commentatori ne sono nella posizione di pontificare alcun che, in questo senso ha ragione andy-capp, tecnicamente non sono molto bravo e lo so, (forse neanche artisticamente anche se spero di diventarlo) non ho mai seguito nessun corso di fotografia (anche se sto cercando di istruirmi cercando in rete e avvalendomi dei consigli e studiando le foto di quelli più bravi di me) e fino all'altro ieri ho potuto utilizzare fotocamere prestate per pochi giorni o ore da altre persone... solo ora che ho potuto permettermi la mia prima fuji 5600 ho iniziato a
capire e sfruttare maldestramente le capacità di una fotocamera.



Ora veniamo alla foto incriminata, prima di rispondere alle domande che sono state fatte devo fare ancora una premessa, sono d'accordo con quelli di voi che hanno detto che giustamente una foto può voler dire molto per l'autore ma se viene esposta in una galleria pubblica ma soprattutto vuole essere considerata "arte" deve comunicare qualcosa anche a chi la guarda a prescindere che sappia chi è l'autore o cosa gli passasse per la testa mentre la scattava... e quindi stando al vostro giudizio devo ammettere che comunque nonostante tutte le mie intenzioni l'opera non è riuscita... ma per provare a spiegarvi cosa avevo in
mente, visto che si parla di arte sarà meglio che prima divaghi ancora un po' per spiegarvi il mio modo, forse un po' bislacco di concepirla:

Sono state date molte definizioni di "Arte"non ultima quella che non mi sono più dimenticato e una delle prime che mi sia mai stata data, credo sia di Croce: "Arte è un'intuizione fantastica compiutamente espressa" nel mio caso va da se che probabilmente è venuto a mancare quel compiutamente espressa e l'idea, l'intuizione si è persa a metà strada fra chi l'aveva avuta e chi la guarda adesso, ma personalmente ho comunque un'altra definizione di arte complicatissima e molto banale nello stesso tempo: per me l'arte è "Comunicazione" , ovviamente non parlo di comunicazione di dati sensibili, di tutti quei dati che possono essere rappresentati, misurati con numeri , per intenderci quei dati che vengono manipolati nella scienza dell'informazione o informatica, quei dati di cui si occupa la scienza: fisica, biologia.. parlo di emozioni, stati d'animo, pensieri, sentimenti ...
Ovviamente un artista deve usare e servirsi degli stessi elementi che manipola anche la scienza ma lo scopo deve essere diverso e un'artista secondo me deve preoccuparsi di più di quello che è riuscito a trasmettere piuttosto che della maestria nella tecnica usata anche se anche quella è molto utile per non dire fondamentale.

Un altro concetto che ho sentito spesso è che compito dell'arte è rappresentare il "bello", su questo non sono per nulla d'accordo... Certamente la bellezza, il bello devono essere raffigurati e ricercati dall'arte ma trovo che sarebbe molto più povera se si limitasse a solo a quello, personalmente trovo spesso molto più interessanti opere che ci mostrano emozioni e sentimenti meno gioiosi: paura, tristezza, dolore, sconfitta ... quando scrivo o vedo un film mi capita spesso di parteggiare per il perdente... qualcuno mi ha anche già accusato di avere il gusto dell'orrido, questo non vuol dire che mi piaccia il brutto, anzi come molti
esseri umani amo le cose belle, mi innamoro di belle donne etc. ma artisticamente parlando trovo più interessanti alcuni soggetti meno celebrati, più trascurati.
Non amo la monotonia e mi piacerebbe sperimentare stili e idee diverse, come fotografo mi piacerebbe eseguire scatti classici, da cartolina, per intenderci e affiancarli con opere più originali, meno convenzionali... ma spesso quando ho la fotocamera in mano finisco per inquadrare molto raramente paesaggi mozzafiato o tramonti variopinti... per i soggetti umani è un po' diverso, belli o brutti sono sempre "originali" e mai banali... ma quando finisce nel mio obbiettivo un paesaggio naturale bello di per se... mi sembra quasi superfluo scattare... non mi sento in grado di togliere o aggiungere nulla, anzi spesso di togliergli qualcosa... mi sembra quasi uno scatto inutile... un po' come quando al cinema si vedono quelle opere teatrali senza che il regista abbia fatto nulla per
renderle "cinematografiche" per introdurre un'idea, un'inquadratura proprie del linguaggio filmico, ma si è limitato a riprendere con un'inquadratura statica quello che accadeva sul palco.

Quest'idea dell'arte come raffigurazione esclusivamente del bello mi è venuta in mente anche leggendo spesso (meno a dire il vero in questo caso dove alcuni dei commentatori hanno espresso giudizi a prescindere da questo) commenti a mie e altre foto in questo spazio web: se il soggetto inquadrato era una bella donna, un tramonto, un paesaggio mozzafiato ci sono state anche critiche, alla tecnica usata, alla posa della modella... ma raramente lo scatto è stato definito insignificante (qualche caso c'è) mentre per altri scatti che ritraevano seggiolini vuoti in un vagone di un treno, una saponetta, un cesso, piuttosto che giusto
un interruttore, le proteste per l'insulsaggine dello scatto sono state più accese come se il ritrarre un bel soggetto rendesse quello scatto degno di essere fatto mentre altri oggetti non avessero la stessa dignità.

Fatto tutto questo sproloquio veniamo finalmente a questo scatto in particolare:
L'oggetto inquadrato, come tutti hanno capito era un interruttore della luce, quello che volevo comunicare con l'immagine era abbandono, sporcizia, volevo rendere l'oggetto il più insignificante possibile, l'impressione di chi lo guardava doveva essere di trovarsi in una casa abbandonata o comunque di non star guardare un bell'interruttore che avrebbe acceso la luce in una reggia nella sala del trono e neanche azionato un qualche dispositivo vitale per milioni di persone... no dovevano avere l'impressione di star vedendo qualcosa di totalmente insignificante e di poco bello...
Per questo come avevo già scritto non trovavo utile migliorare la qualità dell'immagine, ripulirla (la risoluzione era molto alta e avrei potuto lavorare di più per abbellirla...) quello che mi aveva attratto era il fatto che fosse stato montato proprio al contrario come qualcuno ha notato, che fosse un interruttore molto semplice, spoglio decisamente non bello... di mio ho aggiunto maggior sporcizia all'immagine (giocando su grana, contrasti, luce...) al fini di quello che avrei voluto comunicare (e più ci penso più mi convinco che sarebbe stato meglio) forse avrei potuto migliorare lo scatto solo inquadrando un interruttore rotto, rappezzato e magari anche con un solo tasto (ho creduto che i 2 tasti avrebbero rafforzato il messaggio che volevo arrivasse allo spettatore... invece leggendo i vostri commenti ho forse finito solo per confondere e rendere il tutto inutilmente ridondante).

Questo quello che volevo comunicare... poi c'è il titolo e il messaggio che volevo veicolasse l'opera... Esistono diversi tipi di titolo... ora non voglio
dilungarmi in spiegazioni che ho già scritto altrove... ma in questo caso è uno di quei titoli che sono parte integrante dell'opera stessa, sono insieme al resto l'opera stessa...

"la scelta che a me non fu data" ovviamente voleva essere un omaggio al bel film di Neil Jordan, ma aveva anche un suo valore specifico (chi ha visto il film forse capirà meglio), certo "la scelta" o qualcosa di simile sarebbe potuto essere sufficiente, ma anche grazie alle vicende che si raccontano in quel film secondo me quello che ho scelto è migliore, voleva essere un titolo "a contrasto" avrebbe dovuto convincere l'osservatore a soffermarsi a pensare a quel bizzarro accostamento...

Il messaggio che volevo veicolasse la foto+titolo? Un attimo di pazienza, per spiegarmi meglio devo fare un piccolo passo indietro...

Se quello che avessi esposto avesse dovuto essere uno scatto intimistico, personale, il soggetto davvero inquadrato con quel titolo avrebbe dovuto essere un banale sacchetto di plastica, di quelli per la spesa appoggiato in un pianerottolo di una casa di campagna, pieno di oggetti non più utili del sacchetto stesso, l'unico aggettivo calzante per quel sacchetto non sarebbe stato ne bello ne brutto... ma semplicemente e banalmente "insignificante" , ma è stato quell'oggetto il centro della mia epifania, della mia personale presa di coscienza, certo anche la luce in un certo senso assume un valore anche personale, carico di significo per il messaggio che fra poco vi esporrò... ma queste ora sono altre storie e ho ritenuto (a quanto sembra sbagliando) che il soggetto inquadrato fosse
sufficientemente chiaro e carico di significati per chiunque l'avesse visto.

Di cosa cavolo stiamo parlando? Della "Libertà" di quella che io ritengo essere il più grande valore, il bene più prezioso, la cosa in assoluto più importante, di fronte ad essa è impotente un Dio onnisciente e onnipotente, per lei credo sia giusto anche sacrificare la propria vita...
La Libertà: è stata definita in mille modi diversi, su di lei sono stati scritti interi volumi, c'è chi sostiene che siamo liberi solo di fare il bene, chi più
semplicemente che sia il diritto di fare quello che si vuole, chi che sia veramente completa nella Verità, chi pensa che sia un dono, chi invece che vada conquistata ogni giorno e soprattutto non sia gratis... si è detto e si è scritto davvero tanto... io, senza scendere nei dettagli, non credo sia la sede opportuna, credo sia molto strettamente legata alla "Responsabilità" e credo che la via che porta alla libertà parta dalla consapevolezza di non essere veramente liberi... ma soprattutto credo che una cartina molto valida, forse l'unica che abbiamo per saggiare il nostro grado di libertà sia quella di misurare le scelte che siamo veramente in grado di fare...

..ci stiamo avvicinando al titolo e al messaggio... ..le scelte... la scelta... "la possibilità di scegliere", parecchio tempo fa ho visto un film ingiustamente sottovalutato, il regista era Salvatores, il titolo Nirvana, in questo film, il personaggio interpretato da uno strepitoso Abatantuono (il personaggio di un videogioco) parlando con Lambert (il suo creatore) sosteneva che l'unico modo per essere sicuro di essere veramente vivo, di non essere anche lui solo il personaggio di un videogioco ancora più grande avrebbe dovuto provare a smettere di giocare... se avesse potuto scegliere se giocare o meno allora avrebbe voluto dire che era veramente vivo e non un burattino i cui fili li tirava un altro.
"la possibilità di scegliere" spesso viene tutto banalizzato, ridicolizzato quando chi ci governa, chi sta sopra di noi vuol farci credere che siamo liberi solo perchè ci permettono di scegliere di che colore vogliano pitturare le sbarre della nostra prigione, insultano la nostra coscienza e intelligenza provando a farci credere che le uniche scelte disponibili sono solo quelle che ci propinano loro: quante volte si sono sentite dire frasi del tipo dovete scegliere fra il marcio o la muffa ma dovete, altrimenti rinunciate alla vostra libertà a quella libertà che i vostri padri hanno conquistato con la loro vita, dovete scegliere fra uccidere o essere uccisi, fra una legge molto ingiusta o una legge solo un pochino perversa, dovete decidere ...ma cosa? Peccato che nessuno vi abbia mai detto
che le scelte che potete fare non sono solo quelle.

Spesso, e io sono il primo, siamo miopi, per non dire cechi e non vediamo le scelte che ci si prospettano davanti, anestetizzati da troppa pubblicità ci convinciamo di avere un numero ristretto di opzioni, spesso, purtroppo, siamo contenti che qualcuno ci semplifichi il tutto, restringa il campo delle possibili scelte, di scelte che dovrebbero essere solo nostre, perché noi subiremo le conseguenze di quelle scelte (qui il riferimento al titolo è al film citato è palese), spesso siamo addirittura felici se qualcuno sceglie per noi, così facendo non ci semplifichiamo la vita, perché le conseguenze di quelle scelte ricadranno tutte su di noi come è inevitabile che sia, ci limitiamo solo a rinunciare a un pezzettino della nostra libertà.
C'è poi chi è convinto di non avere scelta, che le uniche scelte a nostra disposizione, le uniche scelte davvero importanti siano quelle comportano la vita di milioni di persone, quelle che muteranno l'assetto politico di una nazione, quelle che muteranno per sempre il corso della storia e non si accorge che ogni scelta porta con se delle conseguenze, ogni scelta sposta l'equilibrio precario del mondo, ogni scelta, anche quella di accendere o non accendere la luce, schiacciando un interruttore montato male su una parete sporca in una stanza fatiscente di una casa sepolta nell'anonimato di una via come altre milioni. Le scelte sulle quali si costruisce il nostro futuro e di chi ci sta attorno, la consapevolezza di noi stessi, che, se riuscissimo a riappropriarcene e farle nostre con consapevolezza ci permetteranno forse di cambiare anche il mondo perché ci daranno la misura della nostra libertà, sono anche quelle se concedere un sorriso o no, se stringere o non stringere una mano, se dire un ciao o no, se alzare lo sguardo e decidere di guardare il mondo o lasciare quella luce spenta.



Ora che ho sparato il mio bel mucchio di str.. cavolate, spero vogliate guardare con un po' di indulgenza il lavoro fatto... Ho comunque capito di non aver raggiunto lo scopo, di aver fatto più di un errore e ringrazio ancora tutti coloro che così gentilmente me l'hanno fatto notare e chi si è speso anche in mia difesa e complimenti per le vostre gallerie davvero belle.
La Scelta che  a me non fu data
La Scelta che a me non fu data di oneshut commento di andy-capp

Ora a parte le disquisizioni tecniche che molto spesso sono forvianti e distolgono dal messaggio. Tralasciando perfino la soggettività di una foto, fondamentale anch'essa, perché ogni persona per cultura, per provenienza etnica etc ha la propria. Analizzando invece perché uno fa foto mi viene da pensare perché è stata scattata? Ora fare una foto ad un interruttore Ticino al contrario con le verticali che non tornano, la regola dei terzi inesistente, Una luce che crea ombre tutto sommato noiose deve nascondere qualcosa di ermetico per dargli un titolo così. La regola ineludibile, questa, della comunicazione esige che per esserci comunicazione appunto ci deve essere una fonte del messaggio e il suo ricevente per poi creare il feedback. Altrimenti eludendo un solo di questi elementi non esiste comunicazione. Vi siete mai chiesti che rumore faccia un albero che cade nella foresta se non c'è nessuno ad ascoltarlo? E' come se non cadesse. Francamente un interruttore non è privo di fascino, lo dice uno che con due interruttori del tutto simili a questo ci ha costruito un libro. Ma un conto è "riempire" di significato, con criterio e cognizione di causa, un'immagine di un semplice interruttore su di un muro scalcinato e sporco , un altro è prendere un bel titolo "la scelta che a me non fu data" e trasformarlo in una foto. E' un po' debole. Ho l'impressione che sia un po come quei pittori naif che emulando Fontana, Burri, Manzoni, taglino tele, usino juta, riempiono barattoli di cacca d'artista pensando che sia soltanto necessario aggiungere un titolo, trovare un modesta platea, un critico accondiscendente per aver fatto un opera d'arte. Quando questi alle spalle hanno un percorso complesso accademico pregno di tecnica e concettualità. Mi sono permesso di andare a vedere la tua galleria e in tutta onestà, tralasciando i meriti di alcune fotografie non mi sembra che tu sia incline a sperimentazione ne ad aver acquisito un backgraund tale da giustificare scarnificazioni ed essenzialismi alla ricerca del messaggio. Io credo che pur volendo definire questa fotografia riuscita manca di feedback tra autore, messaggio e lettore. Che poi priva del titolo possa anche dare un imput poco importa. Un poeta non può scrivere "ti amo" e il lettore leggere "ti odio" Smile
La Scelta che  a me non fu data
La Scelta che a me non fu data di oneshut commento di Francesco Ercolano

Ringrazio davvero di cuore Jack per la cortese chiarificazione e mi scuso...
per avergli attribuito l'aggettivo inutile...
Grazie mille a Terrabagnata e...
Chiedo umilmente scusa a oneshut per aver invaso il suo forum, ma
tutto è partito comunque dalla sua foto di cui aspetto con pazienza e
interesse i dettagli...
Francesco
La Scelta che  a me non fu data
La Scelta che a me non fu data di oneshut commento di jacklamotta

franchino ha scritto:
Jack LaMotta cosa ci spinge a fotografare, a scegliere i soggetti...
Qual'é insomma il peso, la valenza artistica di una foto...
Questa foto secondo lui piena di difetti e praticamente inutile ha spinto tanti di noi al commento..Questa foto mi ha fatto pensare e mi piace...
Dunque nella scala artistica meglio una foto macro perfetta ma magari
scattata con poco cuore o questa che può suscitare mille interrogativi?
Bella domanda, vero?
Comunque per me Ok!
Francesco


eh eh.. mai detto che questa foto è inutile, non mi azzarderei mai a dire questo di una foto perchè non sarebbe una critica alla foto ma al fotografo... Wink
ho detto che secondo me ha dei difetti e li elencati e ho cercato di argomentarli.
Vorrei che si vedesse la foto senza il titolo molto poetico e romantico.
E' difficile perchè ormai lo abbiamo letto, ma ribadisco che secondo me dice - rectius: trasmette - molto all'autore della foto e poco o nulla allo spettatore,
Vi sono molte foto che per noi sono bellissime e importantissime, soprattutto perchè noi le ricolleghiamo a situazioni, persone, canzoni, film ecc.... Quando però si passa all'atto di pubblicare la foto è come tornare ai temi di lettere delle superiori: la foto (e il tema) deve comunicare agli altri. e secondo me questa, così com'è fatta, non comunica. Wink

infine: sulla foto macro perfetta scattata con poco cuore: in ambito amatoriale una foto del genere non può essere perfetta e sicuramente non comunicherebbe granchè. Credo che, come me, anche tu ti accorga che se fai una foto senza emozione quella foto non è certo da esporre. Ciao

MTC
La Scelta che  a me non fu data
La Scelta che a me non fu data di oneshut commento di Terrabagnata

Sono pienamente d'accordo con franchino.

Mi sembra che sempre più spesso si badi alla pura tecnica (anche laddove sono piccoli accorgimenti) e sempre meno si parli di quello che le immagini ci danno in termini di sensazioni e domande.

Questa immagine, è vero, ha diversi nei tecnici, ma, personalmente, ha occupato una bella fetta dei miei pensieri di oggi pomeriggio.
Ogni tanto chiediamoci anche il perchè si scattano certe foto, oltre al modo in cui si scatta.

Cartier Bresson diceva che fotografare era mettere sulla stessa linea di mira la testa, l'occhio e il cuore. Probabilmente la testa e il cuore in questa foto hanno avuto una grande importanza per l'autore.
La Scelta che  a me non fu data
La Scelta che a me non fu data di oneshut commento di Francesco Ercolano

Mi ha interessato molto questa foto e i commenti ricevuti...
Sono un principiante assoluto, sto ancora studiando come funziona una
macchina fotografica, ma credo di avere un buon gusto critico...
Volevo però chiedere a tutti voi e in particolare a Jack LaMotta cosa ci spinge a fotografare, a scegliere i soggetti...
Qual'é insomma il peso, la valenza artistica di una foto...
Questa foto secondo lui piena di difetti e praticamente inutile ha spinto tanti di noi al commento..Questa foto mi ha fatto pensare e mi piace...
Dunque nella scala artistica meglio una foto macro perfetta ma magari
scattata con poco cuore o questa che può suscitare mille interrogativi?
Bella domanda, vero?
Comunque per me Ok!
Francesco
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